venerdì 25 dicembre 2015

Natale in casa Capricci d'inchiostro!

Buongiornatale a tutti voi! *_*
Come state? Siete felici? Siete satolli? State cercando di riemergere dall'oceano di carta da regalo, coccarde e confezioni di panettone?
Io sono fiera di poter dire di sì. Dopo un'intera notte di nuoto acrobatico in questo strano mare luccicante di lustrini e neve finta, sono riemersa. Sono qui. E ho i miei regali con me. Regali librosi, s'intende: ne ho anche ricevuti altri, ma la maggior parte erano di carta e inchiostro, i miei due materiali preferiti. A parte il cibo. Il cibo batte anche la carta e l'inchiostro.
CIBO.

Ehm. Tornando a noi, in realtà avevo molti altri post da scrivere: quello sulla letteratura femminile nei generi fantascienza e horror, quello sulla varietà di formati dei libri nelle case editrici indipendenti e non, quello sul mio terzo incontro con il Club dei lettori... ma, alla fine, ho optato per questo. Il motivo è la meravigliosa valanga cartacea che potete ammirare nella foto sottostante:



Per taluni servono i video porno. Per me è sufficiente questa foto.
Comunque!

Andiamo a chiacchierare un po' più nel dettaglio di ciascuno di questi bimbi, in primis di "Sopravvissuto - The martian" di Andy Weir, di cui vi riporto la trama: "Mark Watney è stato uno dei primi astronauti a mettere piede su Marte. Ma il suo momento di gloria è durato troppo poco. Un'improvvisa tempesta lo ha quasi ucciso e i suoi compagni di spedizione, credendolo morto, sono fuggiti e hanno fatto ritorno sulla Terra. Ora Mark si ritrova completamente solo su un pianeta inospitale e non ha nessuna possibilità di mandare un segnale alla base. E in ogni caso i viveri non basterebbero fino all'arrivo dei soccorsi. Nonostante tutto, con grande ostinazione Mark decide di tentare il possibile per sopravvivere. Ricorrendo alle sue conoscenze ingegneristiche e a una gran dose di ottimismo e caparbietà, affronterà un problema dopo l'altro e non si perderà d'animo. Fino a quando gli ostacoli si faranno insormontabili..."
Figata assurda, no? Avrei tanto voluto andare a vedere il film, ma non ci sono riuscita per impedimenti vari. So che non è stato recensito come un capolavoro, (parlo del film), ma mi incuriosisce ugualmente. Del libro non so ancora nulla, tranne che se ne sente parlare molto bene, ma vi confesso che ho provato a leggere le prime due pagine e lo stile di scrittura mi piace: ritmato, incalzante, tipicamente maschile. L'unico appunto è questo: sembra che il protagonista sia, perlomeno nella minuscola parte che ho letto, per nulla spaventato dalla situazione gravissima in cui si trova, quasi scevro da emozioni umane. Capisco che si tratta di un astronauta addestrato ad affrontare ogni imprevisto, anche il più catastrofico, ma mi sembra strano. Mi ricorda un po' Tom, il protagonista del racconto "Come preparare un fuoco" di Jack London, che ho finito questa mattina: nella prima versione del racconto, Tom era "un uomo" e quindi "un dominatore di tutte le cose", muscoloso, strafottente e fiducioso nelle sue piene capacità di creatura superiore a tutto il creato e agli elementi, che sa di poter sopravvivere nelle peggiori condizioni possibili e non si fa nessun tipo di problema quand'anche le cose si mettono male. Vi parlerò meglio di London in un prossimo post (ebbene sì, devo scrivere anche questo T_T), ma intanto mi riservo di esprimere un giudizio più oculato sul libro di Weir non appena ne avrò letta almeno una metà. 

Altro libro, altra corsa: "Il giorno dei trifidi" di John Wyndham, uscito a puntate nel 1951 sulla rivista americana Colier's, è uno dei più celebri romanzi di fantascienza successivi a quelli di H. G. Wells, come "La guerra dei mondi", pubblicati parecchi anni prima. La trama è la seguente: "Il primo segnale è una straordinaria pioggia di meteoriti verdi che scende su Londra illuminandone il cielo notturno e toglie la vista a chiunque vi assista. Poi, l'invasione: quei corpi celesti contenevano infatti i semi di piante mostruose che crescono a una velocità mai vista, si spostano e inghiottono qualunque essere vivente, umani compresi. Solo una piccola colonia sull'isola di Wight è ancora immune, ma la civiltà, impazzita di terrore, per sopravvivere si è riassestata su spietate basi feudali..."
Lo so, ho già detto figata assurda per il libro precedente, ma devo ripeterlo anche per questo. Perché è una figata assurda, punto, O almeno, la è basandomi sulla trama. A dire il vero anche qui ho leggiucchiato qualche pagina e mi sembra molto ben scritto, con uno stile contemporaneo che non mi sognerei mai di abbinare agli anni '50. Magari '80, via, ma non '50. E la cosa mi piace. Vi dirò di più quando sarò a buon punto.

Su "Chi perde paga" di Stephen King non ho molto da dire. Lo desideravo, ma non per il libro in sé, bensì perché è di King. Lo so, è brutto ammetterlo, ma ultimamente i libri del Re non mi hanno entusiasmata, eccezion fatta per "22/11/'63", che a parte qualche dettaglio è stato notevole. Il motivo è semplice: perché il Re non è più il Re. O perlomeno non del tutto. Non lo so. Sarà che ero affezionata a Tullio Dobner come traduttore, mentre Wu Ming 1, per quanto apprezzabile, offre una traduzione più fredda e impersonale (alcuni potrebbero obiettare che Dobner metteva molto del suo nella traduzione, ma personalmente la preferivo); sarà perché non amo i polizieschi/thriller, ma questo "Chi perde paga" non mi ispira poi tanto. Trattasi del secondo volume della trilogia iniziata con "Mr. Mercedes", che possiedo ma non ho ancora letto.
Ma come fai a dire che non ti piace se non l'hai letto?
Eh, lo so. Avete ragione. Ma i libri del Re si riconoscono in poche pagine e questi... non lo so, non me li sono sembrati. Non hanno nulla a che vedere con "Carrie", "Pet Sematary", "Misery", "Shining", "Rose Madder", la saga de "La torre nera", "Cuori in Atlantide" e tanti, tanti altri magnifici libri di King. In verità sarei curiosa di avere un'opinione da chi ha letto anche le sue ultime opere, oltre alle prime, in modo da - chissà? - potermi ricredere.
Comunque, ecco la trama: "Il genio è John Rothstein, scrittore osannato dalla critica e amato dal pubblico - reso immortale dal suo personaggio feticcio Jimmy Gold - che però non pubblica più da vent'anni. L'uomo che lo apostrofa è Morris Bellamy, il suo fan più accanito, piombato a casa sua nel cuore della notte, furibondo non solo perché Rothstein ha smesso di scrivere, ma perché ha fatto finire malissimo il suo adorato Jimmy. Bellamy è venuto a rapinarlo, ma soprattutto a vendicarsi. E così, una volta estorta la combinazione della cassaforte al vecchio autore, si libera di lui facendogli saltare l'illustre cervello. Non sa ancora che oltre ai soldi (tantissimi soldi), John Rothstein nasconde un tesoro ben più prezioso: decine di taccuini con gli appunti per un nuovo romanzo. E non sa che passeranno trent'anni prima che possa recuperarli. A quel punto, però, dovrà fare i conti con Bill Hodges, il detective in pensione eroe melanconico di "Mr. Mercedes", e i suoi inseparabili aiutanti Holly Gibney e Jerome Robinson. Come in "Misery non deve morire", King mette in scena l'ossessione di un lettore per il suo scrittore, un'ossessione spinta fino al limite della follia e raccontata con ritmo serratissimo. "Chi perde paga" è il secondo romanzo della trilogia iniziata con "Mr. Mercedes", nel quale l'autore tocca un tema a lui caro, quello del potere della letteratura sulla vita di ogni giorno, nel bene e nel male."
Devo ammettere che sembra interessante. Anzi, ho visto su Amazon che questo libro ha davvero delle ottime recensioni. Che stia sbagliando a valutarlo male aprioristicamente e ad aspettarmi così poco da lui? Forse sì. Spero di sì.

Di "Cronache zombie: il bene e il male 2" di Jonathan Maberry non posso dirvi molto, tranne il fatto che parla di zombie, è scritto bene e procede in maniera innovativa, almeno a leggere la quarta di copertina. Il primo volume l'ho acquistato tempo fa nella mia fumetteria di fiducia e, anche se non l'ho ancora letto per intero, la freschezza e la novità con cui vengono trattati argomenti zombeschi mi aveva incuriosita. Vi riporto la trama del primo volume (anche qui credo si tratti di una quadrilogia o forse qualcosa di più) e vi prometto che vi racconterò qualcosa di più appena lo leggerò.
Piccolo inciso: noto con dispiacere che compro molti libri e, per quanto ne legga tanti, non sono mai sufficienti per giustificare i miei acquisti librosi compulsivi. Ne deduco che dovrò darmi una regolata e magari mettermi da parte qualche soldo di più. Decisamente.
Comunque, la trama:  "In un’America post-apocalittica infestata dagli zombie, Benny Imura, come ogni adolescente, deve trovarsi un lavoro al compimento del quindicesimo anno di età, altrimenti vedrà dimezzarsi per sempre la propria razione di cibo quotidiana. 
A Benny non interessa portare avanti il business di famiglia, ma non ha scelta visti i precedenti fallimenti. Accetta quindi di diventare un cacciatore di zombie come il suo fratellastro Tom. 
Il giovane si addentra con riluttanza nella desolata Rot & Ruin, il territorio in cui sono confinati gli zombie, convinto di svolgere un lavoro noioso e pressoché inutile… prima di imbattersi in una terra senza dio, che gli aprirà gli occhi su un mondo totalmente diverso dalla vita a cui era abituato. Conoscerà il suo passato, i lati nascosti della personalità di Tom e il motivo per cui viene considerato da tutti come un eroe: perché là fuori, lontano dalle recinzioni del fortilizio, le distese aride di Rot & Ruin pullulano di rinnegati assassini a caccia di adolescenti, di segreti mortali, di zombie e di bellezze cresciute nelle oscurità del tempo. Rot & Ruin è molto più che un deserto senza vita… 
Contiene due racconti mai pubblicati in Italia: RICORDI DALLA PRIMA NOTTE e NELLA TERRA DEI MORTI."

"Carrie" di Stephen King che vedete in alto a destra nella foto è in realtà un fasullo: non nel senso che non è un libro, bensì una scatola con dentro sei chili di Lindor (eh... ti dirò! *-*), ma nel senso che "Carrie" è uno dei miei libri preferiti e scritti meglio in assoluto, per i miei gusti, e l'ho letto in ventordici lingue. Tranne il tedesco, ed è qui che vi volevo: perché, sapevatelo, io seguo da un anno e mezzo un corso privato di tedesco, una lingua che adoro e che molto spesso viene sottovalutata, ritenendola dura; per non parlare dei tedeschi, ancor più spesso vittime di valutazioni del tutto inadeguate. Magari sarò stata fortunata io, ma in Germania e Austria ho trovato solo persone squisite e disponibili, che cercavano addirittura di parlare in italiano per venirmi incontro. Sì che posso dire di poter contare su un ottimo inglese, però deh, io mi son trovata veramente bene. E anche i miei genitori, con tutto che loro - specialmente mamma - non parlavano tedesco e lei nemmeno inglese. Insomma, chi pensa che i tedeschi non siano ospitali, che vada in Germania (senza pretendere che comprendano l'italiano maccheronico "de noartri", possibilmente) e dopo magari potrà anche riparlarne. Opinione mia.
A parte ciò, dato che la trama ormai la conoscono tutti, vi lascio una foto di una delle prime pagine in tedesco.

Ci sono regali che ti colgono del tutto impreparato. A me è successo ieri sera, quando ho scartato uno degli ultimi pacchetti e ho trovato "Odore d'America" di Goffredo Parise. Non me lo aspettavo assolutamente perché, dopo averlo visto disponibile su Amazon mesi fa (nota bene: quando c'è scritto "ultima copia disponibile" non è una trovata commerciale, è veramente l'ultima copia disponibile prima della voragine cosmica del fuori catalogo) e aver aspettato per mancanza di liquidi, questo era scomparso da qualsiasi sito. Qualsiasi. Non so ancora oggi quale organo abbia dovuto vendere mio padre per trovarlo, ma sono felice che lo abbia fatto.
Trattasi di un saggio sotto forma di romanzo epistolare che ho conosciuto attraverso la "Guida alla Route 66" di Roberto Baggiani, di cui vi ho parlato qui e qui, anche questo uscito dal catalogo da qualcosa come 15 anni. Naturalmente parla di America e naturalmente lo volevo da morire. Ho letto qualche pagina e dire che lo trovo magnifico è dire poco: una scrittura densa, evocativa, ricca di immagini e dettagli che solo chi ha vissuto veramente lì può riportare sulla carta.
Meraviglioso.

"Il vagabondo dello spazio" di Fredric Brown e "Il risveglio dell'abisso" del già citato John Wyndham provengono da una libreria di Reggio Emilia, "Miskatonic", nella quale vorrei tanto venire portata e poi abbandonata come un'orfanella. Mi hanno raccontato molto di questo luogo magico: scaffali e scaffali di libri di fantascienza, horror e generi affini, Urania che risalgono ogni primavera le correnti di cascate di libri fuori catalogo sbattendo le loro code bianche e rosse... altro che Paese delle Meraviglie!
La mia adorata amica La Leggivendola si è premurata di adottare due bambini di carta da questo luogo dove tutti i sogni si avverano e li ha portati da me, dove staranno al calduccio e al sicuro *_* ammetto di avere un lieve dubbio sul primo, perché forse - ma solo forse - da qualche parte lo avevo (o forse volevo comprarlo? Who knows?), ma del secondo non avevo mai sentito parlare e amando Wyndham (così come Brown) non posso far altro che giubilare di giuoia! *_*

La trama de "Il vagabondo dello spazio": "Abbandonato su un asteroide, condannato a morire, salvato dalla più "vagabonda" entità della galassia: è Crag il ribelle, primo e più famoso dei duri della fantascienza. Ma fino a oggi la sua odissea tra la Terra, Marte e la fascia degli asteroidi si era potuta leggere soltanto in un'edizione cui mancavano: a) i pungenti riferimenti satirici alla società del terzo millennio; b) una celebre, censuratissima "pubblicità necrofila"; c) una delle più ammiccanti scene di voyeurismo del turismo interplanetario (al Luxor di Marte), per non parlare di altri particolari ritenuti, ai tempi, troppo "forti" per il lettore italiano. Il tutto è stato ovviato in questa nuova traduzione, la prima integrale dal 1958."
E quella de "Il risveglio dell'abisso": "La maggior parte del globo è ricoperta dalle acque di oceani e mari, pullulante di forme di vita innumerevoli. In ogni oceano, il fondo, tra montagne altissime che tuttavia non sempre riescono a raggiungere la superficie, spesso sprofonda in abissi tenebrosi, che scendono a volte fino a dieci, undici chilometri dalla superficie dell'acqua: le cosiddette "fosse abissali". Nel mistero di questi abissi si celano forme di vita inimmaginabili, assurde, intelligenti. Alla pressione inconcepibile di tonnellate e tonnellate per centimetro quadrato, queste forme tramano, e si accingono a compiere, la conquista delle terre emerse. Quali sono queste forme atroci, intelligenti, spietate? E' un mistero. Donde provengono? Il professore Bocker non esclude che la sostanza originaria della loro vita tragga origine, attraverso gli spazi interplanetari, da qualche pianeta ove la norma della esistenza esige pressioni paragonabili a quelle presenti sul fondo delle nostre fosse abissali. E a poco a poco la conquista del mondo civile si svolge con lenta, spietata precisione. L'orrore si diffonde tra gli uomini, ogni giorno più preda dell'Abisso. L'Abisso si ridesta. Distrugge ogni giorno decine di migliaia di esseri umani fra strazi indicibili, e non ha volto, non ha nome, perché gli strumenti della sua distruzione sono inesplicabili e misteriosi quanto la mente che li dirige. Poi, lentamente, tutti i ghiacci delle regioni polari si sciolgono, il livello di tutti i mari sale di quaranta metri e l'agonia degli uomini ha inizio. Ma gli uomini hanno inventato frattanto una bomba.. ultrasonica! E forse il mondo si salverà. Col "Risveglio dell'Abisso", John Windham, l'indimenticabile autore dell'«Orrenda invasione», ha trovato nuovi modi e nuove emozioni per quella forma narrativa ultra-avvicente che è la fantascienza. Il "Risveglio dell'Abisso" è un libro che si
ricorda per tutta la vita."
Va bene, tanto lo sapete cosa sto per dire: FIGATA ASSURDA!!!

Ultimo ma non ultimo (se si esclude la fantastica idea regalo della mia amica Francesca, una gift card Feltrinelli *__________*): un libro che, quando l'ho aperto, mi ha fatta sganasciare dalle risate solo per la copertina. MAI 'NA GIOIA! Il detto profetico della mia vita! XD E dire che ve ne avevo parlato qui non più tardi di un paio di giorni fa!
In pratica, si tratta di un librottino in cui sono stati raggruppati molti quadri celebri ai quali è stata abbinata una frase buffa che avrebbe potuto dire o pensare il protagonista del quadro. Va bene, sembra arzigogolato, ma vi sarà più chiaro guardando queste foto esempio:



Non sarà alta letteratura - ma, Dio, ho riso per ore.
A voce alta.

E a voi com'è andato lo spacchettamento dei regali di Natale? Avete trovato tanti libri? Ma soprattutto: quale dovrei iniziare per primo? Si accettano consigli :D 

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