lunedì 23 luglio 2018

Nella valigetta dello scrittore: spunti per ambientazioni

Post a quattro mani ~


Signore e signori, prego, entrate. Non fate quelle facce, è tutto a posto. Sedetevi comodi mentre io e la mia collega vi diamo un paio di comunicazioni.
La prima: come sapete, la rubrica "Nel salotto dello scrittore", dedicata alle dimore degli scrittori più celebri sparse per il mondo, terminerà domani. Dopo un viaggio durato settimane, dovremo riporre le nostre cose in valigia, avvitare il tappo alla crema solare, chiudere la zip e tornare a casa. La nostra, questa volta, dove nessun Autore - a meno che non li siate voi stessi - ha mai pianto, accartocciando un foglio via l'altro mentre batteva sui tasti di una vecchia Underwood.
Ma, e qui arriviamo alla seconda e ultima novità, questo non sarà un addio: dato che nessuna delle due ama la parola "fine", abbiamo deciso di inaugurare, con questo post, una nuova rubrica. Il nome - "Nella valigetta dello scrittore" - richiama il progetto precedente, ma allo stesso tempo scende ancora più in profondità nella vita degli Autori: ne esamina l'anima, le armi, gli scudi, le misteriose ampolle alchemiche che si nascondono sotto i pastrani di questi loschi figuri sempre a caccia di parole.
E' a loro, soprattutto, che questa nuova rubrica è rispettosamente dedicata: a chi ha un personaggio in mente e non trova un'ambientazione in cui farlo muovere, o magari ha una storia bomba in testa ma nessun personaggio originale; ed è dedicata alle loro speranze, alle lunghe notti insonni e alla pioggia, tutta quella pioggia che piove loro dentro, continuamente, finché non spunta il sole di un'idea. Ragazzi, quanto vi capiamo. E quanto vi vogliamo bene.
Perciò, beh, speriamo che questo progetto vi piaccia. Dal canto nostro, noi siamo qui per imparare, condividere e proporre spunti per tutti quei dettagli che rendono una storia tridimensionale e vibrante. E nessuna storia può sopravvivere senza i tre pilastri portanti: personaggi, trama, ambientazione.
Perciò, tenetevi pronti: si comincia.

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Dove vorrei essere in questo momento? Lontano, sicuramente. In un posto fresco, dove non mi conosce nessuno. Un posto dove non importa la lingua che parlo o l’ammontare economico in banca, ma dove basta un sorriso. Hai bisogno di aiuto? La macchinetta per fare il biglietto ti sta dando problemi? Se so quando passa il prossimo treno? Ma certo! Tu sei tedesco e non capisci un accidente di quello che sta dicendo l’annunciatrice di Trenitalia, e io non parlo affatto la tua lingua, ma voglio aiutarti e lo faccio, a costo di gesticolare o usare un inglese scorretto. In fondo, siamo tutti uguali, tutti cittadini dello stesso mondo. Un mondo che può essere bello, se vissuto con gli occhi di chi sa godersi la vita.
Ebbene, come detto sopra, oggi parliamo proprio di questo. Non tanto di come godersi la vita o di dove vorremmo essere — sono quasi certa che Alice griderebbe subito ROUTE 66 — ma di location che possono stimolarci. Sia dal punto di vista di esperienze, sia da quello della scrittura.

Riprendo un concetto citato qualche riga fa: i pilastri di ogni storia. I personaggi, la trama e l’ambientazione. Uno scrittore può scegliere di partire da uno di questi a prescindere. Alcuni di voi, magari, si svegliano la mattina già con l’Idea pronta e non hanno bisogno nemmeno di starsi a scervellare per pensare ad ambientazione o trama (raga, vi odio). Ma oggi non vogliamo parlare a loro, bensì a voi. Voi che magari avete il personaggio perfetto per una storia, ma non sapete bene cosa fargli accadere. Voi che avete una trama, ma che vi sembra carente per un qualche motivo che vi è ancora oscuro. Vogliamo parlarvi dell’ambientazione.

Non vogliamo tediarvi, ma da un’ambientazione particolare può scaturire tutto un romanzo o — come nel mio caso — una vera e propria saga. Provate a pensare a libri come Divergent o Hunger Games. Ok la trama. Ok i personaggi, ma cos’è che fa la storia? L’ambientazione. Quel clima tipicamente ostile dato dalla distopia.

Oggi, parlando di ambientazione, abbiamo pensato di suggerirvene alcune, così che magari possiate trovare quel qualcosa che vi mancava o anche solo l’ispirazione per buttarvi a capofitto su quel racconto che volevate scrivere da tempo.
Partiamo con le mie.


1) IL MARE


Voi ancora non mi conoscete bene, ma quando il mio libro sarà finalmente pubblicato (e un giorno lo sarà, dannazione!) riuscirete a scorgere un po’ di Francesca tra le righe. Attraverso Alec, un ragazzo che sogna di lasciare il suo paese per recarsi al di là del mare, capirete quanto sia importante il mare per me. Non il mare da balneazione. Odio quel tipo di mare. Il mare che intendo io è l’immensa distesa blu. Quella che parla di opportunità e speranza. Un mondo al di là della linea dell’orizzonte, fatto di avventura e di incertezze. Ora, prendete una scogliera. Potreste avere un personaggio che lotta contro i propri demoni interiori e medita di suicidarsi. Magari i suoi piani non vanno secondo le sue aspettative. Magari vede qualcosa all’orizzonte, una nave di pirati o il gommone di un naufrago che viene sospinto dalle onde verso riva. Oppure pensate a una grotta. Lo scroscio delle onde fra gli scogli, i granchi che escono in cerca di cibo. Due innamorati che si scambiano promesse d’amore, prima di essere brutalmente assassinati (scusate, ho il brutto vizio di distruggere le coppie felici). Insomma, il mare si presta bene un po’ a qualsiasi situazione.


2) LE CATACOMBE DI PARIGI


Ok, Parigi è un già visto nelle ambientazioni. Di solito viene scelta nei romanzi rosa per la magnificenza dei suoi monumenti. Avete mai visto Parigi dall’alto? Avete mai passeggiato lungo la Senna, guardando le luci della città accendersi al crepuscolo? Siamo obiettivi, Parigi è forse la location per eccellenza in fatto di romanticismo. Ma non è della Parigi classica che volevo parlarvi, bensì delle catacombe. Sotterranei antichi, dove tutt’oggi sono ammassati migliaia di scheletri umani. Gente perlopiù uccisa dalla peste, ora disposta come tanti mattoni a formare delle tetre pareti di ossa. Uno scenario da brividi, che si adatta bene a un racconto dell’orrore, ma anche a un urban fantasy o, perché no, magari a una fiaba! Pensate a una bambina che si perde nelle catacombe e magari viene aiutata da uno scheletro gentile a riemergere in superficie!

In ultimo, ma non per ultimo:


3) IL CENTRO COMMERCIALE


Ogni volta che penso al centro commerciale mi viene in mente quel film con la ragazza incinta che vi partoriva dentro. Ma altri, oggi, hanno usato questa location come ambientazione per le proprie storie. Provate a pensare a "The Mist", la nebbia. Un gruppo di cittadini chiusi dentro a un supermercato, mentre fuori dalle pareti di vetro imperversa la nebbia, carica di creature demoniache che non vedono l’ora di cenare. Ora, non so voi ma,  mostri a parte, io mi sono immaginata spesso di restare chiusa una notte in un centro commerciale. Personalmente, posso giurare che se dovesse succedermi una cosa del genere, passerei la notte nel reparto gastronomia ad affettarmi prosciutto crudo e a mangiarmi focaccine. Siccome, però, questo non fa trama, provate a pensare a un attacco terroristico. Siete andati a fare la spesa. Non avevate voglia di perdere tanto tempo perché aspettavate ospiti, ma all’ultimo vi siete accorti che vi mancava il vino. Così siete usciti, giurando che sareste tornati a casa nel giro di mezz’ora, quando un gruppo di uomini incappucciati fa irruzione nel centro commerciale e iniziano a sparare all’impazzata. Voi riuscite a salvarvi per miracolo, magari perché eravate dentro l’ascensore o perché vi eravate allontanati per andare alla toilette, chi lo sa. Il centro commerciale, con le sue corsie e i suoi rifornimenti, è l’ideale per raccontare la storia di qualcuno che cerca di scappare… o di fare qualcosa di incredibilmente stupido.

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Fantastico, Fra. Adesso ho voglia di focaccine al prosciutto. Grazie, eh.
Ma veniamo a noi.

Che siano gelide, sterminate, futuristiche, soffocanti o inquietantemente quotidiane, le ambientazioni che stimolano la mia vena creativa possono essere riassunte in un'unica parola: estreme. Per il clima, o magari a causa degli eventi che le hanno create. Ambientazioni di questo tipo sono perfette per racconti brevi e folgoranti, ma anche come substruttura per romanzi distopici o post-apocalittici.
E voi vi domanderete: ma perché? Una storia non può svolgersi anche nel nostro mondo?
Beh, sicuramente sì. Ma fra tutti i mondi possibili sono nata proprio in questo, perciò preferisco divertirmi a pensare a quelli che mi sono persa. A tutti quei meravigliosi mondi alternativi in cui talvolta rischiamo di ruzzolare, se apriamo la porta sbagliata... o leggiamo la storia giusta.


1) PRYP"JAT'


Silenzio assoluto. E' questo ciò che si può udire a Pryp"jat', Ucraina, sul confine bielorusso, se si è abbastanza folli da recarvisi. Dopo il disastro nucleare di Černobyl' del 1986, la città (che all'epoca era conosciuta come "la città dei fiori", per via delle molte aiuole rigogliose) venne evacuata in fretta e furia, lasciando inutilizzato il luna park che era appena stato installato, con tanto di autoscontro e ruota panoramica. Delle risate sono rimasti solo i fantasmi.
A oggi, le strade sono ancora praticabili, per quanto parecchia vegetazione abbia spaccato l'asfalto, ma la città è totalmente disabitata per l'alta concentrazione di radiazioni. Alcune vie sono chiuse da enormi blocchi di cemento e dappertutto vi sono desolazione, impalcature cigolanti e ruggine. Oh, e porte aperte. Sì, perché all'epoca dell'evacuazione agli abitanti venne detto che sarebbero potuti tornare a casa entro tre settimane, purché avessero lasciato porte e finestre spalancate per far "uscire" le radiazioni. Perciò, aspirante scrittore di racconti, fai attenzione, se decidi di recarti a Pryp"jat': qui non sono solo i morti o i fantasmi, a urlare. Ogni singolo edificio grida ancora con occhi e bocche sbarrate dall'orrore.
Il luna park è in assoluto la zona più radioattiva, distante solo 3 km dalla centrale nucleare. La città possiede anche due ospedali, di cui uno pediatrico, un centro commerciale, due hotel, numerosi bar e ristoranti, un cinema, un teatro e un centro polifunzionale con piscina. Tutto pericolante e abbandonato, naturalmente. Ah, a proposito: qualcuno che vive in queste zone c'è ancora, a dire il vero. Orsi, volpi e lupi sono i padroni incontrastati della città e non è raro vederli passeggiare, con un ringhio selvaggio sulle fauci e il grattare stridente degli artigli.
Beh, aspirante scrittore, per quanto riguarda Pryp"jat' questo è tutto. Non è un luogo facile da descrivere, ma è l'ideale per ambientarci qualsiasi genere di racconto: dall'horror, al thriller, al fantascientifico, al fantasy. E anche alla narrativa mainstream, volendo: nulla vi vieta di scrivere, ad esempio, di un abitante originario che, divorato dalla nostalgia, decide di tornare qui, di nascosto. Dato che ogni primo maggio i residenti possono tornare per poche ore a rivedere le loro case distrutte, forse il tuo personaggio potrebbe sfruttare questa occasione. Forse è malato, sa già di dover morire, e nessuno vuole morire lontano dalla propria casa. Una storia drammatica su uno sfondo ancor più drammatico.

«Non ritorneremo.
Addio,
Pryp"jat', 28 aprile 1986»

(Frase sulla bacheca di classe di un asilo della città)


2) ESCAPE ROOM


Ok, passiamo a qualcosa di più, mh, giocoso. Qualcuno di voi conosce le escape room? No? Male, male. Si tratta di giochi online, spesso del tipo punta e clicca, in cui avete un tot di tempo a disposizione per poter risolvere gli indovinelli e scoprire gli indizi segreti nascosti nella stanza in cui siete stati intrappolati. L'obiettivo è riuscire a uscire.
E voi direte: beh, e quindi? Se è solo online, chi se ne frega, giusto?
Sbagliato. Perché la realtà supera l'immaginazione e sono già diversi anni che in quasi ogni città è presente almeno una escape room. Alcune sono tematiche, altre libere. Il denominatore comune è che si può giocare in un massimo di sei persone, si ha un'ora di tempo e, in genere, non serve alcuna conoscenza di base. Questo per permettere a chiunque di giocare.
Provate a immaginare: un gruppo di amici si annoia e decide di provare una di queste famose escape room. Magari con un tema particolare, tipo una zombie room, o una stanza a tema prigione, decidete voi. Questi tipi arrivano e il gestore del gioco sembra una persona normale. Scherza con loro, gli spiega come funziona il gioco e poi li rinchiude.
E poi?
Beh, sta a voi deciderlo. Sappiate che solitamente nella stanza c'è un televisore attraverso il quale il gestore, camuffato alla stregua di "Saw - L'Enigmista", vi può parlare. C'è anche un tubo, attraverso il quale può "sputare" sul pavimento degli aiuti, in genere bigliettini chiusi in palline di plastica. Ma se non mandasse aiuti? Se mandasse una fiala con dentro un virus, e lui volesse solo verificarne gli effetti per un suo macabro studio? Se la luce si spegnesse all'improvviso e uno di loro sparisse, e poi dal tubo cadesse giù un dito mozzato? L'unico limite è la fantasia... e il vostro livello di sadismo.


3) UN'ISOLA SEMIDESERTA


Mi sembra già di sentire il coro dei commenti.
"Ma questa è banale!"
"Dai, è sfruttatissima!"
"Io mi rifiuto di leggere oltre."
Ma no, no, state buoni, non andatevene così in fretta. Datemi una chance.
Immaginatevi un'isola di piccole dimensioni. Diciamo dieci chilometri di lunghezza per sei o sette di ampiezza. Un posto incontaminato, ma servito da un porto, oppure un piccolo eliporto, ma nessun hotel. I turisti, infatti, sono solo scrittori che si recano lì per ritrovare la quiete e non venire disturbati mentre creano. Gli alloggi sono piccole palafitte, la cui porta resta sempre chiusa dall'esterno, in modo che nessuno possa uscirne e rischiare di distrarsi. All'orario dei pasti, qualcuno porta un vassoio davanti alla porta, la apre perché lo scrittore possa raccoglierlo e la richiude subito. Potrebbe sembrare una prigionia, ma loro lo hanno scelto apposta.
Magari all'inizio si trovano anche bene: i romanzi procedono, il clima di mare è salutare. Ma potrebbe succedere di tutto, e a seconda dell'evento il racconto o romanzo si può trasformare in un horror, un thriller, o in un drammatico, o anche in pura fantascienza. Vi basta porvi la domanda principe di tutta la scrittura: e se?
E se un giorno le porte rimanessero chiuse, ora dopo ora, e nessuno riuscisse più a uscire?
E se uno degli scrittori udisse un urlo dalla palafitta accanto, e si scoprisse che all'interno c'è il cadavere di uno dei suoi colleghi, ma la porta fosse chiusa dall'interno?
E se il nostro protagonista si innamorasse della bella ragazza che gli porta il cibo ogni giorno?
E se nel mondo scoppiasse un’epidemia su scala globale e questo isolotto fosse l'unico rimasto incontaminato, ma anche con scarse provviste?


Bene, spero di avervi solleticato la fantasia con queste ambientazioni. Di sicuro, la mia si sta fregando le mani, anche se non so se riuscirò a scrivere uno dei racconti di cui vi ho parlato, oggi. Come sapete, sto attraversando un periodo di blocco e non so quando passerà, né come. Ma passerà. A costo di finire anch'io su un'isola deserta, rinchiusa come un criceto in gabbia, a cercare di controllare la claustrofobia mentre la macchina da scrivere mi fissa, muta, dal tavolino sotto la finestra a sbarre.


- Francesca e Alice

6 commenti:

  1. Alice e Francesca, ho appena finito di leggere il vostro post, e mi sento piena d'ispirazione!
    Tutti i vostri suggerimenti sono interessanti e pieni di spunti da prendere in considerazione,le ambientazioni sono tutte invitanti, ma una mi ha colpito in modo particolare.
    Mi riferisco a un luogo che non conoscevo ancora : Pryp"jat'.
    Sicuramente ti stupirò, Alice; ma questa città perduta mi ha dato molte idee. Non so se sarò in grado di metterle in pratica, ma mi piacerebbe provarci!
    Spero che presto possiate continuare le lezioni di scrittura creativa, perchè avrei intenzione di partecipare.
    Ragazze, continuate così, perchè siete grandi! *_*

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    1. Anche noi speriamo di continuare presto il corso, purtroppo strutturare quello avanzato comporta un grosso dispendio in termini di energie e tempo, ma speriamo di farcela. Sono contenta che quell'ambientazione ti abbia ispirata e sì, sono sorpresa che tu l'abbia preferita ad altre, ma anche curiosa di cosa ne verrà fuori se deciderai di scrivere un racconto! :)

      Un bacio!

      - Alice

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  2. Buonaserata a tutte, come sempre...!

    Aaahh... che dire... aspettatevi una qualche mia storia da un momento all'altro, proprio qui nei commenti... ^_° quando meno ve lo aspetterete, scriverò il racconto più omnicompresivo che la storia della letteratura ricordi, non temete...

    E non corro neanche il rischio di uscire di tema, che pacchia^^

    Bel post, direi che l'ambientazione dell'isola deserta è la mia preferita anche se è forse la meno adatta per racconti ad alta tensione... ma in questo caso, sono di parte, non posso farci niente ( e se ve lo state chiedendo, il perché è un film -IL film- tra i più belli degli ultimi anni; Castaway on the moon, coreano. Il mio -e vostro, solo che ancora non lo sapete ;)- secondo film preferito. No, per dire... )

    Come non detto, sono riuscito a uscire fuori tema... è più forte di me -_-

    Buonaserata a tutte, e a tempo debito, HPL dimostrerà di cosa è ancora capace, nonostante ottant'anni di arruginimento ;)...

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    1. Non conosco questo film, ma se ne parli così bene, lo reperirò senz'altro! Mi hai incuriosita :)

      La mia ambientazione preferita resta la cittadina di Chernobyl, ma sicuramente l'isola semideserta darebbe l'occasione di descrivere l'ambientazione in modo assai interessante: all'inizio potrebbe essere positiva, con la brezza, il sole, il mare, la risacca, l'aria pulita e odorosa di frutta esotica, eccetera; mano a mano che il racconto/romanzo procede virando verso il thriller o horror, però, il tutto si tramuterebbe sempre più nel sinonimo soffocante di una gabbia dalla quale non si può scappare...

      Grazie per il commento! :)

      - Alice

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  3. Ciao!

    Su amazon c'è, il film, non te ne pentirai ;)

    Hai ragione, e comunque la migliore "dark island" di sempre rimane quella del King Kong del 2005 <3 , soprattutto all'inizio, con buona pace di Lost e jurassic park :)

    Dubito t'interessi il genere, ma se guardi anche anime, c'è BTOOOM! di Junya Inoue, completamente ambientato su un'isola che è il campo di un gioco mortale... ;)

    Buona giornata a tutte, siore e siore.

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    1. Qualche anime lo guardo, anche se non ne vado pazza! Magari ci do un'occhiata se mi capita, adorando Battle Royale magari ci trovo qualche elemento stimolante *_*

      - Alice

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Tu.
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