tag:blogger.com,1999:blog-91681694821029313342024-02-02T03:52:16.675+01:00Capricci d'inchiostroPer aspera ad astra: viaggio verso le stelle e ritorno.
L'universo delle parole scritte visto dagli occhi di una scrittrice.Alice e Francescahttp://www.blogger.com/profile/05381043781432299786noreply@blogger.comBlogger158125tag:blogger.com,1999:blog-9168169482102931334.post-10908990849946877032019-01-13T11:03:00.000+01:002019-01-13T11:03:34.235+01:00Una rosa è una rosa è una rosa<div style="text-align: justify;">
Ci sono momenti in cui ti va di fare un sacco di cose. Sei sveglio, ispirato. Al mattino ti alzi, apri la finestra e inali un profumo che non è solamente aria, non è solamente inverno. E' anche foglie, umidore, e quel vago aroma affumicato che hanno tutte le cose quando fa particolarmente freddo.</div>
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In mattine così, una tazza di caffè, un foglio e una penna sono sufficienti per tirare fuori qualcosa. Una poesia, un pezzo di capitolo. O magari un disegno. Piccoli tratti che si intersecano con altri.</div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyp99JAc5rED3Pqz8yOwvdVLdhqkKMFfEOaQ_2UYbgDU5Q09vBbrrBDAmi5hMqi9tDELbpjECncCbySHkBx-ZxEtC-Gq81-GPZHipzckjYKqIKPeehiGT4Ku25x5HYR89cORV9SGdv2vdW/s1600/Pike_Place_Fish_1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; display: inline !important; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyp99JAc5rED3Pqz8yOwvdVLdhqkKMFfEOaQ_2UYbgDU5Q09vBbrrBDAmi5hMqi9tDELbpjECncCbySHkBx-ZxEtC-Gq81-GPZHipzckjYKqIKPeehiGT4Ku25x5HYR89cORV9SGdv2vdW/s200/Pike_Place_Fish_1.jpg" width="200" /></a></div>
Oppure puoi decidere di andartene a fare una passeggiata. Magari ti fai due passi lungo il fiume, se hai la fortuna di averne uno vicino a casa. Macini un paio di chilometri fino alla piazza del mercato. Ti addentri in quel regno di teste di pesce e casse di verdure e ti lasci trasportare dagli odori, dal modo in cui il cibo ti parla. Me li consiglia, questi branzini? Ma certo, amico, sono appena pescati. Bene, ne prendo due. E anche le telline, ci voglio fare un sughetto.<br />
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Poi torni a casa, le sporte gonfie di mazzi di asparagi e conchiglie, e per tutta la mattina ti lanci nei più sfrenati esperimenti culinari, perché la creatività è arte, e l'arte è come Dio: in tutte le cose.</div>
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<br /></div>
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Mi mancano, quei momenti. Questa è la verità. Da mesi, apro le finestre, annuso, ma l'aria sa solo di aria. Il caffè è acqua sporca e il foglio, le sporte, il cuore restano vuoti.</div>
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Sarà una giornata storta, mi dicevo all'inizio. Poi: sarà una settimana. Ma la settimana è diventata un mese, e il mese un anno, e l'unica cosa che so è che le cose devono cambiare subito, adesso, o...</div>
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Già, cosa? Che accadrà, se al primo anno se ne inanellerà un secondo, e poi un terzo, ciascuno più vuoto del precedente?</div>
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Meglio non pensarci. Per ora preferisco pubblicare questo post così, senza neanche rileggerlo, solo per il gusto di aver scritto qualcosa in cui credo. Qualcosa che non è piazzato lì per dovere, o per scimmiottare qualche autore più bravo di me. Scrivo per esistere, e dunque oggi posso dirlo: esisto. E ho intenzione di farlo ancora a lungo.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJAznDu3ORza3ClNn9hfWIle97dTGPmMBQiAvRIsgBTHLfQgcSq5324NXDUSx6DRHxteuhGI6UHM2MxrBaPn4EhPlib8EU1hjh1q3DsULq2wE7e5JZKjQDGVxGkcsoX1HCLoIllq_bxqXP/s1600/flower-images-rose-9451972.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1108" data-original-width="736" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJAznDu3ORza3ClNn9hfWIle97dTGPmMBQiAvRIsgBTHLfQgcSq5324NXDUSx6DRHxteuhGI6UHM2MxrBaPn4EhPlib8EU1hjh1q3DsULq2wE7e5JZKjQDGVxGkcsoX1HCLoIllq_bxqXP/s200/flower-images-rose-9451972.jpg" width="132" /></a>Vi prometto che riprenderò in mano il blog, appena andrà meglio. Lo riprenderemo entrambe, io e la mia collega. Le cose ci vanno un po' storte, ma le raddrizzeremo. Il ka, come direbbe zio Steve, è una ruota. Già luccicano importanti novità all'orizzonte. Altre restano nascoste oltre la zona buia, sapete?, quella che si allunga sotto la ferita insanguinata dell'alba.</div>
<div style="text-align: justify;">
Basta saper attendere. Continuare a respirare. Continuare a sperare. Sarà un caso che queste parole si somiglino tanto?</div>
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Respira, Alice.</div>
<div style="text-align: justify;">
Spera, Alice.</div>
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<br /></div>
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"Una rosa è una rosa è una rosa."</div>
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<i><br /></i></div>
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<i>- Alice</i></div>
Alice e Francescahttp://www.blogger.com/profile/05381043781432299786noreply@blogger.com18tag:blogger.com,1999:blog-9168169482102931334.post-17530941884893352502018-11-09T10:47:00.003+01:002018-11-09T11:09:30.537+01:00Il ventaglio sulla pelle, di Barbara Sarri<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="-webkit-font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Non sono mai stata un’amante degli harmony, ma mia madre sì. Uno dei primissimi ricordi della mia infanzia mi vede scalare la sua libreria bianca, quella della nostra prima casa, intenta a spulciare tra i suoi titoli in cerca di qualcosa di proibito, come il libro sul parto. Dio, quello non mi ha fatto dormire per giorni!</span></span></div>
</div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="-webkit-font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwOMUyncjoJb_bmzy_4lIG_UOtVMmsoMKo6jNdTdRk5DeDzjDho3qqHumRM1sJfz3YUqq-7iW3aUlMGvwc0mdp3taM_wWh907OqPo8C5nGYdEMn1xruno8W1GOa9cnZ-OLi5n1z8VtAI2S/s1600/HAHAHA.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="156" data-original-width="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwOMUyncjoJb_bmzy_4lIG_UOtVMmsoMKo6jNdTdRk5DeDzjDho3qqHumRM1sJfz3YUqq-7iW3aUlMGvwc0mdp3taM_wWh907OqPo8C5nGYdEMn1xruno8W1GOa9cnZ-OLi5n1z8VtAI2S/s1600/HAHAHA.gif" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="-webkit-font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div style="font-stretch: normal; line-height: normal;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="-webkit-font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Ehm<span style="-webkit-text-stroke-width: initial;">, stavamo dicendo? Sì, gli harmony di mamma.</span></span></span></div>
</div>
<div style="font-stretch: normal; line-height: normal;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="-webkit-font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="-webkit-text-stroke-width: initial;">Crescendo non posso dire di aver mai condiviso la sua passione. Non mi piacevano le storie d’amore. Preferivo quelle che parlavano di foreste, di lupi. Di bambine forti che non si lasciavano mai sconfiggere dalle crudeltà della vita. Poi la vita ha giocato un brutto scherzo anche a me e le cose sono cambiate. Avevo bisogno di costruirmi un mondo nuovo, uno non troppo crudele in cui le cose brutte non succedevano per davvero. Così ho iniziato a leggere fantasy, a immaginare storie nella mia testa bacata. Non ho più preso in mano un harmony, nemmeno per sbaglio. Li guardavo da lontano, ripensando alla libreria che scalavo da piccina. Ripensando a mia madre e a quanto si arrabbiava con me quando le fregavo i libri. Poi, qualche settimana fa, una ragazza estremamente gentile ci ha contattate. Ci ha chiesto di leggere il suo romanzo, perché aveva un messaggio da diffondere, qualcosa che parlava di violenza sulle donne e di rinascita. Sulle prime ero molto dubbiosa; il libro che ci era stato spedito era un harmony, quel genere da cui avevo preso le distanze da tempo. Tuttavia, per i </span>temi trattati, <span style="-webkit-text-stroke-width: initial;">mi ricordava in qualche modo<i> "Rose Madder"</i>, uno dei miei romanzi preferiti, e per questo ho deciso di dargli una possibilità.</span></span></span></div>
</div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 13px;">
<br />
<br /></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 13px;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6gQ-9RYatcWWv010FL47xyXlUsjzF9mHV9DR89YjDjvL3B8ujjOBcy5E6WZweBNasgNxEwiPOdY6YIwKLhoZF-6-mwx1CZBb8WicqvXIaoFtMUPFF9hdeWTM0kWdlnkBtBsjRWfHloxRW/s1600/267069800+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="240" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6gQ-9RYatcWWv010FL47xyXlUsjzF9mHV9DR89YjDjvL3B8ujjOBcy5E6WZweBNasgNxEwiPOdY6YIwKLhoZF-6-mwx1CZBb8WicqvXIaoFtMUPFF9hdeWTM0kWdlnkBtBsjRWfHloxRW/s320/267069800+%25281%2529.jpg" width="192" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
</div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 13px;">
<br /></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">"<i>Il ventaglio sulla pelle</i>" parla di Isabel Blanco, un’investigatrice di origini spagnole con la passione per il flamenco, passione che l’ha portata a diventare insegnante presso un centro antiviolenza chiamato “Una rosa non un pugno”.</span></span></div>
</div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Sin dalle prime pagine capiamo subito che, come le ragazze che aiuta, anche Isabel nasconde un passato turbolento nel suo bagaglio personale. Qualcosa l'ha sconvolta, è chiaro, eppure questo non sembra abbatterla, almeno fino a quando un misterioso killer inizia ad assassinare delle ballerine di flamenco. Insieme a Romeo, commissario di polizia, Isabel scopre di essere coinvolta sin troppo da vicino in una vicenda di cui non vorrebbe fare parte, una vicenda che parla direttamente dal passato.</span></span></div>
</div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 13px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-kerning: none;"></span><br /></span></div>
</div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Devo dire che, nonostante i dubbi iniziali, la lettura è stata piacevole. Parliamo di un romanzo non impegnativo, di appena 186 pagine. La trama è lineare, non troppo complessa ed è proprio questa sua immediatezza a trasmettere bene il messaggio dell’autrice: a volte ci innamoriamo delle persone <b>sbagliate, quelle capaci di renderti la vita un inferno</b>. Possiamo iniziare e rompere una relazione anche cento volte prima di capire di doverla chiudere sul serio e, purtroppo, spesso riuscirci non è semplice. <b>Superarla</b>, non è semplice. </span></span><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Ma con l’aiuto e il sostegno di una famiglia (in questo caso il centro antiviolenza) la strada da compiere può essere meno ripida.</span></div>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilgU51ZfeR0o6hfFblbX8j8dnIul9lXkG97vweHbDJefSOQO82TUVvTLcSvVf3ivtXCyv-TbHTfNrTSPpj2-T75OMcyJyFJqLFF2cxlKLKfnLGirHrNXbKIkLm8xko4zOV0IF2THENWqVr/s1600/giphy.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="196" data-original-width="435" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilgU51ZfeR0o6hfFblbX8j8dnIul9lXkG97vweHbDJefSOQO82TUVvTLcSvVf3ivtXCyv-TbHTfNrTSPpj2-T75OMcyJyFJqLFF2cxlKLKfnLGirHrNXbKIkLm8xko4zOV0IF2THENWqVr/s400/giphy.gif" width="400" /></a></div>
<br /></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 13px;">
<br /></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Ottimi i riferimenti alla Spagna e al flamenco, un po' meno buoni l'antagonista, forse troppo stereotipato nel suo essere cattivo, e la protagonista, a volte vittima della troppa "perfezione" che in genere si tende ad affidare ai propri personaggi. Insomma, qualche difetto in più alla cara Isabel non mi sarebbe dispiaciuto, anche se devo ammettere di averla apprezzata nella parte quarta del libro (che non voglio spoilerare). In conclusione, parliamo di un romanzo che ho letto abbastanza volentieri, pur allontanandosi dal mio genere di lettura abituale. Un libro adatto a chi cerca qualcosa di leggero, ma foriero di un messaggio forte. Dunque sì, se sei un’amante del genere o senti di capire fin troppo da <b>vicino</b> i temi trattati da Barbara Sarri,</span></span><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"> te ne consiglio la lettura. Il primo passo per uscire dal vortice della violenza è realizzare di non essere sole, sapere che ci sono altre persone, là fuori, capaci di capirti e tenderti una mano.</span></div>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><i>- Francesca</i></span></div>
Alice e Francescahttp://www.blogger.com/profile/05381043781432299786noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-9168169482102931334.post-75018290904641530982018-11-02T13:03:00.002+01:002018-11-02T13:03:32.796+01:00Nuove realtà editoriali: Sad Dog Project, tra fantascienza, horror e glassa di zucchero<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGWw_w1HmmJFS1CIaScUSc0vWy67GJq7-XdwSmOL-hBtdWuslVA6CxC4GmF8f5CE54DfeopwVa_Kdl-KFh4gelISpxxceB3bIugdpVlh16hhcgoMnY_GJpdK6N2uLTxjxKsbQTAHBG354d/s1600/mega-city-one-from-judge-dredd.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="801" data-original-width="1600" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGWw_w1HmmJFS1CIaScUSc0vWy67GJq7-XdwSmOL-hBtdWuslVA6CxC4GmF8f5CE54DfeopwVa_Kdl-KFh4gelISpxxceB3bIugdpVlh16hhcgoMnY_GJpdK6N2uLTxjxKsbQTAHBG354d/s400/mega-city-one-from-judge-dredd.jpeg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Immaginate un futuro distorto in cui la piccola e media editoria indipendente abbia, alla fine, perso la sua battaglia contro i colossi dei maggiori editori.</div>
<div style="text-align: justify;">
Fatto? Bene.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ora fingete di essere un giovane autore esordiente, uno di quelli che non si caga nessuno. In tasca avete qualche spicciolo, fazzoletti accartocciati e un grande sogno: quello di pubblicare. Anzi, qualcosa di meglio: un manoscritto. Ci avete lavorato per anni, tra una tazza di caffè e l'altra alle due di notte, distrutti dalla stanchezza dopo l'ennesima, grigia giornata di lavoro, ma ora, finalmente, l'opera è pronta. Bisogna solo trovare qualcuno che ve la legga.</div>
<div style="text-align: justify;">
Peccato. Di cosa? Beh, che in questo mondo ipotetico non ci siano più editor, né concorsi letterari. Le agenzie letterarie free? Puff, scomparse. Esistono solo questi grossi colossi irraggiungibili, asserragliati nei loro grattacieli grigi, le cui vie d'accesso sono sbarrate da una durissima selezione indetta dalle agenzie letterarie rimaste. Agenzie gigantesche, mastodontiche, che hanno inglobato tutte le più piccole e ora chiedono cifre altissime agli esordienti solo per leggere il loro libro, senza alcuna garanzia di passarlo al big boss alle loro spalle. Cifre che voi non potete permettervi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Cominciate a sentirvi scoraggiati e a disagio? E' normale, ragazzi: un mondo del genere è la morte della fantasia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma non dell'editoria. Già, perché esistono progetti, anche ai giorni nostri, che riescono a ritagliarsi uno spazio di tutto rispetto nel panorama culturale. Non sto alludendo al self-publishing, bensì a forme sperimentali editoriali che, anche in un futuro distopico, riuscirebbero comunque a sopravvivere e moltiplicarsi, diventando la nuova forma di aggregazione tra giovani autori decisi a difendere la libertà e l'universalità della scrittura.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sto parlando di <a href="http://sad-dog.blogspot.com/" target="_blank">Sad Dog Project</a>, un'interessantissima realtà editoriale nata pochi anni fa in risposta al self-publishing indiscriminato e alla decisione di molte case editrici di non dare spazio al racconto breve e lungo, soffocando un polmone verde della produzione letteraria di genere.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma perché non parlo chiaramente di casa editrice?</div>
<div style="text-align: justify;">
Beh, semplice: perché Sad Dog non la è. E non è nemmeno un luogo in cui trovare servizi editoriali. Il modo migliore per definirla è "un collettivo di autori emergenti indie", ossia indipendenti. Ma leggiamo insieme:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiAGrOcVBxmz4iT07RQnMCqdjpnYifKFmce1EeEskn04n3TlzLH1JTnz3IMg9rCITv_JZbfvow01yph8q_oWuK2y2BGYLu8FySkPqqcqXKvoypBm4c_Y4l-J2ATZzJWEcotyJR7jdWKg-o/s1600/45280397_10215422758196625_4225315064036458496_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="960" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiAGrOcVBxmz4iT07RQnMCqdjpnYifKFmce1EeEskn04n3TlzLH1JTnz3IMg9rCITv_JZbfvow01yph8q_oWuK2y2BGYLu8FySkPqqcqXKvoypBm4c_Y4l-J2ATZzJWEcotyJR7jdWKg-o/s320/45280397_10215422758196625_4225315064036458496_n.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Geniale. Non posso definire in altro modo questo progetto, fondato da quattro autori di grande pregio: Diego Tonini, Lorenzo Sartori, Ilaria Pasqua e Mario Pacchiarotti, tutti provenienti da città diversissime sparse sul territorio italiano, riunitisi nell'ottica di ricucire il patrimonio nazionale in fatto di letteratura breve, di genere che spazia dall'horror, alla fantascienza, al fantastico, alla weird novel.</div>
<div style="text-align: justify;">
Di loro non avevo ancora avuto il piacere di leggere nulla, fino a quando io e la mia socia non siamo andate a Stranimondi 2018, a Milano, la più grossa fiera di fantascienza e letteratura di genere che ci sia in Italia. Posticino piccolo e non troppo ben servito dal punto di vista delle cibarie, va detto, ma non per questo inadatto a ospitare, da parte degli organizzatori (<a href="http://www.delosbooks.org/" target="_blank">Delos</a>, <a href="http://www.edizionihypnos.com/" target="_blank">Edizioni Hypnos</a> e <a href="http://www.zona42.it/" target="_blank">Zona 42</a>), nomi di levatura spaventosa: Licia Troisi e Ian McDonald, tanto per citarne un paio. A proposito: Ian, anche se non leggerai mai questo blog, grazie. Per la splendida conferenza, per le fotografie, gli autografi, la tua incredibile gentilezza da orso buono. Ti voglio bene e sappi che le tue parole mi hanno davvero illuminata. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiazrBmxcnVPWz5-aBFtEb588Fy-Qrcy7gz9_qY6j6WQZOKGCt3onac0m_WZ0SeAzSbAs6tupFiMV06j5tSXKpVm26XlSctuD3irdhC2sAHIaGrhnwUo0-xQkussu1HbZ1nMNGrevhngUJb/s1600/36467976.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="475" data-original-width="297" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiazrBmxcnVPWz5-aBFtEb588Fy-Qrcy7gz9_qY6j6WQZOKGCt3onac0m_WZ0SeAzSbAs6tupFiMV06j5tSXKpVm26XlSctuD3irdhC2sAHIaGrhnwUo0-xQkussu1HbZ1nMNGrevhngUJb/s200/36467976.jpg" width="125" /></a></div>
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Tornando a Sad Dog: il loro processo editoriale è unico, veloce e pronto a offrire risposte agili alle richieste del mercato. Ciascuno degli autori, infatti, verifica il lavoro degli altri in un processo di editing condiviso e in un confronto costante che accompagna l’intero work in progress della scrittura. Devo ammettere che qua e là qualche refuso ed erroruccio di punteggiatura si trova, ma i racconti sono talmente trascinanti da farli dimenticare.</div>
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La proposta di Sad Dog è mirata: "<i>Abbiamo deciso di concentrarci sui racconti di genere, un prodotto che le case editrici non hanno interesse a pubblicare. Troppo lavoro a fronte di profitti minimi</i>", spiega Lorenzo Sartori. "<i>Ma noi in questo formato crediamo e riteniamo sia un peccato che storie avvincenti che si leggono in una o due serate o durante gli spostamenti sui mezzi pubblici non possano venire condivise</i>", gli fa eco Ilaria Pasqua.</div>
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<br /></div>
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I racconti di genere pertanto non rappresentano un vincolo, ma sono una risorsa che caratterizza l’originalità di Sad Dog, aperta a storie brevi che spaziano dal noir al thriller, dalla fantascienza all’horror al giallo. "<i>Sad Dog va a colmare quello spazio che le case editrici spesso non prendono in considerazione</i>", dice Mario Pacchiarotti, "<i>ma quando si tratta di romanzi e di formati più convenzionali, tutti noi pubblichiamo con altri editori.</i>"</div>
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<br /></div>
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I tempi di incubazione e lavorazione dei racconti sono rapidi, perché Sad Dog riunisce figure differenti che si occupano della grafica, del marketing, della promozione e comunicazione, mescolando la competenza di un professionista con l’entusiasmo di un autore che cerca il meglio per il suo lavoro e fa di tutto per pubblicarlo senza lunghe attese. Flessibilità, ascolto e creatività sono le parole chiave di Sad Dog.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXA9PvAue2nrM6sr44sZr0PaRXvlB4NdAtc-qSFQhUnaq0dfukLNkVFKKaVbtY4q5cemXdQxL-rPa-0xoisx2AqcmGwsxmUWi3pQ0vuQFlMAlxBfPjh0_bO_8tvf0NnyUTCCae7FKx0eGE/s1600/9788892534551.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="600" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXA9PvAue2nrM6sr44sZr0PaRXvlB4NdAtc-qSFQhUnaq0dfukLNkVFKKaVbtY4q5cemXdQxL-rPa-0xoisx2AqcmGwsxmUWi3pQ0vuQFlMAlxBfPjh0_bO_8tvf0NnyUTCCae7FKx0eGE/s200/9788892534551.jpg" width="125" /></a>Concetti che ho ritrovato anche nei loro libri, perlopiù storie-lampo da leggere come uno shot, tutte in un sorso: di Ilaria Pasqua, "Danger", "Verso la barriera" e "Cecità bianca"; firmato invece da Diego Tonini ho avuto modo di gustarmi "Murder, she baked", una delle storie più deliziosamente horror e appiccicose di sangue e glassa di zucchero che io abbia mai letto. Dei tre della Pasqua mi è piaciuto specialmente "Verso la barriera", ma ho trovato interessante anche "Danger" e a dir poco entusiasmante i primi tre quarti di "Cecità bianca", che potrebbe benissimo diventare una sceneggiatura per uno dei prossimi episodi di Black Mirror. Dico tre quarti perché sia in "Danger" che in "Cecità bianca" ho trovato ottime premesse che poi ho fatto fatica a incastrare in maniera non dissonante con i finali proposti, ma che proprio per questa peculiarità mi hanno stregata, spingendomi a chiedermi quale fosse la corretta interpretazione della storia e se la chiave di lettura che ho trovato io fosse l'unica possibile.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il prossimo che leggerò sarà "Home run" di Lorenzo Sartori, di cui ho acquistato anche "Lo strano caso di Michael Farner", edito da <a href="http://www.natividigitaliedizioni.it/" target="_blank">Nativi Digitali Edizioni</a>. Fra l'altro, con Lorenzo ho avuto il piacere di chiacchierare per qualche minuto e posso dirvi che l'ho trovato una persona umile, gentile e davvero piacevole.</div>
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<br /></div>
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Non posso far altro che consigliarvi di sfogliare il catalogo Sad Dog, in cui stanno iniziando a figurare anche nuovi autori, qualche romanzo breve e tante, stuzzicanti novità.</div>
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<br /></div>
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E per quanto riguarda il nome?</div>
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Ve lo faccio spiegare direttamente da Diego Tonini: "<i>stavo scrivendo un racconto e ho visto la mia cagnolina seduta lì vicino con la sua espressione triste e ho pensato: se avrò una casa editrice la chiamerò sad dog</i>".</div>
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<i>- Alice</i></div>
Alice e Francescahttp://www.blogger.com/profile/05381043781432299786noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-9168169482102931334.post-39475295584552399412018-10-18T17:31:00.003+02:002018-10-19T14:16:44.250+02:00Sospiri e novità: in cui si parla di successi personali e di una valanga incontenibile di libri<div style="text-align: justify;">
E' parecchio che non scrivo. Sul blog, in generale. Lo so e me ne dispiaccio. Diamine: mi fa star male da morire. Ma immagino che siano i periodi della vita: fino a pochi mesi prima credevi di aver ingranato la quarta con la scrittura, e poi all'improvviso ti ritrovi a fissare il muro, con gli occhi gonfi di lacrime e il pavimento invaso da fogli accartocciati, e la cosa peggiore è che non sai nemmeno spiegarti il perché. Come è successo? Che cosa ti ha trasformato da un giovane esordiente che batteva con gusto sulla tastiera a questa... <i>cosa</i>?</div>
<div style="text-align: justify;">
Sì, lo so: vi sto deprimendo. Abbiate pazienza, miei cari. La vostra vecchia, buona Alice è giù di morale, oggi. Lasciatemi sfogare giusto qualche riga, prima di rimettermi in carreggiata e raccontarvi le novità dell'ultimo periodo. Perché ce ne sono, di notizie, nonostante il tono lugubre con cui ho iniziato questo post. Per l'esattezza, ne ho una buona, una pisciosamente buona e altre che sono notizie e basta, ma che avranno comunque un ottimo sapore, da accompagnare al nostro profumato tè pomeridiano.</div>
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<br /></div>
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Ordunque, partiamo dalla notizia molto buona. Francesca vi aveva già anticipato qualcosa in <a href="http://perasperaadastra19.blogspot.com/2018/10/stranimondi-e-strane-creature-anteprima.html" target="_blank">questo </a>post: pochi giorni fa è uscito il mio primo racconto edito, "<i>Quelli nei muri</i>". Lo trovate in "<i>Strane creature - vol. 1</i>", edito da <a href="http://watsonedizioni.it/" target="_blank">Watson Edizioni</a>, una raccolta di dieci racconti che esprimono il lato più oscuro, straniante e animalesco della natura umana... e non solo.</div>
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Ecco la copertina:</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdc-jTfLdJdVjxEiSjLvKHMvNXPTamS_IqtfA7lRjnONSb0bVq09svEUkGXBZg6811VjzOz5Hp46qPLnQmhCYrIOcrxezaJLWAQXeV8a7DN-3_zQBH54pESBDRFiFxKDojTTk-KOUlVx0J/s1600/42399280_10217424670118413_9125834849981038592_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="854" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdc-jTfLdJdVjxEiSjLvKHMvNXPTamS_IqtfA7lRjnONSb0bVq09svEUkGXBZg6811VjzOz5Hp46qPLnQmhCYrIOcrxezaJLWAQXeV8a7DN-3_zQBH54pESBDRFiFxKDojTTk-KOUlVx0J/s320/42399280_10217424670118413_9125834849981038592_o.jpg" width="227" /></a></div>
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<br /></div>
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Non è bellissima? Io non so come faccia, Marzio Mereggia, a realizzare illustrazioni simili! Il massimo che riesco a fare io con una matita è pulirmici un orecchio. Per fortuna, con la scrittura pare che me la cavi un po' meglio, motivo per cui in alto a destra, in copertina, leggete anche il mio cognome. Sì, lo so che i vostri occhi sono ancora strabuzzati su quello di Joe Hill, il figlio di Stephen King, più sotto, ma siate buoni e datemi questa soddisfazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per me è stata enorme, devo ammetterlo. Non solo perché finalmente il mio sogno di pubblicare qualcosa di mio si è avverato, ma soprattutto perché Watson e il curatore della raccolta, Lorenzo Crescentini, che non ringrazierò mai abbastanza, hanno creduto nel mio racconto e mi hanno dato l'opportunità di figurare tra alcune delle penne più straordinarie del panorama fantascientifico italiano e internazionale. Un'emozione mica da poco.</div>
<div style="text-align: justify;">
Peraltro, come vi dicevo, il libro è disponibile, perciò, se siete curiosi di scoprire chi sono quelli nei muri e perché un gruppo di persone sembra sia stata imprigionata proprio da loro, potete acquistare una copia di "<i>Strane creature</i>" <a href="http://watsonedizioni.it/prodotto/strane-creature-vol-1-antologia-racconti/" target="_blank">qui</a>. A breve, comunque, sarà disponibile anche su Ibs, Amazon, varie piattaforme online e in libreria. Restate sintonizzati.</div>
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<br /></div>
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Notizia numero due, quella buona e basta: sono incinta.</div>
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No, non è vero, vi prendevo per il deretano.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivlmFvJYXvK8F3Y2ljDsp9cBFcT5TIAX5GwNTCzL6NsXv3fSghsTOoGZGDHxYX-qh105lXV_utxM1Vt2iI8EonRPoLm8SwmaxpEjYaGeggyRmVGgPvT7N__TURoCy3Gjgs6nkm8LMiHgsE/s1600/book-pride_chronicalibri.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="646" data-original-width="396" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivlmFvJYXvK8F3Y2ljDsp9cBFcT5TIAX5GwNTCzL6NsXv3fSghsTOoGZGDHxYX-qh105lXV_utxM1Vt2iI8EonRPoLm8SwmaxpEjYaGeggyRmVGgPvT7N__TURoCy3Gjgs6nkm8LMiHgsE/s200/book-pride_chronicalibri.png" width="122" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
La notizia è, in realtà, mescolata alle tante altre notizie che fanno da sfondo, ma che rendono comunque vivido e importante il periodo che sto vivendo. Tipo: ho un sacco di carne al fuoco con il mio romanzo, e si vedrà come andrà a finire (bene, Signore, ti prego, falla finire bene); ho iniziato, insieme a Francesca, a tenere il corso avanzato di scrittura creativa; ho un sacco di libri nuovi che non vedo l'ora di leggere; e però è un po' che non riesco a leggere; ma comunque mi sto sbloccando sul fronte ansie & paturnie in merito all'editoria e alle fiere del libro, motivo per cui, oltre a Stranimondi 2018, di cui in realtà ho un sacchissimo da narrare, qualche settimana prima sono stata anche al Bookpride di Genova, dove ho avuto l'onore di conoscere di persona Martino, il direttore editoriale di <a href="https://www.casasirio.com/" target="_blank">CasaSirio</a>, e Antonella, la direttrice di <a href="http://www.liberaria.it/" target="_blank">Liberaria</a>, due professionisti davvero eccezionali. Fra l'altro, diversi dei libri che mi fissano dalla pila accanto al letto provengono dai loro stand, perciò mi sento un po' in colpa a non essere ancora riuscita a recensirli, ma non temete: mi rifarò presto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Anzi, visto che su Stranimondi vorrei scrivere un post a parte, intanto vi faccio una carrellata di tutti i libri che ho comprato/trovato/adottato/accettato al Bookpride:</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
1) "<i>Elementare, Cowboy</i>" di Steve Hockensmith (CasaSirio)</div>
<div style="text-align: justify;">
2) "<i>Grande madre acqua</i>" di Živko Čingo (CasaSirio)</div>
<div style="text-align: justify;">
3) "<i>Mucho Mojo Club - Lavoro sporco</i>" di autori vari (CasaSirio; ho scritto una recensione entusiasta di uno dei racconti <a href="http://perasperaadastra19.blogspot.com/2018/09/kid-cooper-e-luomo-scimmia-di-blackwood.html" target="_blank">qui</a>)</div>
<div style="text-align: justify;">
4) "<i>Ti scriverò prima del confine</i>" di Diego Barbera (CasaSirio; questo l'ho iniziato e mi sta piacendo un mucchio)</div>
<div style="text-align: justify;">
5) "<i>Come ti scopro l'America</i>" di Emanuela Crosetti (Exòrma; non vedo l'ora di leggerti, ragazzaccio)</div>
<div style="text-align: justify;">
6) "<i>Fiabe così belle che non immaginerete mai</i>" di Ivano Porpora (Liberaria; uno stile di scrittura che ti tiene incollato alle pagine fin dalla prima riga)</div>
<div style="text-align: justify;">
7) "<i>Comportati da uomo</i>" di Giovanni Battista Menzani (Liberaria)</div>
<div style="text-align: justify;">
8) "<i>L'odore della plastica bruciata</i>" di Giovanni Battista Menzani (Liberaria)</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ne conoscete qualcuno? Da quale mi consigliate di partire?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In verità, mi vergogno un po' a rileggere la lista. A parte questi, ho una valanga di libri in arretrato, </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqZrfNDGvESVB2JVIAInGqsa8hqMsCinIWJVAkXxg3KX5miKjrf97sf4RXreHLW-eiaYR5kD9QcINctPLAVCDKGdGQ0x6qqjB0yCaVRa5SAIlR8Kgxxpx5z7IfsdSZ4PjANVp7t6-aK5HL/s1600/stranimondi-maxw-654.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="250" data-original-width="500" height="100" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqZrfNDGvESVB2JVIAInGqsa8hqMsCinIWJVAkXxg3KX5miKjrf97sf4RXreHLW-eiaYR5kD9QcINctPLAVCDKGdGQ0x6qqjB0yCaVRa5SAIlR8Kgxxpx5z7IfsdSZ4PjANVp7t6-aK5HL/s200/stranimondi-maxw-654.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
ma, come vi dicevo all'inizio del post, è un periodaccio. Non riesco a scrivere, perciò spero, a breve, di riuscire perlomeno a rimettermi a leggere. Perché così non può andare, baby, come diceva la canzone. Non va, non va, mi serve una fiala di felicità. Se solo l'avessi, la berrei tutta d'un fiato, tipo Felix Felicis. Poi mi siederei comoda, con gli occhi chiusi, per meglio assaporare il calore e il formicolio che sentirei salire dalla punta delle dita. Su, su, fino allo stomaco, alla gola, alle guance - finché, dorata e frizzante, la felicità non mi traboccherebbe dagli occhi, rigandomi il viso di lacrime di gioia.</div>
<br />
<br />
<i>- Alice</i>Alice e Francescahttp://www.blogger.com/profile/05381043781432299786noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-9168169482102931334.post-63960935725974389882018-10-05T21:20:00.001+02:002018-10-05T21:20:37.862+02:00StraniMondi e "Strane Creature": anteprima e una grande novità!<div style="text-align: justify;">
Ho sempre detestato la fantascienza.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sì, è inutile che fate quella faccia. L'ho sempre odiata, non posso farci niente. La fantascienza e i viaggi interstellari. La fantascienza e la robotica. La fantascienza... e gli alieni.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="font-size: x-large;">(ATTENZIONE, IMMAGINI FORTI)</span></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0dwfcvFomQnZ0pW9LlkVVm4hfsd78ou__g8HLqdCgq9NOlmAJ295_dD843RTdrfd91aitANhcIova1PkwLPiogRCHndpCOlCA7m4yLi-4F9C4IvLZRHZqodOiX_DS_2E8umWJU9-teDAu/s1600/MIODIO.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="675" data-original-width="1200" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0dwfcvFomQnZ0pW9LlkVVm4hfsd78ou__g8HLqdCgq9NOlmAJ295_dD843RTdrfd91aitANhcIova1PkwLPiogRCHndpCOlCA7m4yLi-4F9C4IvLZRHZqodOiX_DS_2E8umWJU9-teDAu/s400/MIODIO.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">CAPITE IL MIO ODIO?</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tutto è nato quando avevo tre anni, forse quattro, il giorno in cui mio padre ha pensato di comprare un videoregistratore, qualcosa che i ragazzi nati nel nuovo millennio forse non hanno mai visto. Mi dispiace per voi, ragazzi. Era bello avere un videoregistratore. Io ne ho rotti almeno due, a suon di ficcarci le matite dentro, ma che ci posso fare? Volevo scoprire come funzionavano.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma non è per un videoregistratore che ho sempre odiato la fantascienza. No. È per quel "genio" di mio padre. Scusa, pa', lo sai che ti voglio bene, ma tra tutti i film che potevi scegliere dovevi per forza prendere ET l'extraterrestre? Voglio dire, c'erano Terminator, C'era una volta in America, Stand by me... Labyrinth! Ma no, tu hai dovuto prendere <i>quello</i>. Dio santo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E comunque l'ha fatto. Si era giustificato dicendo che era un film adatto a me, che ero piccola, perché parlava di bambini. Tsk. Ancora mi ricordo ingenua e speranzosa mentre appoggiavo le mie sudicie manine sullo schermo del televisore, in attesa di vedere ET, il bambino (secondo la balla cosmica di mio padre) che si era smarrito sulla Terra e ora doveva far di tutto per tornare a casa.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma quando il film è partito, con un sospiro stupito dei miei, e i cani hanno iniziato ad abbaiare, ho capito che qualcosa non andava e il "bambino" si è rivelato per quello che era: un mostro.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il mio mostro.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQ62LoL_fwNquHaYVBGb_fy1PUkd1x_W0HeQj2w5aaMFTvuCYQ89nWbuHcjcYYjFUvq1x6wFSNenyI2ZnN6FsnL8cf2U5k4_CUPS966Ws8CH8_3owKgGzBFtA0ScuOJahzduAfU-zL7zVS/s1600/ahhahaha.gif" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="360" data-original-width="640" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQ62LoL_fwNquHaYVBGb_fy1PUkd1x_W0HeQj2w5aaMFTvuCYQ89nWbuHcjcYYjFUvq1x6wFSNenyI2ZnN6FsnL8cf2U5k4_CUPS966Ws8CH8_3owKgGzBFtA0ScuOJahzduAfU-zL7zVS/s320/ahhahaha.gif" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Immaginate ET al posto dello struzzo. La reazione è calzante.</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Da allora è nata la mia negazione per la fantascienza.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ogni volta che vedevo un trailer di qualche nuova uscita, non appena l'inquadratura si spostava sullo spazio o qualcuno parlava di viaggi nel tempo, io spegnevo la televisione o abbassavo il volume. Avevo paura che facessero vedere ET, capite? Una paura maniacale, tipo veri e propri attacchi di panico. Pensate che una volta avevo fatto una festicciola a casa. Avevo vent'anni e fra i miei ospiti c'era anche il mio ex fidanzato. Naturalmente volevo farmi vedere bella, precisa... perfetta. Una fantastica padrona di casa. E ci stavo anche riuscendo, finché non è successo... </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Alla TV, è iniziato il trailer di ET.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
È partita una musica, <i>quella</i> musica, e mi sono voltata. ET era là e mi guardava sollevando quel suo dannatissimo dito luminoso. Sono certa che lo sapesse, che io ero là e lo stavo fissando. Lo sentiva. </div>
<div style="text-align: justify;">
Tralasciando i dettagli sulla mia imminente reazione, vi dico solo che ho trascorso almeno una mezz'ora nascosta dietro l'armadio, a piangere mentre mi tappavo le orecchie perché temevo di sentire ancora quella musica. Pochi mesi dopo il fidanzato mi ha piantata.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyvNeaqZT_JlSLG76KvQdJBGg_685uIkUc_CwRG_uxZny3gddgiKuQIxMBOn-2vTnopWliTua5mK8MMjiXJhvIK_g59Z3UG1q9DJel_Nyg8VJ6IiNEMjyFSsc5nP0KYXUqH0mtd3SUYIo_/s1600/m8fta3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="366" data-original-width="650" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyvNeaqZT_JlSLG76KvQdJBGg_685uIkUc_CwRG_uxZny3gddgiKuQIxMBOn-2vTnopWliTua5mK8MMjiXJhvIK_g59Z3UG1q9DJel_Nyg8VJ6IiNEMjyFSsc5nP0KYXUqH0mtd3SUYIo_/s320/m8fta3.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Insomma, capite dove voglio arrivare? Non avrei mai pensato di poter cambiare idea. Un po' come con i fagioli. Merda, quanto odiavo i fagioli, da bambina. Invece eccomi qua. Non solo mangio i fagioli, non solo sto scrivendo una saga fantascientifica (<i>e sono anche riuscita a farle vedere Rogue One, by Alice</i>), ma domani andrò allo <a href="https://stranimondi.it/" target="_blank">StraniMondi</a>, a Milano. Per quelli di voi che non ne hanno sentito parlare (molto male), si tratta di una specie di fiera del libro. Dico "una specie" perché in realtà è molto di più: un evento librario spalmato su due giorni a cui parteciperanno editori, autori e (naturalmente) lettori. Ci saranno presentazioni, officine, laboratori, incontri, lezioni e la possibilità di prendere un caffè con autori di eccellenza, come Ian McDonald, Bruno Bozzetto e Licia Troisi. Sì, proprio lei. <b>Licia Troisi</b>. Ma la cosa ancora più fantastica è il tema della fiera. E voi riuscite a immaginare quale sia?</div>
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Esatto, fantascienza e fantastico. <a href="https://stranimondi.it/programma" target="_blank">Qui</a> il programma completo.</div>
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Ho aspettato questo evento per mesi, nella speranza di potermi addentrare tra gli stand dei vari editori e trovare qualcosa che facesse al caso mio. Non parlo di viaggi nello spazio (per quelli non sono ancora pronta), ma di distopie, ucronie... un sacco di ie. Poi, da semplice meta, questa fiera è diventata qualcos'altro. Poche settimane fa è successa una cosa. Non una cosa brutta, stranamente, ma una vera e propria notizia, un colpo al cuore.</div>
<span style="text-align: justify;">Un racconto scritto da Alice, intitolato "Quelli nei muri", è stato scelto e inserito all'interno di "Strane creature - vol. 1", un'antologia di racconti fantascientifici/weird/fanta-horror curata da Lorenzo Crescentini e edita da </span><a href="http://watsonedizioni.it/" target="_blank">Watson Edizioni</a>, una delle più interessanti case indipendenti del panorama editoriale italiano. Nella raccolta, oltre al suo, potrete leggere le opere di alcuni autori molto talentuosi, come Giovanna Repetto, Davide Schito, Andrea Viscusi... e addirittura Joe Hill, il figlio di Stephen King.<br />
Sì. Sto urlando internamente *_*<br />
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Ed ecco la copertina in anteprima:<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-tuKZVldUoO5EuxIMEYV5Wh5fJvQ5tjnUk34XIQUxLoSX8nysfyZ6zE8j0Sk5r7y9GkvI11JHlyELynymq8agVfiLVMuNxkpzERnGsudOh3Xztd3_19mKbplV4g-pgwN-GFb6Ckr9oInf/s1600/42399280_10217424670118413_9125834849981038592_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="854" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-tuKZVldUoO5EuxIMEYV5Wh5fJvQ5tjnUk34XIQUxLoSX8nysfyZ6zE8j0Sk5r7y9GkvI11JHlyELynymq8agVfiLVMuNxkpzERnGsudOh3Xztd3_19mKbplV4g-pgwN-GFb6Ckr9oInf/s400/42399280_10217424670118413_9125834849981038592_o.jpg" width="282" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">TA DAAAN!!!</td></tr>
</tbody></table>
<span style="text-align: justify;">Non è splendida? Opera di Marzio Mereggia, autore anche delle illustrazioni dei singoli racconti. Purtroppo io n</span><span style="text-align: justify;">on ho ancora avuto l'opportunità di leggerli tutti (ma domani sera potrò); in compenso, ho avuto l'occasione di leggere in anteprima quello della Ali. Ragazzi, non è perché è mia amica, ma è roba che spacca! Non vedo l'ora di potermi gustare anche gli altri, magari dopo aver fatto incetta di autografi, perciò, che ve lo dico a fare?</span><br />
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<b><span style="font-size: large;">NON PERDETEVELO!</span></b></div>
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<b><span style="font-size: large;"><br /></span></b></div>
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Se ne avrete l'occasione, vi invito a raggiungerci allo StraniMondi, a Milano, dove la Watson Edizioni presenterà le sue prossime uscite, tra cui "Strane Creature" (la presentazione si terrà sabato alle ore 11.00). Noi saremo lì entrambe le giornate, fra una conferenza e l'altra, ma se verrete a trovarci potremo prendere un caffè insieme, conoscerci e consigliarci libri a vicenda.</div>
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Fateci sapere cosa ne pensate e seguiteci sui social! Vi terremo costantemente aggiornati per tutta la durata della fiera ;-)</div>
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Un abbraccio, a domani!</div>
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<i>- Francesca</i></div>
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<span style="font-size: x-small;">PS:</span> <span style="font-size: x-small;">so di essere scomparsa per delle settimane, ma purtroppo è stato un periodo denso di impegni e imprevisti. Però non siate arrabbiati. Sappiate che mentre stavo cercando quell'immagine degli alieni mi è comparso ET e il suo ditone luminoso. Sono già stata punita a sufficienza. </span></div>
Alice e Francescahttp://www.blogger.com/profile/05381043781432299786noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-9168169482102931334.post-52689551157275838862018-09-24T10:04:00.002+02:002018-09-24T10:42:49.479+02:00"The outsider", il nuovo thriller di Stephen King: ecco la copertina<div style="text-align: justify;">
Sapete, io non sono una patita delle date. Ce ne sono un paio di importanti attorno alle quali gravitano alcuni dei miei impegni, è vero, ma succede solo un paio di volte l'anno.</div>
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La prima, quella da cui dipende la mia quota di felicità autunnale, è la data del Lucca Comics & Games. Capitemi: ci sono così poche occasioni in cui poter uscire per la città travestiti da personaggi dei cartoni (senza venire internati, s'intende) che al Lucca Comics non posso proprio resistere.</div>
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E poi c'è una seconda data, e questa cambia ogni anno: quella di uscita di un nuovo libro di Stephen King.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7yIgyKgDAnK7Amw5PnyrL8Vfs7ffhfSMIe0FAGUqnrk_fJmCQTOODndVhHB2_SsGCeYI1AenqIl7CjiQmZVFZViTCrUy0gu3UroRuEyqQiB9MhcO1jWbuLPtmZHJsv0xpw3LMMZMck4vS/s1600/wishupon.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="750" data-original-width="505" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7yIgyKgDAnK7Amw5PnyrL8Vfs7ffhfSMIe0FAGUqnrk_fJmCQTOODndVhHB2_SsGCeYI1AenqIl7CjiQmZVFZViTCrUy0gu3UroRuEyqQiB9MhcO1jWbuLPtmZHJsv0xpw3LMMZMck4vS/s200/wishupon.jpg" width="134" /></a></div>
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Ve ne do atto: gli ultimi non mi hanno fatta impazzire. "<i>La scatola dei bottoni di Gwendy</i>", scritto a quattro mani con Richard Chizmar, era poco più di un racconto lungo un po' all'acqua di rose, sulla falsariga di un film horror - in verità, piuttosto figo - che ho visto ultimamente, "<i>Wish upon</i>". Ve lo consiglio, se non siete particolarmente schizzinosi. O affezionati ai cani. Non so ancora come ho fatto a non spegnere la TV.</div>
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Ma sono sempre pronta a dare una nuova possibilità a Zio Steve, soprattutto con una copertina del genere. Sì, lo so che volete vederla, ma dovrete attendere ancora qualche riga. Poche poche, lo giuro.</div>
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Prima, il titolo: "The outsider", edito da <a href="http://www.sperling.it/" target="_blank">Sperling & Kupfer</a>.</div>
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Data della release: 23 ottobre 2018 (in America il libro è uscito il 22 maggio scorso. I soliti fortunati).</div>
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Poi, due parole sulla trama: "Il cadavere di un ragazzino di undici anni viene ritrovato in un parco cittadino. I testimoni e le impronte digitali riconducono senza dubbio a uno degli abitanti più noti della città di Flint: Terry Maitland, allenatore della Little League locale di baseball, marito e padre di due figlie. Il detective Ralph Anderson, il cui figlio è allenato da Maitland, ordina un arresto pubblico immediato. Maitland ha un alibi, ma Anderson e il procuratore distrettuale aggiungono il DNA come prova schiacciante.</div>
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Mentre l'indagine si espande ed emergono risposte raccapriccianti, la storia di King genera una tensione e una suspense sempre maggiori. Terry Maitland sembra una brava persona. Indossa forse una doppia faccia?"</div>
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Ok, ammetto che preferisco il King in versione horror rispetto a quello thriller, ma sembra comunque una quarta stuzzicante. Ed ecco a voi, finalmente, la copertina che vedremo in libreria:</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisqIoelJR3TZeNPEiLbm5jBCjI3-WsVjRJzJZIP4M9jxDYk0EKd3cCjcIskT9htiBGX-4XpEy5nY7CtGPICZVyX3HIRFJbgyO5YwLjYSs9q9TeZ3G2m_peIrXrQGbp_2JxFBSVgh7zQIrA/s1600/Stephen+King+outsider.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="588" data-original-width="385" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisqIoelJR3TZeNPEiLbm5jBCjI3-WsVjRJzJZIP4M9jxDYk0EKd3cCjcIskT9htiBGX-4XpEy5nY7CtGPICZVyX3HIRFJbgyO5YwLjYSs9q9TeZ3G2m_peIrXrQGbp_2JxFBSVgh7zQIrA/s320/Stephen+King+outsider.png" width="209" /></a></div>
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Spettacolo. Non posso dire altro. Dettaglio interessante: è stata mantenuta la stessa grafica della versione americana dell'editore Scribner. Un'ottima scelta.</div>
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Una curiosità sul traduttore: dopo un glorioso passato in cui King veniva tradotto da Tullio Dobner (se udite un sospiro sconsolato, sono io), e una parentesi firmata Wu Ming 1, più qualche altra sporadica collaborazione, questo nuovo gioiellino sarà tradotto nientemeno che da Luca Briasco, attualmente editor di narrativa straniera per <a href="https://www.minimumfax.com/" target="_blank">Minimum Fax</a>. Inutile dire che sono molto incuriosita e che non vedo l'ora di scoprire se la sua interpretazione dello stile kinghiano mi appassionerà più di quella, forse un po' fredda, a mio parere, offerte dal gruppo Wu Ming.</div>
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Beh, che ne pensate? Io sono praticamente già in fila davanti alla libreria. Se volete farmi compagnia, siete i benvenuti. Nel frattempo, possiamo ingannare i giorni guardando e riguardando il booktrailer del libro, che potete trovare <a href="http://www.sperling.it/blog/the-outsider" target="_blank">qui</a>.<br />
Non solo: se vi va di ammazzare il tempo in un modo particolarmente gustoso, vi consiglio di leggere il nuovo racconto che King ha fatto uscire in occasione del suo 71esimo compleanno, dal titolo "<i>Laurie</i>", scaricabile gratuitamente da <a href="https://www.amazon.it/dp/B07HJZ1FXK/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1537598085&sr=8-1&keywords=LAURIE+STEPHEN+KING" target="_blank">qui</a>. Un assaggio della trama: "Lloyd Sunderland ha perso la moglie da sei mesi. Un giorno la sorella Beth va a trovarlo e si presenta con una cagnolina, un incrocio tra un border collie e un mudi. Lloyd è all'inizio contrario all'idea di occuparsi di un animale, ma tra lui e Laurie - così Lloyd decide di chiamare la cagnetta - sboccerà un tenerissimo legame..."<br />
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Non mi resta che augurarvi una buona visione, una buona lettura... e una buona attesa.</div>
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<i>- Alice</i></div>
Alice e Francescahttp://www.blogger.com/profile/05381043781432299786noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-9168169482102931334.post-9938242105862704912018-09-11T15:48:00.000+02:002018-09-11T16:22:25.939+02:00"Kid Cooper e l'uomo scimmia di Blackwood" di Adam Howe<div style="text-align: justify;">
11 settembre. Sono passati quasi vent'anni, eppure nella giornata di oggi è impossibile far mordere la briglia ai ricordi. Tutti noi abbiamo impresso nella memoria che cosa stavamo facendo in quell'esatto momento di diciassette anni fa. Io ero in salotto e stavo per uscire con una mia amica dark di cui i miei non sapevano granché. Mi piaceva fare le cose di nascosto. Mi faceva sentire furba, potente, invincibile. Addosso avevo un paio di jeans e una maglietta, ma nello zaino avevo ficcato una t-shirt goth a rete e un rossetto nero trovato su non so più quale numero di Cioè. Mi sarei cambiata a qualche centinaio di metri da casa, sotto un portico o roba simile, e poi avrei incontrato la mia amica. Non pensavo ad altro che a dove avrei potuto nascondermi per cambiarmi quando, all'improvviso, mio padre, seduto sul divano a guardare la TV, urlò a mia madre che un aereo si era appena schiantato su una delle Torri Gemelle. Ricordo che rimasi perplessa, ma allungai comunque la mano verso la maniglia... finché mio padre non gridò di nuovo.</div>
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C'era stato un secondo aereo.</div>
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Che aveva colpito la seconda Torre.</div>
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Che aveva dato inizio al crollo.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZIT14KMlagJNhfIjC6dngzIZ4LIDbz4oZBdYb-7YFA1D684ZtTiYZxp4BlMuc5R00Ew-sULnuAh4R-4b_3gFiOO7tLUjrUErq8d0ti9Zi-fV_kTNG4rSyncBwxS1hiCmyoSlqOXfY-rYP/s1600/12_mojo_piatto1015.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="590" data-original-width="393" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZIT14KMlagJNhfIjC6dngzIZ4LIDbz4oZBdYb-7YFA1D684ZtTiYZxp4BlMuc5R00Ew-sULnuAh4R-4b_3gFiOO7tLUjrUErq8d0ti9Zi-fV_kTNG4rSyncBwxS1hiCmyoSlqOXfY-rYP/s200/12_mojo_piatto1015.jpg" width="133" /></a>Ebbene, voi direte: ma come si connette tutto questo a Adam Howe? Lasciate che ci arrivi. Ho detto che so dove ero quel giorno, ma non posso dire lo stesso del 1994, quando in tutte le vetrine delle librerie del mondo qualche migliaio di librai posizionò "<i>Mucho Mojo</i>", firmato dalla penna di Joe R. Lansdale. Ed è un peccato, perché so che, anche se all'epoca ero solo una bambina, il titolo e la copertina di quel libro mi avrebbero colpita. Sarebbero rimasti marchiati a fuoco nelle mie memorie fino al 2016, quando <a href="https://www.casasirio.com/" target="_blank">CasaSirio</a> ha pubblicato "<i>Mucho Mojo Club</i>", una raccolta spietata di racconti firmati dagli "scrittori più cattivi del panorama internazionale". Protagonisti - richiamando il concetto sporco, crudo e graffiante del <i>mojo </i>di Lansdale - erano homeless, prostitute, assassini, ladri, tagliagole - tutto ciò che striscia e si muove nell'oscurità, insomma. Come avrebbe detto la nonna di Florida: "magia nera", tribale, africana, creola, allo stato puro. Ma non conoscevo Lansdale, nel 2016, e così non mi sono accorta di questa uscita imperdibile di CasaSirio. Per fortuna, però, lo sporco era ancora troppo. Si era annidato ovunque e così, quest'anno, il 21 settembre uscirà un nuovo capitolo della famiglia del <i>mojo</i>: "<i>Mucho Mojo Club - lavoro sporco</i>". Altra antologia, altri rivoli neri di luridume da ripulire.</div>
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Il lato positivo è che, questa volta, parte del lavoraccio è toccata anche a me. Sì, perché il racconto disponibile in anteprima, "<i>Kid Cooper e l'uomo scimmia di Blackwood</i>" di Adam Howe, mi è finito tra le mani per caso, come le cose migliori, e io non ho potuto fare a meno di leggerlo. Amarlo. Divorarlo. Rotolarmi e ansimare nel fango di cui è imbrattato.</div>
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Ma andiamo con ordine.</div>
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America, quella brutale, povera, che non fa sconti. Kid Cooper e suo padre si fanno una cittadina sperduta dopo l'altra, sfidando a pugni il campione del posto, per poi ripulire le tasche degli scommettitori e proseguire verso la tappa successiva. Non che combattano entrambi: è solo Kid a rischiare di venire massacrato, mentre suo padre resta a guardare. Non hanno avuto una vita semplice, e di certo il loro passato non è esente da macchie di dolore, come quella per la morte della madre di Kid. Ma i due vanno avanti, e una sera arrivano a Blackwood, dove ad accoglierli, nella bettola dell'accampamento, non trovano un gruppo di ubriaconi che ha voglia di veder menare pugni. Lì li attende Boss Taggart, un individuo losco, grasso e spregiudicato che obbliga il ragazzo, tenendo suo padre sotto scacco, a non sfidare un uomo qualunque, bensì l'uomo scimmia, uno scimpanzé che vive in un buco fetido e pieno di verdure marce e liquami. Kid si ritrova a dover affrontare la bestia in questo ring allucinante e ben presto si rende conto che, se vuole sperare di uscire vivo da lì con suo padre, dovrà versare fino all'ultima goccia di sangue.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCxkIERjUemwCvIyorHxZv0lodRMukeDEMHYF6c0d8disLiDFvvocKQWMNGCiq441BTiIYPDXl0xjlawbbX62YGzyIdb7Z221ITLzABmpL3ve7du2db8qgdz-XmKDheQWMpgr-uIws2Var/s1600/piatto_MuchoMojo_Lavoro_Sporco.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1081" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCxkIERjUemwCvIyorHxZv0lodRMukeDEMHYF6c0d8disLiDFvvocKQWMNGCiq441BTiIYPDXl0xjlawbbX62YGzyIdb7Z221ITLzABmpL3ve7du2db8qgdz-XmKDheQWMpgr-uIws2Var/s200/piatto_MuchoMojo_Lavoro_Sporco.jpg" width="135" /></a>Adam Howe è stato in grado di costruire un racconto breve, semplice e folgorante, che mi ha tenuta avvinta fino all'ultima pagina. Stile giusto, scorrevole ma imbevuto di dettagli luridi, paura e sudore che mi hanno dato l'impressione di aver visto un film, più che di aver letto delle parole nere su una pagina bianca. E non un film qualunque: impossibile non notare i richiami allo scontro animalesco di Luke Skywalker contro il Rancor in "<i>Episodio VI: Il ritorno dello Jedi</i>", richiamato poi anche dalla lotta di Han Solo contro Chewbecca in "<i>Solo: a Star Wars story</i>", ma il concept è stato del tutto rielaborato, infangato, adattato allo sfondo del lavoro sporco. In questo racconto funziona tutto, ogni singola parola si trova in equilibrio e in proporzione perfetta rispetto alle altre. Una traduzione magistrale, editing da paura. Inutile dirlo: CasaSirio si riconferma una delle case editrici indipendenti più interessanti del panorama editoriale, con una particolare attenzione a tutto ciò che è pop, noir, intenso e bollente come caffè amaro.</div>
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Se non avete paura di sporcarvi, consiglio anche a voi di leggere questo racconto. Come? Semplice: potete trovarlo <a href="https://www.casasirio.com/mojopreorder" target="_blank">qui</a>, cliccando in fondo alla pagina su "Leggi KID COOPER di Adam Howe". Non solo. A quel link potete anche preordinare l'antologia di racconti in uscita il 21 settembre, così da assicurarvi di riceverla insieme alla borsa shopper in edizione limitata. Fossi in voi, non ci penserei due volte. Io, per conto mio, ho già fatto il mio pre-ordine e ora sono qui, a mordermi le labbra mentre pregusto gli altri racconti dell'antologia, sperando che siano intrisi di quel mucho mojo che qui mi ha stregata.</div>
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<i>- Alice</i></div>
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Alice e Francescahttp://www.blogger.com/profile/05381043781432299786noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-9168169482102931334.post-34771886150101799762018-08-28T20:07:00.002+02:002018-08-28T20:07:59.087+02:00Gocce d'inchiostro #19: in cui sbarchiamo su Instagram e finiamo sbattute dalle onde su uno scoglio<div style="text-align: justify;">
Quant'era che non scrivevo uno di questi post a goccia d'inchiostro, eh? Sembra trascorsa un'eternità, e non solo dal punto di vista temporale. Parecchie cose sono successe dietro le quinte, negli ultimi mesi; e, anche se raramente io e la mia socia ne abbiamo chiacchierato in queste pagine, capita che, prima o poi, si debba fare i conti anche con quelle. Perché...</div>
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Ma no, cosa dite! Nessuna di noi è incinta. Diamine, come siete sospettosi! Siamo solo staaaaaanche (in lettura inserite pure tutte le "a" che ritenete opportune, ndr), un po' abbattute per alcune questioni personali e bisognose di relax, almeno per qualche giorno. Perciò, ecco le news:</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnys2cGH-bhy1KvhJbXZBlrJWKFbTqZfav6T_t2nvHUtOZFi1ok9CYzysU0ljqAZYdiuslp2FA5JFtphmQpNuqnSnbPYAamMpZQ-TuhFB8KUm5LwXBLZl7VblzZ1LQEMJe35k_BfQplY7n/s1600/snoopy-era-una-notte-buia-e-tempestosa.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="277" data-original-width="324" height="170" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnys2cGH-bhy1KvhJbXZBlrJWKFbTqZfav6T_t2nvHUtOZFi1ok9CYzysU0ljqAZYdiuslp2FA5JFtphmQpNuqnSnbPYAamMpZQ-TuhFB8KUm5LwXBLZl7VblzZ1LQEMJe35k_BfQplY7n/s200/snoopy-era-una-notte-buia-e-tempestosa.jpg" width="200" /></a></div>
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1. Staaaaaanchezza (vedi sopra). Ne abbiamo addosso tantissima, quindi ecco svelato il perché della nostra latitanza delle ultime settimane: stiamo cercando di prendere le cose con un po' di calma, e poi abbiamo anche altri progetti nel calderone. Volete conoscerne uno? Sì? No? Manco per il piripillo? E invece ve lo beccate lo stesso. Dovete sapere che già l'anno scorso io e Francesca abbiamo tenuto un <b>corso di scrittura creativa</b> nella nostra città: un'esperienza magnifica, frizzante, che non vediamo l'ora (nonostante la staaaaaaanchezza) di riproporre. Siccome accadrà a breve (in autunno terremo un corso di scrittura avanzata, mentre in inverno rifaremo quello base), ci sono tante cose - dalle lezioni, agli esercizi da ideare - che reclamano la nostra attenzione. A proposito: per chiunque fosse interessato e vivesse a La Spezia e dintorni, può scriverci un messaggio qui o per e-mail.</div>
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2. <b>Instagram</b>! Ebbene sì: pochi giorni fa abbiamo fatto fare al blog il salto della quaglia, facendolo sbarcare in versione bookstagrammer su Instagram. Se avete voglia di sfogliare i nostri primi, maldestri tentativi di realizzare foto artistiche a tema libroso, e scoprire le chicche che dedicheremo solo a questo social network, correte a trovarci a <a href="https://www.instagram.com/capriccidinchiostro/?hl=it" target="_blank">questo indirizzo</a> :D</div>
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3. Ero tentata di scrivere di nuovo staaaaaanchezza, ma poi mi sono fermata. Cioè, più o meno. In realtà, i problemi dietro le quinte sono parecchi e non è questa la sede per parlarne. Parlo per me, sicuramente mi sentirei meglio se avessi un buon libro a cui affidare i miei occhi un po' spenti e segnati, la sera, invece non c'è niente che mi appassioni. Ho un sacco di libri da iniziare, molti dei quali fanno proprio capo al mio genere (romanzo americano da una parte, fantascienza postapocalittica e/o pandemica dall'altra), eppure non riesco proprio a trovare qualcosa che... beh, che abbia un sapore.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXoJwy_gHeEvwxT39WTUVbGz7YIunPo_vgNgcrev69wOEV6KwIlL_dYz2xPbigMuFoJrcbKLMiPccgKeJ8fic0KX9HxEr60GV0xB6Ym8xrBlLAG6-dcXN2gqz3OXLdg9K6yjWMXV3J783k/s1600/heart-of-the-sea-2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="299" data-original-width="446" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXoJwy_gHeEvwxT39WTUVbGz7YIunPo_vgNgcrev69wOEV6KwIlL_dYz2xPbigMuFoJrcbKLMiPccgKeJ8fic0KX9HxEr60GV0xB6Ym8xrBlLAG6-dcXN2gqz3OXLdg9K6yjWMXV3J783k/s200/heart-of-the-sea-2.jpg" width="200" /></a>Che aggiunga non solo sale alla mia vita, ma che me la strappi a mani nude di dosso e faccia riemergere la mia fantasia, la febbre della lettura, il desiderio. La curiosità. Quello che cerco è un libro che mi raccolga da questo grigiore e mi sbatta con violenza sullo scoglio di un altro mondo, mi schiaffeggi, mi faccia reagire; ho bisogno di una storia che mi impedisca di tornare alla vita reale e mi costringa a girare una pagina dopo l'altra, come solo la saga di "<i>Hunger Games</i>" della Collins, negli ultimi due anni, è riuscita a fare. Considerando che ho già letto "<i>Battle Royale</i>", la saga di "<i>Divergent</i>", "<i>The giver</i>", "<i>Maze Runner</i>" e il primo di "<i>Osama game</i>"... consigli?</div>
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Bene, anche queste striminzite gocce d'inchiostro sono terminate. Ce ne sono così poche che colano dalla mia penna, ormai. Non riesco a scrivere, non riesco nemmeno a pensare. Beh, sarà solo un momento. Un lungo momento, ma passerà. Mi è già capitato e, dopo la tempesta, tutto è stato molto più bello. Quieto, ripulito, brulicante di nuove idee, come la spiaggia dopo un temporale.</div>
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Il casino è quando ci sei in mezzo. E' allora che fa veramente schifo. Ma tant'è.</div>
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Tant'è.</div>
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<i>- Alice</i></div>
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Alice e Francescahttp://www.blogger.com/profile/05381043781432299786noreply@blogger.com13tag:blogger.com,1999:blog-9168169482102931334.post-12035731745549051842018-08-17T17:09:00.001+02:002018-08-17T17:09:37.599+02:00Cose che possono succedere quando si entra in libreria #2<div style="text-align: justify;">
Ok, vi ricordate il <a href="http://perasperaadastra19.blogspot.com/2018/06/cose-che-possono-succedere-quando-si.html" target="_blank">risultato disastroso</a> di quando sono entrata in libreria l'ultima volta? Disastroso per il mio portafoglio, eh, mica per me. Ebbene, questa volta ho fatto anche di peggio, come potete ammirare nella foto sottostante, ma c'è un barbatrucco: non ho comprato queste meraviglie in una botta sola, perché leggere mi piace, certo, ma anche mangiare. No, questi gioiellini li ho accumulati in mesi di <strike>binge letterar</strike> <strike>compulsion</strike> <strike>episodi depress</strike> ponderati acquisti. E li amo. Dio, quanto li amo.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEYPUvFFvLzml8akx4VpfYfRBHhwzkZxbitvS_VTqzq1SKXDV_zl4dG_wYK7YBt7JQ-bf57RWu5fxRH4Qy_6ccHM5eGqgjaPuq5T1Yim_hRiHYjHwRSo2vDIRnoETnDD1nJ9xSAR9LmlPf/s1600/39400673_10214890679414988_2719308928000196608_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="960" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEYPUvFFvLzml8akx4VpfYfRBHhwzkZxbitvS_VTqzq1SKXDV_zl4dG_wYK7YBt7JQ-bf57RWu5fxRH4Qy_6ccHM5eGqgjaPuq5T1Yim_hRiHYjHwRSo2vDIRnoETnDD1nJ9xSAR9LmlPf/s320/39400673_10214890679414988_2719308928000196608_n.jpg" width="320" /></a></div>
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Belli, eh? Eh? Eh?</div>
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Dio santo, devo trovarmi un fidanzato.</div>
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Comunque, vi lascio qualche riga sulle varie trame, perché secondo me meritano. In particolare "<i>Un uomo da marciapiede</i>" di Herlihy, ma andiamo con ordine.</div>
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1) "<i>L'ultima stagione</i>" di Don Robertson (Nutrimenti)</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3c5iVZRb0jURkFmPmD1gnFp7tOGoBk-iqSGG58e8QkWDDgKxYw-tv40F0kvdCGW5wzCFUj5GjB7EL7Tto8IKvPMCfsGhKb1NMutcFQnTD80UacfDjJiA4IuIpmyXRtOxy8ylkQcPIScz_/s1600/9788865945360_0_0_0_75.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; display: inline !important; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="991" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3c5iVZRb0jURkFmPmD1gnFp7tOGoBk-iqSGG58e8QkWDDgKxYw-tv40F0kvdCGW5wzCFUj5GjB7EL7Tto8IKvPMCfsGhKb1NMutcFQnTD80UacfDjJiA4IuIpmyXRtOxy8ylkQcPIScz_/s200/9788865945360_0_0_0_75.jpg" width="123" /></a>Ci sono due cose che rimangono impresse nell'anima, quando toccate questo libro: la prima è la consistenza porosa della copertina (ah, Nutrimenti, quanto amo questa Casa Editrice), come se per le mani avessimo un manoscritto antico, caldo, polveroso, rinvenuto nella soffitta dei nonni; e poi, naturalmente, c'è la frase riportata sul retro:</div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
"Il mondo reale può anche sfuggirci, ma il nostro mondo no."</blockquote>
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Il nostro mondo. Non è strano? Anche io parlo spesso del mio mondo, quella particolare versione personale in cui apro le persiane, un bel mattino, e d'un tratto mi accorgo che era tutto un errore, solo un brutto sogno, perché il mio vero corpo era un altro, e la mia vera casa era sulla strada, e la strada conduce sempre verso ovest.</div>
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Proprio di questo parla "<i>L'ultima stagione</i>", la storia del "viaggio on the road di una coppia di anziani nel cuore dell'America, alla ricerca del significato di un'intera esistenza. La storia di un amore che ha attraversato i decenni, una straordinaria celebrazione del senso della vita". Inutile dire che mi ha subito colpita, anche perché Don Robertson è uno degli Autori più amati da Stephen King.</div>
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2) "<i>Un uomo da marciapiede</i>" di James Leo Herlihy (Beat)</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgP0K-NrDQagdWP1pjFZJEtZgOaS-77Nv11Gm2cSEMLL4csiu5aW45xW-vZYO5QEE3k91nvh2CiC8Qo6cy_m7eY71sythdXWdP_3G2QjYzLCoU3vCZpKFrJXEC2DNVOxw4KUSGXwyReLoO0/s1600/arton116186-1dfc6.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="360" data-original-width="241" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgP0K-NrDQagdWP1pjFZJEtZgOaS-77Nv11Gm2cSEMLL4csiu5aW45xW-vZYO5QEE3k91nvh2CiC8Qo6cy_m7eY71sythdXWdP_3G2QjYzLCoU3vCZpKFrJXEC2DNVOxw4KUSGXwyReLoO0/s200/arton116186-1dfc6.jpg" width="133" /></a>Tutti conosciamo il film. Tutti abbiamo ben presente il volto di Dustin Hoffman, stanco, solitario,<i>Percorso creativo. Un viaggio chiamato scrittura</i>" di Laura Scaramozzino. E per fortuna che l'ho letto, perché questo romanzo si presenta, sulla carta, come il potenziale mio nuovo libro preferito. Sì, è del filone del romanzo americano. Sì, sono fissata. Fatevene una ragione. Vi voglio bene.</div>
mentre fuma una sigaretta nella grigia e crudele New York. O meglio, forse lo conoscete voi, perché io questo film non lo avevo mai sentito nominare, prima di leggere un gran bel manuale di scrittura creativa, "<br />
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"Il giovane texano Joe Buck, stanco della sua noiosa e insoddisfacente vita e del suo lavoro di lavapiatti in una tavola calda, decide di partire per New York. Nella Grande Mela, Joe, nelle vesti d'un cowboy da rodeo, spera di guadagnarsi da vivere facendo il gigolò in quanto, per sua stessa ammissione, l'unica cosa che gli riesce bene è fare l'amore. I primi tempi a New York si rivelano, fallimentari, crudeli, spietati. Solo l'incontro con il ladruncolo Rico, un italo-americano zoppo, figlio d'un lustrascarpe, che tira avanti riuscendo a malapena a non morire di fame e della malattia che lo sta consumando, permetterà a Joe di capire se stesso e riscoprire il valore dell'amicizia, di cercare di salvare l'altro nonostante la propria miseria."</div>
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Ho già detto che questo ha le potenzialità per diventare il mio nuovo libro preferito?</div>
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3) "<i>L'ultimo serpente</i>" di A. B. Guthrie (Mattioli 1885)</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisNc-qclC-lJvEaWCt3UKe8f5Rr5lVthJ_7WKSU58rcKyLB6Au7te5YTOe9c5YxN7oGacoK-0vBTR_Bpz3UbBbCIv-jF_GVtVKpewZkCtbfjE58Szvq6HQhmsTliGQq-mE5tIQWRh60XZS/s1600/download+%252811%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="278" data-original-width="181" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisNc-qclC-lJvEaWCt3UKe8f5Rr5lVthJ_7WKSU58rcKyLB6Au7te5YTOe9c5YxN7oGacoK-0vBTR_Bpz3UbBbCIv-jF_GVtVKpewZkCtbfjE58Szvq6HQhmsTliGQq-mE5tIQWRh60XZS/s200/download+%252811%2529.jpg" width="130" /></a>So che non è il suo romanzo più celebre - o meglio, il libro, dato che questa è una raccolta di racconti; ma mi hanno colpita, vuoi per lo stile, vuoi per l'ambientazione (qualcuno ha detto America?).</div>
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Sul retro della copertina leggiamo questo estratto:</div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
"Non sono mai stata nell'ovest, prima", disse. "E'..." Fece un ampio gesto rassegnato mentre con la mano si sforzava inutilmente di trovare la parola giusta. "E' tutto così?" A est le colline nude, scure come la pelle di una pantera, risalivano fino a trasformarsi in lunghi altipiani che si perdevano a vista d'occhio. A ovest la catena principale delle Montagne Rocciose si stagliava in lontananza, blu e viola, e con le sue pietre e i pini sempreverdi."</blockquote>
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Dai, non si può non comprare un libro scritto così. E poi, parla dell'Ovest, e di tutto ciò che riguarda la "condizione umana, il rapporto dell'uomo con la natura, la violenza e l'amore per il mondo, il senso dell'avventura e del tempo che passa e divora le forze degli uomini, il viaggio e la libertà." Tredici piccoli classici della letteratura americana mai tradotti prima, proprio come piace a me.</div>
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4) "<i>Mi chiamo Lucy Barton</i>" di Elizabeth Strout (Einaudi)</div>
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"In una stanza d'ospedale nel cuore di Manhattan, davanti allo scintillio del grattacielo Chrysler che si staglia oltre la finestra, per cinque giorni e cinque notti due donne parlano con intensità. Non si vedono da molti anni, ma il flusso delle parole sembra poter cancellare il tempo e coprire l'assordante rumore del non detto. In quella stanza d'ospedale, per cinque giorni e cinque notti, le due donne non sono altro che la cosa più antica e pericolosa e struggente: una madre e una figlia che ricordano di amarsi."</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7mm6XX9ICMcP2p5mWTgm-cl9EJkw4DD-Jb9BxDVt1hqIUgLmYgaqhMnggWpNHQkdAZOvRUMTTEkY0piW85Z3SK4FUKbNOtdB4BqV_Y8oHSm4puhCTSvQHfCGNBRbBVVA6LQhrb_4AvfL-/s1600/6794724_1491726.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="632" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7mm6XX9ICMcP2p5mWTgm-cl9EJkw4DD-Jb9BxDVt1hqIUgLmYgaqhMnggWpNHQkdAZOvRUMTTEkY0piW85Z3SK4FUKbNOtdB4BqV_Y8oHSm4puhCTSvQHfCGNBRbBVVA6LQhrb_4AvfL-/s200/6794724_1491726.jpg" width="126" /></a>D'accordo, questo non è proprio il mio genere. A costo di venire linciata pubblicamente, qui lo dico e non lo nego: è molto raro che mi piaccia un libro scritto da una donna, o che abbia protagoniste femminili, per tutta una serie di motivi che non mi sento di dover spiegare in questa sede. Il fatto è, attenendoci all'aspetto letterario, che la stragrande maggioranza di Autrici ha il vizio di scrivere con uno stile femminile, che non coincide con il parlare d'amore, matrimoni o frivolezze, bensì proprio con una metrica in genere lenta, ponderata, con ritmi cantilenanti e frasi infarcite di dubbi, immagini, riflessioni. Sì, sono una donna anch'io, lo so, grazie per avermelo ricordato. Ma anche Suzanne Collins la è, eppure il suo stile di scrittura è secco, scattante, crudo, sanguinolento, urticante. Come il suo personaggio - donna, sì, ma donna aspra, amara, disposta a scuoiare vivo un animale se questo può dare da mangiare alla sua sorellina. Una donna d'azione.</div>
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C'è da dire che anche alcuni uomini hanno uno stile di scrittura femminile (proprio come la Collins ne ha uno maschile), quindi il genere dell'Autore non è detto che si rifletta su quello che traspare dallo stile, ma spesso capita che sia così.</div>
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E comunque, gusti a parte, ho deciso lo stesso di dare una possibilità alla Strout. Perché il suo modo di scrivere, per quanto trapunto di quella - scusatemi la franchezza - noiosità tipica dello stile femminile, contiene anche pennellate vivide e oggetti che restano impressi. E anche perché ne hanno parlato bene troppi lettori perché questo libro non contenga, almeno in parte, qualcosa che streghi anche me.</div>
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5) "<i>Il messaggero</i>" e "<i>Il figlio</i>" di Lois Lowry (Giunti)</div>
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Questi sono gli ultimi due capitoli della saga dedicata a "<i>The giver</i>", celeberrima serie distopica dalla quale è stato tratto - perlomeno, dal primo libro - l'omonimo film. Film che, nei primi dieci minuti, mi stava facendo montare il criste, come dicono a Torino, perché sembrava un minestrone di "<i>Divergent</i>" misto a "<i>Ember - la città di luce</i>". Poi, però, ha cambiato rotta e devo dire che, specialmente verso la fine, è stato davvero capace di emozionarmi. E non è facile riuscirci, ma la Lowry (sì, è una donna, e sì, ricordo perfettamente ciò che ho scritto poche righe fa) applica il suo essere donna non allo stile di scrittura, che resta molto fluido e scorrevole, bensì per rovesciare i classici canoni della donna puericultrice e dell'uomo rigido capo della famiglia.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgd1jKK9BjG_8HKMw8HlUlk3pE3Y_9jW2D3ZJgL_NqmU468QlInAKSw5M58dQBlHGHFP5QocHf6PzsAutgQ6vwDLyNTix7fFB9Kz-RjMMU-BGCAPPsz-gzHyikIXkB4X3_Alqq0FEjOwnVj/s1600/the-giver-quartet.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="353" data-original-width="960" height="117" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgd1jKK9BjG_8HKMw8HlUlk3pE3Y_9jW2D3ZJgL_NqmU468QlInAKSw5M58dQBlHGHFP5QocHf6PzsAutgQ6vwDLyNTix7fFB9Kz-RjMMU-BGCAPPsz-gzHyikIXkB4X3_Alqq0FEjOwnVj/s320/the-giver-quartet.jpg" width="320" /></a></div>
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Jonas, il protagonista di questi libri, ha un lato materno molto sviluppato, che lo porta a rischiare la propria vita pur di salvare un neonato innocente, Gabriel, e abbandonare il mondo che conosceva fin dall'infanzia. A proposito, due righe su "<i>The giver</i>": "Jonas ha dodici anni e vive in un mondo perfetto. Nella sua Comunità non esistono più guerre, differenze sociali o sofferenze. Tutto quello che può causare dolore o disturbo è stato abolito, compresi gli impulsi sessuali, le stagioni e i colori. Le regole da rispettare sono ferree ma tutti i membri della Comunità si adeguano al modello di controllo governativo che non lascia spazio a scelte o profondità emotive, ma neppure a incertezze o rischi. Ogni unità familiare è formata da un uomo e una donna a cui vengono assegnati un figlio maschio e una femmina. Ogni membro della Comunità svolge la professione che gli viene affidata dal Consiglio degli Anziani nella Cerimonia annuale di dicembre. E per Jonas quel momento sta arrivando...".</div>
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6) "<i>L'ultimo spettacolo</i>" di Larry McMurtry (Mattioli 1885)</div>
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Ok, questo Autore non lo avevo mai sentito nominare prima di scovarlo su uno scaffale piuttosto nascosto della libreria, ma una volta letta qualche riga non ho potuto fare a meno di stringere forte questo libro e portarlo al sicuro con me.</div>
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Vi riporto un estratto:</div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
"A volte Sonny si sentiva l'unico essere umano in città. Non era una bella sensazione e in genere gli capitava al mattino presto, quando le strade erano completamente deserte, proprio come quel sabato di tardo novembre. La sera prima, Sonny aveva disputato l'ultima partita del campionato di football con la squadra della scuola superiore di Thalia, ma non era quello a farlo sentire così strano e solo. Era l'aspetto della città."</blockquote>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuCj-4uqciOhojjyYvEZ-j3h4gBxwdAmf0V_KW6B_ZE2tPAjxo7WDFLM6SkhvgP5-HdLV2WJCYf0VpTx0VDFPKxVjG9qjfSXuYlZXDwxcCq9k0k9VJmScMXikoJAVQ54od2FmogSgz58sK/s1600/download+%252810%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="274" data-original-width="184" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuCj-4uqciOhojjyYvEZ-j3h4gBxwdAmf0V_KW6B_ZE2tPAjxo7WDFLM6SkhvgP5-HdLV2WJCYf0VpTx0VDFPKxVjG9qjfSXuYlZXDwxcCq9k0k9VJmScMXikoJAVQ54od2FmogSgz58sK/s200/download+%252810%2529.jpg" width="134" /></a>Ebbene, forse alcuni di voi ricorderanno questo romanzo dall'omonimo film di Peter Bogdanovich con i giovanissimi Jeff Bridges, Cybill Shepherd e Timothy Bottoms. La storia è ambientata in America (strano, nevvero?) e precisamente in Texas, negli anni '50: in una piccola città di provincia, tre adolescenti muovono i primi passi nel mondo adulto. Non che abbiano molto spazio in cui sgambare: gli echi del mondo arrivano attraverso la radio e il cinema è l'unico divertimento. E ciò è particolarmente pericoloso, perché, fra tre giovani allo sbando, il confine tra noi e dramma è pericolosamente labile.</div>
<div style="text-align: justify;">
Beh, che dire? Non vedo l'ora di iniziarlo, anche se credo che darò la precedenza ad altri.</div>
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7) "<i>Nessuno scompare davvero</i>" di Catherine Lacey (BigSur)</div>
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Altra scrittrice femminile, altro consiglio da parte di un'amica, altro rischio. Su questo romanzo posso dirvi due cose: la prima, che la copertina è veramente magnifica. E' come se fosse la pagina di un fumetto, in cui una donna, sdraiata sull'acqua, si immerge sempre di più fino a quando, al terzo fotogramma, non è completamente sommersa. Tentativo di suicidio? Simpatica burla?</div>
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Andiamo a scoprirlo.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfhY72VakPK7DtV9GJ-jykN-dKJLFU2EXMpSMMExOZrb7zJW56kTlLl2RiVW4j8Md09rlEOFnt-chTbxdsw6gZv5b-owFsUfmEnhGRccqLbHZ5Z6z8YWouXq735cw4sUCRjdrYWfGEPGcc/s1600/818DVc3b6AL.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1038" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfhY72VakPK7DtV9GJ-jykN-dKJLFU2EXMpSMMExOZrb7zJW56kTlLl2RiVW4j8Md09rlEOFnt-chTbxdsw6gZv5b-owFsUfmEnhGRccqLbHZ5Z6z8YWouXq735cw4sUCRjdrYWfGEPGcc/s200/818DVc3b6AL.jpg" width="129" /></a>"Elyria, ventotto anni, ha un lavoro stabile e un marito a New York: ma un giorno, senza dare spiegazioni, molla tutto e parte con un volo di sola andata per la Nuova Zelanda. Passerà mesi a vagare in autostop fra le campagne di quel paese sconosciuto, incrociando le vite di altre persone e tentando di dare un po' di pace alla sua. Scopriamo che Elyria ha un passato difficile (una madre alcolizzata, una sorella adottiva suicida, allieva del professore che è poi diventato suo marito), ma la fuga non è causata da crimini o violenze: nasce da un malessere esistenziale tanto profondo quanto difficile da definire; e il romanzo è, di fatto, un viaggio nella mente della narratrice, capace di osservazioni acutissime sul mondo, ma anche preda di improvvisi squilibri; dentro di lei, dice, si muove un bufalo riottoso che non riesce a placare."</div>
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Ora capite perché mi ha incuriosita? Il tema è uno di quelli a me più cari: la fuga, il viaggio verso l'ignoto, la riscoperta di sé, l'incisione di una ferita purulenta che, se non fossimo partiti, ci avrebbe infettati completamente, portandoci alla morte. E' uno dei temi che affronto anche nel romanzo che sto tentando di scrivere, un grandissimo bastardo che mi sta dando un mucchio di problemi e per il quale ho già buttato via qualcosa come 800 pagine. A oggi, dopo mesi, sono inchiodata come non mai, a fissare il muro e chiedermi se ne sono davvero capace. Dove sia finito l'estro del primo libro, o del secondo. Dove sia finita io.</div>
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Beh, sfogo a parte - scusate, ma ci sto dannatamente male -, il romanzo della Lacey mi incuriosisce non poco. Anche qui, lo stile di scrittura mi sembra godibile. Vi riporto un estratto:</div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
"Il rumore sconosciuto non era altro che il fruscio delle pecore nell'erba, ma quelle scapparono via, e io non potevo certo biasimarle perché anch'io sarei fuggita se fossi stata una pecora invece che me stessa, e anzi alcune mattine, pur essendo me stessa, vorrei comunque essere una cosa che fugge lontano da me piuttosto che quella cosa cucita dentro di me per sempre."</blockquote>
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Bene, fantastico. Solo trascrivendo questa frase mi è uscita la lacrimuccia. Mi sa che questo romanzo lo leggerò prima di tutti gli altri.</div>
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Ordunque!</div>
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Che ne pensate di questa carrellata? Conoscete qualcuno di questi romanzi? Volete uccidermi per ciò che ho detto sulle scrittrici femminili? Sono qui a disposizione. Si accettano mutilazioni.</div>
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Anche perché - zan zan ZAAAN - ho ancora una cosa da dirvi. E, cioè, che io e la mia collega saremo un pochino meno attive, nei prossimi giorni, per via di qualche giorno di ferie che abbiamo deciso di prenderci. Quindi, potrete continuare a seguirci sia qui che sulla <a href="https://www.facebook.com/capriccidinchiostroperasperaadastra19/" target="_blank">pagina Facebook</a>, noi ci siamo, solo che saremo un tantino più lente nel rispondere. Abbiamo bisogno di recuperare le forze, le idee e le energie non solo per il blog, ma anche per i nostri libri, al momento entrambi in marcia d'arresto, e per i corsi di scrittura creativa che stiamo imbastendo. A proposito, se qualcuno di voi è di La Spezia o territori limitrofi e desidera partecipare, <a href="https://www.facebook.com/Laboratorio-di-scrittura-creativa-1883704161957332/" target="_blank">qui</a> potete trovare qualche info e recensione sul corso dell'anno scorso, oltre a novità che piano piano riportiamo sui corsi (base e avanzato) che abbiamo in programma per questo autunno/inverno.</div>
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Buone ferie a tutti! :)</div>
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<i>- Alice</i>Alice e Francescahttp://www.blogger.com/profile/05381043781432299786noreply@blogger.com20tag:blogger.com,1999:blog-9168169482102931334.post-40162105605524100242018-08-09T19:09:00.001+02:002018-08-09T19:09:55.491+02:00Per il ciclo recensioni librose: "New York 14a" di Alessandro Barbero<div style="text-align: justify;">
Quante volte vi sarà capitato? E' pomeriggio, tutti i vostri amici sono impegnati, e voi vi state annoiando da morire. Fate zapping, ma dato che da giugno a settembre in TV non passano altro che repliche, non trovate niente che vi sfizi. Il frigo è vuoto. Insomma, 'na chiavica. In una giornata così, ciascuno reagisce a modo proprio: alcuni si vestono e filano a comprare una vaschetta di gelato al cioccolato (io), qualcun altro si spara le cuffie nelle orecchie per ascoltare musica deprimente (ancora io), e poi ci sono quelli che decidono di rifugiarsi nella prima libreria a dar fondo ai propri risparmi (sempre io).</div>
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Ebbene, si dà il caso che l'altro giorno mi stessi annoiando, e in più avessi qualche risparmio da parte; così, ho fatto quello che, parafrasando il famoso slogan, un vero uomo deve fare.</div>
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La libreria vicino a casa mia è una piccola perla. Non è di catena, perciò non è fornitissima, ma in compenso è fresca, tranquilla, ed è possibile soffermarsi a frugare tra gli scaffali per tutto il tempo che si vuole. Dicono che leggere romanzi è il modo che abbiamo per riportare equilibrio e linearità nell'imprevedibilità delle nostre vite; ebbene, se è vero, e lo è, allora anche questa libreria è una specie di romanzo. Lì nessuno ti obbliga a comprare, o ti disturba, perciò capita di entrare con l'animo in subbuglio e uscirne con le idee chiare. O, perlomeno, con una busta di plastica piena di libri strani, dimenticati, chicche della letteratura che sarebbe impossibile scovare altrove.</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6qbSaxG0vLVi_giYTzp5dN7CT8UaUSjxXA_bnbIHqiN2xbKl1zlvj0LFRZHkuDFLtyiLI11N48aMV5C8C3Yjd9hwOPwAhyphenhyphenpGFDgQW7KYn135T4c2Y4k8TOwGxg54LKXdxdEtENUtArGJ4/s1600/135.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="400" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6qbSaxG0vLVi_giYTzp5dN7CT8UaUSjxXA_bnbIHqiN2xbKl1zlvj0LFRZHkuDFLtyiLI11N48aMV5C8C3Yjd9hwOPwAhyphenhyphenpGFDgQW7KYn135T4c2Y4k8TOwGxg54LKXdxdEtENUtArGJ4/s320/135.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">No, non è lei.<br />Non ci ho pensato a fotografarla mentre ero lì, però ci somiglia.<br />O, almeno, somiglia a come la percepisco io.</td></tr>
</tbody></table>
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Come "<i>New York 14a</i>", ad esempio, una breve raccolta di racconti firmata dalla penna di Alessandro Barbero, noto soprattutto per il suo romanzo d'esordio, "<i>Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle e gentiluomo</i>", vincitore del Premio Strega nel 1996, e per i suoi numerosi saggi, incentrati soprattutto sulla storia del Medioevo. Non è fantastico? Voglio dire, il fatto che in questa libreria non ci fosse nemmeno una delle opere più famose di Barbero. Solo questa minuscola raccolta di racconti, che in qualunque altro posto sarebbe stato impossibile da reperire anche ordinandola. E' una cosa che mi piace: avvicinarmi a un Autore con dolcezza, alle spalle, togliendogli la giacca di dosso come una moglie affettuosa. Adoro partire da storie che nessuno conosce, e poi, semmai, leggere anche il resto. Mi fa sentire in intimità con lo scrittore, e poi mi dà più opportunità di uscire silenziosamente, in punta di piedi, dalla stanza dove sta riposando, nel caso non mi piaccia, senza ferirlo troppo.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0lzsctYvjuUfazOZKo1AsV5mAfQMJ93UJNNlPgpkSP21KGO79xwBQf2TWsJ10enx8bGkKaYp8kd-Y2_rLMY5VBHuxEsACiB9xXEjpZrhUUWQ8ViYU9sR5cezjuXkIZhKraa76pNZYAyDm/s1600/715cOfzZ38L.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1339" data-original-width="816" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0lzsctYvjuUfazOZKo1AsV5mAfQMJ93UJNNlPgpkSP21KGO79xwBQf2TWsJ10enx8bGkKaYp8kd-Y2_rLMY5VBHuxEsACiB9xXEjpZrhUUWQ8ViYU9sR5cezjuXkIZhKraa76pNZYAyDm/s320/715cOfzZ38L.jpg" width="195" /></a>Qualcosa che non penso accadrà con Barbero, perché questi racconti sono, nella loro estrema brevità, una bomba. E sono tutti molto diversi tra loro, una cosa che apprezzo sempre, in una raccolta. Non sono contro le antologie tematiche, per carità, ma preferisco leggere gli scarti. Tutto ciò che l'Autore non sapeva dove inserire, i suoi ritagli, le folli crisi di rabbia, il bisogno impellente di sgravare una storia solo per il gusto di partorirla, anche se è figlia unica.</div>
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In "<i>New York 14a</i>", in realtà, i parti sono più d'uno, e tuttavia nessuna storia è solitaria. Le prime due hanno come protagoniste due ragazze allo sbando, scappate di casa solo per finire a fare le barbone rispettivamente a Torino e New York: Heidi Homeless, senzatetto anche nel nome, vive di stenti nella stazione torinese di Porta Nuova, e ogni giorno deve avere a che fare con le figure inquietanti che la popolano dopo un certo orario, alcune innocue, altre letali - soprattutto per una donna. E' da parecchio che tira avanti così, e infatti è sagace, smaliziata, e sa come sopravvivere in mezzo agli altri mendicanti; ma quella vita fatta di rifiuti, e di sentirsi un rifiuto, l'ha anche fatta marcire dentro, strappandole ciò che ci rende umani: il coraggio di aiutare un nostro simile. Di stampo diverso è la protagonista della seconda storia, Linda, che per disperazione arriva a mettere in vendita il proprio corpo in uno squallido seminterrato di New York per guadagnare cinquecento dollari e non morire di fame. Fra l'altro, questa seconda storia mi ha fatto salire il nervoso, perché avevo avuto un'idea molto simile qualche anno fa, e l'avevo anche iniziata a buttare giù; questo racconto mi ha dato la spinta per riprenderla in mano, ma già adesso che non è ancora conclusa mi rendo conto che i due testi rischiano di somigliarsi. Una cosa che non posso tollerare, ma spero di riuscire a diversificarli in fase di revisione. Staremo a vedere.</div>
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Tornando all'antologia, dopo queste due storie gemelle il libro cambia registro: il terzo racconto, quello che fa da anello fra i due sfondi tematici della raccolta - le città moderne e i nuovi poveri da una parte, la desolazione delle guerre del passato dall'altra - mette in scena il dramma di un'altra donna, Galja, costretta ad abbandonare il suo rifugio a Kabul per via dei bombardamenti. Sempre la guerra fa da timone conduttore per i brani successivi, davvero brevi, ma vividi, con protagonisti soldati buoni, altri cattivi, che si scambiano dialoghi brevi e taglienti come il freddo mostruoso del Tadzikistan, fino ad arrivare all'ultimo racconto, quello che chiude magistralmente la raccolta.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQUJaiysiLsH9GWIysmJIzKFvB3WWNhQjFsDLjMPoES6Uxt1pMH74d9z5TkFCcMxIDek16r0bfgSWjkMco-XAtOmTSBbAzlH-Wr5pxzpzh1dDclrap8JihIA61kVvqaPZbyQa3z31oSwmN/s1600/fortune_teller_by_dburon-d5843kx.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="989" data-original-width="807" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQUJaiysiLsH9GWIysmJIzKFvB3WWNhQjFsDLjMPoES6Uxt1pMH74d9z5TkFCcMxIDek16r0bfgSWjkMco-XAtOmTSBbAzlH-Wr5pxzpzh1dDclrap8JihIA61kVvqaPZbyQa3z31oSwmN/s200/fortune_teller_by_dburon-d5843kx.jpg" width="163" /></a>Protagonista è un importante ufficiale dell'esercito di cui non si conosce il nome fino alla fine, il quale, passando per Parigi negli anni '40, decide di fermarsi a farsi predire il futuro da una cartomante. Non è la prima volta che ricorre a una sensitiva, e fino a quel momento ogni previsione è stata un successo, così come la sua vita. Tronfio e sicuro di sé, l'uomo interroga l'indovina, ma lei gli rivela una realtà sconcertante: tra cinque anni, non solo lui, ma anche tutti i soldati del suo plotone, la moglie, l'amante, i bambini, saranno morti. Naturalmente lui comincia ad agitarsi e minacciare la donna, e anche noi lettori siamo portati a patteggiare per lui, finché il colpo di scena finale non ci trafigge come la lama di un pugnale, facendoci chiudere il libro con lo shock dipinto sul volto.</div>
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Bello. Ma bello bello, e soprattutto breve, un po' alla Raymond Carver, il maestro indiscusso della massima espressività compressa nel minor numero di parole. Se vi riesce, cercate di reperire questa antologia, perché vale veramente la pena di averla in casa, per consultarla, rileggerla e ritrovarvi nelle scelte di questi personaggi; decisioni viscide, o mosse dall'ira, o disperate, certo, ma anche profondamente umane.</div>
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<i>- Alice</i></div>
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Alice e Francescahttp://www.blogger.com/profile/05381043781432299786noreply@blogger.com23tag:blogger.com,1999:blog-9168169482102931334.post-91932007467209768812018-08-01T15:16:00.000+02:002018-08-01T15:16:45.241+02:00Stroncature, rifiuti e due di picche<div style="text-align: center;">
«<i>Trovati un lavoro.</i>»</div>
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Chi di voi scrive a tempo pieno saprà già di cosa sto parlando: delle persone che, quando scoprono la tua passione, ti guardano con un sopracciglio inarcato, un mezzo sorriso sulla faccia, e ti dicono: «Bello, sì. Ma trovarsi un vero lavoro no, eh?»</div>
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<img height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh88riF0Cwpu4sI3brArnCK9Csmdh_qwE1SjENo3qH93BMDfnFu25OBknl9P-VudWCVaxUHrUPP_LAKqWG2onFM2RKdyJD0LJ6ixOn5Eep8MiaMPGPTN6-9jcUHGswNVwyJibsXE8iYNTHx/s320/large.jpg" width="320" /></div>
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Simpatici, davvero. Eppure, nonostante io sia dalla parte di quelli che scrivono, c'è da dire che un po' li capisco. Scrivere - non tanto per hobby, o perché sei un calciatore o uno youtuber e ti viene commissionato un libro con tanto di ghostwriter in omaggio, ma perché per te è La Chiamata, la vocazione che senti dentro fin dalla nascita, e magari hai passato le estati della tua infanzia a scrivere storie sui quaderni invece di correre fuori a giocare - è arduo, e campare di scrittura è praticamente impossibile. La vita è cara, i soldi indispensabili. Quanti ragazzi conoscete che, scrivendo libri, riescono a pagarsi il mutuo? Non so voi, ma io non credo di conoscerne. In un paese dove, all'anno, escono circa 65000 nuovi titoli, sono pochi gli autori in grado di poter vivere solo di scrittura. E pensate a tutti gli altri scrittori che non riescono nemmeno a farsi pubblicare! Gente che magari ha speso anni nella stesura di un romanzo e poi continua a ricevere un rifiuto dopo l'altro. Non perché non sia bravo a scrivere, eh. Magari ha partorito qualcosa di nicchia, difficile da vendere. O magari è solo sfortunato.</div>
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Eh, sì. Scrivere mette a dura prova. Fare arte, generalmente, o perlomeno provarci, mette a dura prova. Pensate ai musicisti. Sin da ragazzini passano i pomeriggi a suonare, a cantare, a comporre... a spendere risparmi per quel bel microfono che sognano da un sacco. Partecipano a festival, talent show. Spendono soldi su soldi per iscriversi a quella bella scuola di musica che potrebbe dar loro una spinta nel mondo di cui sognano di far parte da una vita. Consumano fino all'ultimo centesimo per incidere cd, nella speranza che questo piaccia (e che non venga piratato). E poi? Personalmente, di ragazzi di questo tipo ne conosco parecchi. Volete sapere quanti di loro sono (già) arrivati? Neanche uno.</div>
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<img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAeo0aOT_Nclg4qak3f9ZA6ojCWm7YUIZHpZ8o_xppBiGDxGcSW9QCYSVEs2z-8LQefP-Jclf9N4WpXsd076BKMfrlnhETrNEAOeTnBk5Zr0mWX2BZhyphenhyphenOczUjYo9HaqDHpO1ZyN7wJml9w/s320/Failed_Dream_canstockphoto4756012.jpg" /></div>
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Eppure, noi sognatori continuiamo ad andare avanti, instancabili lottatori. Nonostante i dubbi, i pregiudizi e le paure continuiamo a pensare ai nostri personaggi, alle nostre canzoni. Continuiamo a sperare di riuscire a pubblicare le nostre storie, affinché altri possano leggerle. Continuiamo a suonare e cantare e creare, nella speranza che, prima o poi, qualcuno creda finalmente in noi e che ascoltando la nostra musica possa sentirsi meno solo. E no, non è per le ricchezze che lo facciamo. Nessuno di voi vuole (credo) diventare il nuovo riccone italiano, pronto a sollazzarsi tra ville e festini. Vogliamo solo raccontare storie. Vogliamo solo poter essere noi stessi. Comunicare. E, sì, magari cavar fuori anche due soldini di numero, ma questo solo perché scrivere E' un lavoro, e come tale è giusto che venga retribuito, anche se difficilmente sarà sufficiente a saldare il mutuo.</div>
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Quindi, sognatori, voglio rivolgervi un appello: non arrendetevi. A volte può essere dura andare avanti, quando tutto il mondo vi rema contro. Potrete credere di non valere niente, perché Tizio ha pubblicato e Caio ha vinto quel talent show, mentre voi siete ancora a casa, in pantofole, a chiedervi dove abbiate sbagliato. Non rinunciate nemmeno quando vi chiudono il portone in faccia o quando vi suggeriscono di cambiare mestiere. Continuate a credere nei vostri sogni, perché se non sarete voi a farlo, non lo farà nessun altro.</div>
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Vi lascio un piccolo elenco di artisti che nonostante le difficoltà, i rifiuti e le paure ce l’hanno fatta. Sia mai che la cosa possa ripetersi.</div>
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<b>J.K. Rowling</b></div>
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<img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjr8nSvpz_a3zIQZ6O7khGzyZ8VFCcDSQtU5pGLiz1CTKqIWnfKI9IY2HU6qvWa66DoIphLOHgTmar9wWmLJJ-ZZYeXYs_NcuK1iEePLFM53mX0uLpRAA1wJ51xlssHaef9SxQt6AUWnh3/s320/J.K.-Rowling-quote-You-control-your-own-life-2.jpg" /></div>
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Come non parlare di zia Rowling? Dopo aver perso sua madre per sclerosi multipla, sposa il giornalista televisivo Jorge Arantes, con cui ha una bambina. Purtroppo, le cose non vanno bene e, ad appena un anno dal lieto evento, il matrimonio finisce (secondo voci non confermate, per sospetta violenza domestica). Zia Rowling fugge con la bambina a Edimburgo, dalla sorella, dove la storia di Harry Potter inizia a formarsi, tassello dopo tassello. Possiamo definire questo periodo come quello più oscuro della Rowling. Separata, disoccupata, con una figlia a carico e con un ex marito che la tormenta, arriva a pensare al suicidio. Fortunatamente non lo fa e continua a scrivere "<i>Harry Potter</i>". Dopo aver concluso il primo libro, contatta un agente letterario che prima la rifiuta, ritenendo il romanzo non vendibile, poi torna a cercarla dopo aver letto una recensione entusiasta di una delle sue collaboratrici. Lo stesso agente letterario riceverà poi 11 RIFIUTI dalle Case Editrici a cui proporrà il romanzo. La motivazione? "I libri per bambini non vendono". Quando ormai il destino fallimentare della Rowling sembra inevitabile, il presidente della Bloomsbury, una casa editrice piccola e poco conosciuta di Londra, prova a far leggere i primi capitoli di "Harry Potter e la pietra filosofale" alla figlioletta Alice (Dio, speriamo che questo nome porti bene anche a me), la quale chiede il seguito. La Bloomsbury, dunque, che aveva appena inaugurato una collana per bambini, emette una tiratura di sole mille copie e poiché i nomi femminili sulle copertine, di solito, respingono il lettore maschio, chiede alla Rowling di firmarsi con un vago J.K. (che richiama J.R.R. Tolkien). Nonostante la pubblicazione, l'Editore le consiglia comunque di trovarsi un lavoro redditizio con cui poter mantenere la bambina. Notate bene, il suo <i>Editore</i>! A discapito dei dubbi, quelle mille copie andarono a ruba e adesso valgono tra i 16 e i 25 mila euro. Oggi, quella giovane donna che pensava al suicidio è conosciuta in tutto il mondo ed è diventata più ricca della regina Elisabetta.</div>
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<b>Stephen King</b></div>
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<img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCLiUWEiX6mXA1cn0u1L8QZlD6ui1W7u8L0V9DhjlOm8XukmeZBg1FESUpXXr_J9w4t3MY8Oa1GVYpmrsfoyPVXgqs_I_-AyBTFYkebdnmIt0g9Hk4tTJidApAIPChj63Lp54RKUmr2MAU/s320/Stephen-King-Quote1-1024x538.jpg" /></div>
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Che dire dell’uomo dalla mente più perversa d'America? Abbandonato da suo padre, che era uscito per andare a comprare le sigarette per non fare più ritorno, Stephen, il fratello e la madre iniziano a girovagare per gli Stati Uniti in cerca di fortuna. La madre, donna di carattere, accetta ogni lavoro che le capita ma, nonostante le assenze, riesce comunque a indirizzare i figli sulla strada della buona musica e della lettura dei classici della letteratura. Stephen comincia a leggere da solo tutto ciò che trova. A sette anni scopre nella soffitta i libri del padre, appassionato di Edgar Allan Poe, Lovecraft e Matheson. Scopre così che il padre non era solo un marinaio (come raccontato in casa), ma anche un aspirante scrittore, affascinato dalla fantascienza e dall’horror. Nel 1969, anno in cui sposa Tabitha Jane Spruce, Stephen inizia a occuparsi di uno spazio sulla rivista “<i>The Maine Campus</i>” e già qui si capisce il suo talento: è in grado di scrivere un racconto perfetto cinque minuti prima che il giornale vada in stampa. Mica come me, che quando realizzavo di aver dimenticato di fare i compiti mi ritrovavo a compilarli per metà, spulciando quelli della mia vicina di banco (che il più delle volte li sbagliava, ma almeno li faceva!).</div>
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Ma torniamo a King. Nel 1972 nasce il suo secondo figlio e il bilancio della famiglia comincia a farsi davvero problematico. King inizia a pensare che diventare uno scrittore sia un'utopia. Non riesce a pagare le bollette, e decide di rinunciare prima al telefono, poi all’automobile. E, si sa, quando le cose vanno male non possono che peggiorare. Inizia così a bere e, inevitabilmente, la situazione precipita. Sarà sua moglie a salvarlo, spingendolo a lavorare su “<i>Carrie</i>”, un manoscritto incompleto che aveva ritrovato per puro caso nella spazzatura. King, finita la revisione, sottoporrà il romanzo a svariate Case Editrici, che rifiuteranno il romanzo perché "la distopia non vende". Finalmente, il suo agente riesce a strappare alla Casa Editrice Doubleday un assegno di 2500 dollari come anticipo per la pubblicazione. Pochi mesi dopo, arriva la grandiosa notizia: la Casa Editrice ha venduto i diritti dell’opera alla NewAmerican Library per 400000 dollari, metà dei quali spettano a King. I problemi economici sono risolti e Stephen lascia immediatamente l’insegnamento per dedicarsi a tempo pieno alla professione di scrittore. Inutile dirvi dove sia arrivato oggi.</div>
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<b>Kathryn Stockett</b></div>
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<img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEineLgp1UfAzV6OmYkd2_Zig9nQevD9fwHCoJva_LSpsvRZtbOXyCAF6iXbaNAYMIBRyF7qTNc2ss828ZIoOPBekRdV1-AoqcRRvxfICnfCV6VBQomSEnlIXR6TFw4oLNEE8LpApUHYlucA/s400/quote-wasn-t-that-the-point-of-the-book-for-women-to-realize-we-are-just-two-people-not-that-kathryn-stockett-38-22-31.jpg" /></div>
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Scrittrice americana cresciuta a Jackson, in Mississipi. Sulla sua biografia ammetto di non saperne molto, ma so che il suo romanzo, “<i>The Help</i>”, da cui hanno tratto anche un film, ha ricevuto 60 rifiuti da parte di agenti letterari. Sì, avete letto bene. Sessanta rifiuti. Sessanta. Dopo il sessantesimo no, il romanzo è stato finalmente accettato da Susan Ramer. Oggi, il libro è diventato un bestseller ed è stato pubblicato in 35 Paesi e tradotto in tre lingue diverse.</div>
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<b>Agatha Christie</b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRQu5ywUdCMp2lilLvOsObrcCcKWKSVFgdel1rsuR_QzEwnK-mDEam03QF69AeRPWDyXGLq49ec5-s__Zw_VdEECxV634h1evq8LIUw7siiggv7abf7jg-v3bIO5_fk84jORp1ND5tXL0r/s1600/38120583_10217724851452033_4573291948558778368_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="850" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRQu5ywUdCMp2lilLvOsObrcCcKWKSVFgdel1rsuR_QzEwnK-mDEam03QF69AeRPWDyXGLq49ec5-s__Zw_VdEECxV634h1evq8LIUw7siiggv7abf7jg-v3bIO5_fk84jORp1ND5tXL0r/s320/38120583_10217724851452033_4573291948558778368_n.jpg" width="320" /></a></div>
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Nemmeno i geni del giallo si salvano. Nata nel 1890, Agatha (il cui vero nome è Agatha Mary Clarissa Miller) è l’unica dei suoi fratelli a non frequentare una scuola, ma a essere istruita in casa dalla madre, dalla nonna e da numerose governanti. Si trasferisce a Parigi da ragazzina, per perfezionarsi in musica e canto nella speranza di diventare una cantante lirica, ma due anni dopo capisce di non averne la stoffa e inizia a dedicarsi alla scrittura. Grande scelta, Agatha! Sotto pseudonimo, riesce a pubblicare alcune poesie su “<i>The Poetry Review</i>”, ma ahimè i suoi racconti vengono puntualmente respinti. Sarà solo nel 1920, dopo aver prestato servizio come crocerossina durante la prima guerra mondiale ed essersi sposata con il tenente Archibald Christie, che Agatha pubblicherà finalmente il suo primo romanzo, “<i>Poirot a Styles Court</i>”, un giallo. In seguito, scrive altri romanzi, ma con risultati modesti, fino a quando, nel 1926, si avvia finalmente al successo con “<i>L'assassinio di Roger Ackroyd</i>”.</div>
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Nel 1971, a coronamento di una brillante carriera, Agatha Christie riceve la massima onorificenza concessa a una donna, quella di Dama dell’Impero Britannico. Dalla serie, preghi per anni affinché qualcuno pubblichi i tuoi racconti e poi ti ritrovi Dama. Mica male, eh?</div>
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<b>Anna Frank</b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgW_8yQur7M9i8bwAr3uY9otZrmaa_1Yati6gOcWxcarFWpxYzoWl6gIeKJNKpGTUenfG9YgeaBliZG4KmX8sxnxIJuxHZMp88M5VNEKu1fhw5UM2SYIXEWmEvwT2oRgb8w00bAld66LZbJ/s1600/38231982_10217724854252103_6045048683936874496_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="434" data-original-width="1024" height="135" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgW_8yQur7M9i8bwAr3uY9otZrmaa_1Yati6gOcWxcarFWpxYzoWl6gIeKJNKpGTUenfG9YgeaBliZG4KmX8sxnxIJuxHZMp88M5VNEKu1fhw5UM2SYIXEWmEvwT2oRgb8w00bAld66LZbJ/s320/38231982_10217724854252103_6045048683936874496_n.jpg" width="320" /></a></div>
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Già. Sembra impossibile che proprio lei e la sua opera, su cui tutti noi abbiamo studiato, siano state inizialmente rifiutate non da uno, ma da QUINDICI editori. Sì, ho detto quindici. 15. Tra le varie motivazioni: «Questa ragazza non ha, perlomeno dal mio punto di vista, un sentimento o una percezione della realtà tali da elevare il romanzo al di sopra della banale curiosità.» Ciononostante, nel 1947 la Contact di Amsterdam decise di pubblicare il libro, pur chiedendo al padre di Anna, Otto Frank, di rivedere il testo e tagliare i passaggi in cui Anna parlava della propria sessualità. Il romanzo non ottenne comunque un gran successo, fino a quando, con il passare del tempo, il pubblico venne a conoscenza dei fatti gravissimi della Shoah. Solo allora, il libro suscitò un vasto interesse. Ora ditemi, esiste qualcuno, tra voi, che non conosce il "<i>Diario di Anna Frank</i>"? Ne dubito fortemente.</div>
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Ma questi non sono gli unici casi. Pensiamo a <b>C.S Lewis</b>, l’Autore di “<i>Le cronache di Narnia</i>”, che prima di vendere un solo libro ha ottenuto il record di 800 stroncature. A <b>George Orwell</b>, al quale bocciarono “<i>La fattoria degli animali</i>” dicendo che sarebbe stato impossibile vendere storie di animali negli Stati Uniti. A <b>Herman Melville</b>, a cui Peter J. Bentley, della casa editrice Bentley & Son suggeriva di sostituire l’antagonista del Capitano, la balena, con lotta con la propria depravazione verso giovani e voluttuose signorine. Di conseguenza, come non citare "<i>Lolita</i>" di <b>Vladimir Nabokov</b>, rifiutato perché ritenuto nauseante?</div>
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Alla faccia dei no!</div>
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Questo ci insegna a non demordere mai, perché per quanto possa essere dura andare avanti, per quanto i muri che ci dividono dall’avercela fatta possano essere enormi e pieni di filo spinato, non è detta l’ultima parola.</div>
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Come direbbe <b>Walt Disney</b> (anche lui rifiutato in quanto “CARENTE in fantasia”) se puoi sognarlo, puoi farlo.</div>
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E voi? Conoscete scrittori (ma anche altri artisti) stroncati dalla critica prima di ottenere successo? Quale libro stronchereste? A quale avreste negato la pubblicazione?</div>
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Non dite il mio, o quello di Alice, o vengo a cercarvi.</div>
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<i>- Francesca</i>Alice e Francescahttp://www.blogger.com/profile/05381043781432299786noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-9168169482102931334.post-30571862912032814542018-07-31T12:04:00.000+02:002018-08-01T07:15:11.618+02:00Per il ciclo recensioni librose: Tenebra Lux di Alessandro Del Gaudio<div style="text-align: justify;">
C'è una cosa che accomuna tutti noi scrittori: l’amore per i nostri personaggi. Spesso ci perdiamo a guardare dalla finestra, una mano sotto il mento, fantasticando su di loro, su cosa fargli succedere e come potrebbero sentirsi nello svegliarsi nel cuore della notte e trovarsi soli. Credo sia questo ad avermi colpita di più di "<i>Tenebra Lux</i>". Il rapporto personaggio-autore. La presenza costante e confortante di essi nei momenti più oscuri.</div>
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Ma andiamo con ordine.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQc6rCfZQiIAgN4n3gmloXlmphTtcE8BNT1J_EJ1QZPZGPNpXhyphenhyphenRmdDw-JZbVKHm4Aq1_PlU-_3OG73gHJFs3o5BR_4m-9LNT9BL6DMRbgM4zR9s0WrM2MVj_uscU1f-sKUETnmq-L-k9v/s1600/9788894917017_0_0_0_75.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="1589" data-original-width="1000" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQc6rCfZQiIAgN4n3gmloXlmphTtcE8BNT1J_EJ1QZPZGPNpXhyphenhyphenRmdDw-JZbVKHm4Aq1_PlU-_3OG73gHJFs3o5BR_4m-9LNT9BL6DMRbgM4zR9s0WrM2MVj_uscU1f-sKUETnmq-L-k9v/s200/9788894917017_0_0_0_75.jpg" width="125" /></a></div>
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<b>Titolo</b>: Tenebra Lux</div>
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<b>Autore</b>: Alessandro Del Gaudio</div>
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<b>Casa Editrice</b>: <a href="http://www.edizionileucotea.it/it/" target="_blank">Leucotea</a></div>
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<b>Genere</b>: Dark/Urban fantasy</div>
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<b>Pagine</b>: 174</div>
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L'inizio del libro è fresco e originale, ben congeniato: non solo presenta il protagonista dal punto di vista di un personaggio secondario, espediente che apprezzo sempre, ma catapulta subito in un mondo tridimensionale, caratterizzato dal profumo succulento della carne e dalle risate di una cittadina riunita per festeggiare la Pasquetta. Qui facciamo la conoscenza del nostro eroe, Ruffo, un fumettista affetto da una insicurezza cronica con le donne e da un paio di problemi con la sua ragazza: litigi, piatti rotti. Robetta tranquilla, insomma.</div>
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La sua sofferenza non può che aumentare quando, durante una telefonata, scopre che la ragazza lo tradisce. Ruffo precipita nell'apatia e nello sconforto: cerca aiuto nei consigli degli amici, esce a bere qualcosa, si getta a capofitto nel lavoro. Nulla, però, sembra tirarlo su di morale, finché una sera, passeggiando per la città in cerca d'ispirazione, non ode un pianto.</div>
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In un vicolo, incontra la donna di cui s'innamorerà perdutamente: Alice, una bellissima senzatetto. Nonostante la ragazza si trinceri fin da subito dietro un silenzio ostinato, Ruffo non se la sente di lasciarla al freddo, tutta sola: portatala a casa, le dà una camera e cerca di farla sentire a suo agio. L'influenza della presenza di Alice nell'appartamento, però, non tarda a manifestarsi: già dalla prima notte, Ruffo comincia a fare incubi agghiaccianti su un clown diabolico. Nonostante ciò, lui s'innamora sempre più della ragazza finché, una notte, i due si ritrovano a letto insieme. E' proprio allora che tutto precipita all'improvviso: dal niente, Ruffo perde i sensi e cade in coma.</div>
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Da qui, la storia cambia marcia: risvegliatosi in una sorta di versione-Silent-Hill della sua città, Ruffo inizia a vagare per cunicoli e strade deserte, zigzagando tra saracinesche abbassate e incontri con personaggi talvolta spiritosi, talaltra inquietanti, come Pakinopah, il clown, o come Tenebra Lux, lo spirito mefitico che infesta questa sorta di città upside-down.</div>
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In sua difesa intervengono delle figure di cui lui non ricorda nulla, ma che si rivelano alleate preziose, determinate a risvegliare la sua volontà di trovare l'uscita dal limbo.</div>
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Ruffo ce la farà?</div>
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Beh, non ve lo dico, perché il libro merita. E' scorrevole, lineare - e, complice la brevità, stuzzica la curiosità. Per me, che adoro le premesse ed entrare in sintonia con il protagonista, le prime pagine sono state affascinanti, ma è la seconda parte del romanzo quella che ho amato di più, soprattutto il punto in cui i compagni di viaggio di Ruffo rivelano la loro natura.</div>
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La prosa è un altro aspetto positivo del romanzo: descrittiva ma con il dono della sintesi, non annoia, anzi, invoglia alla lettura; la semplicità dello stile contribuisce a creare un legame fra il lettore e i personaggi, ma non si risparmia alcune vette di ottima prosa, specialmente in occasione della rivelazione di cui vi parlavo poche righe fa.</div>
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Perciò, un libro tranquillo, da leggere quando si cerca qualcosa di toccante ma anche leggero, però (c'è sempre un però) non esente da alcuni aspetti sui quali io, personalmente, avrei lavorato di più.</div>
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Tralasciando qualche svista di battitura e nei tempi verbali (ma è una cosa che noto spesso, negli autori contemporanei: in molti preferiscono il passato remoto anche quando, parlando di un episodio passato della vita dei personaggi, sarebbe da preferire l'uso del trapassato prossimo), ci sono un paio di elementi che mi hanno lasciata perplessa.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbZISjoXxrrl5HeazqOT4atIVyA_DHwIQi3untvgfgLbVJKCRFsbQAbbTqqByh63xkQxOrnwthGAcWgUjPQcpL05dg-304iqDgvs5Ue2MaGQVsM4pYRFDFxLIu5x5ERnTxSfm01_0uYH5u/s1600/MATTE-POST-APOCALYPSE-V03.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="576" data-original-width="1024" height="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbZISjoXxrrl5HeazqOT4atIVyA_DHwIQi3untvgfgLbVJKCRFsbQAbbTqqByh63xkQxOrnwthGAcWgUjPQcpL05dg-304iqDgvs5Ue2MaGQVsM4pYRFDFxLIu5x5ERnTxSfm01_0uYH5u/s320/MATTE-POST-APOCALYPSE-V03.jpg" width="320" /></a></div>
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Parto dal primo. Se da un lato Ruffo è un protagonista simpatico e accessibile, dall'altro ci sono stati momenti in cui ho percepito una rottura dell'incantesimo della lettura, come quando, ad esempio, lui incontra i vari personaggi nella città alternativa. Mi spiego: io capisco che Ruffo sia confuso e abbia perso gran parte dei ricordi, ma personalmente ho trovato che le sue reazioni fossero troppo trama-service. Voglio dire, ok tutto, ma se io mi ritrovassi in una città che sembra la mia dopo una guerra postatomica e davanti a me apparisse un clown alla IT, penso che mi teletrasporterei istantamente in Cina. E, se anche sopravvivessi al confronto con lui, credo che dopo mi rinchiuderei nel primo cassonetto della spazzatura e ci morirei serenamente dentro, senza mai più riaprire il tettuccio, tremando di terrore. Ora, capisco che magari io sono una fifona, ma ho trovato Ruffo un po' troppo impassibile, come se nulla lo turbasse.</div>
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L'altro dubbio è rappresentato da Alice: per carità, è una ragazza adorabile (anche se, parere mio, eviterei la descrizione un po' abusata dei suoi occhi "da cerbiatta") e sicuramente ha sofferto, ma in tutta la storia, finale compreso, non veniamo a sapere nulla di lei. Voglio dire, è il personaggio femminile principale. Chi è? Perché viveva per strada? Perché piangeva?<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0JZbYoYDacnL9Uhz83raqSjlhamf80ldTKWYMJIenzATof9RlqgcJYWbgovOdca9uJ-VBEGxbflw1uD3CkhereXagzQfabCJbLEkxK7bsw5VHHCgmy64970sxtuzERw8Z6kW4ancEkrrP/s1600/pexels-photo-333963-1.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="853" data-original-width="1280" height="132" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0JZbYoYDacnL9Uhz83raqSjlhamf80ldTKWYMJIenzATof9RlqgcJYWbgovOdca9uJ-VBEGxbflw1uD3CkhereXagzQfabCJbLEkxK7bsw5VHHCgmy64970sxtuzERw8Z6kW4ancEkrrP/s200/pexels-photo-333963-1.jpeg" width="200" /></a>Di conseguenza, ho trovato un po' inverosimile la love-story: anche ammesso che esista l'amore a prima vista, Ruffo davvero deciderebbe di "adottare" una vagabonda senza pensarci due volte? Niente polizia, niente pretesa di sapere lei chi è, nemmeno se è affetta da qualche malattia o se magari è in fuga da qualcuno di pericoloso che la sta minacciando e potrebbe ammazzare anche lui? E il giorno dopo andrebbe davvero al lavoro lasciando lei in casa, come se niente fosse? Non so, ma nella vita reale penso che al ritorno Ruffo si sarebbe ritrovato la porta scardinata e l'appartamento svaligiato dalla squadra di malviventi di cui Alice faceva da esca. Anche volendo ammettere che lei sia un angelo, Ruffo non può saperlo, pertanto avrei apprezzato, anche qui, una presenza minore di scelte trama-service.</div>
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Poi, per carità, non sono lacune incolmabili: semplicemente, io avrei aggiunto una ventina di pagine per favorire la verosimiglianza. Ad esempio, un litigio o una fuga da parte della ragazza sarebbero stati una buona idea, secondo me, perché avrebbero creato una tensione per cui il lettore avrebbe desiderato vedere Alice e Ruffo insieme. Oltretutto, in genere le persone che vivono per strada sono scappate di casa o ne sono state cacciate, subendo un grave trauma familiare; questi soggetti cadono spesso in giri di droga, prostituzione e povertà estrema che contribuiscono a farli sentire ancora più emarginati e disprezzati dalla società. Maturano odio nei confronti dei cittadini "normali" e quindi, anche se trovano qualcuno che vuole offrire loro aiuto, nella maggior parte dei casi capita che questi scappino, proprio perché vivono nel terrore del rifiuto e della "fregatura".<br />
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Ultimissimi punti interrogativi, che in un eventuale sequel sarebbe semplice risolvere (come anche le domande su Alice), sono la scomparsa, nel finale, nonostante il coma del protagonista, della sua migliore amica, che nelle prime pagine sembrava la persona più importante della sua vita; un'altra cosa che mi è mancata è stata qualche informazione più dettagliata e magari amalgamata alla storia sui motivi che hanno fatto cadere Ruffo in coma. Magari qualcosa che ha mangiato nella prima pagina, infetto da un verme letale? Un incantesimo di Pakinopah? Una vacanza esotica? Personalmente, avrei citato all'inizio qualcosa del genere, giusto per "poggiare la pistola sulla poltrona nel primo atto, sapendo già che sparerà nel terzo", come direbbe Hitchcock.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_8ptDX3iBHdRYTaxDtVPhUkbxTbi1B7xAGnmm_JSlK-doANB6zVkk_KjCH1DhozW_922w5oHQckt4VZVh_pc4YhQqynwTo5p5gzVqweoNlb31HvhOqmn8qo1gLNriMs33kU_pktZZ8UgZ/s1600/Elora.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1347" data-original-width="1524" height="282" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_8ptDX3iBHdRYTaxDtVPhUkbxTbi1B7xAGnmm_JSlK-doANB6zVkk_KjCH1DhozW_922w5oHQckt4VZVh_pc4YhQqynwTo5p5gzVqweoNlb31HvhOqmn8qo1gLNriMs33kU_pktZZ8UgZ/s320/Elora.jpg" width="320" /></a></div>
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Bene, aspetti positivi e negativi terminati. Lo so, lo so: sono una gran pignola. E' vero, tendo a essere<br />
puntigliosa su ciò che leggo, ma preferisco essere onesta e riportare sia le mie impressioni positive che le critiche, cercando di esprimerle nel modo più costruttivo possibile. Il libro mi è piaciuto: è profondo, commovente, in grado di trasportare il lettore per mano dalla prima all'ultima pagina. A un certo punto mi sono ritrovata addirittura con la lacrimuccia!</div>
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Vi dirò di più: io spero un sacco che l'Autore decida di scrivere il seguito, non solo perché in questo modo le domande irrisolte potrebbero trovare una risposta, ma anche perché le ultime pagine chiudono la storia con un finale aperto, soprattutto per gli oscuri piani che fanno scintillare gli occhi demoniaci di Pakinopah.<br />
<br />
<ol>
<li>Non posso far altro, quindi, che ribadire il mio consiglio di leggerlo. Tanto, che lo facciate o no, Tenebra Lux vi attende comunque, oltre il cupo arco di ombre che tutti, prima o poi, dovremo attraversare. Ma, se volete essere preparati, c'è un modo piuttosto semplice: basta <a href="http://www.edizionileucotea.it/it/home.php?s=0,1,2&pg=&dfa=do25&diditem=3395" target="_blank">cliccare qui</a>, acquistare una copia del libro... e inoltrarvi per le vie di questa città distorta, nella speranza di ritrovare la strada di casa, prima che un certo flautista vi trovi e vi faccia perdere il lume della ragione con il suo magico, fatale richiamo.</li>
</ol>
</div>
Alice e Francescahttp://www.blogger.com/profile/05381043781432299786noreply@blogger.com17tag:blogger.com,1999:blog-9168169482102931334.post-38793999585130848842018-07-26T11:45:00.003+02:002018-07-26T11:45:50.045+02:00Nel salotto dello scrittore: oltre l'orizzonte<div style="text-align: justify;">
Ebbene sì, amiche e amici: siamo giunti all'ultima puntata della rubrica "<i>Nel salotto dello scrittore</i>", almeno per ora. Ho provato a tardarla, davvero. Il post doveva essere online lunedì, poi martedì - ma, alla fine, non ho potuto fare a meno di scriverlo. Brutta bestia, la nostalgia.</div>
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In ogni caso, oggi visiteremo gli ultimi Autori che ho pensato di selezionare; scrittori, poeti, perfino pittori che hanno viaggiato a lungo nel mondo, esplorandone ogni confine, e che alla fine si sono stabiliti laggiù, oltre la linea luccicante dell'orizzonte, dove l'occhio umano non può arrivare, ma che è patria e frizzante giardino in cui danza e ride la fantasia.</div>
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<b>Rabindranath Tagore</b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHbnQQxhYsnyrZsAkIQE0naZV0kfCgFZf9oJDz681vqn5_vE6JsY6j09mG7w_ibwPp7UQ7rCYNKdFCumfHM_9nhN55O8ovHanxa_PMqrRry8hC_VN0DMO9XoeXU_Kh-oPD1yATfsBsoxMk/s1600/rabindra-bharati-university-and-tagore-museum-kolkata-calcutta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="602" data-original-width="802" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHbnQQxhYsnyrZsAkIQE0naZV0kfCgFZf9oJDz681vqn5_vE6JsY6j09mG7w_ibwPp7UQ7rCYNKdFCumfHM_9nhN55O8ovHanxa_PMqrRry8hC_VN0DMO9XoeXU_Kh-oPD1yATfsBsoxMk/s320/rabindra-bharati-university-and-tagore-museum-kolkata-calcutta.jpg" width="320" /></a></div>
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Rabindranath Tagore, chiamato talvolta anche con il titolo di Gurudev, nacque nel 1861 a Calcutta in una ricca e importante famiglia di Bramho. E' stato lo scrittore più grande della moderna letteratura indiana: a lui appartengono poesie, saggi, drammi (più quasi 2500 disegni e dipinti); le sue opere immortali gli guadagnarono il premio Nobel per la letteratura nel 1913, il primo mai conferito a un letterato non occidentale. Non solo: Tagore ricevette anche il titolo di cavaliere nel 1915, ma lo rifiutò nel 1919 per protestare contro il Massacro di Amritsar, nel Punjab, dove le truppe britanniche uccisero circa 400 dimostranti indiani che si ribellavano contro le leggi coloniali.</div>
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Grande difensore dei diritti civili e della cultura, Tagore riuscì, nel 1921, a realizzare il progetto di trasformare la scuola di Santiniketan in un'università internazionale, La Vishva Bharati University. A essa devolse i proventi del premio Nobel e i diritti d'autore dei suoi libri. Non contento, per raccogliere ulteriori fondi per l'università egli compì instancabili viaggi nel mondo: nel 1924 visitò la Malesia, la Cina e il Giappone. Poi si recò in Argentina e, nel 1927, in Europa e anche qui da noi, in Italia.</div>
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Il successo di Tagore come scrittore si estese ben oltre i confini della sua terra, raggiungendo gli Stati Uniti e l'Inghilterra dopo la pubblicazione del suo celeberrimo "<i>Gitanjali: Offerte di canzoni</i>".</div>
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La casa-museo di Rabindra Bharati può essere considerata come la raccolta delle memorie di Tagore: vi sono catalogati dipinti originali, fotografie, libri e altri documenti importanti di cui l'India è molto fiera.</div>
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<u>Curiosità</u>: durante la visita è possibile ascoltare, in sottofondo, opere musicali composte dallo stesso Tagore.</div>
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<b>Gabriel García Márquez</b></div>
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"<i>Vengo a chiederti il favore di accompagnarmi a vendere la casa. Non fu necessario che mi dicesse quale era la casa e dove stava, perché per noi ce ne era una sola al mondo: la vecchia casa dei nonni ad Aracataca, dove ebbi la fortuna di nascere e dove tornai a vivere dopo gli otto anni.</i>"</div>
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G. G. Márquez, "<i>Vivir para contarla</i>", 2002</div>
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Ad Aracataca, in Colombia, si trova la casa museo di questo celeberrimo scrittore, vincitore del Premio Nobel nel 1982: tutti i suoi romanzi ("<i>Cent'anni di solitudine</i>", "<i>Foglie morte</i>", "<i>L'amore ai tempi del colera</i>" e "<i>Cronaca di una morte annunciata</i>", per citarne solo alcuni) furono, in minor o maggior misura, ispirati da questo luogo, così come Macondo, il villaggio immaginario che fa da sfondo alle vicende di "<i>Cent'anni di solitudine</i>".</div>
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Un piccolo aneddoto riguarda la nonna dell'Autore: era veggente, motivo per cui, negli anni '70, un amico di <span style="text-align: right;">Márquez</span>, Plinio Apuleyo Mendoza, gli domandò se fosse stata lei a rivelargli che sarebbe diventato uno scrittore. Lui, però, rispose: "<i>No, è stato Kafka, che raccontava in tedesco le cose allo stesso modo in cui le raccontava mia nonna. Quando lessi a diciassette anni 'La metamorfosi', scoprii che sarei diventato scrittore. Pensare che Gregorio Samsa poteva svegliarsi una mattina e scoprire di essersi trasformato in un gigantesco scarafaggio, mi fece pensare: 'Io non sapevo che questo fosse possibile farlo. Ma, se è così, scrivere mi interessa.'</i>"</div>
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Purtroppo la casa originale, che constava di quattordici stanze, venne distrutta da una tempesta, ma nel 2010 è stata ricostruita e oggi è un luogo di pellegrinaggio letterario, piena degli effetti e dei ricordi dello scrittore. Indimenticabili le citazioni scritte su tutti i muri e sparse per il paese.</div>
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<u>Curiosità</u>: sul retro della casa vi è un bel giardino con enormi alberi esotici da frutto. L'intero paesino di Cartagena sembra uscito direttamente da uno dei libri dell'autore.</div>
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<b>Karen Blixen</b></div>
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A Nairobi, in Kenya, si trova la casa museo della nota autrice, la quale scriveva: "<i>Avevo una fattoria in Africa, ai piedi delle colline Ngong.</i>" Ella visse nel complicato periodo coloniale, di cui dipinse un immortale ritratto nel suo libro memoir "<i>La mia Africa</i>". La Blixen arrivò in Kenya nel 1913 per sposare suo cugino, il Barone Bror von Blien-Fincke, con lo scopo di realizzare insieme il sogno di una vita: comprare una grande piantagione di caffè e gestire una fattoria. Il sogno si realizzò, ma andò in frantumi nel 1921 quando la Blixen si separò dal marito e dovette rimanere da sola a curare la piantagione, ormai unica sua ragione di vita. La sua storia, fatta di safari, frustrazioni, tradimenti, relazioni, divorzi, siccità e addirittura la vendita della piantagione a causa di una gravissima crisi del mercato del caffè portò la Blixen a uno straziante ritorno in Danimarca nel 1931, nella quale rimase a dedicarsi alla sua altra passione, la scrittura, dipingendo le emozioni e le avventure vissute nella sua amata, e perduta, Africa. </div>
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<u>Curiosità</u>: i giardini sono spettacolari ed è possibile osservare perfino gli attrezzi agricoli originali utilizzati nella piantagione. All'interno della casa gli arredi sono quelli originali, in stile coloniale, ma è possibile anche ammirare il vestito indossato da Meryl Streep durante le riprese del noto film "<i>La mia Africa</i>", tratto dal romanzo omonimo.</div>
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<b>Katherine Mansfield</b></div>
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Casa Thorndon, a Wellington, in Nuova Zelanda, fu il luogo in cui la celebre scrittrice visse pochissimo, per poi trasferirsi con la famiglia a Londra nel 1903 e viaggiare in Europa per il resto della sua vita fino alla morte, avvenuta prematuramente a 34 anni. Ma i suoi primi cinque anni di vita furono condotti qui, in una modesta casa bianca che dava sull'oceano. Nei suoi scritti non si denota un grande amore da parte sua per il luogo, ma alcune delle sue opere più celebri, come "<i>Sulla baia</i>", traggono completa ispirazione dall'aria gravida del profumo di frutti esotici, dallo sciacquio battente della risacca notturna, dal sapore di sale sulle labbra, dalle vesti bianche delle signore sulla spiaggia, come se quei ricordi, malgrado la volontà della Mansfield, si fossero tatuati dentro di lei in maniera indelebile. Oggi la casa è stata riportata alle origini e celebra l'autrice, anche attraverso l'ampio, magnifico giardino circostante. Il profumo dei fiori sotto la pioggia è sontuoso, magico, e riporta indietro nel tempo.</div>
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<u>Curiosità</u>: nella casa sono presenti moltissimi oggetti appartenuti alla Mansfield, compresi la sua macchina da scrivere e il pianoforte di famiglia.</div>
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Bene, eccoci alla fine, dunque: quella vera, tagliente, cruda, che prima o poi arriva a mozzare tutti i respiri. E voi direte: e che ansia! Sì, lo so. E' che mi affeziono molto alle cose, alle persone, alle idee. A tutto. Mannaggia alla mia sensibilità. Comunque, so bene che la rubrica non è completa: un numero sterminato di Autori non vi ha trovato posto, ma per i motivi vi rimando alla <a href="http://perasperaadastra19.blogspot.com/2018/07/nel-salotto-dello-scrittore-scrittori_17.html" target="_blank">puntata precedente</a>. Qui vi lascio solo i miei più sinceri ringraziamenti per aver viaggiato con me e partecipato alle mie ricerche, nella speranza che - almeno un pochino - vi abbiano emozionati. Grazie, a tutti, anche a chi ha letto senza commentare: mi ha fatto piacere trascorrere un po' di tempo nella vostra silenziosa, discreta e delicata compagnia.</div>
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Vi segnalo, comunque, che a breve sarà online una nuova rubrica, dal titolo "<i>Nella valigetta dello scrittore</i>", grazie alla quale io e la mia socia, Francesca, imbratteremo un po' di pagine con i nostri consigli di scrittura e spunti per gli aspiranti Autori, nella speranza di stuzzicarli con le nostre idee. Potete trovare <a href="http://perasperaadastra19.blogspot.com/2018/07/nella-valigetta-dello-scrittore-spunti_23.html" target="_blank">qui</a> la prima puntata, dedicata alle ambientazioni di romanzi e racconti.</div>
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A presto e, ancora, a tutti: grazie.</div>
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<i>- Alice</i></div>
Alice e Francescahttp://www.blogger.com/profile/05381043781432299786noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-9168169482102931334.post-15460891148806603602018-07-23T17:08:00.000+02:002018-07-23T17:08:04.238+02:00Nella valigetta dello scrittore: spunti per ambientazioni<div style="text-align: center;">
~ <i>Post a quattro mani</i> ~</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcgE2BUQagAhAdF_62wCtzD12V7YH_bxkLxnl4lQTtEwzfmrwOPEixuqDBcF-r3AFPZ7LsyiGOU5Txf6EkOncseUd6qXg8LriMg2MXnsOqmnsruP5vSaxfXnbgSSGf-wlKgDIlcIrezMVF/s1600/capodanno-a-teatro-milano1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="304" data-original-width="600" height="162" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcgE2BUQagAhAdF_62wCtzD12V7YH_bxkLxnl4lQTtEwzfmrwOPEixuqDBcF-r3AFPZ7LsyiGOU5Txf6EkOncseUd6qXg8LriMg2MXnsOqmnsruP5vSaxfXnbgSSGf-wlKgDIlcIrezMVF/s320/capodanno-a-teatro-milano1.jpg" width="320" /></a></div>
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Signore e signori, prego, entrate. Non fate quelle facce, è tutto a posto. Sedetevi comodi mentre io e la mia collega vi diamo un paio di comunicazioni.</div>
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La prima: come sapete, la rubrica "<i>Nel salotto dello scrittore</i>", dedicata alle dimore degli scrittori più celebri sparse per il mondo, terminerà domani. Dopo un viaggio durato settimane, dovremo riporre le nostre cose in valigia, avvitare il tappo alla crema solare, chiudere la zip e tornare a casa. La nostra, questa volta, dove nessun Autore - a meno che non li siate voi stessi - ha mai pianto, accartocciando un foglio via l'altro mentre batteva sui tasti di una vecchia Underwood.</div>
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Ma, e qui arriviamo alla seconda e ultima novità, questo non sarà un addio: dato che nessuna delle due ama la parola "fine", abbiamo deciso di inaugurare, con questo post, una nuova rubrica. Il nome - "<i>Nella valigetta dello scrittore</i>" - richiama il progetto precedente, ma allo stesso tempo scende ancora più in profondità nella vita degli Autori: ne esamina l'anima, le armi, gli scudi, le misteriose ampolle alchemiche che si nascondono sotto i pastrani di questi loschi figuri sempre a caccia di parole.</div>
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E' a loro, soprattutto, che questa nuova rubrica è rispettosamente dedicata: a chi ha un personaggio in mente e non trova un'ambientazione in cui farlo muovere, o magari ha una storia bomba in testa ma nessun personaggio originale; ed è dedicata alle loro speranze, alle lunghe notti insonni e alla pioggia, tutta quella pioggia che piove loro dentro, continuamente, finché non spunta il sole di un'idea. Ragazzi, quanto vi capiamo. E quanto vi vogliamo bene.</div>
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Perciò, beh, speriamo che questo progetto vi piaccia. Dal canto nostro, noi siamo qui per imparare, condividere e proporre spunti per tutti quei dettagli che rendono una storia tridimensionale e vibrante. E nessuna storia può sopravvivere senza i tre pilastri portanti: personaggi, trama, ambientazione.</div>
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Perciò, tenetevi pronti: si comincia.</div>
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Dove vorrei essere in questo momento? Lontano, sicuramente. In un posto fresco, dove non mi conosce nessuno. Un posto dove non importa la lingua che parlo o l’ammontare economico in banca, ma dove basta un sorriso. Hai bisogno di aiuto? La macchinetta per fare il biglietto ti sta dando problemi? Se so quando passa il prossimo treno? Ma certo! Tu sei tedesco e non capisci un accidente di quello che sta dicendo l’annunciatrice di Trenitalia, e io non parlo affatto la tua lingua, ma voglio aiutarti e lo faccio, a costo di gesticolare o usare un inglese scorretto. In fondo, siamo tutti uguali, tutti cittadini dello stesso mondo. Un mondo che può essere bello, se vissuto con gli occhi di chi sa godersi la vita.</div>
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Ebbene, come detto sopra, oggi parliamo proprio di questo. Non tanto di come godersi la vita o di dove vorremmo essere — sono quasi certa che Alice griderebbe subito ROUTE 66 — ma di location che possono stimolarci. Sia dal punto di vista di esperienze, sia da quello della scrittura.</div>
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Riprendo un concetto citato qualche riga fa: i pilastri di ogni storia. I personaggi, la trama e l’ambientazione. Uno scrittore può scegliere di partire da uno di questi a prescindere. Alcuni di voi, magari, si svegliano la mattina già con l’Idea pronta e non hanno bisogno nemmeno di starsi a scervellare per pensare ad ambientazione o trama (raga, vi odio). Ma oggi non vogliamo parlare a loro, bensì a voi. Voi che magari avete il personaggio perfetto per una storia, ma non sapete bene cosa fargli accadere. Voi che avete una trama, ma che vi sembra carente per un qualche motivo che vi è ancora oscuro. Vogliamo parlarvi dell’ambientazione.</div>
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Non vogliamo tediarvi, ma da un’ambientazione particolare può scaturire tutto un romanzo o — come nel mio caso — una vera e propria saga. Provate a pensare a libri come Divergent o Hunger Games. Ok la trama. Ok i personaggi, ma cos’è che fa la storia? L’ambientazione. Quel clima tipicamente ostile dato dalla distopia.</div>
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Oggi, parlando di ambientazione, abbiamo pensato di suggerirvene alcune, così che magari possiate trovare quel qualcosa che vi mancava o anche solo l’ispirazione per buttarvi a capofitto su quel racconto che volevate scrivere da tempo.</div>
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Partiamo con le mie.</div>
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<b>1) IL MARE</b><br />
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Voi ancora non mi conoscete bene, ma quando il mio libro sarà finalmente pubblicato (e un giorno lo sarà, dannazione!) riuscirete a scorgere un po’ di Francesca tra le righe. Attraverso Alec, un ragazzo che sogna di lasciare il suo paese per recarsi al di là del mare, capirete quanto sia importante il mare per me. Non il mare da balneazione. Odio quel tipo di mare. Il mare che intendo io è l’immensa distesa blu. Quella che parla di opportunità e speranza. Un mondo al di là della linea dell’orizzonte, fatto di avventura e di incertezze. Ora, prendete una scogliera. Potreste avere un personaggio che lotta contro i propri demoni interiori e medita di suicidarsi. Magari i suoi piani non vanno secondo le sue aspettative. Magari vede qualcosa all’orizzonte, una nave di pirati o il gommone di un naufrago che viene sospinto dalle onde verso riva. Oppure pensate a una grotta. Lo scroscio delle onde fra gli scogli, i granchi che escono in cerca di cibo. Due innamorati che si scambiano promesse d’amore, prima di essere brutalmente assassinati (scusate, ho il brutto vizio di distruggere le coppie felici). Insomma, il mare si presta bene un po’ a qualsiasi situazione.</div>
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<b>2) LE CATACOMBE DI PARIGI</b></div>
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Ok, Parigi è un già visto nelle ambientazioni. Di solito viene scelta nei romanzi rosa per la magnificenza dei suoi monumenti. Avete mai visto Parigi dall’alto? Avete mai passeggiato lungo la Senna, guardando le luci della città accendersi al crepuscolo? Siamo obiettivi, Parigi è forse la location per eccellenza in fatto di romanticismo. Ma non è della Parigi <i>classica </i>che volevo parlarvi, bensì delle catacombe. Sotterranei antichi, dove tutt’oggi sono ammassati migliaia di scheletri umani. Gente perlopiù uccisa dalla peste, ora disposta come tanti mattoni a formare delle tetre pareti di ossa. Uno scenario da brividi, che si adatta bene a un racconto dell’orrore, ma anche a un urban fantasy o, perché no, magari a una fiaba! Pensate a una bambina che si perde nelle catacombe e magari viene aiutata da uno scheletro gentile a riemergere in superficie!</div>
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In ultimo, ma non per ultimo:</div>
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<b>3) IL CENTRO COMMERCIALE</b></div>
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Ogni volta che penso al centro commerciale mi viene in mente quel film con la ragazza incinta che vi partoriva dentro. Ma altri, oggi, hanno usato questa location come ambientazione per le proprie storie. Provate a pensare a "<i>The Mist</i>", la nebbia. Un gruppo di cittadini chiusi dentro a un supermercato, mentre fuori dalle pareti di vetro imperversa la nebbia, carica di creature demoniache che non vedono l’ora di cenare. Ora, non so voi ma, mostri a parte, io mi sono immaginata spesso di restare chiusa una notte in un centro commerciale. Personalmente, posso giurare che se dovesse succedermi una cosa del genere, passerei la notte nel reparto gastronomia ad affettarmi prosciutto crudo e a mangiarmi focaccine. Siccome, però, questo non fa trama, provate a pensare a un attacco terroristico. Siete andati a fare la spesa. Non avevate voglia di perdere tanto tempo perché aspettavate ospiti, ma all’ultimo vi siete accorti che vi mancava il vino. Così siete usciti, giurando che sareste tornati a casa nel giro di mezz’ora, quando un gruppo di uomini incappucciati fa irruzione nel centro commerciale e iniziano a sparare all’impazzata. Voi riuscite a salvarvi per miracolo, magari perché eravate dentro l’ascensore o perché vi eravate allontanati per andare alla toilette, chi lo sa. Il centro commerciale, con le sue corsie e i suoi rifornimenti, è l’ideale per raccontare la storia di qualcuno che cerca di scappare… o di fare qualcosa di incredibilmente stupido.</div>
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Fantastico, Fra. Adesso ho voglia di focaccine al prosciutto. Grazie, eh.</div>
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Ma veniamo a noi.</div>
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Che siano gelide, sterminate, futuristiche, soffocanti o inquietantemente quotidiane, le ambientazioni che stimolano la mia vena creativa possono essere riassunte in un'unica parola: estreme. Per il clima, o magari a causa degli eventi che le hanno create. Ambientazioni di questo tipo sono perfette per racconti brevi e folgoranti, ma anche come substruttura per romanzi distopici o post-apocalittici.</div>
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E voi vi domanderete: ma perché? Una storia non può svolgersi anche nel nostro mondo?</div>
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Beh, sicuramente sì. Ma fra tutti i mondi possibili sono nata proprio in questo, perciò preferisco divertirmi a pensare a quelli che mi sono persa. A tutti quei meravigliosi mondi alternativi in cui talvolta rischiamo di ruzzolare, se apriamo la porta sbagliata... o leggiamo la storia giusta.</div>
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<b>1) PRYP"JAT'</b></div>
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Silenzio assoluto. E' questo ciò che si può udire a Pryp"jat', Ucraina, sul confine bielorusso, se si è abbastanza folli da recarvisi. Dopo il disastro nucleare di Černobyl' del 1986, la città (che all'epoca era conosciuta come "la città dei fiori", per via delle molte aiuole rigogliose) venne evacuata in fretta e furia, lasciando inutilizzato il luna park che era appena stato installato, con tanto di autoscontro e ruota panoramica. Delle risate sono rimasti solo i fantasmi.</div>
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A oggi, le strade sono ancora praticabili, per quanto parecchia vegetazione abbia spaccato l'asfalto, ma la città è totalmente disabitata per l'alta concentrazione di radiazioni. Alcune vie sono chiuse da enormi blocchi di cemento e dappertutto vi sono desolazione, impalcature cigolanti e ruggine. Oh, e porte aperte. Sì, perché all'epoca dell'evacuazione agli abitanti venne detto che sarebbero potuti tornare a casa entro tre settimane, purché avessero lasciato porte e finestre spalancate per far "uscire" le radiazioni. Perciò, aspirante scrittore di racconti, fai attenzione, se decidi di recarti a Pryp"jat': qui non sono solo i morti o i fantasmi, a urlare. Ogni singolo edificio grida ancora con occhi e bocche sbarrate dall'orrore.</div>
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Il luna park è in assoluto la zona più radioattiva, distante solo 3 km dalla centrale nucleare. La città possiede anche due ospedali, di cui uno pediatrico, un centro commerciale, due hotel, numerosi bar e ristoranti, un cinema, un teatro e un centro polifunzionale con piscina. Tutto pericolante e abbandonato, naturalmente. Ah, a proposito: qualcuno che vive in queste zone c'è ancora, a dire il vero. Orsi, volpi e lupi sono i padroni incontrastati della città e non è raro vederli passeggiare, con un ringhio selvaggio sulle fauci e il grattare stridente degli artigli.</div>
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Beh, aspirante scrittore, per quanto riguarda Pryp"jat' questo è tutto. Non è un luogo facile da descrivere, ma è l'ideale per ambientarci qualsiasi genere di racconto: dall'horror, al thriller, al fantascientifico, al fantasy. E anche alla narrativa mainstream, volendo: nulla vi vieta di scrivere, ad esempio, di un abitante originario che, divorato dalla nostalgia, decide di tornare qui, di nascosto. Dato che ogni primo maggio i residenti possono tornare per poche ore a rivedere le loro case distrutte, forse il tuo personaggio potrebbe sfruttare questa occasione. Forse è malato, sa già di dover morire, e nessuno vuole morire lontano dalla propria casa. Una storia drammatica su uno sfondo ancor più drammatico.</div>
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«<i>Non ritorneremo.</i></div>
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<i>Addio,</i></div>
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<i>Pryp"jat', 28 aprile 1986</i>»</div>
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(Frase sulla bacheca di classe di un asilo della città)</div>
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<b>2) ESCAPE ROOM</b></div>
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Ok, passiamo a qualcosa di più, mh, giocoso. Qualcuno di voi conosce le escape room? No? Male, male. Si tratta di giochi online, spesso del tipo punta e clicca, in cui avete un tot di tempo a disposizione per poter risolvere gli indovinelli e scoprire gli indizi segreti nascosti nella stanza in cui siete stati intrappolati. L'obiettivo è riuscire a uscire.</div>
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E voi direte: beh, e quindi? Se è solo online, chi se ne frega, giusto?</div>
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Sbagliato. Perché la realtà supera l'immaginazione e sono già diversi anni che in quasi ogni città è presente almeno una escape room. Alcune sono tematiche, altre libere. Il denominatore comune è che si può giocare in un massimo di sei persone, si ha un'ora di tempo e, in genere, non serve alcuna conoscenza di base. Questo per permettere a chiunque di giocare.</div>
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Provate a immaginare: un gruppo di amici si annoia e decide di provare una di queste famose escape room. Magari con un tema particolare, tipo una zombie room, o una stanza a tema prigione, decidete voi. Questi tipi arrivano e il gestore del gioco sembra una persona normale. Scherza con loro, gli spiega come funziona il gioco e poi li rinchiude.</div>
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E poi?</div>
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Beh, sta a voi deciderlo. Sappiate che solitamente nella stanza c'è un televisore attraverso il quale il gestore, camuffato alla stregua di "<i>Saw - L'Enigmista</i>", vi può parlare. C'è anche un tubo, attraverso il quale può "sputare" sul pavimento degli aiuti, in genere bigliettini chiusi in palline di plastica. Ma se non mandasse aiuti? Se mandasse una fiala con dentro un virus, e lui volesse solo verificarne gli effetti per un suo macabro studio? Se la luce si spegnesse all'improvviso e uno di loro sparisse, e poi dal tubo cadesse giù un dito mozzato? L'unico limite è la fantasia... e il vostro livello di sadismo.</div>
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<br /></div>
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<b>3) UN'ISOLA SEMIDESERTA</b></div>
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Mi sembra già di sentire il coro dei commenti.</div>
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"Ma questa è banale!"</div>
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"Dai, è sfruttatissima!"</div>
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"Io mi rifiuto di leggere oltre."</div>
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Ma no, no, state buoni, non andatevene così in fretta. Datemi una chance.</div>
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Immaginatevi un'isola di piccole dimensioni. Diciamo dieci chilometri di lunghezza per sei o sette di ampiezza. Un posto incontaminato, ma servito da un porto, oppure un piccolo eliporto, ma nessun hotel. I turisti, infatti, sono solo scrittori che si recano lì per ritrovare la quiete e non venire disturbati mentre creano. Gli alloggi sono piccole palafitte, la cui porta resta sempre chiusa dall'esterno, in modo che nessuno possa uscirne e rischiare di distrarsi. All'orario dei pasti, qualcuno porta un vassoio davanti alla porta, la apre perché lo scrittore possa raccoglierlo e la richiude subito. Potrebbe sembrare una prigionia, ma loro lo hanno scelto apposta.</div>
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Magari all'inizio si trovano anche bene: i romanzi procedono, il clima di mare è salutare. Ma potrebbe succedere di tutto, e a seconda dell'evento il racconto o romanzo si può trasformare in un horror, un thriller, o in un drammatico, o anche in pura fantascienza. Vi basta porvi la domanda principe di tutta la scrittura: e se?</div>
<div style="text-align: justify;">
E se un giorno le porte rimanessero chiuse, ora dopo ora, e nessuno riuscisse più a uscire?</div>
<div style="text-align: justify;">
E se uno degli scrittori udisse un urlo dalla palafitta accanto, e si scoprisse che all'interno c'è il cadavere di uno dei suoi colleghi, ma la porta fosse chiusa dall'interno?</div>
<div style="text-align: justify;">
E se il nostro protagonista si innamorasse della bella ragazza che gli porta il cibo ogni giorno?</div>
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E se nel mondo scoppiasse un’epidemia su scala globale e questo isolotto fosse l'unico rimasto incontaminato, ma anche con scarse provviste?</div>
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<br /></div>
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Bene, spero di avervi solleticato la fantasia con queste ambientazioni. Di sicuro, la mia si sta fregando le mani, anche se non so se riuscirò a scrivere uno dei racconti di cui vi ho parlato, oggi. Come sapete, sto attraversando un periodo di blocco e non so quando passerà, né come. Ma passerà. A costo di finire anch'io su un'isola deserta, rinchiusa come un criceto in gabbia, a cercare di controllare la claustrofobia mentre la macchina da scrivere mi fissa, muta, dal tavolino sotto la finestra a sbarre.</div>
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<i>- Francesca e Alice</i></div>
Alice e Francescahttp://www.blogger.com/profile/05381043781432299786noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-9168169482102931334.post-59128543783532397312018-07-17T17:06:00.002+02:002018-07-18T07:41:48.250+02:00Nel salotto dello scrittore: scrittori americani (parte 3)<div style="text-align: justify;">
Eccoci giunti a una nuova puntata - la penultima - della rubrica "<i>Nel salotto dello scrittore</i>", dedicata agli Autori e ai luoghi in cui hanno vissuto. Ma non si tratta solo di questo: una casa, specialmente per uno scrittore, non è solo una casa. E' un luogo di strani sogni, di stanze che si moltiplicano all'infinito in cui personaggi, storie e idee si riflettono come in un palazzo di specchi, mostrando ora un sorriso, ora una lacrima, e subito dopo un sogghigno diabolico.</div>
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Venite, prendete la mia mano. Addentriamoci insieme nei macabri labirinti della fantasia...</div>
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<b><br /></b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b>Howard Phillips Lovecraft</b></div>
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Immortale scrittore, poeta, critico letterario e saggista statunitense, H. P. Lovecraft è forse il più importante precursore della fantascienza angloamericana. Non solo: a lui si deve anche l'invenzione del "<i>Necronomicon</i>", il famosissimo pseudolibro di magia nera che molti, ancora oggi, credono reale. In realtà, Lovecraft lo creò di suo pugno, sfruttandolo come espediente letterario per dare verosimiglianza ai propri racconti: egli, infatti, lo citò nelle sue opere come se fosse realmente esistito, dando vita a una vera e propria leggenda secondo la quale il "<i>Necronomicon</i>" (in arabo: Al Azif) sarebbe stato scritto dall'arabo pazzo Abdul Alhazred, vissuto nello Yemen nell'VIII secolo e morto a Damasco in circostanze misteriose. La finzione resse a lungo, tanto che parecchi Autori cominciarono a citare il "<i>Necronomicon</i>" nei loro racconti, contribuendo a legittimare la sua esistenza; alla fine, Lovecraft fu costretto a confessare la verità, poiché troppi suoi lettori lo avevano preso sul serio.</div>
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Riconosciuto oggi come uno tra i maggiori scrittori di letteratura horror insieme a Edgar Allan Poe, Lovecraft non godette di particolare successo in vita: le sue opere ("<i>Dagon</i>", "<i>Il colore venuto dallo spazio</i>", "<i>Il richiamo di Cthulhu</i>", "<i>L'orrore di Dunwich</i>", "<i>Il caso di Charles Dexter Ward</i>", "<i>Le montagne della follia</i>" e "<i>La maschera di Innsmouth</i>", per citarne alcune), una sorta di contaminazione straniante fra horror, fantascienza e dark fantasy con sfumature gotiche, weird ed esoteriche, non vennero apprezzate dai critici se non dopo la morte dell'Autore, avvenuta nel 1937 a causa di un cancro all'intestino tenue, all'età di soli 46 anni.</div>
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Dopo la morte, il corpo di Lovecraft venne sepolto assieme a quello dei genitori nel monumento funebre di famiglia dei Phillips, nel cimitero di Swan Point a Providence; nel 1977, però, un gruppo di fan particolarmente devoti guidati da Dirk Mosig raccolse i fondi per far realizzare una nuova lapide commemorativa, sulla quale vennero incisi il nome dello scrittore, le date di nascita e di morte e la frase "I AM PROVIDENCE" (io sono Providence), tratta da una delle sue lettere personali.</div>
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A Providence, lo scrittore si stabilì in parecchie case, molte delle quali gli ispirarono i suoi racconti dell'orrore. Dal 1904 al 1924 visse al 598 di Angell Street in una casa modesta e spoglia, piuttosto macabra, che egli sfruttò per il suo racconto "<i>La casa misteriosa lassù nella nebbia</i>". Un altro racconto, "<i>La casa stregata</i>", gli venne ispirato dal 135 di Benefit Street, luogo di reali sventure accadute ai vari proprietari della magione e dimora, secondo le voci, di un'entità vampirica sepolta sotto la casa.</div>
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Al 140 di Prospect Street si trova la "casa Ward", che diede l'idea a Lovecraft per il suo romanzo "<i>Il caso di Charles Dexter Ward</i>", un apprendista negromante, mentre al numero 65 della stessa via si trova l'ultima residenza dello scrittore: Samuel B. Mumford House. Grazie a questa casa Lovecraft diede vita alle descrizioni nel racconto "<i>L'abitatore del buio</i>", con il suo famoso protagonista Robert Blake (l'alter-ego dell'autore di "<i>Psycho</i>", amico di Lovecraft, Robert Bloch).</div>
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<u>Curiosità</u>: a oggi, la casa stregata al 135 di Benefit Street, alla quale Lovecraft si riferì nel suo celebre racconto "<i>La casa sfuggita</i>", è in vendita per poco più di 600.000 euro. Un piccolo prezzo, tutto sommato, per uno dei luoghi più emblematici di Providence e della letteratura... specialmente perché, compreso nel prezzo, c'è anche il vampiro che ne infesta le fondamenta.</div>
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<b>Jack Kerouac </b></div>
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Jack Kerouac, padre del movimento della Beat Generation, è considerato uno dei maggiori scrittori della letteratura americana del XX secolo: dalla sua penna sono usciti non solo il celeberrimo "<i>Sulla strada</i>", che racconta le vicende della beat generation e il viaggio interminabile da est a ovest lungo la Route 66, ma anche "<i>I vagabondi del Dharma</i>", "<i>Big Sur</i>", "<i>Tristessa</i>", "<i>Il dottor Sax</i>", "<i>Mexico city blues</i>" e tante altre opere immortali. I suoi scritti riflettono la volontà di liberarsi dalle soffocanti convenzioni sociali e dare un senso liberatorio alla propria esistenza; un approfondimento della coscienza cercato nelle droghe (come la benzedrina e la marijuana), nella caffeina, nella religione, cattolica e buddhista e che invece sfociò nell'alcolismo. Kerouac, nei suoi frenetici viaggi, sembrava essere alla ricerca di un luogo che gli desse stabilità interiore e riempisse quella deprimente sensazione di vuoto, simboleggiata dalla morte del fratello maggiore, Gerard, all'età di quattro anni e poi del padre, Leo, venti anni dopo, oltre che di una risposta al mistero della vita: affrontare l'enigmaticità dell'esistenza era considerata dallo scrittore, infatti, la sola attività importante a questo mondo.</div>
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A causa dei suoi eccessi con l'alcol, che lo portavano anche a brutali risse da bar, egli visse in solitudine i suoi ultimi anni in questa tranquilla casa immersa nel verde a St. Petersburg, Winter Park, in Florida. Il 20 ottobre 1969 si svegliò alle quattro del mattino in seguito all'ennesima sbornia. Verso mezzogiorno, mentre stava bevendo un liquore di malto e scarabocchiando appunti per un libro sul padre, accusò forti dolori addominali e vomitò sangue: il fegato aveva ceduto per la cirrosi epatica. Portato in ospedale, venne sottoposto a 26 trasfusioni e a un'operazione chirurgica nel tentativo di contenere l'emorragia dovuta alla rottura spontanea di varici esofagee. Alle cinque e mezzo del mattino del 21 ottobre, senza mai aver ripreso conoscenza dopo l'intervento chirurgico, Jack Kerouac morì a quarantasette anni.</div>
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<u>Curiosità</u>: quasi nulla è rimasto nella casa che appartenesse a Jack. Alcuni dei suoi effetti, come i suoi scritti e la sua macchina da scrivere, sono stati recentemente spostati nell'Università del Massachusetts. Ma qualcosa rimane, ed è lo spirito. Nessuno ha più vissuto in questa casetta dagli anni '70. Nulla è stato rimodernato. Visitarla significa prendersi un momento per sedersi fuori, la notte, insieme a Jack, a guardare le stelle e chiudere gli occhi come lui amava fare cinquant'anni fa, godendosi il fruscio del vento tra i pini. In verità, oggi un solo pino è sopravvissuto, ma questo contribuisce a creare il senso di abbandono e solitudine peculiari di questo Autore. Basti ricordare che, nel '69, Jack disse a un reporter del Times che si recò da lui: "<i>Sono così felice di vederla. Mi sento tanto solo, qui.</i>"</div>
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<b>Jack London</b></div>
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Si tratta di un ranch a Glen Ellen, California. Nel 1911, London, autore di alcuni dei più famosi libri della letteratura, quali "<i>Zanna bianca</i>", "<i>Il richiamo della foresta</i>", "<i>La peste scarlatta</i>", "<i>Martin Eden</i>" e "<i>Il vagabondo delle stelle</i>", comprò 1400 acri di terra vicino a Sonoma e vi costruì, oltre agli edifici residenziali, anche una fattoria sperimentale: piantò piante di cactus senza spine per foraggiare il bestiame e costruì perfino una porcilaia così gargantuesca che egli stesso la chiamò "pig palace".</div>
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A oggi, il parco comprende le rovine della Wolf House, che lo scrittore aveva costruito per sé e la moglie, il cottage dove London si rifugiava a scrivere, la sua tomba e la casa che la moglie costruì insieme alla sorellastra di London dopo la sua morte, la cosiddetta House of Happy Walls ("casa dei muri felici"), oggi adibita a museo. Qui è possibile venire a contatto con molti oggetti ed effetti personali dello scrittore, quali manoscritti e fotografie originali; alcuni reperti li raccolse lui stesso durante i suoi viaggi in giro per il mondo.</div>
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Molto dello spirito dell'Autore è rimasto tra questi muri: la Wolf House, ad esempio, deve il nome al soprannome con cui London veniva chiamato dall'amico George Sterling - "The Wolf", appunto, il lupo. Purtroppo, lui e la signora London non poterono mai abitarvi, poiché nell'agosto 1913, durante una rovente notte estiva, l'edificio prese fuoco per autocombustione. La coppia si accorse dell'incendio, ma non poté fare nulla per estinguerlo. London avrebbe voluto ricostruirla, ma morì prima di riuscire a portare a termine il progetto.</div>
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Nel 1916, infatti, l'Autore si spense dopo alcuni giorni di coma, all'età di soli 40 anni, a causa di un'uremia per insufficienza renale cronica.</div>
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<u>Curiosità</u>: è possibile visitare l'intera dimora, comprese le rovine della Wolf House. Le mura di pietra ci sono ancora, non lontane dalla tomba di London. Il suo corpo, difatti, venne cremato e le sue ceneri disposte sotto la grande roccia che si trova nella tenuta, esaudendo il suo desiderio che le sue ceneri fossero sparse vicino al luogo di sepoltura di David e Lillie Greenlaw, i figli di una coppia di immigrati irlandesi e scozzesi, morti nel 1876 e nel 1877 giovanissimi per cause sconosciute. Quando la moglie di London morì nel 1955, anche le sue ceneri furono collocate sotto la stessa roccia, vicino a quelle del marito.</div>
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<b>John Steinbeck</b></div>
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Steinbeck nacque e crebbe con le sue tre sorelle in una casa vittoriana in stile Queen Anne a Salinas, California. Nonostante suo padre fosse un ricco tesoriere della contea di Monterey, oltre al direttore di uno stabilimento per la produzione di farina, e la madre fosse un'insegnante, il piccolo Steinbeck non fu mai un grande amante degli studi, tanto che decise di diventare scrittore a 14 anni e non prese nemmeno la laurea, contrariamente ai pareri dei suoi genitori, preferendo lavorare e stare a contatto con i braccianti. Proprio dalle loro speranze e condizioni di vita, trasse l'ispirazione per scrivere "<i>La valle dell'Eden</i>", "<i>Furore</i>", "<i>Uomini e topi</i>" e le sue altre celebri opere, che gli valsero il prestigioso Premio Pulitzer e il Nobel per la Letteratura (1962).</div>
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Le opere di Steinbeck odorano di polvere, fatica, sconfitta, ma anche di viaggio e fuga verso l'Ovest: in "Furore", il suo capolavoro, attraverso le vicende drammatiche e le lotte di Tom Joad e della sua famiglia, vengono raccontate l’America della Grande Depressione, la nascita dei sindacati e le disperate migrazioni di contadini verso ovest degli anni trenta, disposti a lavorare per una miseria e costretti ad abbandonare le loro amate case nel cuore e nella pancia degli Stati Uniti, in Oklahoma e in Arkansas. Destinazione: California, favoleggiata dalle masse di disperati che avevano perso tutto come una terra mitica e generosa, salvo poi ritrovarsi in un incubo di emarginazione, razzismo, carestia e sfruttamento.</div>
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<u>Curiosità</u>: oltre a visitare la casa, è possibile mangiare in un ristorante che oggi si trova in quello che, una volta, era il salotto dello scrittore. Il servizio è gestito da un'organizzazione no profit che serve pranzi genuini e nutrienti.</div>
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<b>Pablo Neruda</b></div>
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Poeta e diplomatico cileno, Pablo Neruda è famoso per aver vinto il premio Nobel per letteratura nel 1971. Ma egli era molto più di un poeta talentuoso: il suo era un animo puro, fanciullesco, stravagante, che amava tutto ciò che era insolito. Avrebbe usato solo penne verdi per scrivere le sue poesie, e il nome che porta lo ha scelto egli stesso: i suoi genitori lo avevano chiamato Ricardo Eliezer Neftali Reyes y Basoalto, ma lui si ribattezzò Pablo Neruda già da adolescente.</div>
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Le sue case, tutte e tre cilene, sono piene di strane collezioni di conchiglie, coleotteri, vetro colorato, e ricordi di vita sul mare, le tre spettacolari dimore di Neruda – Isla Negra, La Sebastiana e La Chascona – sono veramente eccentriche, originali come i suoi versi.</div>
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Non solo le opere di Neruda hanno testimoniato le lotte politiche-storico-sociali della sinistra nell'America del sud; egli era anche un formidabile scrittore di poesie d'amore. Le "<i>Venti Poesie d'amore</i>" e la "<i>Canzone di Despair</i>" hanno venduto oltre un milione copie in seguito alla prima pubblicazione. La casa sulle colline di Valparaíso - La Sebastiana - è quella in cui Neruda visse e scrisse di più, godendo di una meravigliosa vista della città e del porto. A oggi, la Fondazione Neruda permette ai visitatori di immergersi nelle stravaganze della casa, che è inclusa del "Neruda Tour".</div>
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<u>Curiosità</u>: le suppellettili presenti nella villa sono davvero singolari, simboli e ricordi di vita di mare. Davanti alla finestra a baywindow è possibile vedere, ad esempio, un lampadario con all'interno un uccello tropicale sul punto di spiccare il volo. E' anche presente una stanza denominata “bar del capitano”, dipinto di un rosa acceso, che, a quanto pare, solo Neruda poteva usare.</div>
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Finita. La tappa americana del nostro viaggio è terminata, e con essa richiude i suoi petali anche un pezzettino del mio cuore. Erano tanti gli scrittori che avremmo voluto trattare, ma per forza di cose era necessario operare una selezione. Una di quelle brutali, ma anche indispensabili. Oh, a proposito: mentre sceglievo di quali Autori parlare, mi sono imbattuta in una notizia brutta. Ma brutta brutta, che mi ha chiuso lo stomaco. Avete presente Ray Bradbury? Uno dei più grandi scrittori di fantascienza della storia della letteratura, autore di "<i>Cronache marziane</i>", "<i>L'uomo illustrato</i>", "<i>Fahrenheit 451</i>", "<i>Il gioco dei pianeti</i>", "<i>Paese d'ottobre</i>", e potrei continuare fino a stasera? Ebbene, io non vedevo l'ora di parlare della sua casa in California. Mi ero proprio pregustata il momento, lasciandomelo per ultimo, come si fa con il centro dei pasticcini. Purtroppo, però, ho scoperto che la sua dimora è stata recentemente rasa al suolo da un architetto per costruirci la propria "Kuzcotopia", diciamo così, oh yeah.</div>
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Sorte simile è capitata ad Asimov, la cui casa è oggetto di una petizione che trovate su Change.org affinché venga preservata e trasformata in una casa-museo o comunque un punto storico riconosciuto, cosa che attualmente non è. A quanto pare, non basta essere il padre della robotica in campo letterario, perché a qualcuno freghi qualcosa del posto in cui vivevi. Ma, ehi, la vita va così.</div>
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Per oggi chiudo qui e vi do appuntamento alla prossima settimana, in cui parleremo delle case degli scrittori più esotici e viaggeremo insieme dall'Africa, alla Nuova Zelanda, a...</div>
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<i>- Alice</i></div>
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Alice e Francescahttp://www.blogger.com/profile/05381043781432299786noreply@blogger.com51tag:blogger.com,1999:blog-9168169482102931334.post-2083586412376262352018-07-10T13:00:00.002+02:002018-07-10T13:07:48.148+02:00Nel salotto dello scrittore: scrittori americani (parte 2)<div style="text-align: justify;">
Nella puntata di oggi della rubrica "<i>Nel salotto dello scrittore</i>", come promesso, visiteremo alcune delle dimore dei più grandi scrittori americani nativi o vissuti in Georgia, più altri "intrusi" che vedrete man mano che proseguirete nella lettura. Dalla Georgia al Maine, al Connecticut, a Philadelphia, scorrazzeremo in lungo e in largo su tutto il territorio americano, alla ricerca dei segreti, delle curiosità e... dei gatti di Autori di fama mondiale.</div>
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Pronti? </div>
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Via!</div>
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<b>Margaret Mitchell</b></div>
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Atlanta, Georgia: fu qui, al tavolo del salotto da pranzo che dà su Crescent Avenue, che la scrittrice, obbligata all'immobilità da una grave lesione alla caviglia, lavorò per dieci anni al suo romanzo epico "<i>Via col vento</i>", che rievoca la guerra di Secessione dal punto di vista dei sudisti. Pochissime persone sapevano, all'epoca, che la Mitchell stava scrivendo un libro, poiché ella la considerava un'attività personale. Finalmente, nel 1936, un Editore accettò di pubblicare l'opera, forzando l'Autrice a terminarla in tempo per la data d'uscita: fu, probabilmente, il più grande successo nella storia letteraria degli Stati Uniti. Dal romanzo fu tratto nel '39 il film con la regia di Victor Fleming, al quale furono assegnati nel 1940 ben otto premi Oscar.</div>
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Curiosità: la scrittrice chiamò il suo appartamento "la discarica". Visitando la casa, è possibile sedersi sulle sedie a dondolo antiche rivolte verso Peachtree Road, dove la Mitchell e il marito solevano trascorrere momenti di quiete.</div>
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<b>Flannery O' Connor</b></div>
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Questa fattoria andalusa si trova a Milledgeville, in Georgia, ed era la dimora dei genitori dell'Autrice. Fin da piccola, la O' Connor dimostrò subito le sue peculiarità, tanto da sembrare un'adulta nel corpo di una bambina: chiamava i suoi per nome, preferiva andare a messa con gli adulti; era molto precoce intellettualmente e non apprezzava la compagnia dei bambini, ritenendoli infantili. La madre, preoccupata che la bambina non avesse amici, le organizzava dei "playing-dates", una sorta di appuntamenti per giocare con altri bimbi della sua età, costringendola a passare del tempo con loro.</div>
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In realtà, la scrittrice avrebbe voluto trasferirsi al Nord, ma quando le venne diagnosticato il lupus (anche suo padre lo aveva) decise di rimanere definitivamente nella fattoria, dove visse fino alla sua morte, avvenuta a 39 anni nel 1951. La malattia le rese molto difficoltoso salire le scale, pertanto dormiva in sala da pranzo, dove scriveva. Durante la sua battaglia contro il lupus, la O' Connor, fervente cattolica, produsse 32 racconti, 2 romanzi e oltre 100 recensioni di libri per due giornali locali, più alcune prose d'occasione. Le sue due opere maggiormente conosciute sono "<i>La saggezza nel sangue</i>" (1952) e "<i>Il cielo è dei violenti</i>" (1960).</div>
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<u>Curiosità</u>: è ancora possibile vedere la sua macchina da scrivere personale. Anche le sue stampelle sono ancora lì. Nei 544 acri di terreno intorno alla casa vivono molti pavoni.</div>
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<b>Mark Twain</b></div>
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Lo scrittore, il cui vero nome era Samuel Clemens, ha vissuto i suoi anni più felici in questa dimora a Hartfort, in Connecticut, insieme alla moglie e alle tre figlie. Qui scrisse praticamente tutte le sue grandi opere, comprese "<i>Le avventure di Tom Sawyer</i>", "<i>Il principe e il povero</i>" e "<i>Le avventure di Huckleberry Finn</i>". La casa ricorda uno dei traghetti che all'epoca attraversavano il fiume Mississippi e costò una tale somma a Twain che le sue finanze ne vennero prosciugate. La famiglia si trasferì nel Regno Unito nella speranza di sanare le finanze dissestate, ma la figlia maggiore morì poco dopo, proprio in questa casa, durante una visita negli Stati Uniti. Così i Twain non tornarono a vivere più in questa bellissima dimora. L'edificio fu venduto nel 1903 a Richard Bissel e poi cambiò svariati proprietari fino al 1929, quando un gruppo di appassionati dello scrittore fondarono la Mark Twain Memorial and Library Commission e acquistarono la casa per restaurarla e adibirla a museo, prestando particolare cura alla sala del biliardo, al salotto e alla biblioteca. Riuscirono perfino a recuperare un prezioso letto a intarsi che lo scrittore aveva acquistato a Venezia.</div>
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L'interno, arredato e pensato da Louis Comfort Tiffany, contiene più di 10.000 oggetti provenienti dall'era vittoriana.</div>
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<u>Curiosità</u>: proprio accanto alla scrivania di Twain è presente un lunghissimo tavolo da biliardo, il gioco preferito dello scrittore. Egli lo amava così tanto che a stento riusciva a staccarsene per scrivere le sue opere.</div>
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<b>Ernest Hemingway</b></div>
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Uno degli scrittori americani più amati del Novecento, visse qui, a Key West, Florida, prima di scappare a Cuba con la sua terza moglie e sceglierla come luogo in cui continuare a dedicarsi alla scrittura. Fu un periodo molto prolifico, in cui egli scrisse alcuni dei suoi capolavori, tra cui “<i>Fiesta. Il sole sorge ancora</i>”, ambientato in Spagna nei giorni della corrida di San Firmino di Pamplona e “<i>Addio alle armi</i>”. Da Key West, Hemingway si avventurò anche alla volta di Cuba con la sua Pilar, ed è in quest’isola che è ambientato il suo “<i>Il vecchio e il mare</i>”, romanzo che gli valse il Pulitzer e il Premio Nobel.</div>
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La casa è la tipica abitazione in stile coloniale, con imposte colorate, intonaco chiaro e un terrazzo al piano di sopra. In giardino, all'entrata, vi è una fontana a forma di nave da guerra. E' possibile accedere allo studio dell'Autore solo camminando attraverso un ponticello che si estende dalla camera da letto al piano di sopra: qui è custodita la macchina da scrivere originale di Hemingway, la sua mitica Underwood. In giardino vi è anche una gigantesca piscina, la cui storia è peculiare: non solo fu la prima costruita a Key West, ma fu anche talmente costosa che l'Autore vi spese quello che lui chiamò, simbolicamente ma anche materialmente, il suo "ultimo penny", che oggi è possibile vedere incastonato in una mattonella del pavimento.</div>
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<u>Curiosità</u>: Hemingway amava spassionatamente i gatti e pensava gli portassero fortuna. Ancora oggi nella sua dimora vivono circa 40 gatti, discendenti dei mici domestici originali dello scrittore. E non solo nel giardino. I mici si rotolano sul letto di Hemingway, dormono a pancia all'aria sui pavimenti e bighellonano dappertutto. Fuori vi è anche un piccolo cimitero dedicato solo a loro.</div>
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<b>Edgar Allan Poe</b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoRnLsQ6n7Z-9IXw55GEWQnobZOTaLMw4dp5YmDhsNt7PXT5z1CPoPnehoJY9HDy7FlIswUQ4eoUqQVGfCH_z_b0h2p9f2tBTwtjkM6dPSNNCmyMAGlPjNy3HTI6-Zj9-FUoASg4DFOCj0/s1600/edgar-allen-poe-house-philly.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="683" data-original-width="1024" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoRnLsQ6n7Z-9IXw55GEWQnobZOTaLMw4dp5YmDhsNt7PXT5z1CPoPnehoJY9HDy7FlIswUQ4eoUqQVGfCH_z_b0h2p9f2tBTwtjkM6dPSNNCmyMAGlPjNy3HTI6-Zj9-FUoASg4DFOCj0/s320/edgar-allen-poe-house-philly.jpg" width="320" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgZ3A27akn-N_szWEG4eQd9wzb9zBhjnylK1LhbugxKer1bBiLFmq2NRfLNJBDIAE-i_jfVgnqSKEoaW3r9D-Ra54uR4wzNWB_GCjEx_1ew3lnYxbXtO2_i38FK7Ztlc48-1LOPlY_NqtW/s1600/edgar-allan-poe-national.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="413" data-original-width="550" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgZ3A27akn-N_szWEG4eQd9wzb9zBhjnylK1LhbugxKer1bBiLFmq2NRfLNJBDIAE-i_jfVgnqSKEoaW3r9D-Ra54uR4wzNWB_GCjEx_1ew3lnYxbXtO2_i38FK7Ztlc48-1LOPlY_NqtW/s320/edgar-allan-poe-national.jpg" width="320" /></a></div>
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Conosciuto soprattutto per i suoi poemi e brevi romanzi, Edgar Allan Poe, nato a Boston nel 1809, merita più elogi di qualunque altro scrittore per la trasformazione della breve storia da aneddoto in arte. Egli ha virtualmente creato la "detective story" e perfezionato il thriller psicologico. Inoltre ha prodotto alcune delle critiche letterarie più influenti del suo tempo e ha avuto un'influenza sulla letteratura di tutto il mondo.</div>
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Poe, amico di Charles Dickens, si trasferì in questa umile casa di mattoni rossi nella periferia di Philadelphia nel 1843 insieme alla sua adorata moglie, Virginia, e a sua suocera, Maria Clemm, per circa un anno prima di trasferirsi a New York. In questo periodo scrisse "<i>Il gatto nero"</i>, nel quale descrive un sinistro seminterrato simile a quello presente in questa casa. Scrisse qui anche tre dei suoi capolavori: "<i>Il cuore rivelatore</i>", "<i>La caduta della casa degli Usher</i>" e "<i>Lo scarabeo d’oro</i>".</div>
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Purtroppo, l'Autore dovette affrontare devastanti lutti: la madre biologica morì quando lui aveva solo due anni, quella adottiva quando ne compì venti anni, la giovanissima moglie (cugina di primo grado) per una polmonite, il fratello per motivi legati all’alcolismo. Eventi che lo lacerarono e che in qualche modo influenzarono la sua sinistra produzione letteraria.</div>
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Nel periodo in cui visse in questa casa, Poe divenne redattore del Graham’s Magazine, che nell’aprile del 1841 pubblicherà "<i>Murders in the Rue Morgue</i>", il primo racconto poliziesco della storia della letteratura. Nel giro di poco, il giornale aumentò gli abbonati da cinquemila a trentasettemila. Di lì a poco, il suo "<i>Lo scarabeo d'oro</i>" gli valse la vincita di un premio da ben cento dollari del Dollar Newspaper. Il successo fu tale che si rese necessario mandare in ristampa il giornale, e finalmente Poe ricevette attenzione a livello nazionale.</div>
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<u>Curiosità</u>: per la magione sono disseminati piccoli indizi delle opere di Poe. Fuori, un corvo nero si libra in volo da un piedistallo; nel seminterrato, invece, c'è il celebre gatto nero, con la schiena arcuata e le fauci digrignate in un soffio eterno.</div>
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<b>Stephen King</b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiw6BFVrQDMGBznxGiDpKrP7hcD8QrxaS5_zABQ4H8ScHFee7dAhXtuhW0-cPV9BmaNIXoLTGq5y6bRMrZPgosrgA-9Tw9LOI_WfZw6rvEERRU0FZKIRJeKY-GL5THMVHg0QbrfoG2jh4vr/s1600/la-tr-d-maine-main-20141026.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="675" data-original-width="1200" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiw6BFVrQDMGBznxGiDpKrP7hcD8QrxaS5_zABQ4H8ScHFee7dAhXtuhW0-cPV9BmaNIXoLTGq5y6bRMrZPgosrgA-9Tw9LOI_WfZw6rvEERRU0FZKIRJeKY-GL5THMVHg0QbrfoG2jh4vr/s320/la-tr-d-maine-main-20141026.jpg" width="320" /></a></div>
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Forse, non tutti sanno che Stephen Edwin King iniziò a scrivere da piccolissimo a causa di una malattia. Iscritto in prima elementare, infatti, egli passò i primi nove mesi malato: colpito prima dal morbillo, poi da problemi a gola e orecchie, fu costretto a ritirarsi dalla scuola per volere di sua madre e a passare diversi mesi in casa. È durante questo periodo che King iniziò a scrivere, copiando interamente fumetti ai quali aggiungeva descrizioni personali. Il suo primo racconto, completamente inventato da lui, trattava di quattro animali magici a bordo di una vecchia macchina, guidati da un enorme coniglio bianco, con il compito di aiutare i bambini.</div>
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Durante questo periodo iniziò anche a leggere e vedere tutto ciò che gli interessava: dapprima scoprì i film sugli extraterrestri, poi, a dodici anni, rinvenne nella soffitta della zia i libri del padre, appassionato di Edgar Allan Poe, H.P. Lovecraft e Richard Matheson, nonché scrittore.</div>
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King non fece successo facilmente: collezionò per anni centinaia di lettere di rifiuto da giornali ed Editori, tanto da arrivare ad appenderle con orgoglio in camera sua. Si ritrovò, nel 1973, a lavorare prima in una lavanderia e poi come benzinaio; in seguito, a insegnare in un liceo di provincia e scrivere racconti per chiunque fosse disposto a pagarglieli qualche dollaro. Viveva con la moglie Tabitha in una roulotte, cercando invano un Editore per il suo primo romanzo, "<i>Carrie</i>", che aveva scritto su una macchina da scrivere che si era fatto prestare e che, in mancanza d'altro, poggiava sulle gambe. Dopo svariati tentativi a vuoto, e dato che nessuno sembrava interessato al manoscritto, King lo buttò addirittura nel bidone della spazzatura. Se Tabitha non l'avesse recuperato e salvato dalla distruzione, forse la vita di Stephen king sarebbe stata molto diversa; nel giro di poco un piccolo Editore, la Doubleday, acquistò i diritti di "<i>Carrie</i>" per 2500 dollari. Il libro non ebbe molto successo in edizione rilegata, ma vendette oltre un milione di copie in quella economica, consacrando King e permettendogli di scrivere a tempo pieno.</div>
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Oggi, King vive con la moglie e i tre figli a Bangor, nel Maine, in un'abitazione eccentrica e "creepy" in stile gotico, circondata da una recinzione in ferro battuto decorata con pipistrelli, creature rettili a tre teste e ragni. Al centro del cancello vi è un monogramma che porta incisa la lettera "K". Non è improbabile, data la vicinanza alla strada, incontrare il celebre scrittore di horror (e non solo).</div>
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<u>Curiosità</u>: in occasione dell'uscita del remake di "<i>IT</i>" nelle sale americane, a fine 2017, a una delle finestre è apparso un palloncino rosso.</div>
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Ed eccoci giunti al termine di questa nuova tranche di scrittori americani. La prossima volta proseguiremo il nostro tour, spostandoci nel Rhode Island a casa di H. P. Lovecraft, passando per la California e... e...</div>
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Beh, non posso dirvi di più. Per ora, spero che il viaggio oltreoceano vi stia appassionando quanto appassiona me. Alla prossima.</div>
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<i>- Alice</i></div>
Alice e Francescahttp://www.blogger.com/profile/05381043781432299786noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-9168169482102931334.post-43533512919938955072018-07-06T18:32:00.001+02:002018-07-06T18:33:54.102+02:00Intervista a Giuseppe Chiodi<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif; text-align: justify;">Uno dei motivi per cui mi piace leggere è perché, attraverso le righe di un romanzo, cerco sempre di respirare un po' dell'anima dello scrittore che l'ha creato. Lo cerco nelle gesta dei protagonisti, negli sbagli, nelle sorprese della trama. Mi piace scovare un pensiero di un personaggio e domandarmi se le stesse parole ronzino nella testa di colui/colei che le ha scritte. E forse è proprio per questa mia strana fissazione se ho deciso di scambiare quattro chiacchiere con Giuseppe Chiodi, autore del romanzo urban fantasy "</span><i style="font-family: times, "times new roman", serif; text-align: justify;">Cuore di Tufo</i><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif; text-align: justify;">" (trovate la recensione </span><a href="http://perasperaadastra19.blogspot.com/2018/06/cuore-di-tufo-giuseppe-chiodi.html" style="font-family: times, "times new roman", serif; text-align: justify;" target="_blank">qui</a><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif; text-align: justify;">).</span><br />
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Prima di lasciarvi all'intervista, ci tenevo a ringraziare Giuseppe a nome mio e di Alice. È stato un piacere leggere il tuo romanzo e conoscerti. Speriamo di poter leggere al più presto un'altra delle tue belle storie ;)</span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Ma ora veniamo alle domande, che poi sono quelle che vi interessano per davvero! Scopriamo insieme chi è Giuseppe Chiodi.</span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4Qeqe0NtKJc5LryB6tJ_bfFQiS02kZEukBc_075Yvia8FIDWT_P_AomhD1QXA_opGFJed5wA32n6jsLAw7Dbl2iDps-eqynWxn5HZL29uao2Fr4kKF1-AGdiOKyCNnp2qNPRyDOVExkSG/s1600/download+%25289%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="246" data-original-width="205" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4Qeqe0NtKJc5LryB6tJ_bfFQiS02kZEukBc_075Yvia8FIDWT_P_AomhD1QXA_opGFJed5wA32n6jsLAw7Dbl2iDps-eqynWxn5HZL29uao2Fr4kKF1-AGdiOKyCNnp2qNPRyDOVExkSG/s1600/download+%25289%2529.jpg" /></a></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b>Ciao, Giuseppe.</b></span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b>Innanzitutto sappi che è un vero piacere avere l’occasione di conoscerti. Vuoi raccontarci qualcosa di te?</b></span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Ciao Alice e Francesca, grazie di cuore per l’opportunità!</span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Cosa dire… sono un ragazzo di (ormai) 26 anni appassionato di scrittura. Gestisco un blog letterario, Immersività, in cui parlo di costruzione delle storie, tecniche di scrittura creativa, recensioni e approfondimenti scrittevoli di varia natura. Sono un estimatore del genere fantastico e della narrativa speculativa in generale. Colleziono penne stilografiche e minerali. Amo guardare i film di yakuza, giocare ai videogiochi e ai giochi da tavolo, mangiare e (a volte) cucinare. Seguo la boxe, che praticavo prima di diventare uno smidollato. E tante altre cosette di scarsa importanza!</span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b>Cosa rappresenta per te la scrittura?</b></span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Il sangue. Senza scrittura sarei perduto. Scrivere mi fa sentire fiero, realizzato, ispirato. Mi dà uno scopo. È strano da dire, ma la vedo come una missione. Non mi reputo uno scrittore dall’incredibile talento; certo, come tutti, credo di essere bravino. Tuttavia, so per certo che, se non scrivessi le mie storie, nessuno le scriverebbe. E mi pare un peccato che nessuno racconti le (inusuali) idee che mi balzano alla mente. Non si tratta di immodestia, ma di realismo: nessuno abita nella mia testa, nessuno può cacciare fuori quello che c’è dentro se non sono io a farlo…</span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdIP67jlIYP1yAjJ3JW3t8JXw0BSLQrVk272731vixmuZCAZ1GwyaGC4mlNPRZVf6Q5G5nQvRrJeUFaaYbSKac33XzqJDvu7tY-7_xaxlLHgfk-NjUfY2bSsv1kIPNiQB55tgmDADUstVY/s1600/9788899845360_0_0_0_75.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1399" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdIP67jlIYP1yAjJ3JW3t8JXw0BSLQrVk272731vixmuZCAZ1GwyaGC4mlNPRZVf6Q5G5nQvRrJeUFaaYbSKac33XzqJDvu7tY-7_xaxlLHgfk-NjUfY2bSsv1kIPNiQB55tgmDADUstVY/s320/9788899845360_0_0_0_75.jpg" width="228" /></a></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b>Veniamo a "<i>Cuore di Tufo</i>". Come saprai, è difficile trovare urban fantasy ambientati in Italia. Il tuo libro, invece, racconta Napoli nella sua interezza. Perché questa scelta? Perché proprio Napoli e non un’altra città, magari straniera?</b></span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Lo so, purtroppo, anche se le cose stanno cambiando. Sono stati proprio i fantasy italianeggianti a spingermi a scrivere "<i>Cuore di Tufo</i>" e ho notato che è una tendenza in netta crescita.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Per quanto riguarda il romanzo, esso riprende le leggende popolari napoletane. Pertanto, non poteva essere ambientato in nessun altro posto. Inoltre, io sono italiano e napoletano: perché avrei dovuto ambientare un mio romanzo in una città straniera? È una scelta che comprendo per esigenze di trama, certo, ma che trovo cliché quando si cerca di scimmiottare la narrativa estera (soprattutto di oltreoceano). Poi ci si lamenta che la produzione letteraria contemporanea, in Italia, non viene presa sul serio: non può essere altrimenti, se ci si limita a copiare (male) quello che fanno gli altri!</span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b>Cosa ti ha spinto a scrivere questa storia? C’è qualcosa in particolare che ti ha ispirato?</b></span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Come detto, ho sempre apprezzato i romanzi che fanno uso della cultura italiana. I fantasy, in particolare, hanno il pregio di renderla più accattivante e moderna. "<i>Cuore di Tufo</i>" è nato per questo: per valorizzare lo sterminato bagaglio culturale di un territorio, ma in modo diverso dal solito; e per raccontare di una condizione che mi premeva affrontare. Parlo del fatalismo, del senso di inadeguatezza, dell’incapacità di voltare pagina. Attributi propri del protagonista, Pietro Cimmino.</span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b>Avevi già chiaro il finale del romanzo, quando hai iniziato a scrivere?</b></span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Inizio a scrivere quando ho già sviluppato praticamente tutto. Durante la fase di “elaborazione”, però, non è stato facile arrivare a quel finale. Trovare la quadratura del cerchio è molto soddisfacente e, in questo caso, lo è stato particolarmente. Diciamo che mi ha colpito come un fulmine, quando mi è venuto in mente.</span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b>Pietro non è un eroe canonico: appartiene più alla categoria degli anti-eroi, o personaggi in grigio, sfaccettati, profondamente umani. Ti ci identifichi, o fra tutti i personaggi del tuo libro ce n’è un altro in cui ti ritrovi maggiormente?</b></span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Mi ci identifico un pochino. In realtà, tutti i personaggi hanno qualcosa di me. Non mi ritrovo in uno in particolare, però.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Per me l’eroe deve essere imperfetto. Altrimenti che gusto c’è a leggere? È il motivo per cui ho sempre preferito Paperino a Topolino. Direi, comunque, che si tratta dell’eroe meno anti-eroe di cui ho scritto. Di solito creo protagonisti ancor più negativi!</span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b>Anche tu apparecchi un posto vuoto, a tavola, per la Bella ‘Mbriana? </b></span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">No, non esageriamo! Tuttavia, capita che si saluti la Bella ‘Mbriana quando si rincasa. Mio nonno, invece, era più interessato alla figura del monacello. Quando succedeva qualcosa di inspiegabile dava sempre la colpa al povero pozzaro!</span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikRsQHpY2340K1n00nFbJ2f_CjdV98J3CVpXwDWLnp-J1eTUlEu95vGi4B3KEVALvYRhTTeF2ISIKldP1XtfH8FHpK1u3pUwfzabS0og-HNDhrtySfgyYIccm8C6rI_UkAC_33iwT8quFB/s1600/bellambrianaspirito.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="471" data-original-width="900" height="167" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikRsQHpY2340K1n00nFbJ2f_CjdV98J3CVpXwDWLnp-J1eTUlEu95vGi4B3KEVALvYRhTTeF2ISIKldP1XtfH8FHpK1u3pUwfzabS0og-HNDhrtySfgyYIccm8C6rI_UkAC_33iwT8quFB/s320/bellambrianaspirito.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b>L’ambientazione è un punto a favore del tuo romanzo. Mentre descrivevi i cunicoli sotterranei di Napoli, hai ascoltato tracce audio particolari? C’è una canzone che abbineresti al tuo romanzo?</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Ascolto di tutto mentre scrivo, purché non mi distragga troppo. Non ci sono tracce particolari, che io ricordi. I cunicoli, comunque, li ho visti e si possono visitare (almeno in parte).</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b>Ora una domanda da addetti ai lavori: quanto tempo hai impiegato a scrivere "<i>Cuore di Tufo</i>"?</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Dovevo metterci tre mesi ma ce ne ho messi quattro. Funziona sempre così: mi do un tempo e, puntualmente, sforo. Il romanzo, comunque, è breve e non mi è risultato particolarmente complicato. Capiti che m’invischi in alcuni problemi durante la stesura; non in questo caso, per fortuna.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b>C’è uno scrittore (o scrittrice) che consideri il tuo mentore?</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Mentore? No. Ci sono scrittori che apprezzo e ciascuno di essi mi ha insegnato qualcosa. Nessuno, però, mi ha reso lo scrittore che sono. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b>Il tuo libro preferito?</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">I miei libri preferiti sono, probabilmente: "<i>Martin Eden</i>" di Jack London; "<i>Gilgamesh</i>" di Robert Silverberg; "<i>Pan</i>" di Knut Hamsun. Li consiglio a chiunque voglia leggere dei… capolavori! Ma non incompresi o intellettualoidi, sia chiaro. Profondi, scorrevoli, eleganti, chiarissimi, sebbene in proporzioni differenti.</span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b>Al momento stai lavorando a un nuovo progetto? Se sì, puoi anticipare qualcosa ai nostri lettori?</b></span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Lavoro a vari progetti contemporaneamente. Mi accingo a partecipare a un concorso di racconti con un’opera che mi ha fatto sudare sette camicie, ma di cui sono fierissimo. Ho già scritto e inviato un altro romanzo per la pubblicazione, che (spero) verrà pubblicato nel corso del prossimo anno. Si tratta di una storia di genere clockpunk che unisce l’alchimia e gli automi del ‘700. Infine, sto scrivendo il mio quinto romanzo, che si sta dimostrando davvero un osso duro. Ha ottime potenzialità, però. È una storia ucronica e tech-noir in cui unisco l’Italia e il Giappone nel segno della yakuza.</span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b>E ora, un’ultima domanda. A bruciapelo: come ti vedi tra dieci anni?</b></span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Ci sono alcune possibilità. Una è che sia sottoterra, per qualche motivo. Un’altra, la più improbabile, è che sia diventato uno scrittore ricco e famoso. La terza è che abbia rinunciato e sia passato ad altro. La quarta è la più probabile, a mio avviso: un Giuseppe ancora più brutto e flaccido che si barcamena tra quello che ama e quello che non ama, per una sopravvivenza spicciola. Spero di essere consolato dalla presenza di un Giuseppino, per allora.</span></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Ciao e grazie ancora dell’opportunità!</span></div>
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Grazie a te, Giuseppe, e in bocca al lupo per i tuoi progetti.<br />
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<i>- Francesca</i></div>
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "helvetica"; font-size: 11px;"><br /></span>
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<br />Alice e Francescahttp://www.blogger.com/profile/05381043781432299786noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-9168169482102931334.post-4050104042218629362018-07-03T13:14:00.001+02:002018-07-03T16:28:10.073+02:00Nel salotto dello scrittore: scrittori americani (Massachussets + 1)<div style="text-align: justify;">
Allegria! Gioiagaudio et tripudio!</div>
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Ebbene sì, siamo finalmente giunti alla prima delle puntate della rubrica "<i>Nel salotto dello scrittore</i>" dedicate agli Autori americani. La carrellata è piuttosto lunga, quindi abbiamo deciso di suddividerli per gruppi, come se ci imbarcassimo insieme per un tour letterario zona per zona. Quest'oggi si parte con le dimore del Massachussets, più un intruso che starà a voi individuare.</div>
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Ready? Steady?</div>
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Go!</div>
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<b>Herman Melville</b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8FkJnyz7umeKpyY1VffV3O7MVETNppKKhHdcjVxt7GiBRApcK8R-sXvt7sKQ8hpAv0S7sJpHVxbLQTjaR0AZtz-ZTCWDNdrrBi-2sYd409JK1THvx-j7fEZejTOrhL5XJQu1nRvbNlhr5/s1600/1200px-Arrowhead_%2528Herman_Melville%2529%252C_Pittsfield%252C_Massachusetts.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="1200" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8FkJnyz7umeKpyY1VffV3O7MVETNppKKhHdcjVxt7GiBRApcK8R-sXvt7sKQ8hpAv0S7sJpHVxbLQTjaR0AZtz-ZTCWDNdrrBi-2sYd409JK1THvx-j7fEZejTOrhL5XJQu1nRvbNlhr5/s320/1200px-Arrowhead_%2528Herman_Melville%2529%252C_Pittsfield%252C_Massachusetts.JPG" width="320" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhG1KEtsokE01taq4COkDoka85VPPkr23WJphWubUWyf3wQQNVPm9iYeoPYuy0dx4jM9o18Nmwgl1L71elJzWb42EbUumHuVn0FIbpA-4i8ekbGpDw6bs-p3DnwCzNxU0fa2pkjzb3twAnf/s1600/6513214069_740fd0491b_b.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhG1KEtsokE01taq4COkDoka85VPPkr23WJphWubUWyf3wQQNVPm9iYeoPYuy0dx4jM9o18Nmwgl1L71elJzWb42EbUumHuVn0FIbpA-4i8ekbGpDw6bs-p3DnwCzNxU0fa2pkjzb3twAnf/s320/6513214069_740fd0491b_b.jpg" width="320" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGzhuw5UqKbZL8lG3G7Tmc4jvIxhvQqi6tyUUcHkcs-Drzf6RhVPylOiRTV_2RMni01MitjelFzmPL_YreeqvcKZBqd2eqAu63yhiElbmpn3GwSkcUCS4m_k6xVT7oRweX-tQ0v_6ilwL5/s1600/MelvilleTrailsignwithGreylock10-11-12%255B1%255D.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="617" data-original-width="960" height="205" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGzhuw5UqKbZL8lG3G7Tmc4jvIxhvQqi6tyUUcHkcs-Drzf6RhVPylOiRTV_2RMni01MitjelFzmPL_YreeqvcKZBqd2eqAu63yhiElbmpn3GwSkcUCS4m_k6xVT7oRweX-tQ0v_6ilwL5/s320/MelvilleTrailsignwithGreylock10-11-12%255B1%255D.jpg" width="320" /></a></div>
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Arrowhead (Pittsfield, Massachusetts) è stata la casa di Herman Melville dal 1850 al 1862. E' ad Arrowhead che Melville ha scritto la sua opera più famosa, "<i>Moby-Dick</i>", e altri tre romanzi: "<i>Pierre</i>", "<i>The Confidence-Man</i>" e "<i>Israel Potter</i>", più una raccolta di brevi storie intitolate "<i>The Piazza Tales</i>", tutti i racconti della sua rivista e alcune delle sue poesie. Tra l'altro, da quelle parti abitava anche Nathaniel Hawthorne, che aveva già pubblicato "<i>La lettera scarlatta</i>", con il quale Melville aveva un’intesa fuori dal comune.</div>
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Arrowhead ora è una casa-museo che racconta la vita della famiglia Melville nel Berkshires. Si dice che la vista del Monte Greylock dalla finestra del suo studio, panorama che lo ha condotto in questo luogo, sia stata la fonte della sua ispirazione per la balena bianca di "<i>Moby-Dick</i>". Si narra che Melville, appena sveglio, si dedicasse al lavoro agricolo nel grande campo sotto casa: dava da mangiare al cavallo e alla mucca, per la quale raccoglieva e spezzettava delle zucche raccolte nel campo, poi tagliava la legna. Tutti questi lavori erano fondamentali, in quanto la scrittura non gli diede mai da mangiare - non a sufficienza. Una volta terminati i lavori, tornava in casa e si chiudeva nel suo studio, coprendo la serratura della porta con un panno per non essere spiato mentre scriveva. Perfino il pranzo gli veniva lasciato davanti alla porta. Lui lo consumava da solo, su una piccola scrivania diversa da quella, intoccabile, su cui scriveva.</div>
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<u>Curiosità</u>: in Park square, accanto alla biblioteca, si trova un albero che, ai tempi dell'Autore, venne colpito da un fulmine. Melville attraversava regolarmente quella piazza, ed è così che scrisse della cicatrice che attraversa il volto di Achab: “<i>Somigliava alla cicatrice perpendicolare prodotta a volte nel tronco alto e dritto di un grande albero, quando il fulmine vi guizza sopra lacerante, e senza svellere un solo rametto spella e scava la corteccia da cima a fondo prima di scaricarsi per terra, lasciandolo vivo e verde ma segnato</i>”. Al posto di quell’albero, oggi, c’è una targa commemorativa.</div>
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<b>Ralph Waldo Emerson</b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdy7aEYnvDI-PptPmzgYUwVZir6LDgLi-xkyOn2-4zKmivsQActltQHEYJdwcCI3BYrGzfWSksS9JHtrv57M1JVG5xziDel9Q-tcar1q3lGfzvsjuUFjhyXa7w6rNXIm_38M74HKCirhhn/s1600/800px-ralph_waldo_emerson_house_concord_ma.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdy7aEYnvDI-PptPmzgYUwVZir6LDgLi-xkyOn2-4zKmivsQActltQHEYJdwcCI3BYrGzfWSksS9JHtrv57M1JVG5xziDel9Q-tcar1q3lGfzvsjuUFjhyXa7w6rNXIm_38M74HKCirhhn/s320/800px-ralph_waldo_emerson_house_concord_ma.jpg" width="320" /></a></div>
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Sulle sponde del fiume Concord, Massachusetts, si trova la dimora di Emerson, in cui egli visse per 46 anni fino alla sua morte, avvenuta nel 1882. Emerson, nei suoi ultimi anni, a causa dell'età e delle numerose sfortune della sua vita, cominciò a perdere gradatamente la memoria. Non riuscì più a ricordare i nomi degli amici oppure dei libri. Nel 1875 smise di scrivere il suo diario benché ogni giorno sedesse nel suo studio. Poche stanze sono state così importanti nella storia americana come lo studio di Emerson: le sue carte erano raccolte in un portafogli di pelle, mentre il tavolo da lavoro, rotondo, si trovava in mezzo alla stanza e poteva ruotare per facilitare l’apertura dei cassetti. Emerson conservò 1200 libri, molti dei quali erano sparsi per la casa. Il 18 Aprile 1882 rientrò da una passeggiata completamente bagnato dalla pioggia. Il giorno successivo s’ammalò di polmonite. Dopo una settimana morì. La sua tomba è sul ciglio nel Cimitero di Sleepy Hollow a Concord, vicino agli amici Thoreau, Hawthorne e Alcott.</div>
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<u>Curiosità</u>: la dimora di Emerson era un luogo di passaggio di grandi artisti, come Henry David Thoreau, il quale era solito soggiornarvi e dormire nella stanza degli ospiti chiamata "La camera del pellegrino". </div>
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<b>Emily Dickinson</b></div>
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La sua casa si trova a Amherst, nel Massachusetts. Come molti sanno, la poetessa viveva da reclusa, in grande solitudine e malinconia, e in vita pubblicò solo sette poesie in forma anonima. Nessuno sapeva che scrivesse. Ne consegue che la gran parte della sua straordinaria e meravigliosa produzione letteraria venne scoperta solo dopo la sua morte: fu la sorella Lavinia che, per caso, trovò nella sua stanza centinaia di poesie dentro una scatola, scritte su foglietti ripiegati in tanti pacchetti cuciti con ago e filo. La Dickinson non usciva praticamente mai e, a volte, parlava con i visitatori da dietro una porta.</div>
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<u>Curiosità</u>: ancora oggi, non si conoscono le attività solite quotidiane della poetessa. In una lettera, fu proprio lei a scrivere: "<i>l'abisso non ha biografi</i>". E' però possibile, visitando il luogo, vedere la sua camera da letto, dove la Dickinson scrisse molte delle sue circa 1800 poesie. </div>
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<b>Edith Wharton</b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEih6nXpD26Cso5VgHGHWRtzkCQTsfZImvmYbHz-O6CGG8LAjQCf6TokiyrI1xGjQYp6uD_oClft9chN6tUDUwE1NNDEyOlt96yaE6Z7VSP0iNACj9QuKYhEF-yYZ9rd3DsB4oaj0JwlKMal/s1600/the_mount_from_the_walled_garden_by_david_dashiell.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="369" data-original-width="648" height="182" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEih6nXpD26Cso5VgHGHWRtzkCQTsfZImvmYbHz-O6CGG8LAjQCf6TokiyrI1xGjQYp6uD_oClft9chN6tUDUwE1NNDEyOlt96yaE6Z7VSP0iNACj9QuKYhEF-yYZ9rd3DsB4oaj0JwlKMal/s320/the_mount_from_the_walled_garden_by_david_dashiell.jpg" width="320" /></a></div>
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La sua meravigliosa tenuta si trova a Lenox, nel Massachusetts. In vita, la scrittrice era incredibilmente ricca: la dimora consta di 35 camere, quattro piani e acri su acri di giardini straordinari, per realizzare i quali la scrittrice si ispirò ai principi che lei stessa enunciò nel suo best seller "<i>The Decoration of Houses</i>". Spesso la scrittrice lavorava sdraiata a letto, nel relax.</div>
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Era molto amica dello scrittore Henry James, che spesso passava a trovarla.</div>
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<u>Curiosità</u>: sembra che la magione sia popolata da fantasmi. La Wharton ne era convinta e affermava di essere braccata dagli spiriti fin da bambina. La casa passò poi al collegio femminile Foxhollow nel 1942, ma le voci non cessarono. Le ragazze stesse riportarono diverse esperienze paranormali. Idem per la Shakespeare & Company, la società che, nel 1976, acquisì la struttura: anche loro segnalarono la presenza di pianti, voci e spiriti, in particolare quello di una donna in abito d'epoca.</div>
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Perfino la trasmissione televisiva Ghost Hunters (SyFy Channel) ha confermato la presenza di attività paranormale, riportando con i loro macchinari passi in stanze apparentemente vuote e voci incorporee. Ancora oggi è possibile visitare la casa attraverso i "ghost tour" organizzati dallo staff soprattutto in estate e autunno.</div>
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<b>William Faulkner</b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOOxBk7UOf-SrWx34tewT0ruMSB-Qxpi0r0GU0xSNfFDX5iFUdT2gOLSSdeTMvsLORLgBOkvNwJ6baF1ybIDz6hX954GLf-_dxx7xRIOElwt0JNFycGTOeNcCNhyIpzTZ00TL8NmlUhlCJ/s1600/800px-rowan_oak.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOOxBk7UOf-SrWx34tewT0ruMSB-Qxpi0r0GU0xSNfFDX5iFUdT2gOLSSdeTMvsLORLgBOkvNwJ6baF1ybIDz6hX954GLf-_dxx7xRIOElwt0JNFycGTOeNcCNhyIpzTZ00TL8NmlUhlCJ/s320/800px-rowan_oak.jpg" width="320" /></a></div>
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Per più di trent'anni Rowan Oak (Oxford, Mississippi) fu la dimora dello scrittore, dove egli scrisse molti dei suoi capolavori. Quando egli comprò la casa, non c'erano né acqua corrente, né elettricità. Egli stesso gestì molti dei progetti di ristrutturazione e sviluppo della casa, costruendo la libreria e la terrazza in mattoni con le sue stesse mani. Fece anche creare una stanza apposita per la scrittura, dove egli produsse "<i>Una favola</i>", "<i>Mentre morivo</i>", "<i>Luce d'agosto</i>" e "<i>Assalonne! Assalonne!</i>". Il nome della dimora proviene dalla leggenda celtica, molto amata dallo scrittore, del "Rowan tree" (il sorbo) che vedeva l'albero in questione quale protettore contro gli spiriti maligni.</div>
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Una volta entrati, sulla destra vi è il salotto con tanto di pianoforte e sofà: questa è anche la camera che ha ospitato il funerale dello scrittore. </div>
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L'atmosfera che l'ufficio di Faulkner rilascia è quella della sacralità che egli dava alla letteratura.</div>
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<u>Curiosità</u>: talvolta, Faulkner scriveva i canovacci delle sue trame complicate sui muri del suo studio; dopodiché, una volta terminato il libro, ripitturava il muro. Visitando la casa è ancora possibile leggere la trama del suo romanzo "<i>Una favola</i>", pubblicato nel 1954 e vincitore del Premio Pulitzer e del National Book Award.</div>
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Ed ecco terminata la prima tappa del nostro viaggio nella letteratura americana. La prossima volta ci sposteremo in un altro Stato, uno dove l'aria profuma di pino e di foresta, di montagne, di pollo fritto e di pesche.</div>
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<i>- Alice</i></div>
Alice e Francescahttp://www.blogger.com/profile/05381043781432299786noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-9168169482102931334.post-53236896830108898582018-07-01T20:02:00.000+02:002018-07-01T20:02:35.137+02:00Intervista all'Autore: Paolo Fumagalli<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
In genere, come scrittrice, attraverso sempre due fasi. La prima è quella della lucida follia visionaria, in cui vivo in una specie di "bolla" creativa che non permetto a nessuno, e a nulla, di maneggiare troppo, né di sottrarle tempo prezioso. In questa fase è difficile, se non impossibile, per me, occuparmi di qualsiasi altro progetto: dalla gestione del blog, alla lettura, al cucinarmi qualcosa di diverso da pile di toast carbonizzati per colazione. E per pranzo. E per cena.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
La fase numero due, quella in cui mi trovo adesso, è quella che io chiamo "bagno di realtà". E che odio, se posso dirlo francamente, anche perché in genere dura mesi e mesi. Non riesco a scrivere, anzi, ho il <i>terrore </i>di scrivere, ma in compenso funziono piuttosto bene su progetti più concreti: scodello articoli per il blog, spadello anatre all'arancia - ma, soprattutto, leggo. Parecchio. Tipo, un libro al giorno.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
E' grazie a ciò se, di recente, sono incappata in "<a href="http://www.dark-zone.it/prodotto/bucaneve-nel-regno-sotterraneo/" target="_blank"><i>Bucaneve nel Regno Sotterraneo</i></a>", libro molto ma molto figo di cui ho chiacchierato <a href="http://perasperaadastra19.blogspot.com/2018/06/per-il-ciclo-recensioni-librose.html" target="_blank">qui</a>, edito da <a href="http://www.dark-zone.it/" target="_blank">Dark Zone</a> e uscito dalla penna di uno degli Autori più talentuosi, umili e gentili che io abbia mai conosciuto: Paolo Fumagalli.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Non vi dico altro. Lascio che sia lui, con le sue parole, a presentarsi e raccontarvi qualcosa di sé, rispondendo alle mie strampalate domande.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Pronti? Via.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaUtO8P69_hPrXAdu_zPLbs-UNAqufK2daHfaThjXKEGiXkYS7cHnMLqGsyveuoz3BSoLBNjPyLDh3KEqUiF-1hKkqh1Zk5NgOntyXYOGo3CmQ2Xokbcu9U4C1EptU1tSIuKh3pTaU-gX1/s1600/Paolo+Fumagalli.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; display: inline !important; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="600" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaUtO8P69_hPrXAdu_zPLbs-UNAqufK2daHfaThjXKEGiXkYS7cHnMLqGsyveuoz3BSoLBNjPyLDh3KEqUiF-1hKkqh1Zk5NgOntyXYOGo3CmQ2Xokbcu9U4C1EptU1tSIuKh3pTaU-gX1/s320/Paolo+Fumagalli.jpg" width="213" /></a></div>
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<b>Una piccola presentazione: chi è Paolo Fumagalli?</b></div>
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Una persona tranquilla, che ha la testa nei libri e nei sogni a occhi aperti anche quando non sta scrivendo. Sono laureato in Lettere, la narrativa e le storie sono sempre state la mia più grande passione e credo che questo influenzi profondamente il mio modo di vedere il mondo. Amo molto anche il cinema, la musica, le passeggiate in mezzo alla natura… Sono tutte cose che mi rilassano, ma mi danno anche idee per i miei romanzi e racconti. </div>
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<br /></div>
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<b>Quand'è che ti sei detto "beh, potrei fare lo scrittore"? E cosa consiglieresti agli aspiranti scrittori che ci leggono?</b></div>
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Per prima cosa è arrivato il momento in cui mi sono detto “ho voglia di scrivere”, quando ormai avevo capito che non ero molto portato per le materie scientifiche e che invece ero più bravo in quelle umanistiche. Durante i primi anni degli studi universitari mi è venuta voglia di provare a scrivere seriamente racconti, una cosa che per semplice divertimento avevo già fatto quando ero un ragazzo e perfino un bambino. Dopo un po’ di tentativi ho iniziato a essere soddisfatto dei risultati e ho pensato che forse un giorno sarei riuscito a pubblicare. Da allora ho continuato a impegnarmi, ho iniziato a scrivere anche romanzi, ho cercato di scoprire il mondo editoriale… e non mi sono più fermato. </div>
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<br /></div>
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<b>Metti in atto dei rituali scaramantici, quando ti siedi a scrivere?</b></div>
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No, nessuno. In realtà per la stesura vera e propria non mi occorre molto: bastano un tavolo, una penna e un quaderno. L’unica cosa che cerco di fare prima di mettermi al lavoro è isolarmi, perché scrivo meglio quando sono circondato dal silenzio.</div>
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<br /></div>
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<b>Ci sono mai stati momenti di sconforto o di blocco in cui hai creduto che la Musa ti avesse abbandonato? Se sì, come li hai superati?</b></div>
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È capitato qualche volta, ma ho risolto evitando di dare troppa importanza alla cosa. Non erano blocchi veri e propri, piuttosto momenti in cui ero un po’ stanco e sfiduciato e avevo solo bisogno di fare una pausa e di ritrovare l’entusiasmo. Oppure per un po’ non avevo voglia di occuparmi di un certo testo, allora interrompevo il lavoro su quello, mi dedicavo a un altro per qualche settimana, e poi tornavo a finire il primo.</div>
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<br /></div>
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<b>Fiaba dark fantasy: un genere che in Italia fa fatica a sfondare. Secondo te quali sono le motivazioni? Vedi qualche spiraglio?</b></div>
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Forse in Italia tendiamo ad avere un po’ di pregiudizi verso la letteratura fantastica in generale e quindi non sappiamo bene che cosa aspettarci dai libri che mischiano generi diversi. È una cosa un po’ assurda, in realtà, perché le unioni di questo tipo aiutano proprio a essere originali e innovativi, quindi dovrebbero essere amate in una nazione che spesso guarda il fantastico dall’alto in basso e teme che sia piatto e ripetitivo. Penso che in particolare le fiabe dovrebbero piacere a tutti, anche a chi non ama il fantasy o l’horror. Non so, sarà perché io sono cresciuto leggendone molte, guardando film come “<i>Labyrinth</i>” o i classici della Disney, ma le sento dentro di me, non importa quanti anni passino. Gli spiragli li vedo quando mi accorgo che, comunque, ci sono anche qui molte persone davvero appassionate di narrativa fantastica, quando sento l’entusiasmo di tanti lettori per questo genere di storie.</div>
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<br /></div>
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<b>Nella prefazione a "<i>Bucaneve nel Regno Sotterraneo</i>" racconti di averlo ideato come una rilettura in chiave dark/gotica dei romanzi di Lewis Carroll. Quanto tempo è passato dalla scintilla dell'ispirazione all'effettiva stesura del libro?</b></div>
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A dire il vero non riesco a misurarlo con precisione, ci sono state varie fasi. Dopo aver avuto l’idea iniziale, ho steso un elenco, usando gli spunti dati dai libri di Carroll e modificandoli profondamente per creare nuovi luoghi e personaggi. Era una semplice serie di appunti, in cui ad esempio ipotizzavo che il Cappellaio Matto potesse diventare un Becchino e poi assegnavo a questo mio personaggio un dato ruolo nella trama e un certo modo di comportarsi. Poi ho organizzato questa serie di ambientazioni e figure, le ho unite tutte a formare una storia, ho creato l’inizio e soprattutto la fine. A quel punto ho cominciato la stesura vera e propria, che si è svolta piuttosto in fretta e non è durata più di due mesi.</div>
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<br /></div>
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<b>Si dice che tutte le storie si basino su tre pilastri: personaggi, trama e ambientazione. Per te qual è il più importante, come scrittore? E come lettore?</b></div>
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Spesso parto da un’idea che riguarda la trama e mi impegno molto per elaborare una bella storia durante la fase di progettazione del testo. Se mancasse questo elemento, credo che mi annoierei durante la scrittura, non avrei una molla che mi spinge a continuare. Anche come lettore è soprattutto una trama originale e accattivante che mi fa apprezzare un libro. Devo ammettere però che, scrivendo storie fantastiche, l’ambientazione e i personaggi sono comunque importantissimi, perché è fondamentale che il mondo alternativo che invento sembri vivo, sia a me che ai lettori.</div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsGdZXGNh_zCfEoPuQa4Z-8NQbSmlzhMjCH1EWpvJjObck1cGZcZLEo_tcMNkKEpirjNTe_JvlxwovmbAcz3DUXWq8chyphenhyphen80iEnQqUHRIX0ygB7jB6rZUTkTvJU3taLLjnq98pO37iwkKhR/s1600/Screen-Shot-2018-05-17-at-11.39.29-AM.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1206" data-original-width="844" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsGdZXGNh_zCfEoPuQa4Z-8NQbSmlzhMjCH1EWpvJjObck1cGZcZLEo_tcMNkKEpirjNTe_JvlxwovmbAcz3DUXWq8chyphenhyphen80iEnQqUHRIX0ygB7jB6rZUTkTvJU3taLLjnq98pO37iwkKhR/s320/Screen-Shot-2018-05-17-at-11.39.29-AM.png" width="223" /></a><b>I dialoghi del tuo libro ricalcano lo stile di Carroll, specialmente per il nonsense che, però, nasconde grandi insegnamenti. E' stata dura idearli? Hai dovuto strutturarli o li hai scritti di getto?</b></div>
<div style="text-align: justify;">
No, non è stata dura. Credo sia andata così perché sentivo dentro di me molti elementi dello stile di Carroll, mi veniva naturale scrivere il libro in quel modo per farlo risultare buffo e surreale come lo volevo. Non ho pianificato molto i dialoghi, infatti. Avevo deciso quali informazioni sul Regno Sotterraneo e sulla condizione di Bucaneve dovessero essere fornite da ogni personaggio, in modo da far procedere la storia, ma tutto il resto mi è venuto in mente mentre scrivevo, soprattutto le parti nonsense. Mi divertivo a creare quei ragionamenti che, a seconda del punto di vista, possono sembrare del tutto assurdi oppure causati da una logica troppo rigorosa e pedante. Era interessante usare i paradossi per riflettere su tante cose della vita e della morte.</div>
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<b>Parliamo della tua eroina. Cosa farebbe Bucaneve che Alice non farebbe mai?</b></div>
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Alice riesce ad affrontare tante cose strane, dimostra coraggio e anche capacità di crescere, ma credo che Bucaneve sia più forte di lei come carattere, perché si ritrova in un mondo tenebroso, che potrebbe far davvero molta paura a una bambina. Inoltre deve combattere di più per tornare alla realtà. Quindi in definitiva penso che Bucaneve riuscirebbe a guardare più a fondo in se stessa, saprebbe fronteggiare aspetti più problematici della sua vita e della sua condizione.</div>
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<br /></div>
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<b>E' stato difficile proporre un libro ispirato a un mostro sacro come l'eroina di Lewis Carroll, cercando di distinguerti? </b></div>
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Direi di no, mi sentivo spinto da un entusiasmo che metteva in secondo piano i rischi e le difficoltà. Penso che per me sarebbe stato più difficile proporre un sequel dei suoi libri, ma visto che l’ambientazione è così diversa e che i personaggi e gli eventi narrati sono del tutto nuovi, non avevo troppo timore del confronto. Vedevo il mio libro come un omaggio a Carroll e al tempo stesso come un modo per esprimere i miei gusti e interessi, non come una competizione. Infatti “Bucaneve nel Regno Sotterraneo” può essere letto anche da chi non conosce i libri su Alice, è una storia a sé stante.</div>
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<br /></div>
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<b>Il tuo libro è una fiaba dark, eppure le creature classiche – streghe, vampiri, scheletri – non sono mostri, come si legge in genere, bensì personaggi gradevoli, positivi. Era tua intenzione offrire questa doppia chiave di rilettura?</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Quando ho deciso di usare personaggi e ambientazioni horror e di conservare al tempo stesso un’atmosfera fiabesca e uno spirito leggero e surreale, mi è diventato subito chiaro che il tono finale avrebbe ricordato certi film di Tim Burton, con quella strana unione di elementi macabri e divertenti. Mi piaceva l’idea di rendere le tenebre tenere, di trovare il lato buffo e amichevole di creature solitamente considerate paurose. In effetti nei miei libri mi capita spesso di schierarmi dalla parte dei solitari, degli irregolari, dei diversi, è una cosa evidentissima anche nel mio romanzo fantasy “<i>Scaccianeve</i>”, ad esempio.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Al momento stai scrivendo un nuovo libro? Se sì (ti prego ti prego ti prego) ci puoi anticipare qualcosa?</b></div>
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In questo periodo sono impegnato nella rilettura e correzione di due romanzi fantasy: uno è ambientato in Lombardia e basato su tradizioni dei luoghi in cui vivo, l’altro è il secondo volume della saga iniziata con il libro “La strada verso Bosco Autunno”. Nei miei cassetti ci sono poi diverse opere già concluse, che ho scritto nel corso degli anni, e se tutto procede bene in autunno uscirà un romanzo fantastico per ragazzi. Visto che lavorando con loro a “Bucaneve” mi sono trovato benissimo, ho anche proposto un altro libro alla casa editrice Dark Zone, un urban fantasy dalle sfumature dark, devo solo aspettare per scoprire se sarà accettato e se rientrerà nelle pubblicazioni dell’anno prossimo.</div>
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<br /></div>
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<b>Lewis Carroll a parte, quali sono gli autori che ti hanno "formato" come scrittore?</b></div>
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Non è una domanda facile, diversi hanno avuto una forte influenza su di me. Limitandomi all’ambito fantastico, direi Edgar Allan Poe e H. P. Lovecraft per la forza dell’immaginazione e la capacità di creare atmosfere particolari, George MacDonald e Lord Dunsany per la fantasia rigogliosa e deliziosamente fuori moda, il Tolkien più leggero e Terry Pratchett per le sfumature divertenti, e poi tutta una serie di fiabe antiche e moderne, che oltre a Lewis Carroll comprende anche opere come "<i>Peter Pan</i>" o "<i>Il Mago di Oz</i>".</div>
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<br /></div>
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<b>Ultima domanda, oscura e cupa come la tua fiaba. Avevi paura della morte quando hai iniziato a scriverla? Se sì, è per questo motivo – senza fare spoiler – che hai deciso di proporre questo tipo di finale?</b></div>
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La morte mi spaventa di più quando riguarda le persone care, quando diventa perdita. Per quanto mi riguarda, so che forse avrò paura quando arriverà il mio momento, ma per ora non è un timore che mi ossessiona, non ci penso. È vero però che con il libro volevo dare un messaggio di speranza. Dopo aver mostrato il lato buffo e surreale dell’immaginario dark, non avrei potuto scegliere un finale di chiusura e sconfitta, mi sarebbe sembrato inadatto. C’erano altre riflessioni che volevo portare avanti, altre simbologie che si legavano al carattere di Bucaneve, al suo percorso di crescita, perfino al suo nome.</div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixkkuaQrsaIczhwt19UnFQFMxn7YkcEuXChcRQx8F8OIZ0jlge7BqmIRkhtxkdr-xB4_kkgc8KbLX_RlgtYGIxElgkhZh9cMXkqzpIYRFMgUxQWGc2EoatVLa1g56-c18UMIyY9FVEBNlq/s1600/dark_alice_in_wonderland_by_sabinzie-d6hua5n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="683" data-original-width="1024" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixkkuaQrsaIczhwt19UnFQFMxn7YkcEuXChcRQx8F8OIZ0jlge7BqmIRkhtxkdr-xB4_kkgc8KbLX_RlgtYGIxElgkhZh9cMXkqzpIYRFMgUxQWGc2EoatVLa1g56-c18UMIyY9FVEBNlq/s320/dark_alice_in_wonderland_by_sabinzie-d6hua5n.jpg" width="320" /></a></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Concludo ringraziando Paolo per la disponibilità e per aver risposto a ogni mia domanda con tanto entusiasmo. Gli faccio i miei migliori auguri per i suoi futuri progetti e, che diamine, corro subito a reperire "<i>Scaccianeve</i>"!</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<i>- Alice</i></div>
Alice e Francescahttp://www.blogger.com/profile/05381043781432299786noreply@blogger.com15tag:blogger.com,1999:blog-9168169482102931334.post-57560392827392483772018-06-29T12:09:00.000+02:002018-06-29T12:09:37.356+02:00Cuore di Tufo - Giuseppe Chiodi<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="-webkit-font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">A cosa pensate se dico Napoli?</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Ok, quelli di voi che hanno pensato alla pizza riabbassino le mani, per favore. Oggi non parliamo di <i>quella</i> Napoli. Parliamo di una Napoli vera, fatta di persone e folclore. La Napoli di "<i>Cuore di Tufo</i>", scritto da Giuseppe Chiodi.</span></span></div>
<div style="box-sizing: border-box; caret-color: rgb(43, 43, 43); color: #2b2b2b; text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigsIJgzM4tPoyaOg1Bho6Rjtr8HirNd1RlV2iBNZwD0A4bwVSrgarwX2-X7_d91bibFWuvmRYLcdz-i9GbCO1hCw_-JnjCUJ-ilr1jFKqxDPonjW_bZOl5Jz1Ov5UucOq8rXnWj3xJnXiO/s1600/cuore+di+tufo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="357" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigsIJgzM4tPoyaOg1Bho6Rjtr8HirNd1RlV2iBNZwD0A4bwVSrgarwX2-X7_d91bibFWuvmRYLcdz-i9GbCO1hCw_-JnjCUJ-ilr1jFKqxDPonjW_bZOl5Jz1Ov5UucOq8rXnWj3xJnXiO/s400/cuore+di+tufo.jpg" width="285" /></a></div>
<div style="box-sizing: border-box; caret-color: rgb(43, 43, 43); color: #2b2b2b; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b><br /></b></span></div>
<div style="box-sizing: border-box; caret-color: rgb(43, 43, 43); color: #2b2b2b; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="box-sizing: border-box; caret-color: rgb(43, 43, 43); color: #2b2b2b; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b><br /></b></span></div>
<div style="box-sizing: border-box; caret-color: rgb(43, 43, 43); color: #2b2b2b; text-align: center;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b>T<span style="box-sizing: border-box;"></span>itolo</b>: <span style="box-sizing: border-box;"><a href="https://www.ibs.it/cuore-di-tufo-libro-giuseppe-chiodi/e/9788899845360" target="_blank">Cuore di Tufo</a></span></span></div>
<div style="box-sizing: border-box;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<span style="caret-color: rgb(43, 43, 43); color: #2b2b2b; font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
<span style="caret-color: rgb(43, 43, 43); color: #2b2b2b; font-family: "times" , "times new roman" , serif;"></span><br />
<div style="text-align: center;">
<span style="caret-color: rgb(43, 43, 43); color: #2b2b2b; font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b>Autore</b>: <span style="box-sizing: border-box;">Giuseppe Chiodi</span></span></div>
<span style="caret-color: rgb(43, 43, 43); color: #2b2b2b; font-family: "times" , "times new roman" , serif;">
<div style="text-align: center;">
</div>
</span><br />
<div style="box-sizing: border-box; caret-color: rgb(43, 43, 43); color: #2b2b2b; text-align: center;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b>Casa editrice</b>: <span style="box-sizing: border-box;"><a href="http://www.dark-zone.it/" target="_blank">Dark Zone edizioni</a></span></span></div>
<div style="box-sizing: border-box; caret-color: rgb(43, 43, 43); color: #2b2b2b; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="box-sizing: border-box; caret-color: rgb(43, 43, 43); color: #2b2b2b; text-align: center;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b>Genere</b>: <em style="box-sizing: border-box;">Dark/Urban fantasy</em></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 15px; text-align: center;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-kerning: none;"></span><br /></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: center;">
<span style="font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b>Pagine</b>: 113</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Partiamo da una premessa: io non conosco Napoli. Ci sono stata una volta sola, per un colloquio di lavoro. Una toccata e fuga di un paio d’ore che mi ha vista tornare a casa assonnata e frastornata per il lungo viaggio senza essermi goduta niente (nemmeno un trancio di pizza!). </span></span><span style="-webkit-text-stroke-width: initial; font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Dunque, è chiaro: non conosco affatto questa città e probabilmente è per questo se, nell’avventurarmi tra le pagine di Giuseppe Chiodi, mi è sembrato di affacciarmi su un mondo completamente nuovo. Sì, perché "<i>Cuore di Tufo</i>" non racconta solo la storia di Pietro, e di come costui cerchi in ogni modo di salvare sua figlia dalle grinfie della Bella ‘Mbriana, ma racconta Napoli, trascinandovi dentro i suoi misteri e dentro le sue più profonde introspezioni.</span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 15px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-kerning: none;"></span><br /></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Vi riassumo brevemente la trama. Pietro Cimmino, proprietario di un negozio di antiquariato, è un uomo superstizioso, caduto in un vortice di ossessione e magia nera. Ancora turbato dalla separazione recente con sua moglie, vive con la piccola Sonia, sua figlia, che per lui rappresenta l’universo intero. Nelle prime pagine del romanzo, però, Pietro incontra Dafne, una bella studentessa beneventana, che riaccende in lui una scintilla di speranza. Forse può di nuovo essere felice. Forse, può ancora amare. Sarà proprio questa scintilla, e la stessa Dafne, a scatenare le ire della Bella ‘Mbriana, lo spirito protettore della casa a cui Pietro è devoto, e a mettere in pericolo Sonia. Per salvarla, Pietro varca finalmente la linea che separa la realtà dall’immaginazione. Si avventura, così, nella Napoli del sottosuolo, alla ricerca dello spirito del monacello, l’unico in grado di aiutarlo a sconfiggere la Bella ‘Mbriana e a salvare sua figlia.</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 15px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-kerning: none;"></span><br /></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Insomma, una storia lineare, piacevole, però mai scontata. Un romanzo che, a mio avviso, non solo racconta l’amore disperato di un padre ma, come Pietro che si avventura nelle catacombe, scende a esplorare le sfaccettature più profonde della solitudine. Quella di un uomo devastato da un amore finito, disposto a credere agli spiriti — e ad apparecchiare per loro, come vuole la tradizione napoletana — pur di non sentirsi solo. </span></span><span style="-webkit-font-kerning: none; -webkit-text-stroke-width: initial;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Una storia il cui protagonista non è il classico eroe disposto a morire pur di salvare un amico, ma un uomo <i>vero</i>, uno per cui la propria sopravvivenza viene prima di quella altrui.</span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaGnWSkFRbFHEBYb3ptM0mnfWxNXxcIFGhJZ8KK_jLPW_OK5ZFQ8oueA_amXF4_oD-3GsvdcjoOSkQgerQfyjwxjGgyPgDSx3AF8QftDwMoAUe35CcgnUlO2gXndb7g5g2_ep-IvW2mz3D/s1600/200w.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="107" data-original-width="200" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaGnWSkFRbFHEBYb3ptM0mnfWxNXxcIFGhJZ8KK_jLPW_OK5ZFQ8oueA_amXF4_oD-3GsvdcjoOSkQgerQfyjwxjGgyPgDSx3AF8QftDwMoAUe35CcgnUlO2gXndb7g5g2_ep-IvW2mz3D/s400/200w.gif" width="400" /></a></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
<br />
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="-webkit-text-stroke-width: initial; font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Un serpeverde, insomma! E qui devo fare una nota di merito a Giuseppe Chiodi: fantastici i richiami alla Rowling, da brava fanatica di Harry Potter, li ho apprezzati tantissimo!</span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 15px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Ottima la prosa. Pulita e mai troppo verbosa, spinge affinché il lettore proceda con la lettura senza mai annoiarsi. L’unico appunto che mi sento di fare, in merito, riguarda i dialoghi. Approvo la scelta stilistica di rendere i personaggi ancora più reali attraverso l’uso del dialetto napoletano, tuttavia una nota a fondo pagina, di traduzione, mi avrebbe fatto davvero comodo, specie sul finale - che, personalmente, avrei diluito e allungato ancora un po', data l'alta concentrazione di azione e combattimenti.</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 15px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-kerning: none;"></span><br /></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">In conclusione, se amate l’urban fantasy, mi sento di consigliarvene la lettura, sia che siate napoletani doc, e cerchiate qualcosa di diverso, che parli proprio della vostra città, sia che non la conosciate affatto e vogliate tuffarvici dentro per la prima volta, come ho fatto io.</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 15px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-kerning: none;"></span><br /></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Ora, però, devo salutarvi. Sarà meglio che mi metta a fare le pulizie, se non voglio fare arrabbiare la ‘Mbriana ;)</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 15px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-kerning: none;"></span><br /></span></div>
<br />
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="-webkit-font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">- <i>Francesca</i></span></span></div>
Alice e Francescahttp://www.blogger.com/profile/05381043781432299786noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-9168169482102931334.post-76798535756673884762018-06-25T23:12:00.001+02:002018-06-27T10:44:55.432+02:00Nel salotto dello scrittore: scrittori russi<div style="text-align: justify;">
Buonasera a tutti e benvenuti a una nuova puntata della rubrica "<i>Nel salotto dello scrittore</i>". Questa volta parleremo di letteratura russa e di alcuni dei più importanti Autori a livello internazionale, quali Tolstoj, Nabokov e... beh, per saperlo non vi resta che leggere. Dal canto mio, i mausolei che state per esplorare mi hanno già incantata, tra tetti verdi, spessi muri rossi e il profumo bianco della neve nei boschi.</div>
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<b>Lev Tolstoj</b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpA2BfljbeD3seJpzrgFavBT7003QSfahym9_jeWFNk6XLYoW5c6okLCaOBJ3PgljjAw70pnbADy0uqijbw-2liRlshN5orq1bxe4t3Lj1xAZbHVBYujhsNNpR_ej03owU1pxGJrbYv6Xz/s1600/Tolstoj.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="344" data-original-width="600" height="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpA2BfljbeD3seJpzrgFavBT7003QSfahym9_jeWFNk6XLYoW5c6okLCaOBJ3PgljjAw70pnbADy0uqijbw-2liRlshN5orq1bxe4t3Lj1xAZbHVBYujhsNNpR_ej03owU1pxGJrbYv6Xz/s320/Tolstoj.jpg" width="320" /></a></div>
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Lo scrittore, dalla cui penna nacquero opere immortali come "<i>Guerra e pace</i>" e il tragico "<i>Anna Karenina</i>", crebbe in una meravigliosa e grande casa col tetto verde (Jàsnaja Poljàna), dove trascorse anche la maggior parte della propria esistenza. E’ la sola dimora che lo scrittore abbia mai amato e dove faceva ritorno nei momenti particolarmente difficili della sua vita. Sull'orlo di un dirupo nelle vicinanze è situato l'umile sepolcro di Tolstoj, privo di croce e di epitaffio e sommerso interamente dall'erba, così come lo scrittore desiderava che fosse.</div>
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<u>Curiosità</u>: Tolstoj, conformemente a un'usanza propiziatoria russa, si dedicò personalmente alla realizzazione di un frutteto di 8.550 esemplari all'interno della tenuta. Allo scopo, lo scrittore utilizzò 7.900 alberi di melo dell'Alto Adige, regione allora inclusa nell'impero austro-ungarico, una varietà corrispondente a quella della Val di Non.</div>
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<b>Vladimir Nabokov</b></div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirfDHAChenEHlm9J32oOSKjrkAptDmpozz9jQ4NRl_EOjA5s-qA3Hfk1nFxSJ9-Qdihw6mLv6uSdnHnGpyL6DjnS1_sabEf6sCBXPmfFPU4diJ-XJjcposruwDHL5FJWCY3sSFN6jLdOkF/s1600/Nabokow.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="965" data-original-width="1560" height="197" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirfDHAChenEHlm9J32oOSKjrkAptDmpozz9jQ4NRl_EOjA5s-qA3Hfk1nFxSJ9-Qdihw6mLv6uSdnHnGpyL6DjnS1_sabEf6sCBXPmfFPU4diJ-XJjcposruwDHL5FJWCY3sSFN6jLdOkF/s320/Nabokow.jpg" width="320" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFghmx07i1wvkLtFybzKTPmBdzuDOXPwWI5RDevTVBFxsxVLF54zMhsoKtfRfFClPICU7XkN9z72t3uPCbb4vapyd5eOFk2j52b4uJRv8pGc-2Fla-NaZ_e_W4jjT9ibdV-QNGMANSHdrZ/s1600/original-sitting-room-in-the-nabokov-house-in-st-petersburg-1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="533" data-original-width="1000" height="170" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFghmx07i1wvkLtFybzKTPmBdzuDOXPwWI5RDevTVBFxsxVLF54zMhsoKtfRfFClPICU7XkN9z72t3uPCbb4vapyd5eOFk2j52b4uJRv8pGc-2Fla-NaZ_e_W4jjT9ibdV-QNGMANSHdrZ/s320/original-sitting-room-in-the-nabokov-house-in-st-petersburg-1.jpg" width="320" /></a></div>
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<br /></div>
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La tenuta "Rozhdestveno Memorial", a Siverskaya, Russia, è stata una delle case d'infanzia di Nabokov, il celebre autore di "<i>Lolita</i>". Egli nacque in una delle famiglie più ricche dell'epoca, ma non poté mai godersi appieno le case che tanto amava: la sua famiglia seguì la Rivoluzione quando lui era appena sedicenne e, da quel momento, non poté mai più tornare in Russia né nella casa natale, che è stata poi riconvertita in museo e attualmente ospita i suoi effetti e i suoi scritti.</div>
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<br /></div>
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<u>Curiosità</u>: nonostante un terribile incendio abbia severamente danneggiato la struttura nel 1995, ancora oggi è possibile visitare il museo, restaurato, che commemora non solo Nabokov, ma anche la vita della nobiltà Russa e della gente comune autoctona dell'area durante gli ultimi anni della Russia imperiale.</div>
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<br /></div>
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<b>Alexander Pushkin</b></div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhlrwLVkZGijn34tg6i3_x2RyQVoQE_z3a5vKNKbweDUmvkZgCHCb5prBFz_IEB3e1d7GdtCSTRTb2sBuhQzWoMRb9Vy2Vjvk2W9beUIT72UfYx994bV7dimAqcirF0j5p2_KvViSyTjx1/s1600/pushkin-apartment-museum-in-st-petersburg.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="533" data-original-width="800" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhlrwLVkZGijn34tg6i3_x2RyQVoQE_z3a5vKNKbweDUmvkZgCHCb5prBFz_IEB3e1d7GdtCSTRTb2sBuhQzWoMRb9Vy2Vjvk2W9beUIT72UfYx994bV7dimAqcirF0j5p2_KvViSyTjx1/s320/pushkin-apartment-museum-in-st-petersburg.jpg" width="320" /></a></div>
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Il Pushkin Memorial Museum si trova nella casa in cui il poeta russo ha vissuto tra il 1836 e il 1837, in una delle più belle vie di Mosca, vicino al fiume Moika. Pushkin, celebre per aver scritto alcune delle più importanti opere della letteratura russa, come "<i>Evgenij Onegin</i>" e "<i>La dama di picche</i>", entrambe successivamente musicate da Tchaikovsky, morì a seguito di una ferita riportata in duello proprio nel 1837. La ricca collezione della casa-museo (ritratti a olio e acquerello, preziose incisioni e litografie, arredi, oggetti in bronzo, libri rilegati in cuoio, pagine di giornali e annuali ingialliti dal tempo) permette agli ospiti di respirare l'atmosfera della vita a Mosca nel 1830. E' possibile ammirare anche numerose statue d'oro, splendide stufe in ceramica, tappezzeria pregiata e il giardino con le fontane e la statua dello scrittore.</div>
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<br /></div>
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<u>Curiosità</u>: durante tutta la visita in sottofondo si sentono melodie struggenti, che richiamano la triste morte dell'Autore, deceduto dopo due giorni di agonia e dolori strazianti.</div>
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<b>Fëdor Dostoevskij</b></div>
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"<i>Il giocatore</i>", "<i>Delitto e castigo</i>", "<i>Memorie dal sottosuolo</i>", "<i>L'idiota</i>", "<i>I demoni</i>", "<i>I fratelli Karamazov</i>", "<i>Memorie dalla casa dei morti</i>", "<i>Il sosia</i>". Questi titoli vi dicono niente? Ebbene sì: tutti sono stati partoriti dalla mente geniale di Fëdor Dostoevskij, uno dei più grandi scrittori della storia della letteratura. Egli visse nel suo appartamento di San Pietroburgo dal 1878 al 1881, anno della sua morte. Nacque a Mosca il 30 ottobre 1821 da Mikhail e Maria Dostoevskij, impiegati ospedalieri. La famiglia viveva in un appartamento sul terreno dell'ospedale e proprio il rapporto e le interazioni fra l'Autore e i pazienti spinsero notevolmente il suo interesse verso le persone meno fortunate di lui. Oggi, nella sua casa-museo tutto è rimasto com'era, come congelato nel tempo. Qui l'Autore scrisse cinque delle sue opere più conosciute, compresa "<i>I fratelli Karamazov</i>". Nel museo è possibile visitare le stanze dove lo scrittore ha vissuto, ammirare il suo scrittorio, il suo cappello e numerosi effetti personali.</div>
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<u>Curiosità</u>: lo scrittore era solito scrivere di notte e la mattina riposava. Molto legato alla famiglia, amava i suoi figli, che chiamava "angeli", e cercava di dedicargli più tempo possibile, nonostante i tanti impegni. Molto toccante è il particolare delle quattro sigarette già pronte per essere riempite con il tabacco a fianco, sulla cui scatola la figlia ha annotato il giorno della morte del padre.</div>
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<b>Anton Čechov</b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidt4ygE5XDvQsiOKoJWRf_4IGHl_48eYXPXf546Mwug5VI9lleza4E_MQ5TYePyof1DdL87odfa-g_nz_AeOrTVNJZPsSo0Z2whcB80qAgHnEdRwPH2PMKo5x12fwy0vgFZAOS7KRSb5qo/s1600/chekhov-retreat500.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="332" data-original-width="500" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidt4ygE5XDvQsiOKoJWRf_4IGHl_48eYXPXf546Mwug5VI9lleza4E_MQ5TYePyof1DdL87odfa-g_nz_AeOrTVNJZPsSo0Z2whcB80qAgHnEdRwPH2PMKo5x12fwy0vgFZAOS7KRSb5qo/s320/chekhov-retreat500.jpg" width="320" /></a></div>
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La sua casa-museo si trova a Jalta, nei locali della Dacia Bianca, un'abitazione fatta costruire dall'Autore stesso nel 1898. Dopo il successo de "<i>Il gabbiano</i>", Čechov si stabilì qui, per meglio far fronte alla tubercolosi grazie al favorevole clima della Crimea. Vi piantò diversi tipi di alberi, tra cui gelsi, ciliegi, mandorli, peschi, cipressi, agrumi, acacie e betulle, e vi allevò cani e gru. Dallo studio egli poteva vedere il lungomare, che gli ispirò "<i>La signora con il cagnolino</i>", e sul retro lo scenario che gli suggerì l'ambientazione per "<i>Il giardino dei ciliegi</i>". In questo luogo Čechov ha scritto inoltre "<i>Tre sorelle</i>" e "<i>Il vescovo</i>". Ospiti della dacia furono anche Tolstoj. Rachmaninov e Gor'kij.</div>
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<u>Curiosità</u>: dopo la morte di Čechov, avvenuta nel 1904, la casa fu curata dalla sorella Marija Pavlovna. Ella si rifiutò di lasciarla anche durante l'occupazione nazista, impedendo che venissero trafugati gli oggetti lì conservati. Durante la seconda guerra mondiale la casa fu tuttavia danneggiata da una delle ultime incursioni aeree della Luftwaffe nella zona.<br />
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<b>Michail Bulgakov</b><br />
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Il celebre scrittore di capolavori come "<i>Cuore di cane</i>" e "<i>Il maestro e Margherita</i>" ha vissuto al numero 10 di Bolshaia Sadovaia, a Mosca, dove, da una ventina d'anni, la sua casa è stata trasformata in un museo che celebra le sue opere. Qui, tra il 1921 e il 1924, egli scrisse la prima stesura de "<i>Il maestro e Margherita</i>", nonostante lui e la moglie dovessero condividere l'appartamento, per ragioni economiche, con altre famiglie. Proprio queste stanze hanno fornito il modello dell'appartamento in cui si installa Voland insieme alla sua improbabile squadra di diavoli illusionisti, motivo per cui i curatori del museo hanno provveduto a ripristinare gli ambienti come erano all'epoca dell'Autore: nella dimora vi sono lo studio di Bulgakov, la sua scrivania, i suoi manoscritti originali e anche parecchi, inquietanti disegni ispirati al suo capolavoro appesi alle pareti. Nello splendido palazzo d'epoca è possibile anche assistere a rappresentazioni teatrali. Inoltre, d'estate vengono organizzati autobus rossi a bordo dei quali è possibile effettuare dei tour letterari a tema Bulgakov.<br />
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<u>Curiosità</u>: i visitatori possono addirittura avere a che fare con i personaggi del capolavoro di Bulgakov... telefonandogli. Nel salotto, infatti, è stato installato un antiquato apparecchio telefonico, accanto al quale campeggia una curiosa rubrica. Al suo interno c'è un elenco dei personaggi con i vari numeri di telefono e, componendoli, si possono avere belle sorprese. «<i>Riaggancia il telefono, canaglia!</i>» può capitare di sentirsi redarguire dal gatto nero Behemot. Se si prova a comporre il numero dello stesso Voland, però, si sentirà soltanto la voce della sua segretaria, la seducente strega Hella, che dice: «<i>E' occupato e non può venire al telefono. Voland, però, l'aspetta in questa casa per il ballo di mezzanotte, ci saranno molti ospiti.</i>» E se poi vi viene sete e chiamate un chiosco-bar agli<br />
Stagni del Patriarca - il parco con laghetto a due passi della casa di Bulgakov dove Voland appare per la prima volta - vi sentirete rispondere: «<i>Non c'è birra, l'acqua minerale non l'hanno portata, c'è solo succo di albicocca, ma non è fresco.</i>»<br />
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<b>Nikolaj Gogol'</b><br />
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Nel centro di Mosca, nel boulevard Nikìtskij, si trova un antico palazzo a due piani che sembra incassato nel fondo di un tranquillo cortile alberato. In questo luogo, l'Autore scrisse "<i>Le anime morte</i>" e, sempre qui, in un accesso di disperazione, bruciò la seconda stesura dell'opera nel camino, per poi crollare a piangere sul letto. Sempre qui, Gogol', lasciando pochissimi averi personali, morì nel 1852. Sono rimasti un unico ritratto a olio, eseguito da un pittore sconosciuto; il suo cappotto, reso celebre da una citazione di Dostoevskij ("<i>Siamo tutti usciti dal cappotto di Gogol'</i>"); la sua maschera mortuaria.<br />
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<u>Curiosità</u>: ogni stanza è caratterizzata da un diverso effetto sonoro in sottofondo, che si accorda a uno specifico stato d'animo di Gogol' o ricrea l'atmosfera in cui lui era solito leggere le sue opere agli spettatori. Nel giardino botanico sorge anche una statua che lo rappresenta nella sua consueta postura triste, circondata da bassorilievi dei suoi personaggi.<br />
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<b>Maksim Gor'kij</b><br />
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L'Autore, considerato il padre del realismo socialista per via delle tematiche della lotta contro la miseria, l'ignoranza e la tirannia che attraversano trasversalmente tutte le sue opere, visse in estrema povertà, scegliendo il suo pseudonimo (Gor'kij significa "amaro"; il suo vero nome era Aleksej Maksimovič Peškov) proprio a causa delle sue condizioni di vita. In seguito al successo delle sue opere, una su tutte "<i>I bassifondi</i>", nel 1931 l'architetto Fyodor Shekhtel progettò questo affascinante palazzo in stile liberty e lo donò allo scrittore. La casa mostra portali scolpiti, affreschi sul soffitto, vetrate, una sinuosa scala in pietra e, all'esterno, decorazioni in piastrelle. Qui è possibile ammirare molti effetti personali dell'Autore, compresa un'ampia biblioteca e la sua collezione di statuine in avorio.<br />
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<u>Curiosità</u>: Shekhtel ha cercato di creare l'illusione di un mondo sottomarino all'interno del palazzo, giocando molto su linee sinuose simili a onde, per non parlare del lampadario sospeso in alto sopra la grande scalinata, che ricorda una medusa.</div>
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Ed eccoci giunti al termine della carrellata su alcuni dei maggiori scrittori russi... e su tutto ciò che potevamo esplorare senza salire su un aereo e attraversare l'oceano. Mio Dio. La sentite? Quell'aria minerale, frizzante, mentre volate sopra una distesa di un blu intenso, tremula all'orizzonte come un diamante alla luce del fuoco? Stiamo per arrivare, America. Il prossimo lunedì approderemo finalmente nelle terre al di là del mare.</div>
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<i>- Alice</i></div>
Alice e Francescahttp://www.blogger.com/profile/05381043781432299786noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-9168169482102931334.post-88845483008196078152018-06-23T22:08:00.000+02:002018-06-23T22:09:41.287+02:00Per il ciclo recensioni librose: Bucaneve nel Regno Sotterraneo di Paolo Fumagalli<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTvGlhnN8XpDd5FC6mwG0tzJFkXBdpopJNNP6_FGCaRdHF29eMC26HCLOkqUh3mtGwiTg2SI__ETwNqhdrt4Am0-_DJeL2965AXCxKIDGSAFVFI8MLQsN7ee0Fy8pZ85UPrf5B6roIIh_K/s1600/Screen-Shot-2018-05-17-at-11.39.29-AM.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1206" data-original-width="844" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTvGlhnN8XpDd5FC6mwG0tzJFkXBdpopJNNP6_FGCaRdHF29eMC26HCLOkqUh3mtGwiTg2SI__ETwNqhdrt4Am0-_DJeL2965AXCxKIDGSAFVFI8MLQsN7ee0Fy8pZ85UPrf5B6roIIh_K/s200/Screen-Shot-2018-05-17-at-11.39.29-AM.png" width="139" /></a><br />
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<u style="text-decoration-line: underline;">Titolo</u><u>:</u> Bucaneve nel Regno Sotterraneo</div>
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<u>Autore</u>: Paolo Fumagalli</div>
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<u>Genere</u>: Fiaba dark fantasy</div>
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<u>Editore</u>: <a href="http://www.dark-zone.it/" target="_blank">Dark Zone</a></div>
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<u>Età di lettura consigliata</u>: da 10 anni</div>
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Fra me e questo libro sussiste una storia d'amore a distanza che va avanti da quando, un paio di mesi fa, lo avevo adocchiato al Salone del Libro di Torino. Avrei già voluto comprarlo allora, ma un paio di dettagli me lo hanno impedito. Il primo: ero tragicamente in ritardo e rischiavo di perdere il treno. Motivo numero due: ero anche tragicamente povera.</div>
<div style="text-align: justify;">
Così, "<i>Bucaneve nel Regno Sotterraneo</i>" è dovuto rimanere sulla bancarella, scintillante e fresco di stampa, a gridarmi che mi amava, che mi avrebbe sempre amato, fino a quando, l'altro giorno, fra un principe nigeriano che mi prometteva ricchezze e pietre preziose se gli avessi inviato un milione di euro e un buono sconto di Sephora, ho trovato una mail in cui Paolo Fumagalli in persona mi chiedeva se avessi voluto leggere il suo romanzo e, nel caso lo avessi ritenuto buono, recensirlo. Vi risparmio le scene in cui ho iniziato a saltare per casa dalla gioia, anche perché non sono durate a lungo. Nel giro di mezz'ora ero già rapita dalla lettura, dimentica del mondo reale e immersa in quello surreale, weird e fantastico di Bucaneve...</div>
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<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i>«Cosa sai dirmi su quello che è sepolto qui?»<br />«Ce n’è più di uno, tanto per cominciare. È una tomba di famiglia e al momento due generazioni si trovano nella fossa. Riposano in un letto di marmo e legno. La cosa buffa è che, quando erano in vita, queste persone non andavano affatto d’accordo ed erano felici di stare l’una lontana dall’altra. Ora invece le usanze funebri e il prestigio del loro nome le fanno rimanere tutte vicine. Suppongo che in tutto questo potrebbe esserci una lezione, o almeno un commento ironico sul modo in cui vanno le cose.»<br />«Quale lezione?»<br />«A volte la morte riunisce ciò che la vita tende a separare.»<br />«E i defunti di quella famiglia sono contenti di essere qui?»<br />«Non direi, ricorda che sono morti.»<br />«Sì, hai ragione, ma intendevo dire: l’idea di venire sepolti tutti insieme non li infastidisce?»<br />«Io spesso tendo l’orecchio, ma non ho mai sentito nessuno lamentarsi», disse il teschio sghignazzando, facendo battere i denti in un modo piuttosto sinistro.</i></blockquote>
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La sinossi è presto detta: Bucaneve, colpita da una misteriosa malattia che nessuno sa spiegare, è una bambina che ama le storie raccontate dalla madre e i sogni a occhi aperti. Una sera, rimasta sola nella sua stanza a contemplare il meraviglioso panorama notturno fuori dalla finestra, un'ombra dalle forme umane cala su di lei, piombandola in uno stato d'incoscienza. Quando la bimba si risveglia, si trova in una bara sottoterra, dalla quale cerca disperatamente di uscire, scavando cunicoli nella terra che la porteranno prima a incontrare un pipistrello parlante, poi altri strani personaggi, in un’avventura fantastica e cupa che la porterà a vagabondare per il Regno Sotterraneo, un mondo notturno e misterioso, abitato da bizzarre creature legate alle tenebre e all’occulto. Perché è finita lì? Riuscirà mai a tornare a casa? E dov'è "casa", dove sono i suoi genitori? Perché si trovava in una bara? È l’inizio di una serie di incontri con gatti e corvi parlanti, streghe che vivono nella foresta, solitari becchini, cavalieri senza testa, scheletri e altri personaggi tanto sinistri quanto buffi e stravaganti. Conoscendo meglio le atmosfere oscure e divertenti del Regno Sotterraneo, Bucaneve scoprirà che anche la Morte in persona può sognare e cercherà un modo per tornare alla realtà.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBDyfZepwMYjQxQFpC4uZRk_q0a4V5Jn0IaPFFyecd3QZgnTL6PDwPs_oG5nOSDHxjHXpYPFxmfXnV_-IItH1jxGQQ_A9itkfPGtGr4UswwZQO40vW97AmgxtfYjZrxEzGF96c-21akY-n/s1600/my_alice_through_the_looking_glass_by_ignissouls-da9f06t.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="670" data-original-width="1191" height="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBDyfZepwMYjQxQFpC4uZRk_q0a4V5Jn0IaPFFyecd3QZgnTL6PDwPs_oG5nOSDHxjHXpYPFxmfXnV_-IItH1jxGQQ_A9itkfPGtGr4UswwZQO40vW97AmgxtfYjZrxEzGF96c-21akY-n/s320/my_alice_through_the_looking_glass_by_ignissouls-da9f06t.jpg" width="320" /></a>Una fiaba dark fantasy, quindi, dichiaratamente ispirata ad "<i>Alice nel Paese delle Meraviglie</i>" e "<i>Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò</i>" di Lewis Carroll, libri che l'Autore ha conosciuto a vent'anni e che, da allora, non hanno mai smesso di affascinarlo. E per fortuna, perché ciò che Fumagalli è riuscito a ricreare non è solo l'atmosfera surreale di Carroll, né lo stampo marcatamente nonsense dei dialoghi; il mondo di Bucaneve è quello di Alice e non lo è, gli somiglia eppure ne è il negativo. I personaggi sono sì stravaganti e simpatici, talvolta ovvi omaggi a quelli originali, ma hanno anche un'anima indipendente dark, cupa, e sono attraversati da una consapevolezza profonda che rappresenta la maggiore chiave di lettura del romanzo. Simili alle Regine, alle carte, allo Stregatto e a tutti gli altri personaggi del romanzo originale, eppure opposti, come il Joker di Heath Ledger lo è rispetto al Joker di Jack Nicholson.</div>
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Da tutto ciò scaturisce una storia leggera ma anche intensa, nostalgica, vibrante, di quelle che non riesci a smettere di leggere fino a quando non vedi la parola <i>fine</i>. Si parte da un inizio classico, comodo come un vecchio paio di pantofole, con una bimba malata e allettata che supplica la madre di leggere ancora un po', e si prosegue attraverso incontri strampalati e strani personaggi, ciascuno dei quali serba un dettaglio necessario a Bucaneve per ricostruire il puzzle della realtà. Il finale, poi, è qualcosa di veramente originale: non vi spoilero nulla, ma per quanto riguarda me mi ha presa veramente alla sprovvista. A essere onesta, forse avrei preferito un finale forse più scontato ma anche profondamente amaro, ma mi rendo conto che, forse, non sarebbe stato adatto all'età consigliata per la lettura del libro. E poi, il nome della protagonista sarebbe dovuto cambiare, con il finale ipotizzato da me. Una bambina che si chiama Bucaneve, come il primo fiore che spezza l'inverno e si fa strada spaccando la terra e il ghiaccio fino all'aria, si merita un finale da Bucaneve... pur se con i petali macchiati di sangue.</div>
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In definitiva, un libro più che consigliato, e non solo agli appassionati dei romanzi di Carroll. E' vero che la protagonista ricorda molto Alice, specialmente per la caratteristica di fare monologhi a voce alta ogniqualvolta si ritrova nella necessità di cercare di razionalizzare un aspetto privo di senso del Regno Sotterraneo, ma queste sono pagine adatte a tutti, senza distinzione. L'importante è che abbiate fame, come Bucaneve. Che vi sentiate stanchi delle solite storie e bisognosi di essere rinvigoriti, come lei. Che vi poniate domande. Che crediate alle cose impossibili, e che siate disposti a lasciarvi rapire da un mondo dipinto con parole precise e sognanti come colpi di pennello.</div>
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Quanto a me, il Regno Sotterraneo mi manca già. Proprio come il Re di quel bizzarro luogo, non posso farci niente: per quanto ci provi, non riesco a smettere di sognarlo.</div>
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<i>- Alice</i></div>
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Alice e Francescahttp://www.blogger.com/profile/05381043781432299786noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-9168169482102931334.post-33596746474704830512018-06-22T16:18:00.002+02:002018-06-22T16:25:44.000+02:00Cose che possono succedere quando si entra in libreria<div style="text-align: justify;">
L'altro giorno ero depressa. Cioè, non è che la ero solo l'altro giorno, io sono tipo Stuart di The big bang theory, ma l'altro giorno marcava male. <i>Molto </i>male. Sarei riuscita comunque a cavarmela (e il mio portafoglio mi avrebbe ringraziata) se avessi avuto della cioccolata in casa, ma era finita. Pure il gelato era finito. Neanche un cornetto, mi avevano lasciato. Bastardi.</div>
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Dunque, non ho potuto far altro che uscire. Se sono giù di morale, non c'è niente di meglio di una capatina in libreria per tirarmi su. Cioè, anche un vichingo biondo con gli occhi blu che s'innamori perdutamente di me e mi voglia sposare non è che sarebbe da buttare, eh, ma data la mia condizione sola-come-un'oliva-in-fondo-a-un-Martini ho dovuto accontentarmi della libreria.</div>
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Salto temporale: sto camminando per la città con la mia borsetta di libri che mi sbatte contro la coscia. Il cuore mi batte forte. Dietro di me, l'insegna della libreria che si allontana. Sì, li ho pagati, 'sti libri, non è che il cuore mi batte forte per quello. Sono semplicemente felice per i titoli che ho trovato, alcuni dei quali così particolari che non vedo l'ora di arrivare a casa per sfogliarli. Intanto che aspetto che passi il bus, mi siedo sotto la pensilina coi libri in grembo, maledico il caldo, m'infilo le cuffie nelle orecchie, maledico di nuovo il caldo e mi metto comoda a scrivere questo post.</div>
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Eccoli qui. Non sono belli? Eh? Eh?</div>
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Dio, quanto mi servirebbe un vichingo.</div>
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Anyway, ecco i titoli che ho acquistato. Sono un po' felice *-*</div>
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1) "<i>Cento racconti</i>" di Ray Bradbury (Mondadori)</div>
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2) "<i>Il matrimonio dei fiammiferi</i>" di Jonathan Carroll (Fazi)</div>
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Questa è stata una scoperta che ho fatto chiedendo consiglio direttamente alla libraia. Peraltro, una gran libraia, nel senso che molto spesso (non a causa loro) nelle librerie di catena si assiste a una spersonalizzazione dei commessi, ridotti a venditori e promotori di titoli imposti dall'alto; ed è un peccato, perché sono convinta che parecchi di loro avrebbero voglia, e anche bisogno, di recuperare un rapporto intimo con gli acquirenti, consigliandogli e chiacchierando con loro di trame, stili di scrittura, gusti personali. Sì, lo so che sto tratteggiando una sorta di Paese delle Meraviglie, ma chiamandomi Alice non è che possiate aspettarvi altro, eh. Voglio dire, anche voi. E poi, nelle librerie indipendenti questo rapporto esiste già: non quello, freddo e calcolatore, tra venditori/promoter e potenziali acquirenti, bensì il dialogo stimolante che si instaura fra libraio e lettore.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaOLwtPVnHAderW8BDElo5yxwHH_QEVBDXNH9wk9Kz7_E8KzC7y6X0Ca5b70FpTfgm6gtDIcVIlcJPQ9peD7o7vTUknLEvOa2mrMGKA3IREmKZ8K73COJRCY1sXHJH36EXNGzNjDOYShve/s1600/9788876250439_0_200_0_0.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="307" data-original-width="200" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaOLwtPVnHAderW8BDElo5yxwHH_QEVBDXNH9wk9Kz7_E8KzC7y6X0Ca5b70FpTfgm6gtDIcVIlcJPQ9peD7o7vTUknLEvOa2mrMGKA3IREmKZ8K73COJRCY1sXHJH36EXNGzNjDOYShve/s200/9788876250439_0_200_0_0.jpg" width="130" /></a>Chiusa questa piccola parentesi, e tornando al libro in questione, vi narro due parole sulla trama. Miranda Romanac è una giovane donna di successo che vive a Manhattan. A trent'anni comincia il tempo dei primi bilanci: si sente sola e persa, sensazione che cresce dopo una riunione con i vecchi compagni del liceo ("<i>L'orrore! L'ORRORE!</i>", ndr), occasione di una sconvolgente scoperta. Quando incontra l'irresistibile Hugh Oakley, Miranda capisce finalmente che è arrivata per lei la possibilità di essere felice. Il loro è un amore folle, che spinge Hugh a lasciare la sua famiglia. Insieme decidono di trasferirsi in una casa di campagna sulle rive del fiume Hudson, ma proprio quando il sogno di una perfetta convivenza sembra potersi realizzare, e Miranda varca la porta della nuova casa, la speranza di una vita felice svanisce improvvisamente. E' perseguitata da visioni sconvolgenti e terribili, fantasmi di altri tempi e altri luoghi, ricordi rimossi di un passato molto doloroso. Sarà solo l'inizio dell'odissea della protagonista, perché altri avvenimenti sono in agguato.</div>
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Beh, beh. Non l'ho ancora letto, a parte qualche riga per sincerarmi dello stile di scrittura, ma dalla quarta di copertina sembra parecchio interessante. Proprio lo stile è ciò che mi ha spinta all'acquisto: il motivo per cui avevo chiesto consiglio alla libraia era che cercavo qualcosa che somigliasse a Vlautin nello stile, scarno, prosaico, semplice ed emotivo. Devo dire che in quello ho notato delle somiglianze, perciò non aspetto altro che di leggerlo.</div>
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3) "<i>La Terra morente</i>" di Jack Vance (Fanucci)</div>
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E va beh, qui c'è poco da dire. Jack è Jack. Punto. Dalla sua penna sono uscite alcune delle più interessanti saghe di fantascienza, come il "<i>Ciclo di Tschai</i>" e il "<i>Ciclo della Terra morente</i>", appunto, di cui quello che vedete in foto è il primo di una quadrilogia. Non che si tratti del mio autore di fantascienza preferito, ma una caratteristica peculiare di Vance, che manca a molti altri, secondo il mio parere, è la capacità di delineare con poche, secche parole complesse società aliene, il più delle volte tanto assurde proprio perché intimamente umane, come se Vance le avesse descritte con l'intento di rovesciare la lente d'ingrandimento e mostrarci per vie traverse la nostra società e la nostra natura.</div>
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Anche qui, due parole sulla trama: il primo capitolo del ciclo "<i>La Terra morente</i>" è ambientato in un futuro remoto in cui il crepuscolo della Terra ormai giunta alla sua fine pervade ogni cosa, anche la mente degli uomini, condizionandone emozioni e sentimenti. In una realtà cupa e corrosa dal tempo, la popolazione umana si riduce ogni giorno sempre di più, sopravvivendo in strutture un tempo lussuose e ora decadenti. Strane figure ormai indistinguibili si muovono come zombie: avventurieri e stregoni, esseri umani e non umani, mostri grotteschi terreni e soprannaturali. La scienza è stata sostituita da un miscuglio di magia e tecnologia, con regole, formule e leggi tutte nuove. Il passato è un ricordo tenebroso che pochi cercano di riscoprire, occupati a vivere un tempo che scorre lento ma inesorabile.</div>
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4) "<i>The enemy</i>" di Charlie Higson (DeA)</div>
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Ok, lo ammetto: di Higson non conoscevo assolutamente nulla. Mai letto né sentito, il che mi ha portata a questa felice scoperta: in un angolino polveroso della libreria, che cercava di fare lo gnorri tra due grossi tomi, ho reperito questo titolo risalente al 2009. Strano che mi fosse sfuggito per tutto questo tempo, ma sono stata comunque ben felice di strapparlo alla sua indolente sonnolenza sullo scaffale e aggiungerlo alla pila dei suoi fratellini adottivi. A parte la copertina molto figa, per quanto essenziale, non solo lo stile di scrittura è buono, scorrevole e puntuale, ma anche la trama sembra interessante: è trascorso un anno da quando l'epidemia ha fatto scomparire gli adulti dalla faccia del mondo. Londra è solo lo spettro della città di un tempo. Per le strade vagano bande di ragazzini che tentano di arrivare vivi alla fine di ogni giornata, evitando i Grandi, corpi putrescenti alla ricerca di carne umana. La lotta è dura, cruda, selvaggia. Arran sa che presto le mura del supermercato non basteranno più a proteggere lui e i suoi compagni. La speranza di un luogo sicuro lo spinge a mettersi in marcia. Ma il cammino attraverso la capitale è lungo e pieno di nemici pronti ad attaccare.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgn6OLpc76Y-Wu2xGCfvMGkPV-GZEnaS6i6LqYYm29junkZjp1uFYufGLPBdTLCOgyjFhlaaX_ltZwckrnXegbDktL4mlkgZCsaBnRTp0pSuE77u6xdUkSD2nCiP5IR1hygUU_4CqGsHQKJ/s1600/download+%25287%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="541" data-original-width="364" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgn6OLpc76Y-Wu2xGCfvMGkPV-GZEnaS6i6LqYYm29junkZjp1uFYufGLPBdTLCOgyjFhlaaX_ltZwckrnXegbDktL4mlkgZCsaBnRTp0pSuE77u6xdUkSD2nCiP5IR1hygUU_4CqGsHQKJ/s200/download+%25287%2529.jpg" width="134" /></a></div>
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Beh, cosa c'è di più classico? Un po' "<i>Il signore delle mosche</i>", un po' "<i>28 giorni dopo</i>", un po' "<i>The last days</i>", film spagnolo molto ma molto carino e originale dei fratelli Pastor, un po' "<i>La ragazza che sapeva troppo</i>", film (dal titolo tradotto in modo atroce; l'originale è "<i>The girl with all the gifts</i>", ndr) firmato Netflix, un po' serie (sempre Netflix) ispirata a "<i>The mist</i>", questo libro mi trasmette ottime vibrazioni. Per ora ho letto solo la prima pagina per decidere se acquistarlo o meno, ma devo dire che già da lì si nota l'originalità con cui Higson ha introdotto la storia, affidando le prime righe a un punto di vista insolito. Bello bello.</div>
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5) "<i>Mary e il fiore della strega</i>" di Mary Stewart (Rizzoli)</div>
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E dopo tutta 'sta ansia terribile, finiamo in scioltezza con un titolo privo (stranamente e anche un filino inquietantemente) di zombie, ansia, roba di paura, insomma, una cosetta leggera, tipo sorbetto fra uno stinco al forno e un profiterole, per intenderci. Almeno, l'idea temporanea che mi sono fatta di questo libro, non avendolo ancora letto, è questa. Mary Smith non si è mai annoiata così tanto in vita sua. I genitori l'hanno spedita a passare le vacanze in campagna, a casa della prozia Charlotte, dove non accade mai niente di divertente. Un giorno più noioso degli altri, Mary si mette a seguire un gattino nero, si inoltra nel bosco e trova un fiore viola mai visto prima, così bello da sembrare magico. La bambina non ci mette molto a scoprire che le basta sfregare i petali del fiore su un manico di scopa per prendere il volo (cioè, io penso ci avrei messo tipo un milione di anni, voglio dire, quante diamine di probabilità c'erano?, ndr); da quel momento per Mary la vacanza in campagna si trasforma in un'avventura da brividi, che la porterà in una misteriosa scuola di stregoneria, tra lezioni di incantesimi, laboratori di magia e segreti molto pericolosi.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRYuoUPQjuGmcOJNxag0basNs4Ao3nL5LPiDjijpXkC4fnGMA37bhKrI_lYpdSsiVYHVExstAp0gCjQJZrrjxNM2CRd82rInQ5G-hlIVJkGL3hWNWqEbgwY6TMrNSvKBzUzHbuZJL0snEA/s1600/4179056-9788817101226-285x424.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="424" data-original-width="285" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRYuoUPQjuGmcOJNxag0basNs4Ao3nL5LPiDjijpXkC4fnGMA37bhKrI_lYpdSsiVYHVExstAp0gCjQJZrrjxNM2CRd82rInQ5G-hlIVJkGL3hWNWqEbgwY6TMrNSvKBzUzHbuZJL0snEA/s200/4179056-9788817101226-285x424.png" width="134" /></a></div>
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Sì, va beh, ok, ci sarà pure qualche mistero, ma parliamo comunque di un libro per bambini e giovani adolescenti, quindi non penso si tratterà di nulla di mortale... forse. In realtà, spero un po' di sì. In ogni caso, mortali o no, i segreti promessi dalla trama mi inspirano un sacco, almeno quanto la bellissima copertina e gli inserti interni, che fanno somigliare il libro a una piccola opera d'arte in tessuto. Per non parlare del fatto che proprio in questi giorni (naturalmente, dove sto io non lo trasmettono, ma ehi, è questo il bello di vivere in un paesino disperso nella brughiera) è nelle sale il film omonimo, di Hiromasa Yonebayashi, che già da un po' non vedo l'ora di gustarmi *_* spero esca presto in DVD, ma intanto mi godrò l'incanto di queste pagine.</div>
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Bene, ora mi sento un po' meglio. Ho dei nuovi libri da leggere, la voglia di leggerli e il caldo mefitico mi ammazzerebbe se provassi a uscire, quindi ho anche l'occasione per tumularmi viva in casa, circondata dai ventilatori e da impacchi di ghiaccio, a leggere. Se solo sapessi decidermi da quale partire... consigli? ;)</div>
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<i>- Alice</i></div>
Alice e Francescahttp://www.blogger.com/profile/05381043781432299786noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-9168169482102931334.post-30366343336083660202018-06-20T12:01:00.002+02:002018-06-20T12:07:21.338+02:00Berserkr - Alessio Del Debbio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZLK905GoSF_IBYbItVTWGGLFg5ws39VfFXwLXZ3Bhe174tBDUV_2U1h5YUS3tC8a3aPdSeG6oPkinhHH9iQNAcb9X1h7EX1oLVx6DA1eAaSn1AlKu2StyCIA6-ksFvBDhfWHnYYG62AQ6/s1600/IMG_0407.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZLK905GoSF_IBYbItVTWGGLFg5ws39VfFXwLXZ3Bhe174tBDUV_2U1h5YUS3tC8a3aPdSeG6oPkinhHH9iQNAcb9X1h7EX1oLVx6DA1eAaSn1AlKu2StyCIA6-ksFvBDhfWHnYYG62AQ6/s320/IMG_0407.jpg" width="240" /></a></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="-webkit-font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Titolo: Berserkr</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Autore: Alessio Del Debbio</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Genere: Urban fantasy</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Editore: <a href="http://www.dark-zone.it/" target="_blank">Dark Zone</a></span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 15px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-kerning: none;"></span><br /></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">C’è una cosa che dovete sapere sul mio conto ed è che tengo a vedere un pezzetto di me in chiunque io incontri. Forse è per questo se sabato, essendo venuta a conoscenza dello stand di Alessio Del Debbio a Nicola di Luni (SP), mi sono prodigata per raggiungere la fiera medievale di Mikauria, trascinando la paziente Alice con me. Perché in Alessio, che non conoscevo e non posso dire di conoscere adesso, vedevo un po’ di me. Forse per il fatto che siamo entrambi delle stesse zone, oppure per il fatto che non appena ho cercato qualche informazione sul suo libro sono rimasta abbagliata per la somiglianza di alcuni dettagli con il mio. Nulla di esagerato, eh, giusto qualche nome e qualche particolare sull’ambientazione. Così mi sono detta che avrei dovuto dargli una possibilità, che avrei preso quel bus infernale che si inerpicava su per le colline di Luni, togliendomi il fiato a ogni curva, e avrei comprato il suo libro. E volete saperla una cosa? Ho fatto bene.</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 15px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-kerning: none;"></span><br /></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">L’impressione che ho avuto di Alessio è sicuramente positiva. Si è dimostrato gentile fin da subito. Ha raccontato ad Alice e me qualcosa in merito ai suoi libri, ma senza vantarsi. L’ha fatto con umiltà e affetto sincero verso le sue storie. Credo sia questo ad avermi colpita: la genuinità, che poi è quella che ho ritrovato tra le sue pagine. Uno stile di scrittura pulito, che ti porta a proseguire la lettura tranquillamente e a finire il libro in breve tempo.</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 15px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-kerning: none;"></span><br /></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">La storia è ambientata nella Berlino del terzo millennio. Non una Berlino come la conosciamo noi, ma una divisa in sette zone in seguito alle vicende della Guerra Calda (quanto ho apprezzato questo riferimento!) che hanno visto assegnare ogni zona a ciascuna delle antiche stirpi, quali umani, mannari, vampiri, streghe e coboldi, una specie di “folletti” logorroici. In questo clima di equilibrio precario, Ulrik Von Schreiber, membro della Divisione incaricata di mantenere la pace e impedire sconfinamenti e scontri tra le stirpi, deve indagare su alcuni misteriosi omicidi provocati da creature sovrannaturali ancora sconosciute, nella speranza di riuscire a placarle prima che il delicato equilibrio venga distrutto. Ma Ulrik non è soltanto un cacciatore della Divisione, incarna lo Spirito Protettore della città, l’Orso di Berlino, che non attende altro che liberare la propria furia.</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJY4261WE02vvBF1I7GAgY_mQ4XZfse92oX_rZWUGDAXBenN8LrZNi_LsXnyqmHNTJSTORm7I5dn0C_T9y0-Se9a5-MrkVUxTNXVy5oTo6I4SwC3N5_XS2bmyI9J6vB5jqOYFdzFkWJpIH/s1600/tenor-3.gif" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="266" data-original-width="480" height="177" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJY4261WE02vvBF1I7GAgY_mQ4XZfse92oX_rZWUGDAXBenN8LrZNi_LsXnyqmHNTJSTORm7I5dn0C_T9y0-Se9a5-MrkVUxTNXVy5oTo6I4SwC3N5_XS2bmyI9J6vB5jqOYFdzFkWJpIH/s320/tenor-3.gif" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">o-ok, scusa.</td></tr>
</tbody></table>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">La storia, già di per sé interessante per chi ama l’urban fantasy, viene caratterizzata dalla presenza di personaggi a tutto tondo e qui direi che Alessio ha fatto un ottimo lavoro!</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Partiamo da Ulrik. Lui non è il classico protagonista - eroe. Pur incarnando lo spirito dell’Orso, si dimostra un uomo normale. Anche lui cade. Anche lui sbaglia. Anche lui è stempiato! È un eterno indeciso, tanto che nel suo letto entrano sia donne che uomini. E dio, sì! Finalmente un protagonista bisessuale! Insomma, sicuramente qualcosa di diverso dal solito, che mi è piaciuto molto, così come mi sono piaciute le comparse “peccaminose” che puntualmente finivano vittima delle creature sconosciute.</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Una nota di merito devo farla anche per la conclusione dei vari capitoli. Avvincenti, spingono a girare pagina ogni volta e a leggere qualche altra riga. Ben fatto!</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 15px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-kerning: none;"></span><br /></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Ora veniamo ai lati dolenti. No, non sono molti, tranquilli. Solo due.</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Una cosa che mi ha un po’ confusa è stato il salto temporale in cui si raccontava una parte del passato di Ulrik. Personalmente, avrei precisato sin da subito che si trattava di un ricordo, magari mettendo “<i>tot anni prima</i>” sotto al titolo del capitolo.</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Un’altra cosa che mi ha fatto storcere il naso è che dopo un inizio avvincente, il ritmo è andato un po’ calando verso la fine. Ecco, forse ho trovato troppi dialoghi in una parte dove non avrebbero dovuto essercene, dove, anzi, il ritmo avrebbe dovuto essere ancora più veloce, essendo giunti al climax della storia. Ma questo non ne pregiudica comunque la lettura.</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 15px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-kerning: none;"></span><br /></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">In conclusione, il libro mi è piaciuto. Credo che Alessio abbia voluto evidenziare una problematica molto attuale, che è quella della libertà. La libertà di poter scegliere. La libertà di poter essere se stessi in una società ostile, dove tutti si somigliano. Dove se sei <b>diverso</b> allora sei<b> sbagliato</b>. E sì, la libertà di potersi lasciare andare e tirar fuori, talvolta, anche la parte peggiore di sé.</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 15px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-kerning: none;"></span><br /></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Se siete amanti dell’urban fantasy, non perdetevelo. Io, di mio, proverò a scavare dentro la mia anima e a tirarne fuori l’orso che ci si nasconde dentro. Perché forse non tutti saremo i Protettori di Berlino, ma possiamo essere i protettori di noi stessi.</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 15px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-kerning: none;"></span><br /></span></div>
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<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="-webkit-font-kerning: none;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">- <i>Francesca</i></span></span></div>
Alice e Francescahttp://www.blogger.com/profile/05381043781432299786noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-9168169482102931334.post-83916095269496743762018-06-18T23:48:00.000+02:002018-06-19T08:55:19.814+02:00Nel salotto dello scrittore: scrittori europeiEd eccoci arrivati a una nuova puntata della rubrica "<i>Nel salotto dello scrittore</i>" :)<br />
Questa volta parleremo di alcuni dei più celebri autori europei, da Kafka a Frank, a Hesse, a Cervantes, passando per Musil, Mann e Goethe. Se siete curiosi di leggere come e dove vivevano gli scrittori francesi e inglesi, vi ricordiamo che ne abbiamo parlato rispettivamente <a href="http://perasperaadastra19.blogspot.com/2018/06/nel-salotto-dello-scrittore-scrittori.html" target="_blank">qui</a> per i francesi, mentre <a href="http://perasperaadastra19.blogspot.com/2018/05/nel-salotto-dello-scrittore-scrittori_21.html" target="_blank">qui</a>, <a href="http://perasperaadastra19.blogspot.com/2018/05/nel-salotto-dello-scrittore-scrittori_28.html" target="_blank">qui</a> e <a href="http://perasperaadastra19.blogspot.com/2018/06/nel-salotto-dello-scrittore-puntata.html" target="_blank">qui</a> ci siamo dedicati agli autori anglosassoni. Abbiamo parlato anche dei nostri connazionali in <a href="http://perasperaadastra19.blogspot.com/2018/05/nel-salotto-dello-scrittore-scrittori.html" target="_blank">questo</a> post, seguito da <a href="http://perasperaadastra19.blogspot.com/2018/05/nel-salotto-dello-scrittore-scrittori_14.html" target="_blank">quest'altro</a>.<br />
Bene, dopo questa carrellata di ricordi meravigliosi, allacciatevi le cinture: si parte!<br />
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<b>Franz Kafka</b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGrfdOuTi4Yh9LzE8NqIJXas5egqmIfhIu8dXRqiVsVcXPrtaavi3rbXbNkkSDeH83yL4IfIjkqVGz7Bmdm1Uh3VJdRWw4BFwzYZqQHnUgJebcIeGfSlXaZaa3k6bbhfM8dCuwp8E3XAZB/s1600/casa-kafka-fresco-prague-tour-golden-lane-do-casa-kafkad.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="387" data-original-width="580" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGrfdOuTi4Yh9LzE8NqIJXas5egqmIfhIu8dXRqiVsVcXPrtaavi3rbXbNkkSDeH83yL4IfIjkqVGz7Bmdm1Uh3VJdRWw4BFwzYZqQHnUgJebcIeGfSlXaZaa3k6bbhfM8dCuwp8E3XAZB/s320/casa-kafka-fresco-prague-tour-golden-lane-do-casa-kafkad.jpg" width="320" /></a></div>
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A Praga, al numero 22 del famoso e pittoresco Vicolo d'Oro (o strada degli Alchimisti), è possibile visitare la casa del grande scrittore Franz Kafka: oggi l'abitazione, una piccola chicca azzurra tra le tante facciate colorate a tinte vivaci del Vicolo, è diventata un negozio di souvenir, oggetti e libri relativi all'autore. Kafka visse qui negli ultimi mesi del 1916 insieme alla sorella Ottla, beneficiando della tranquillità del posto (rispetto alla rumorosissima residenza precedente, “Al luccio d’oro”) per scrivere molte delle sue opere come "<i>Il cacciatore Gracco"</i>, "<i>In galleria"</i>, "<i>Un medico condotto"</i>, "<i>Il messaggio dell’imperatore" e "Il cruccio del padre di famiglia"</i>.</div>
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<u>Curiosità</u>: il Vicolo d’Oro, durante il regno di Rodolfo II, nel XVI secolo, ospitava 24 arcieri del regno con le proprie famiglie. Durante il secolo successivo vi si trasferirono gli orafi, motivo per cui la via prese il suo aureo nome. Secondo la leggenda, però, ai tempi di Rodolfo II in questa misteriosa via abitavano gli alchimisti, che cercavano la ricetta per l‘elisir di lunga vita e la formula per trasformare metalli comuni in oro. Da qui il fascino che questo vicolo possiede tuttora. Qui inoltre abitò anche lo scrittore premio Nobel Jaroslav Seifert.</div>
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<b>Anna Frank</b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaArPZKu5q5Gypvtj3BzfXZVUbb_XaXI-Xm2B90nLi_Xt1sZ0y7Unf-1NNnCDpJ1KaIMIdTI8TN9sZQwOPwzaOvSIx2JvZ8YL37J6Pq2OX2QVsEuvdDsHiN8JBsckCnGcrO3IieDCJanvX/s1600/Anne-Frank-House-Amsterdam.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="781" data-original-width="1600" height="156" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaArPZKu5q5Gypvtj3BzfXZVUbb_XaXI-Xm2B90nLi_Xt1sZ0y7Unf-1NNnCDpJ1KaIMIdTI8TN9sZQwOPwzaOvSIx2JvZ8YL37J6Pq2OX2QVsEuvdDsHiN8JBsckCnGcrO3IieDCJanvX/s320/Anne-Frank-House-Amsterdam.jpg" width="320" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy-fkzL5RTfw1J42CE24gKWDdQp3hEXVtr0GLWQvVQOlrHgaWe-3g-A32kkM4SYLWU3LEEFNHXqJII1oHmHEZa3Q3zMEgFEFttyMT5OVpaaNAS-vJkL0nmB9OAQAYxI59wuBMkLb6u84MQ/s1600/170px-AnneFrankHouse_Bookcase.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="237" data-original-width="170" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy-fkzL5RTfw1J42CE24gKWDdQp3hEXVtr0GLWQvVQOlrHgaWe-3g-A32kkM4SYLWU3LEEFNHXqJII1oHmHEZa3Q3zMEgFEFttyMT5OVpaaNAS-vJkL0nmB9OAQAYxI59wuBMkLb6u84MQ/s1600/170px-AnneFrankHouse_Bookcase.jpg" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjS2A9m42R40ysZmwr55O19arf4Nll3YR4yCihQ4k5Eov-S57Mln_AbK9cJeBGqM6R2_7Q8yox-PtyTTX03lOCgsArySfkaFCYiG1ZsGPOO1UUXvPBGoiLz9QIP4EsIqKJ_cq9RUiw0C1np/s1600/mfwzo_Anne-Frank-huis-660x330-610x366.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="366" data-original-width="610" height="192" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjS2A9m42R40ysZmwr55O19arf4Nll3YR4yCihQ4k5Eov-S57Mln_AbK9cJeBGqM6R2_7Q8yox-PtyTTX03lOCgsArySfkaFCYiG1ZsGPOO1UUXvPBGoiLz9QIP4EsIqKJ_cq9RUiw0C1np/s320/mfwzo_Anne-Frank-huis-660x330-610x366.gif" width="320" /></a></div>
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Nel centro di Amsterdam, Paesi Bassi, si trova la casa in cui Anna Frank scrisse il suo famoso diario durante la seconda guerra mondiale. Anna Frank nacque nel 1929 a Francoforte sul Meno, in Germania. Nel 1933, il partito Nazista antisemita guidato da Hitler salì al potere. La vita di Anna venne allora sempre più limitata dalle leggi razziali contro gli ebrei, leggi che la portarono a dover scrivere il suo diario, al quale affidò i suoi dubbi, il suo coraggio e le sue paure di giovane ragazza, durante i due anni (1942-1944) trascorsi in un nascondiglio segreto la cui entrata era protetta - per ironia - proprio da una libreria. Nel mese di Agosto del 1944 il nascondiglio venne scoperto: sia la famiglia di Anna, sia quella dei Van Daan, con cui i Frank condividevano il nascondiglio, vennero arrestate e deportate. Anna venne condotta nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, dove morì nel Marzo del 1945. L'unico a salvarsi dell'intero nucleo famigliare fu solo il padre, Otto, che si adoperò per far pubblicare il diario della figlia.</div>
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Il diario originale è in mostra nell'esposizione permanente allestita nella casa-museo di Anna Frank.</div>
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<u>Curiosità</u>: nella stanza di Anna le pareti sono ricoperte di foto di attrici famose collezionate dalla ragazza. </div>
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<b>Miguel de Cervantes</b></div>
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La casa che diede i natali allo scrittore si trova a Madrid, in Calle Mayor. Si tratta di una tipica dimora madrilena del sedicesimo secolo in cui è possibile visitare un museo che ricostruisce la vita ai tempi del “<i>Don Chisciotte</i>”. Il piano terra era quello dove si svolgeva la vita quotidiana della famiglia e si divideva in stanza del cucito, cucina, sala da pranzo, salotto delle dame e lo studio del chirurgo, la professione che esercitava il padre di Cervantes. Il piano superiore era destinato a saloni e a camere da letto. Attualmente ospita un'importante collezione di mobili, ceramiche, incisioni e quadri dell'epoca, oltre a un importante fondo bibliografico.</div>
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<u>Curiosità</u>: davanti ai cancelli della casa vi è una panchina con le statue di Sancho Panza e Don Chisciotte intenti a parlare. Una foto è d'obbligo!</div>
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<b>Johann Wolfgang von Goethe</b></div>
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Uno degli scrittori e pensatori europei più grandi e versatili dell'età moderna, Johann Wolfgang von Goethe ha influenzato profondamente lo sviluppo del romanticismo letterario. Fu indiscutibilmente una delle figure più grandi della cultura tedesca, compenetrando le sue opere di considerazioni sulla letteratura, la scienza, la musica e la filosofia. I suoi poemi e i suoi romanzi anticipano le caratteristiche del movimento Sturm und Drang; il suo ultimo lavoro culmina nel "<i>Faust", </i>una superba sintesi di filosofia e arte.</div>
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Goethe nacque "al dodicesimo rintocco delle campane", come narrò lui stesso, del 28 agosto 1749 e visse a Francoforte fino all'adolescenza. Arrivato a Weimar nel 1775, mostrò subito interesse per una casa in vendita con terreno nella parte est del fiume Ilm. La casa, risalente al sedicesimo secolo, era assai probabilmente abitata da vignaioli. Il giardino si trovava in condizioni disastrose, per cui lo scrittore si impegnò molto nel suo rinnovamento, per realizzare il quale si ispirò ai giardini inglesi. La casa era però piccola e modesta e, a lungo andare, inadeguata alla carica e alla posizione sociale del suo proprietario e inadatta a ospitare la sua grande biblioteca e le sue collezioni. Per questo nel 1782 Goethe si trasferì in città, nella grande casa nel Frauenplan, dove sarebbe morto esattamente cinquant'anni dopo. La casa-giardino restò tuttavia il suo luogo preferito per soggiornare: pur essendosi trasferito in città, continuò a tornare regolarmente nella sua vecchia casa. La sua ultima visita ebbe luogo il 20 febbraio 1832.</div>
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<u>Curiosità</u>: nella casa-giardino Goethe scrisse alcune delle sue principali opere: parti della sua "<i>Ifigenia in Tauride"</i>, l'"<i>Egmont"</i> e il "<i>Torquato Tasso"</i>. Tra le poesie più famose nate qui ricordiamo "<i>An den Mond</i>", "<i>Rastlose Liebe</i>" e "<i>Jägers Abendlied</i>". "<i>Götz von Berlichingen</i>", la prima parte del "<i>Faust</i>" e "<i>I dolori del giovane Werther</i>" vennero invece composti nella sua residenza natale.</div>
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<b>Hermann Hesse</b></div>
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Hermann Hesse nacque il 2 Luglio 1877 e visse a Calw (Germania) la maggior parte della sua giovinezza.</div>
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E' lo scrittore di lingua tedesca maggiormente letto in tutto il mondo: le sue opere sono state tradotte in 60 lingue e sono pubblicate in oltre 100 milioni di esemplari. Egli giunse a Montagnola (Svizzera) nel 1919 all’età di 42 anni e si stabilì in un modesto appartamento nella Casa Camuzzi. Dopo un periodo di crisi, qui egli ricominciò a scrivere e scoprì nella pittura una fonte di pace e tranquilla serenità. Qui nacquero le opere "<i>L’ultima estate di Klingsor</i>", "<i>Siddharta</i>", "<i>Narciso e Boccadoro</i>", "<i>Il lupo della steppa</i>", poesie e racconti come pure diversi acquerelli. Dopo il trasloco nella Casa Rossa nel 1931 vennero pubblicati "<i>Ore nell'orto</i>" e la sua più grande opera senile, "<i>Il gioco delle perle di vetro"</i>, per la quale egli nel 1946 fu insignito del premio Nobel.</div>
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<u>Curiosità</u>: nella Casa Camuzzi, oggi adibita a museo, è possibile ritrovare molte delle opere originali possedute dallo scrittore e diversi suoi effetti personali, come la sua macchina da scrivere, l'ombrello, il cappello, gli occhiali. Non solo: è anche possibile ristorarsi nel vicino Caffè Letterario "Boccadoro", ammirando dall'alto il magnifico Lago di Lugano, e poi rivolgere un estremo saluto davanti alla tomba in cui Hesse riposa nel vicino cimitero.</div>
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<b>Robert Musil</b></div>
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Lo scrittore austriaco Robert Musil (1880-1942), celebre soprattutto per "<i>L'uomo senza qualità</i>" e "<i>I turbamenti del giovane Toerless"</i>, è stato uno degli scrittori più importanti di questo secolo. La caratteristica delle opere di Musil è la sua ironia, la precisione di un matematico (quale egli era), i punti di vista sempre diversi, l'influenza dell'età moderna e della tecnica sull'uomo di oggi. Un uso coscienzioso della lingua per esprimere i suoi pensieri (nei suoi diari si è definito Monsieur le Vivisecteur) è abbinato a una conoscenza enciclopedica della cultura.</div>
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La sua casa-museo a Klagenfurt contiene le mostre permanenti non solo di Robert Musil, ma anche di Christine Lavant e Ingeborg Bachmann. Nell'esibizione è possibile ammirare foto, lettere, vestiti, valigie, testimonianze e foto di amici di Musil, quali Franz Kafka e Thomas Mann.</div>
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<u>Curiosità</u>: all'interno della casa troverete la prima edizione de "<i>L'uomo senza qualità" </i>e la camera da letto originale di Christine Levant, poetessa carinziana.</div>
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<b>Thomas Mann</b></div>
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L'autore, celebre per alcuni dei più conosciuti scritti della storia della letteratura, come "<i>I Buddenbrook</i>", "<i>La montagna incantata</i>" e "<i>Morte a Venezia</i>", per citarne alcuni, visse dal 1841 al 1891 nella dimora di famiglia Buddenbrookhaus (Lubecca), alla quale lui stesso diede il nome, ambientando proprio tra le sue mura gran parte del suo romanzo. Romanzo che gli valse il premio Nobel nel 1929.</div>
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L'edificio, caratterizzato da una facciata bianca in stile rococò, venne adibito negli anni venti a libreria, inaugurata nel 1922 alla presenza di Thomas Mann. La libreria cessò la propria attività nel 1933, con l'avvento del nazismo. Purtroppo, nel corso della seconda guerra mondiale la casa fu distrutta dai bombardamenti (lo stesso Thomas Mann si fece ritrarre 11 anni dopo assieme alla moglie in una fotografia fatta davanti a quel che rimaneva dell'edificio), ma nel 1993 venne acquistata dalla città di Lubecca che, nel 2000, vi stabilì un museo dedicato alla famiglia Mann. Il museo, suddiviso su 5 piani, illustra, attraverso foto, film, la vita di Heinrich e Thomas Mann e dei loro discendenti (Erika, Klaus, Golo, Michael, Elisabeth e Monika).</div>
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<u>Curiosità</u>: il museo è strutturato in ordine cronologico e suddiviso in sei sezioni: si parte dalle origini della famiglia Mann (nella sezione Herkunt, "Origini") per arrivare infine alle tracce lasciate ai posteri dalla stessa (nella sezione Spuren, "Tracce"). Le altre sezioni sono intitolate: "Partenza" (Abbruch; sezione che traccia la partenza da Lubecca dei fratelli Mann), "Percorsi di vita" (Lebenswege), "Sofferenza per la Germania" (Leiden an Deutschland) e "Addii" (Abschiede).</div>
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Spero che il viaggio sia stato di vostro gradimento e che, come ogni volta, vi abbia condotti in terre e fantasie lontane. La prossima volta esploreremo luoghi ancora più distanti da noi, aspri e selvaggi... ma non voglio rivelarvi di più. Almeno per ora.</div>
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Alla prossima puntata :)</div>
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<i>- Alice</i></div>
Alice e Francescahttp://www.blogger.com/profile/05381043781432299786noreply@blogger.com10