lunedì 24 settembre 2018

"The outsider", il nuovo thriller di Stephen King: ecco la copertina

Sapete, io non sono una patita delle date. Ce ne sono un paio di importanti attorno alle quali gravitano alcuni dei miei impegni, è vero, ma succede solo un paio di volte l'anno.
La prima, quella da cui dipende la mia quota di felicità autunnale, è la data del Lucca Comics & Games. Capitemi: ci sono così poche occasioni in cui poter uscire per la città travestiti da personaggi dei cartoni (senza venire internati, s'intende) che al Lucca Comics non posso proprio resistere.
E poi c'è una seconda data, e questa cambia ogni anno: quella di uscita di un nuovo libro di Stephen King.

Ve ne do atto: gli ultimi non mi hanno fatta impazzire. "La scatola dei bottoni di Gwendy", scritto a quattro mani con Richard Chizmar, era poco più di un racconto lungo un po' all'acqua di rose, sulla falsariga di un film horror - in verità, piuttosto figo - che ho visto ultimamente, "Wish upon". Ve lo consiglio, se non siete particolarmente schizzinosi. O affezionati ai cani. Non so ancora come ho fatto a non spegnere la TV.
Ma sono sempre pronta a dare una nuova possibilità a Zio Steve, soprattutto con una copertina del genere. Sì, lo so che volete vederla, ma dovrete attendere ancora qualche riga. Poche poche, lo giuro.

Prima, il titolo: "The outsider", edito da Sperling & Kupfer.

Data della release: 23 ottobre 2018 (in America il libro è uscito il 22 maggio scorso. I soliti fortunati).

Poi, due parole sulla trama: "Il cadavere di un ragazzino di undici anni viene ritrovato in un parco cittadino. I testimoni e le impronte digitali riconducono senza dubbio a uno degli abitanti più noti della città di Flint: Terry Maitland, allenatore della Little League locale di baseball, marito e padre di due figlie. Il detective Ralph Anderson, il cui figlio è allenato da Maitland, ordina un arresto pubblico immediato. Maitland ha un alibi, ma Anderson e il procuratore distrettuale aggiungono il DNA come prova schiacciante.
Mentre l'indagine si espande ed emergono risposte raccapriccianti, la storia di King genera una tensione e una suspense sempre maggiori. Terry Maitland sembra una brava persona. Indossa forse una doppia faccia?"

Ok, ammetto che preferisco il King in versione horror rispetto a quello thriller, ma sembra comunque una quarta stuzzicante. Ed ecco a voi, finalmente, la copertina che vedremo in libreria:


Spettacolo. Non posso dire altro. Dettaglio interessante: è stata mantenuta la stessa grafica della versione americana dell'editore Scribner. Un'ottima scelta.

Una curiosità sul traduttore: dopo un glorioso passato in cui King veniva tradotto da Tullio Dobner (se udite un sospiro sconsolato, sono io), e una parentesi firmata Wu Ming 1, più qualche altra sporadica collaborazione, questo nuovo gioiellino sarà tradotto nientemeno che da Luca Briasco, attualmente editor di narrativa straniera per Minimum Fax. Inutile dire che sono molto incuriosita e che non vedo l'ora di scoprire se la sua interpretazione dello stile kinghiano mi appassionerà più di quella, forse un po' fredda, a mio parere, offerte dal gruppo Wu Ming.

Beh, che ne pensate? Io sono praticamente già in fila davanti alla libreria. Se volete farmi compagnia, siete i benvenuti. Nel frattempo, possiamo ingannare i giorni guardando e riguardando il booktrailer del libro, che potete trovare qui.
Non solo: se vi va di ammazzare il tempo in un modo particolarmente gustoso, vi consiglio di leggere il nuovo racconto che King ha fatto uscire in occasione del suo 71esimo compleanno, dal titolo "Laurie", scaricabile gratuitamente da qui. Un assaggio della trama: "Lloyd Sunderland ha perso la moglie da sei mesi. Un giorno la sorella Beth va a trovarlo e si presenta con una cagnolina, un incrocio tra un border collie e un mudi. Lloyd è all'inizio contrario all'idea di occuparsi di un animale, ma tra lui e Laurie - così Lloyd decide di chiamare la cagnetta - sboccerà un tenerissimo legame..."

Non mi resta che augurarvi una buona visione, una buona lettura... e una buona attesa.

- Alice

martedì 11 settembre 2018

"Kid Cooper e l'uomo scimmia di Blackwood" di Adam Howe

11 settembre. Sono passati quasi vent'anni, eppure nella giornata di oggi è impossibile far mordere la briglia ai ricordi. Tutti noi abbiamo impresso nella memoria che cosa stavamo facendo in quell'esatto momento di diciassette anni fa. Io ero in salotto e stavo per uscire con una mia amica dark di cui i miei non sapevano granché. Mi piaceva fare le cose di nascosto. Mi faceva sentire furba, potente, invincibile. Addosso avevo un paio di jeans e una maglietta, ma nello zaino avevo ficcato una t-shirt goth a rete e un rossetto nero trovato su non so più quale numero di Cioè. Mi sarei cambiata a qualche centinaio di metri da casa, sotto un portico o roba simile, e poi avrei incontrato la mia amica. Non pensavo ad altro che a dove avrei potuto nascondermi per cambiarmi quando, all'improvviso, mio padre, seduto sul divano a guardare la TV, urlò a mia madre che un aereo si era appena schiantato su una delle Torri Gemelle. Ricordo che rimasi perplessa, ma allungai comunque la mano verso la maniglia... finché mio padre non gridò di nuovo.
C'era stato un secondo aereo.
Che aveva colpito la seconda Torre.
Che aveva dato inizio al crollo.

Ebbene, voi direte: ma come si connette tutto questo a Adam Howe? Lasciate che ci arrivi. Ho detto che so dove ero quel giorno, ma non posso dire lo stesso del 1994, quando in tutte le vetrine delle librerie del mondo qualche migliaio di librai posizionò "Mucho Mojo", firmato dalla penna di Joe R. Lansdale. Ed è un peccato, perché so che, anche se all'epoca ero solo una bambina, il titolo e la copertina di quel libro mi avrebbero colpita. Sarebbero rimasti marchiati a fuoco nelle mie memorie fino al 2016, quando CasaSirio ha pubblicato "Mucho Mojo Club", una raccolta spietata di racconti firmati dagli "scrittori più cattivi del panorama internazionale". Protagonisti - richiamando il concetto sporco, crudo e graffiante del mojo di Lansdale - erano homeless, prostitute, assassini, ladri, tagliagole - tutto ciò che striscia e si muove nell'oscurità, insomma. Come avrebbe detto la nonna di Florida: "magia nera", tribale, africana, creola, allo stato puro. Ma non conoscevo Lansdale, nel 2016, e così non mi sono accorta di questa uscita imperdibile di CasaSirio. Per fortuna, però, lo sporco era ancora troppo. Si era annidato ovunque e così, quest'anno, il 21 settembre uscirà un nuovo capitolo della famiglia del mojo: "Mucho Mojo Club - lavoro sporco". Altra antologia, altri rivoli neri di luridume da ripulire.

Il lato positivo è che, questa volta, parte del lavoraccio è toccata anche a me. Sì, perché il racconto disponibile in anteprima, "Kid Cooper e l'uomo scimmia di Blackwood" di Adam Howe, mi è finito tra le mani per caso, come le cose migliori, e io non ho potuto fare a meno di leggerlo. Amarlo. Divorarlo. Rotolarmi e ansimare nel fango di cui è imbrattato.
Ma andiamo con ordine.

America, quella brutale, povera, che non fa sconti. Kid Cooper e suo padre si fanno una cittadina sperduta dopo l'altra, sfidando a pugni il campione del posto, per poi ripulire le tasche degli scommettitori e proseguire verso la tappa successiva. Non che combattano entrambi: è solo Kid a rischiare di venire massacrato, mentre suo padre resta a guardare. Non hanno avuto una vita semplice, e di certo il loro passato non è esente da macchie di dolore, come quella per la morte della madre di Kid. Ma i due vanno avanti, e una sera arrivano a Blackwood, dove ad accoglierli, nella bettola dell'accampamento, non trovano un gruppo di ubriaconi che ha voglia di veder menare pugni. Lì li attende Boss Taggart, un individuo losco, grasso e spregiudicato che obbliga il ragazzo, tenendo suo padre sotto scacco, a non sfidare un uomo qualunque, bensì l'uomo scimmia, uno scimpanzé che vive in un buco fetido e pieno di verdure marce e liquami. Kid si ritrova a dover affrontare la bestia in questo ring allucinante e ben presto si rende conto che, se vuole sperare di uscire vivo da lì con suo padre, dovrà versare fino all'ultima goccia di sangue.

Adam Howe è stato in grado di costruire un racconto breve, semplice e folgorante, che mi ha tenuta avvinta fino all'ultima pagina. Stile giusto, scorrevole ma imbevuto di dettagli luridi, paura e sudore che mi hanno dato l'impressione di aver visto un film, più che di aver letto delle parole nere su una pagina bianca. E non un film qualunque: impossibile non notare i richiami allo scontro animalesco di Luke Skywalker contro il Rancor in "Episodio VI: Il ritorno dello Jedi", richiamato poi anche dalla lotta di Han Solo contro Chewbecca in "Solo: a Star Wars story", ma il concept è stato del tutto rielaborato, infangato, adattato allo sfondo del lavoro sporco. In questo racconto funziona tutto, ogni singola parola si trova in equilibrio e in proporzione perfetta rispetto alle altre. Una traduzione magistrale, editing da paura. Inutile dirlo: CasaSirio si riconferma una delle case editrici indipendenti più interessanti del panorama editoriale, con una particolare attenzione a tutto ciò che è pop, noir, intenso e bollente come caffè amaro.

Se non avete paura di sporcarvi, consiglio anche a voi di leggere questo racconto. Come? Semplice: potete trovarlo qui, cliccando in fondo alla pagina su "Leggi KID COOPER di Adam Howe". Non solo. A quel link potete anche preordinare l'antologia di racconti in uscita il 21 settembre, così da assicurarvi di riceverla insieme alla borsa shopper in edizione limitata. Fossi in voi, non ci penserei due volte. Io, per conto mio, ho già fatto il mio pre-ordine e ora sono qui, a mordermi le labbra mentre pregusto gli altri racconti dell'antologia, sperando che siano intrisi di quel mucho mojo che qui mi ha stregata.


- Alice