Buondì!
Eccoci a una nuova puntata di "Gocce d'inchiostro", la mia rubrica dedicata agli scorci dei libri che leggo, che scorgo sullo scaffale e sfioro solo con la punta delle dita, o magari che decido di adottare sull'onda del sentimento. Con questi ultimi ho un rapporto materno, quasi morboso, e quando esco dalla libreria li stringo forte al petto, sentendoli caldi mentre tutto il resto è vento, mentre tutto il resto è gelo.

1. "Delitti esemplari" di Max Aub è uno di quei libricini che piacciono a me: sottili, così sottili che sembrano voler gridare al mondo di lasciarli in pace mentre loro s'impegnano a occupare il minor spazio possibile. Libri come me, come sono stata per lunghi anni scoloriti della mia vita. E anche come Max Aub, scrittore spagnolo morto nel '72 fra i meno conosciuti in Italia, ma che a me sta piacendo davvero molto. I suoi "delitti esemplari" sono quelli che si commettono quotidianamente, intenzionalmente o meno, descritti qui con picchi di colore e vene di genialità vivida e fantasiosa: poche righe sono sufficienti perché ogni assassino racconti il motivo per cui ha ucciso qualcun altro, le antipatie, le insofferenze verso gli incontri sgraditi di ogni giorno. E' come se la mente di tutti noi fosse tatuata sulla carta: l'odio per quel tizio con la pelle scura salito sull'autobus (non certo da parte mia, ma c'è anche chi ha voragini interiori e intellettuali così profonde da nutrire odio per gli altri solo in base al loro codice genetico), per la collega di lavoro antipatica, per quel dannato trivellatore che si è messo a lavorare alle sei del sabato mattina sotto la nostra finestra. Noi pensiamo di strangolare quella gente nella nostra mente, mentre nel libro gli omicidi sono fulminei, realizzati e pienamente soddisfacenti.
Vi faccio un esempio: "03) Era scemo. Gli spiegai e rispiegai tre volte la strada da fare, in modo chiarissimo. Era molto semplice, non aveva che da attraversare il Viale della Riforma all'altezza della quinta traversa. E tutte e tre le volte si confuse nel ripetere la spiegazione. Gli feci una piantina chiarissima. Restò là a guardarmi con aria interrogativa: E poi... Oddio, non ho capito. E si strinse nelle spalle. C'era da ammazzarlo. E lo feci. Se mi dispiace o no, è un'altra faccenda."
Io lo trovo geniale, tanto che penso che ora mi metterò alla ricerca dell'unico altro libro tradotto in italiano di Max Aub, "Jusep Torres Campalans", la biografia di un pittore.

Letto così, rischia di essere o un piccolo capolavoro sulla falsariga del "Manuale del guerriero della luce" o altri libri di Coelho, oppure un disastro letterario di banalità colossali. Se qualcuno lo ha già letto, si faccia avanti.
3. Ed ecco ciò che invece ho acquistato alla Fiera di San Giuseppe della mia città - La Spezia -, una feria che non manca mai di stupirmi e rendermi felice. Non perché la fiera cambi o s'ingrandisca man mano che passano gli anni; no, la vera forza della fiera sta proprio nel fatto che le emozioni e l'atmosfera di quando ero una ragazzina siano sempre le stesse: sempre la stessa astronave finta, mezza scassata, dove entrare per immaginare di trovarsi in una realtà virtuale mentre quella si scuote in ogni direzione come una dannata; gli stessi banchetti dei panini (unico ritocco, il prezzo, che ogni anno è un po' più alto); stesse salsicce, stessi crauti, stesse salse dai barattoloni giganti col rubinetto a spruzzo, stesse fatine di ceramica e bancarelle di cuoio serigrafato al momento e incensi e magliette di Bob Marley. La stessa vecchia, nuova fiera.

Ma Lester e Antoinette non sanno il peggio, e cioè che Despereaux ha infranto la regola più importante di tutte: ha parlato con un essere umano, una bella principessa, e se ne è perdutamente innamorato. La punizione prevista per questo genere di violazione è l'esilio nelle oscure segrete del castello, da cui nessuno ha mai fatto ritorno.
E una volta che si ritrova laggiù, Despereaux comincia a dubitare che ogni storia abbia il suo lieto fine..."
Posso dirvi che già leggere le prime pagine è stato bellissimo, i personaggi sono interessanti (beh, voi direte, sono topi; vero, ma topi INTERESSANTI) e ben delineati, specialmente la madre del prode topino, la cui parola preferita è "disappunto", motivo per cui la ripete continuamente.
Sono veramente contenta di questo bottino e non vedo l'ora di scrivere la recensione di queste tre meraviglie :)
E' bellissimo scoprire nuovi angoli come questo, dovei libri la fanno da padrone.
RispondiEliminaBook blogger anch'io, ti invito da me per un semplice giochino che ti da la possibilità di vincere fino a tre cartacei :-)
http://ilcuoreinunlibro.blogspot.it/2016/03/vecchio-amico-3-libri-senza-tempo_4.html
Grazie Cuore Zingaro, una bellissima idea quella sul tuo blog! Questa sera non riesco a partecipare, ma domani pomeriggio assolutamente sì <3 intanto mi sono già unita al blog!
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