giovedì 12 marzo 2015

1984 di George Orwell




La guerra è pace.
La libertà è schiavitù.
L'ignoranza è forza.

Questi gli slogan del partito socialista inglese nel libro - o "ingsoc" nel vocabolario della Neolingua inventata dagli impiegati del Ministero della Verità, preposto alla propaganda politica e al revisionismo storico - in 1984, il capolavoro scritto nel '48 da George Orwell. Slogan difficili da digerire nel mondo post Olocausto, dove frasi come queste evocavano fantasmi ancora troppo recenti per poter riposare in pace:



Molti prima di me hanno realizzato recensioni ottime e approfondite di questo libro, fior fior di critici letterari ne ha sviscerato gli aspetti più squisitamente nascosti, la simbologia, lo strato sociale, la biografia dell'autore... non penso di poter competere con loro, non sono un'esperta; il mio desiderio è quello di realizzare un piccolo sogno di Ginny Weasly, la mia fan numero 1 (mi piace pensarlo XD), che mi ha chiesto una recensione che possa spiegarle di cosa tratta il libro e ingolosirla :)



Classico esempio di distopia, 1984 inscena il dramma non già di un singolo uomo e di una donna, pur protagonisti del romanzo, ma di tutto il genere umano: in un mondo post guerra atomica, dominato dal totalitarismo e dal fanatismo politico, tre macrocontinenti sono costantemente in guerra: l'Eurasia, l'Oceania e l'Estasia, macroblocchi che tagliano fuori, curiosamente, la stragrande maggioranza dell'Africa, parte dell'India, delle Filippine e di diversi altri stati. L'Oceania, la maggiore delle tre superpotenze, è costantemente in guerra mondiale con l'una o l'altra potenza e alleata di quella con la quale non è in guerra.

Tutte le superpotenze sono controllate da sistemi di governo dittatoriali, spersonalizzanti, che obbligano l'individuo ad omologarsi alla massa, obbedendo costantemente alla versione del governo, per quanto assurda essa sia (anzi, credendoci ciecamente) e annullando ogni pulsione sessuale, di amicizia o contemplazione artistica.
Non solo: ogni forma di pensiero o forma artistica è bandita, così come le associazioni che non siano di carattere politico e manifestamente contrarie al sesso per piacere. Gli esseri umani sono un brodo informe che lavora o nell'esercito, o nei Ministeri, oppure fa parte della fetta di società più sciatta, semplice e ignorante, quella dei prolet, un richiamo ai proletari, gente povera, non appartenente al Partito, senza istruzione ma dalla quale, citando una frase celebre del libro così come del film, partirà, a tempo debito, la vera rivoluzione: ma "[...] fino a che non diventeranno coscienti del loro potere, non saranno mai capaci di ribellarsi, e fino a che non si saranno liberati, non diventeranno mai coscienti del loro potere."


Protagonista del libro è Winston Smith, un uomo medio, iscritto al Partito, che lavora in uno dei quattro Ministeri che controlla l'Eurasia: il Ministero della Verità, già citato prima (gli altri tre sono il Ministero dell'Abbondanza, che si occupa del cibo e dei rifornimenti, quello della Pace, che si occupa della guerra e degli armamenti, e quello dell'Amore, dove ha sede la psicopolizia, ossia la polizia del pensiero, e dove si trova anche la famosa Stanza 101, una sala delle torture reale quanto allegorica dove i crimini contro il Partito, anche solo pensare con la propria testa, vengono puniti con lavaggio del cervello e torture di ogni genere, fino alla totale evaporazione delle persone, che vengono estirpate dalle anagrafi affinché tutti credano che non sono mai esistite).

Winston lavora come impiegato nell'ufficio che si occupa di bruciare e rettificare i vecchi articoli di giornale, i libri di storia, le notizie: di giorno in giorno una foto può svanire, un articolo riscritto sostenendo l'esatto opposto, la storia rettificata (un esempio è il costante alternarsi delle superpotenze in guerra: se oggi l'Eurasia è in guerra con l'Estasia, mentre ieri si era detto il contrario, il tutto viene riscritto così che la versione di oggi non possa venire smentita da quella precedente).
Meno bravo dei suoi colleghi nella raffinata tecnica del bispensiero (l'essere in grado di sapere che una cosa è vera ma contemporaneamente autoconvincersi che non la sia), Winston è più vulnerabile alla bellezza di una donna, alla speranza - mai veramente nutrita - di un cambiamento o anche solo alla polverosa bellezza di un diario, un oggetto pericolosissimo da tenere in casa ma che lui decide comunque di acquistare in una bottega del vecchio borgo proletario, unico luogo è ancora possibile trovare quei prodotti difficilmente reperibili come lamette, lacci per le scarpe e altri oggetti semplici che la nuova società dell'acciaio e del cemento non può più non solo produrre, ma ne rinnega addirittura l'esistenza. Non esistono germogli nella società di 1984, tranne quelli destinati ad appassire prima ancora di poter sbocciare.


Faccio una piccola pausa per dirvi questo: all'inizio della pagina quasi non sapevo se avrei scritto una recensione decente, ora mi ritrovo a trentordici righe scritte di getto e ancora non sono riuscita nemmeno a parlare del Grande Fratello °_°



Rimedio subito: sì, perché Winston, così come tutti nel mondo di 1984, è costantemente braccato dall'enorme volto impenetrabile del Grande Fratello, il Capo del Partito socialista inglese, nato dalle ceneri del partito laburista, che controlla i Ministeri e tutta l'Eurasia. E' impossibile sfuggire alle migliaia di telecamere e microfoni sparsi ovunque: in ufficio, per le strade, in ogni centimetro delle case; impossibile spegnere la televisione, si può solo abbassarne il volume per dormire, ma il controllo fisico e mentale non finisce mai: in chiunque può nascondersi una spia che ci tiene d'occhio, perfino nei nostri stessi figli.

L'eterno nemico del Grande Fratello è Goldstein, un altro enorme viso con aspetto allungato da pecora, non a caso un cognome ebraico, che viene trasmesso negli unici istanti di vera passione concessa agli impiegati: "i due minuti d'odio", in cui le persone raggiungono una violenza nei confronti del nemico seguita da una catartica devozione orgiastica nei confronti del Grande Fratello, che giunge al culmine della trasmissione televisiva come un salvatore.
Nonostante questo, Winston corre il rischio di chiudersi nel suo appartamento in una piccola zona dove le telecamere non possono inquadrarlo e scrive sul suo nuovo diario, un atto che ha del rituale: all'inizio non sa nemmeno cosa scrivere, non crede di saperlo fare... poi la penna tocca il foglio e da quel momento per Winston inizia una spirale di eventi che lo porterà alla ribellione, alla passione carnale e all'amore, ma soprattutto alla libertà, anche se...


Anche se dovrete comprare il libro per scoprire gli sconvolgenti colpi di scena, per non parlare del finale, e non fate i furbi guardando il film, ché il finale è totalmente diverso u.u



Un libro magnifico, che ho letto e riletto e che non si può non consigliare: "Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero è libero, quando gli uomini sono differenti l'uno dall'altro e non vivono soli... a un tempo in cui esiste la verità e quel che è fatto non può essere disfatto.

Dall'età del livellamento, dall'età della solitudine, dall'età del Grande Fratello, dall'età del bispensiero..."

Vi lascio con una carrellata delle più belle ed emblematiche copertine che la mitica casa editrice Penguin, pioniera della stampa di tascabili e della diffusione a basso costo della grande letteratura nel mondo, ci ha donato nei decenni:






E la più magnifica, la più rivoluzionaria:





E voi? Avete letto questo libro, al di là degli obblighi scolastici?

12 commenti:

  1. Ciao Alice, ho trovato la tua recensione ottima sotto ogni punto di vista, avevo letto questo libro qualche anno fa e mi aveva colpita parecchio, lo consiglierei a chiunque.
    Rileggendo queste parole, sono di nuovo entrata nella storia del libro, è stato bello riviverla insieme ai personaggi che ho tanto amato!

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    1. Grazie di cuore! *_* E' in assoluto uno dei miei libri preferiti!

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  2. Grazie!!!
    Sei veramente una persona di parola.^^
    Inquietante è il primo pensiero che mi è passato nella mente...Che senso di oppressione...
    Un libro che leggerò sicuramente.

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    1. Inquietante ma anche crudo, autentico, geniale... la prosa è molto scorrevole, per nulla ridondante e, sì, il senso di oppressione trasuda dalle pagine...
      Fammi sapere poi cosa ne pensi a fine lettura ;)

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  3. P.S: Probabilmente dovrò portare il PC in assistenza, quindi per un po' non potrò passare da queste parti...Ma,appena possibile, tornerò!

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    1. Ti aspetterò con trepidazione :* sei dolcissima ad avermi avvisata, grazie! Se c'è qualcosa di speciale che ti piacerebbe trovare al tuo ritorno sul blog, non esitare a chiedere e farò il possibile per accontentarti ^_^

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. Noto solo ora che questo post appare su sfondo azzurro. Curioso. Inquietantemente curioso. °.°
      A parte ciò, Noi l'ho comprato l'anno scorso e ancora non l'ho letto T.T sono una persona orribile.
      Ed è da allora che faccio la caccia anche a Blocchi di Bordewijk, ma è fuori catalogo ovunque e Bordewijk stesso non ricorda di averlo scritto. Diavolo.
      Se ami le distopie, ti consiglio La notte della svastica (ucronia, in realtà, basata sul fatto che Hitler abbia vinto la seconda guerra mondiale e ambientata 500 anni dopo, in un mondo che si è evoluto su principi ben diversi dai nostri) e Il racconto dell'ancella della Atwood, distopia basata su un mondo postatomico in cui le uniche donne rimaste in grado di procreare sono diventate le ancelle degli uomini, appunto, perdendo diritti, libertà, perfino il nome: la protagonista, ad esempio, essendo la donna di un uomo di nome Fred, si chiama semplicemente Difred.
      Bello anche I figli degli uomini, dove l'umanità ha all'improvviso perso la fertilità e si prepara ormai a svanire dal pianeta nel giro di una generazione.
      Ne avrei un sacco da consigliarti, io adoro le distopie e le ucronie *----*

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    3. Non ci crederai, maaaa... ce l'ho, ma non l'ho ancora letto. Curioso, nevvero?
      Ti consiglio anche La peste scarlatta di London, è breve ma molto bellino :-)

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    5. Io l'ho letto in italiano, ma te lo consiglio in ogni caso :-)
      Ah, sai un libro che mi è piaciuto? "Mostri" di Koontz, il cui titolo originale, molto più aderente e giusto, è "The outsider". Di lui ho apprezzato molto anche Phantoms, ma soprattutto "Mostri", anche se è fuori catalogo da diversi anni.

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Tu.
Sì, proprio tu.
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