martedì 3 luglio 2018

Nel salotto dello scrittore: scrittori americani (Massachussets + 1)

Allegria! Gioiagaudio et tripudio!
Ebbene sì, siamo finalmente giunti alla prima delle puntate della rubrica "Nel salotto dello scrittore" dedicate agli Autori americani. La carrellata è piuttosto lunga, quindi abbiamo deciso di suddividerli per gruppi, come se ci imbarcassimo insieme per un tour letterario zona per zona. Quest'oggi si parte con le dimore del Massachussets, più un intruso che starà a voi individuare.
Ready? Steady?
Go!


Herman Melville




Arrowhead (Pittsfield, Massachusetts) è stata la casa di Herman Melville dal 1850 al 1862. E' ad Arrowhead che Melville ha scritto la sua opera più famosa, "Moby-Dick", e altri tre romanzi: "Pierre", "The Confidence-Man" e "Israel Potter", più una raccolta di brevi storie intitolate "The Piazza Tales", tutti i racconti della sua rivista e alcune delle sue poesie. Tra l'altro, da quelle parti abitava anche Nathaniel Hawthorne, che aveva già pubblicato "La lettera scarlatta", con il quale Melville aveva un’intesa fuori dal comune.
Arrowhead ora è una casa-museo che racconta la vita della famiglia Melville nel Berkshires. Si dice che la vista del Monte Greylock dalla finestra del suo studio, panorama che lo ha condotto in questo luogo, sia stata la fonte della sua ispirazione per la balena bianca di "Moby-Dick". Si narra che Melville, appena sveglio, si dedicasse al lavoro agricolo nel grande campo sotto casa: dava da mangiare al cavallo e alla mucca, per la quale raccoglieva e spezzettava delle zucche raccolte nel campo, poi tagliava la legna. Tutti questi lavori erano fondamentali, in quanto la scrittura non gli diede mai da mangiare - non a sufficienza. Una volta terminati i lavori, tornava in casa e si chiudeva nel suo studio, coprendo la serratura della porta con un panno per non essere spiato mentre scriveva. Perfino il pranzo gli veniva lasciato davanti alla porta. Lui lo consumava da solo, su una piccola scrivania diversa da quella, intoccabile, su cui scriveva.

Curiosità: in Park square, accanto alla biblioteca, si trova un albero che, ai tempi dell'Autore, venne colpito da un fulmine. Melville attraversava regolarmente quella piazza, ed è così che scrisse della cicatrice che attraversa il volto di Achab: “Somigliava alla cicatrice perpendicolare prodotta a volte nel tronco alto e dritto di un grande albero, quando il fulmine vi guizza sopra lacerante, e senza svellere un solo rametto spella e scava la corteccia da cima a fondo prima di scaricarsi per terra, lasciandolo vivo e verde ma segnato”. Al posto di quell’albero, oggi, c’è una targa commemorativa.


Ralph Waldo Emerson


Sulle sponde del fiume Concord, Massachusetts, si trova la dimora di Emerson, in cui egli visse per 46 anni fino alla sua morte, avvenuta nel 1882. Emerson, nei suoi ultimi anni, a causa dell'età e delle numerose sfortune della sua vita, cominciò a perdere gradatamente la memoria. Non riuscì più a ricordare i nomi degli amici oppure dei libri. Nel 1875 smise di scrivere il suo diario benché ogni giorno sedesse nel suo studio. Poche stanze sono state così importanti nella storia americana come lo studio di Emerson: le sue carte erano raccolte in un portafogli di pelle, mentre il tavolo da lavoro, rotondo, si trovava in mezzo alla stanza e poteva ruotare per facilitare l’apertura dei cassetti. Emerson conservò 1200 libri, molti dei quali erano sparsi per la casa. Il 18 Aprile 1882 rientrò da una passeggiata completamente bagnato dalla pioggia. Il giorno successivo s’ammalò di polmonite. Dopo una settimana morì. La sua tomba è sul ciglio nel Cimitero di Sleepy Hollow a Concord, vicino agli amici Thoreau, Hawthorne e Alcott.

Curiosità: la dimora di Emerson era un luogo di passaggio di grandi artisti, come Henry David Thoreau, il quale era solito soggiornarvi e dormire nella stanza degli ospiti chiamata "La camera del pellegrino". 


Emily Dickinson



La sua casa si trova a Amherst, nel Massachusetts. Come molti sanno, la poetessa viveva da reclusa, in grande solitudine e malinconia, e in vita pubblicò solo sette poesie in forma anonima. Nessuno sapeva che scrivesse. Ne consegue che la gran parte della sua straordinaria e meravigliosa produzione letteraria venne scoperta solo dopo la sua morte: fu la sorella Lavinia che, per caso, trovò nella sua stanza centinaia di poesie dentro una scatola, scritte su foglietti ripiegati in tanti pacchetti cuciti con ago e filo. La Dickinson non usciva praticamente mai e, a volte, parlava con i visitatori da dietro una porta.

Curiosità: ancora oggi, non si conoscono le attività solite quotidiane della poetessa. In una lettera, fu proprio lei a scrivere: "l'abisso non ha biografi". E' però possibile, visitando il luogo, vedere la sua camera da letto, dove la Dickinson scrisse molte delle sue circa 1800 poesie. 


Edith Wharton


La sua meravigliosa tenuta si trova a Lenox, nel Massachusetts. In vita, la scrittrice era incredibilmente ricca: la dimora consta di 35 camere, quattro piani e acri su acri di giardini straordinari, per realizzare i quali la scrittrice si ispirò ai principi che lei stessa enunciò nel suo best seller "The Decoration of Houses". Spesso la scrittrice lavorava sdraiata a letto, nel relax.
Era molto amica dello scrittore Henry James, che spesso passava a trovarla.

Curiosità: sembra che la magione sia popolata da fantasmi. La Wharton ne era convinta e affermava di essere braccata dagli spiriti fin da bambina. La casa passò poi al collegio femminile Foxhollow nel 1942, ma le voci non cessarono. Le ragazze stesse riportarono diverse esperienze paranormali. Idem per la Shakespeare & Company, la società che, nel 1976, acquisì la struttura: anche loro segnalarono la presenza di pianti, voci e spiriti, in particolare quello di una donna in abito d'epoca.
Perfino la trasmissione televisiva Ghost Hunters (SyFy Channel) ha confermato la presenza di attività paranormale, riportando con i loro macchinari passi in stanze apparentemente vuote e voci incorporee. Ancora oggi è possibile visitare la casa attraverso i "ghost tour" organizzati dallo staff soprattutto in estate e autunno.


William Faulkner


Per più di trent'anni Rowan Oak (Oxford, Mississippi) fu la dimora dello scrittore, dove egli scrisse molti dei suoi capolavori. Quando egli comprò la casa, non c'erano né acqua corrente, né elettricità. Egli stesso gestì molti dei progetti di ristrutturazione e sviluppo della casa, costruendo la libreria e la terrazza in mattoni con le sue stesse mani. Fece anche creare una stanza apposita per la scrittura, dove egli produsse "Una favola", "Mentre morivo", "Luce d'agosto" e "Assalonne! Assalonne!". Il nome della dimora proviene dalla leggenda celtica, molto amata dallo scrittore, del "Rowan tree" (il sorbo) che vedeva l'albero in questione quale protettore contro gli spiriti maligni.
Una volta entrati, sulla destra vi è il salotto con tanto di pianoforte e sofà: questa è anche la camera che ha ospitato il funerale dello scrittore. 
L'atmosfera che l'ufficio di Faulkner rilascia è quella della sacralità che egli dava alla letteratura.

Curiosità: talvolta, Faulkner scriveva i canovacci delle sue trame complicate sui muri del suo studio; dopodiché, una volta terminato il libro, ripitturava il muro. Visitando la casa è ancora possibile leggere la trama del suo romanzo "Una favola", pubblicato nel 1954 e vincitore del Premio Pulitzer e del National Book Award.


Ed ecco terminata la prima tappa del nostro viaggio nella letteratura americana. La prossima volta ci sposteremo in un altro Stato, uno dove l'aria profuma di pino e di foresta, di montagne, di pollo fritto e di pesche.


- Alice

7 commenti:

  1. Direi che l'intruso è Faulkner.
    (Ma così, se sei tu a dirci già quali sono in Massachusetts, è troppo facile :)

    Ciao a tutte!

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  2. Ciao, aspettavo da tempo questo tour di scrittori e sono contenta che tu abbia deciso di suddividerli, così proverò questa gioia più volte.
    Di Herman Melville mi ha incuriosita il racconto dell'albero colpito dal fulmine, dove lui poi prese lo spunto per la cicatrice di Achab!
    Di Emerson, mi ha colpita sapere che aveva 1200 libri sparsi per casa, ma poi mi sono chiesta se a casa mia la cifra sia di tanto o poco inferiore.
    Le curiosità sui vari scrittori le trovo tutte molto stuzzicanti, ma in questa carrellata la notizia che più mi ha sconvolta è stata su Emily Dickinson! Sapere che in vita aveva pubblicato solo sette poesie in forma anonima, su 1800 scritte, mi ha lasciata esterrefatta! La sua vita temo sia stata molto solitaria e triste, ma le sue poesie sono davvero meravigliose!
    Grazie! *_*

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    1. Io provo una grande empatia e tristezza per la Dickinson... è in assoluto la mia poetessa preferita, credo di aver letto tutti i suoi componimenti.


      - Alice

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  3. Accidenti, tutti quanti?
    Sei davvero una grande lettrice!
    A quando la prossima carrellata?

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    1. Sì, ho letto anche i suoi frammenti di prosa. :-)
      Dovrei riuscire a caricare la prossima tranche lunedì, massimo martedì prossimo!

      - Alice

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Tu.
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