venerdì 2 novembre 2018

Nuove realtà editoriali: Sad Dog Project, tra fantascienza, horror e glassa di zucchero


Immaginate un futuro distorto in cui la piccola e media editoria indipendente abbia, alla fine, perso la sua battaglia contro i colossi dei maggiori editori.
Fatto? Bene.
Ora fingete di essere un giovane autore esordiente, uno di quelli che non si caga nessuno. In tasca avete qualche spicciolo, fazzoletti accartocciati e un grande sogno: quello di pubblicare. Anzi, qualcosa di meglio: un manoscritto. Ci avete lavorato per anni, tra una tazza di caffè e l'altra alle due di notte, distrutti dalla stanchezza dopo l'ennesima, grigia giornata di lavoro, ma ora, finalmente, l'opera è pronta. Bisogna solo trovare qualcuno che ve la legga.
Peccato. Di cosa? Beh, che in questo mondo ipotetico non ci siano più editor, né concorsi letterari. Le agenzie letterarie free? Puff, scomparse. Esistono solo questi grossi colossi irraggiungibili, asserragliati nei loro grattacieli grigi, le cui vie d'accesso sono sbarrate da una durissima selezione indetta dalle agenzie letterarie rimaste. Agenzie gigantesche, mastodontiche, che hanno inglobato tutte le più piccole e ora chiedono cifre altissime agli esordienti solo per leggere il loro libro, senza alcuna garanzia di passarlo al big boss alle loro spalle. Cifre che voi non potete permettervi.
Cominciate a sentirvi scoraggiati e a disagio? E' normale, ragazzi: un mondo del genere è la morte della fantasia.
Ma non dell'editoria. Già, perché esistono progetti, anche ai giorni nostri, che riescono a ritagliarsi uno spazio di tutto rispetto nel panorama culturale. Non sto alludendo al self-publishing, bensì a forme sperimentali editoriali che, anche in un futuro distopico, riuscirebbero comunque a sopravvivere e moltiplicarsi, diventando la nuova forma di aggregazione tra giovani autori decisi a difendere la libertà e l'universalità della scrittura.

Sto parlando di Sad Dog Project, un'interessantissima realtà editoriale nata pochi anni fa in risposta al self-publishing indiscriminato e alla decisione di molte case editrici di non dare spazio al racconto breve e lungo, soffocando un polmone verde della produzione letteraria di genere.
Ma perché non parlo chiaramente di casa editrice?
Beh, semplice: perché Sad Dog non la è. E non è nemmeno un luogo in cui trovare servizi editoriali. Il modo migliore per definirla è "un collettivo di autori emergenti indie", ossia indipendenti. Ma leggiamo insieme:


Geniale. Non posso definire in altro modo questo progetto, fondato da quattro autori di grande pregio: Diego Tonini, Lorenzo Sartori, Ilaria Pasqua e Mario Pacchiarotti, tutti provenienti da città diversissime sparse sul territorio italiano, riunitisi nell'ottica di ricucire il patrimonio nazionale in fatto di letteratura breve, di genere che spazia dall'horror, alla fantascienza, al fantastico, alla weird novel.
Di loro non avevo ancora avuto il piacere di leggere nulla, fino a quando io e la mia socia non siamo andate a Stranimondi 2018, a Milano, la più grossa fiera di fantascienza e letteratura di genere che ci sia in Italia. Posticino piccolo e non troppo ben servito dal punto di vista delle cibarie, va detto, ma non per questo inadatto a ospitare, da parte degli organizzatori (DelosEdizioni Hypnos e Zona 42), nomi di levatura spaventosa: Licia Troisi e Ian McDonald, tanto per citarne un paio. A proposito: Ian, anche se non leggerai mai questo blog, grazie. Per la splendida conferenza, per le fotografie, gli autografi, la tua incredibile gentilezza da orso buono. Ti voglio bene e sappi che le tue parole mi hanno davvero illuminata. 

Tornando a Sad Dog: il loro processo editoriale è unico, veloce e pronto a offrire risposte agili alle richieste del mercato. Ciascuno degli autori, infatti, verifica il lavoro degli altri in un processo di editing condiviso e in un confronto costante che accompagna l’intero work in progress della scrittura. Devo ammettere che qua e là qualche refuso ed erroruccio di punteggiatura si trova, ma i racconti sono talmente trascinanti da farli dimenticare.
La proposta di Sad Dog è mirata: "Abbiamo deciso di concentrarci sui racconti di genere, un prodotto che le case editrici non hanno interesse a pubblicare. Troppo lavoro a fronte di profitti minimi", spiega Lorenzo Sartori. "Ma noi in questo formato crediamo e riteniamo sia un peccato che storie avvincenti che si leggono in una o due serate o durante gli spostamenti sui mezzi pubblici non possano venire condivise", gli fa eco Ilaria Pasqua.

I racconti di genere pertanto non rappresentano un vincolo, ma sono una risorsa che caratterizza l’originalità di Sad Dog, aperta a storie brevi che spaziano dal noir al thriller, dalla fantascienza all’horror al giallo. "Sad Dog va a colmare quello spazio che le case editrici spesso non prendono in considerazione", dice Mario Pacchiarotti, "ma quando si tratta di romanzi e di formati più convenzionali, tutti noi pubblichiamo con altri editori."

I tempi di incubazione e lavorazione dei racconti sono rapidi, perché Sad Dog riunisce figure differenti che si occupano della grafica, del marketing, della promozione e comunicazione, mescolando la competenza di un professionista con l’entusiasmo di un autore che cerca il meglio per il suo lavoro e fa di tutto per pubblicarlo senza lunghe attese. Flessibilità, ascolto e creatività sono le parole chiave di Sad Dog.

Concetti che ho ritrovato anche nei loro libri, perlopiù storie-lampo da leggere come uno shot, tutte in un sorso: di Ilaria Pasqua, "Danger", "Verso la barriera" e "Cecità bianca"; firmato invece da Diego Tonini ho avuto modo di gustarmi "Murder, she baked", una delle storie più deliziosamente horror e appiccicose di sangue e glassa di zucchero che io abbia mai letto. Dei tre della Pasqua mi è piaciuto specialmente "Verso la barriera", ma ho trovato interessante anche "Danger" e a dir poco entusiasmante i primi tre quarti di "Cecità bianca", che potrebbe benissimo diventare una sceneggiatura per uno dei prossimi episodi di Black Mirror. Dico tre quarti perché sia in "Danger" che in "Cecità bianca" ho trovato ottime premesse che poi ho fatto fatica a incastrare in maniera non dissonante con i finali proposti, ma che proprio per questa peculiarità mi hanno stregata, spingendomi a chiedermi quale fosse la corretta interpretazione della storia e se la chiave di lettura che ho trovato io fosse l'unica possibile.
Il prossimo che leggerò sarà "Home run" di Lorenzo Sartori, di cui ho acquistato anche "Lo strano caso di Michael Farner", edito da Nativi Digitali Edizioni. Fra l'altro, con Lorenzo ho avuto il piacere di chiacchierare per qualche minuto e posso dirvi che l'ho trovato una persona umile, gentile e davvero piacevole.

Non posso far altro che consigliarvi di sfogliare il catalogo Sad Dog, in cui stanno iniziando a figurare anche nuovi autori, qualche romanzo breve e tante, stuzzicanti novità.

E per quanto riguarda il nome?
Ve lo faccio spiegare direttamente da Diego Tonini: "stavo scrivendo un racconto e ho visto la mia cagnolina seduta lì vicino con la sua espressione triste e ho pensato: se avrò una casa editrice la chiamerò sad dog".


- Alice

2 commenti:

  1. Ciao Alice, devo dire che non conoscevo affatto questa interessante idea editoriale e ne sono rimasta entusiasta.
    Da quello che spieghi questi quattro autori hanno avuto un'idea geniale per venire incontro ai problemi di pubblicazione che tanti aspiranti scrittori hanno continuamente.
    Quindi complimenti a queste persone, perchè hanno davvero saputo rendere più agevole la pubblicazione di tanti racconti.
    I titoli di cui ci parli non li conoscevo,ma uno su tutti mi ha colpita: "Cecità bianca", forse perchè mi ha riportata alla mente il libro di Saramago "Cecità", romanzo che ho avuto modo di apprezzare molto.
    Poi, il fatto che tu lo ponga come un possibile Blak Mirror, mi fa venire ancora di più la voglia di leggerlo!
    Grazie per questi consigli, è sempre interessante leggere il tuo blog!
    :):):)

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    Risposte
    1. Secondo me "Cecità bianca" come episodio di Black Mirror sarebbe proprio adatto! Poi te lo passo ;-)

      - Alice

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Tu.
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