mercoledì 1 agosto 2018

Stroncature, rifiuti e due di picche

«Trovati un lavoro.»

Chi di voi scrive a tempo pieno saprà già di cosa sto parlando: delle persone che, quando scoprono la tua passione, ti guardano con un sopracciglio inarcato, un mezzo sorriso sulla faccia, e ti dicono: «Bello, sì. Ma trovarsi un vero lavoro no, eh?»
Simpatici, davvero. Eppure, nonostante io sia dalla parte di quelli che scrivono, c'è da dire che un po' li capisco. Scrivere - non tanto per hobby, o perché sei un calciatore o uno youtuber e ti viene commissionato un libro con tanto di ghostwriter in omaggio, ma perché per te è La Chiamata, la vocazione che senti dentro fin dalla nascita, e magari hai passato le estati della tua infanzia a scrivere storie sui quaderni invece di correre fuori a giocare - è arduo, e campare di scrittura è praticamente impossibile. La vita è cara, i soldi indispensabili. Quanti ragazzi conoscete che, scrivendo libri, riescono a pagarsi il mutuo? Non so voi, ma io non credo di conoscerne. In un paese dove, all'anno, escono circa 65000 nuovi titoli, sono pochi gli autori in grado di poter vivere solo di scrittura. E pensate a tutti gli altri scrittori che non riescono nemmeno a farsi pubblicare! Gente che magari ha speso anni nella stesura di un romanzo e poi continua a ricevere un rifiuto dopo l'altro. Non perché non sia bravo a scrivere, eh. Magari ha partorito qualcosa di nicchia, difficile da vendere. O magari è solo sfortunato.

Eh, sì. Scrivere mette a dura prova. Fare arte, generalmente, o perlomeno provarci, mette a dura prova. Pensate ai musicisti. Sin da ragazzini passano i pomeriggi a suonare, a cantare, a comporre... a spendere risparmi per quel bel microfono che sognano da un sacco. Partecipano a festival, talent show. Spendono soldi su soldi per iscriversi a quella bella scuola di musica che potrebbe dar loro una spinta nel mondo di cui sognano di far parte da una vita. Consumano fino all'ultimo centesimo per incidere cd, nella speranza che questo piaccia (e che non venga piratato). E poi? Personalmente, di ragazzi di questo tipo ne conosco parecchi. Volete sapere quanti di loro sono (già) arrivati? Neanche uno.


Eppure, noi sognatori continuiamo ad andare avanti, instancabili lottatori. Nonostante i dubbi, i pregiudizi e le paure continuiamo a pensare ai nostri personaggi, alle nostre canzoni. Continuiamo a sperare di riuscire a pubblicare le nostre storie, affinché altri possano leggerle. Continuiamo a suonare e cantare e creare, nella speranza che, prima o poi, qualcuno creda finalmente in noi e che ascoltando la nostra musica possa sentirsi meno solo. E no, non è per le ricchezze che lo facciamo. Nessuno di voi vuole (credo) diventare il nuovo riccone italiano, pronto a sollazzarsi tra ville e festini. Vogliamo solo raccontare storie. Vogliamo solo poter essere noi stessi. Comunicare. E, sì, magari cavar fuori anche due soldini di numero, ma questo solo perché scrivere E' un lavoro, e come tale è giusto che venga retribuito, anche se difficilmente sarà sufficiente a saldare il mutuo.

Quindi, sognatori, voglio rivolgervi un appello: non arrendetevi. A volte può essere dura andare avanti, quando tutto il mondo vi rema contro. Potrete credere di non valere niente, perché Tizio ha pubblicato e Caio ha vinto quel talent show, mentre voi siete ancora a casa, in pantofole, a chiedervi dove abbiate sbagliato. Non rinunciate nemmeno quando vi chiudono il portone in faccia o quando vi suggeriscono di cambiare mestiere. Continuate a credere nei vostri sogni, perché se non sarete voi a farlo, non lo farà nessun altro.


Vi lascio un piccolo elenco di artisti che nonostante le difficoltà, i rifiuti e le paure ce l’hanno fatta. Sia mai che la cosa possa ripetersi.


J.K. Rowling


Come non parlare di zia Rowling? Dopo aver perso sua madre per sclerosi multipla, sposa il giornalista televisivo Jorge Arantes, con cui ha una bambina. Purtroppo, le cose non vanno  bene e, ad appena un anno dal lieto evento, il matrimonio finisce (secondo voci non confermate, per sospetta violenza domestica). Zia Rowling fugge con la bambina a Edimburgo, dalla sorella, dove la storia di Harry Potter inizia a formarsi, tassello dopo tassello. Possiamo definire questo periodo come quello più oscuro della Rowling. Separata, disoccupata, con una figlia a carico e con un ex marito che la tormenta, arriva a pensare al suicidio. Fortunatamente non lo fa e continua a scrivere "Harry Potter". Dopo aver concluso il primo libro, contatta un agente letterario che prima la rifiuta, ritenendo il romanzo non vendibile, poi torna a cercarla dopo aver letto una recensione entusiasta di una delle sue collaboratrici. Lo stesso agente letterario riceverà poi 11 RIFIUTI dalle Case Editrici a cui proporrà il romanzo. La motivazione? "I libri per bambini non vendono". Quando ormai il destino fallimentare della Rowling sembra inevitabile, il presidente della Bloomsbury, una casa editrice piccola e poco conosciuta di Londra, prova a far leggere i primi capitoli di "Harry Potter e la pietra filosofale" alla figlioletta Alice (Dio, speriamo che questo nome porti bene anche a me), la quale chiede il seguito. La Bloomsbury, dunque, che aveva appena inaugurato una collana per bambini, emette una tiratura di sole mille copie e poiché i nomi femminili sulle copertine, di solito, respingono il lettore maschio, chiede alla Rowling di firmarsi con un vago J.K. (che richiama J.R.R. Tolkien). Nonostante la pubblicazione, l'Editore le consiglia comunque di trovarsi un lavoro redditizio con cui poter mantenere la bambina. Notate bene, il suo Editore! A discapito dei dubbi, quelle mille copie andarono a ruba e adesso valgono tra i 16 e i 25 mila euro. Oggi, quella giovane donna che pensava al suicidio è conosciuta in tutto il mondo ed è diventata più ricca della regina Elisabetta.


Stephen King


Che dire dell’uomo dalla mente più perversa d'America? Abbandonato da suo padre, che era uscito per andare a comprare le sigarette per non fare più ritorno, Stephen, il fratello e la madre iniziano a girovagare per gli Stati Uniti in cerca di fortuna. La madre, donna di carattere, accetta ogni lavoro che le capita ma, nonostante le assenze, riesce comunque a indirizzare i figli sulla strada della buona musica e della lettura dei classici della letteratura. Stephen comincia a leggere da solo tutto ciò che trova. A sette anni scopre nella soffitta i libri del padre, appassionato di Edgar Allan Poe, Lovecraft e Matheson. Scopre così che il padre non era solo un marinaio (come raccontato in casa), ma anche un aspirante scrittore, affascinato dalla fantascienza e dall’horror. Nel 1969, anno in cui sposa Tabitha Jane Spruce, Stephen inizia a occuparsi di uno spazio sulla rivista “The Maine Campus” e già qui si capisce il suo talento: è in grado di scrivere un racconto perfetto cinque minuti prima che il giornale vada in stampa. Mica come me, che quando realizzavo di aver dimenticato di fare i compiti mi ritrovavo a compilarli per metà, spulciando quelli della mia vicina di banco (che il più delle volte li sbagliava, ma almeno li faceva!).
Ma torniamo a King. Nel 1972 nasce il suo secondo figlio e il bilancio della famiglia comincia a farsi davvero problematico. King inizia a pensare che diventare uno scrittore sia un'utopia. Non riesce a pagare le bollette, e decide di rinunciare prima al telefono, poi all’automobile. E, si sa, quando le cose vanno male non possono che peggiorare. Inizia così a bere e, inevitabilmente, la situazione precipita. Sarà sua moglie a salvarlo, spingendolo a lavorare su “Carrie”, un manoscritto incompleto che aveva ritrovato per puro caso nella spazzatura. King, finita la revisione, sottoporrà il romanzo a svariate Case Editrici, che rifiuteranno il romanzo perché "la distopia non vende". Finalmente, il suo agente riesce a strappare alla Casa Editrice Doubleday un assegno di 2500 dollari come anticipo per la pubblicazione. Pochi mesi dopo, arriva la grandiosa notizia: la Casa Editrice ha venduto i diritti dell’opera alla NewAmerican Library per 400000 dollari, metà dei quali spettano a King. I problemi economici sono risolti e Stephen lascia immediatamente l’insegnamento per dedicarsi a tempo pieno alla professione di scrittore. Inutile dirvi dove sia arrivato oggi.


Kathryn Stockett


Scrittrice americana cresciuta a Jackson, in Mississipi. Sulla sua biografia ammetto di non saperne molto, ma so che il suo romanzo, “The Help”, da cui hanno tratto anche un film, ha ricevuto 60 rifiuti da parte di agenti letterari. Sì, avete letto bene. Sessanta rifiuti. Sessanta. Dopo il sessantesimo no, il romanzo è stato finalmente accettato da Susan Ramer. Oggi, il libro è diventato un bestseller ed è stato pubblicato in 35 Paesi e tradotto in tre lingue diverse.


Agatha Christie


Nemmeno i geni del giallo si salvano. Nata nel 1890, Agatha (il cui vero nome è Agatha Mary Clarissa Miller) è l’unica dei suoi fratelli a non frequentare una scuola, ma a essere istruita in casa dalla madre, dalla nonna e da numerose governanti. Si trasferisce a Parigi da ragazzina, per perfezionarsi in musica e canto nella speranza di diventare una cantante lirica, ma due anni dopo capisce di non averne la stoffa e inizia a dedicarsi alla scrittura. Grande scelta, Agatha! Sotto pseudonimo, riesce a pubblicare alcune poesie su “The Poetry Review”, ma ahimè i suoi racconti vengono puntualmente respinti. Sarà solo nel 1920, dopo aver prestato servizio come crocerossina durante la prima guerra mondiale ed essersi sposata con il tenente Archibald Christie, che Agatha pubblicherà finalmente il suo primo romanzo, “Poirot a Styles Court”, un giallo. In seguito, scrive altri romanzi, ma con risultati modesti, fino a quando, nel 1926, si avvia finalmente al successo con “L'assassinio di Roger Ackroyd”.
Nel 1971, a coronamento di una brillante carriera, Agatha Christie riceve la massima onorificenza concessa a una donna, quella di Dama dell’Impero Britannico. Dalla serie, preghi per anni affinché qualcuno pubblichi i tuoi racconti e poi ti ritrovi Dama. Mica male, eh?


Anna Frank


Già. Sembra impossibile che proprio lei e la sua opera, su cui tutti noi abbiamo studiato, siano state inizialmente rifiutate non da uno, ma da QUINDICI editori. Sì, ho detto quindici. 15. Tra le varie motivazioni: «Questa ragazza non ha, perlomeno dal mio punto di vista, un sentimento o una percezione della realtà tali da elevare il romanzo al di sopra della banale curiosità.» Ciononostante, nel 1947 la Contact di Amsterdam decise di pubblicare il libro, pur chiedendo al padre di Anna, Otto Frank, di rivedere il testo e tagliare i passaggi in cui Anna parlava della propria sessualità. Il romanzo non ottenne comunque un gran successo, fino a quando, con il passare del tempo, il pubblico venne a conoscenza dei fatti gravissimi della Shoah. Solo allora, il libro suscitò un vasto interesse. Ora ditemi, esiste qualcuno, tra voi, che non conosce il "Diario di Anna Frank"? Ne dubito fortemente.

Ma questi non sono gli unici casi. Pensiamo a C.S Lewis, l’Autore di “Le cronache di Narnia”, che prima di vendere un solo libro ha ottenuto il record di 800 stroncature. A George Orwell, al quale bocciarono “La fattoria degli animali” dicendo che sarebbe stato impossibile vendere storie di animali negli Stati Uniti. A Herman Melville, a cui Peter J. Bentley, della casa editrice Bentley & Son suggeriva di sostituire l’antagonista del Capitano, la balena, con lotta con la propria depravazione verso giovani e voluttuose signorine. Di conseguenza, come non citare "Lolita" di Vladimir Nabokov, rifiutato perché ritenuto nauseante?

Alla faccia dei no!

Questo ci insegna a non demordere mai, perché per quanto possa essere dura andare avanti, per quanto i muri che ci dividono dall’avercela fatta possano essere enormi e pieni di filo spinato, non è detta l’ultima parola.
Come direbbe Walt Disney (anche lui rifiutato in quanto “CARENTE in fantasia”) se puoi sognarlo, puoi farlo.

E voi? Conoscete scrittori (ma anche altri artisti) stroncati dalla critica prima di ottenere successo? Quale libro stronchereste? A quale avreste negato la pubblicazione?
Non dite il mio, o quello di Alice, o vengo a cercarvi.


- Francesca

9 commenti:

  1. Salve a tutte!

    In realtà, quasi tutti gli scrittori oggi ritenuti grandi, ricevettero fortissime stroncature, o imposizioni di riadattamento dei propri libri, tra gli altri; Kafka (Il Processo 1° edizione non arrivò a 300 copie vendute, e venne rifiutato 2 volte), Borges, Lovecraft, Fritz Lang, che ebbe problemi a produrre e distribuire Metropolis, Virginia Woolf, Margaret Mahy, Einstein, Zweig (madonna, come si fa a rifiutare "Mendel dei libri"... PAZZI!!!), Ungaretti etc.
    La pubblicazione non la negherei a nessuno, neanche a quelli che nulla hanno a che fare con la Letteratura (tipo l'ulisse di joice, ottimo esempio di come non scrivere un libro, che comunque a tratti è pure divertente..), però ne stroncherei diversi... ma i vostri non sono tra questi ;) (ma ci sono già, in giro??)
    Lolita è un po' plagiata da un altro libro, ma comunque Nabokov è un grande... "La Gloria" è solo un esempio...

    Buonaserata, che i sogni diano con voi!

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    1. Ciao HPL!

      Ormai inizio a credere che ricevere una brutta stroncatura sia un requisito indispensabile per diventare un grande della letteratura. Detto questo, in tutta onestà, nemmeno io mi sentirei di negare la pubblicazione a qualcuno. Invece non posso dire la stessa cosa per le stroncature. Posso essere davvero perfida quando si tratta di smontare un libro come un mobile dell'ikea, tanto che potrei farci una rubrica: "Lo smantellamento della perfida Fra, la più odiata del web!" XD

      Riguardo i nostri libri la risposta è no. Purtroppo non sono ancora in commercio e, in verità, il post nasce anche per questo motivo. Siamo in valutazione, ciò significa che qualcuno sta leggendo i nostri lavori per decidere se buttarci nella spazzatura o darci una possibilità. L'idea di una stroncatura, quindi, non è più così lontana. In fondo, questo è uno spazio di confronto, in cui ognuno dice la sua, ma non per questo io e Alice ci riteniamo indenni da commenti negativi (che di sicuro un giorno arriveranno) o rifiuti. Fa parte del gioco.

      Detto questo, auguro una buona serata anche a te. È sempre un piacere sentirti ;)

      - Francesca


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    2. E poi che i rifiuti sono la meno, se la gente sapesse davvero quello che hanno passato molti scrittori/scrittrici, e come si sono ridotti, dubito continuerebbe a ritenere quello dello scrittore un mestiere "riposante".

      I finti scrittori sono quelli che vogliono scrivere a tutti i costi, che si fermano al foglio bianco e dopo 10 minuti di panico senza idee vanno dallo psicologo "dottore, io non scrivo più..." MA VIVI, PORCA MISERIA, VIVI!! Ché chiunque abbia dato un buon apporto alla Letteratura, lo ha fatto in virtù del proprio vissuto!

      E comunque io sono specializzato nello stroncare, sgarbi non mi fa neanche un baffo... ;P. E tra le mie vittime ci sarebbe una certa "zia" di cui tu parli... ihihihi^^

      Buoni ciai a tutte!

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    3. Scusa HPL, ero convinta di averti risposto!
      Il fatto che tu sia specializzato nello stroncare mi piace. Quasi quasi ti mando il mio romanzo XD

      - Francesca

      ps: scusa ancora per il ritardo ç.ç

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    4. Ahahah ma vai tranquillissima XD fa' conto che io spesso scrivo i miei sproloqui in forma di monologo, vedi quello sopra... quasi più un buttare l'idea che un fare una domanda, anche se, se poi si viene a creare un discorso, magari sì articolato ma non pedante - non troppo, almeno - tanto meglio, ma vai tranqui che spesso anch'io mi dimentico di aver scritto robe poi me ne ricordo dopo eoni ;P

      Lo leggerei volentieri, il tuo romanzo, ma non vedo come potremmo contattarci in tal caso, oltretutto non gestisco alcun blog "di recensioni" (tralasciando per un attimo il fatto che io ODIO le recensioni...) quindi vabbe', comunque quando verrà pubblicato il tuo libro, spero da una casa editrice decente, con una grafica decente, voglio essere il primo a strocarl... cioè, voglio essere il primo a leggerlo ;))

      Buonaserata a tutte, siore e siore!

      (Ma davvero ti stupisce che io sio specializzato, oltre che nell'OT, nelle stroncature? :Đ praticamente parlo male di un autore/autrice ogni 2x3, dai... )

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  2. Ma nel caso di una stroncatura uno scrittore riceve una notifica?

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    1. Dipende dal momento in cui lo scrittore la riceve. Se parliamo di un rifiuto, la maggior parte delle case editrici, se non interessata alla pubblicazione di un romanzo, non risponde proprio. Altre, però, in caso di rifiuto allegano una scheda di lettura dove giustificano i motivi della loro scelta e gli eventuali problemi tecnici del libro. Diciamo che una vera e propria stroncatura avviene nel momento in cui lo scrittore chiede un giudizio sull'opera, che sia prima della pubblicazione, tramite editori, agenti letterari o blogger che si occupano di redigere una scheda di lettura a richiesta (stroncatura privata) o successiva alla pubblicazione (stroncatura pubblica). Alice e io non amiamo distruggere il lavoro altrui, sappiamo quanto possa fare male, quindi cerchiamo sempre di scrivere recensioni di romanzi che ci sono piaciuti, ma nulla ci vieterebbe di essere davvero critiche e stroncare il romanzo scritto da Furbetto89. In quel caso, Furbetto89 non riceverebbe nessuna notifica (a meno che non segua il nostro blog) e potrebbe, addirittura, non leggere mai la recensione.

      - Francesca

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    2. RISPOSTA NEGATIVA DI UN EDITORE MEDIO A UN/A ASPIRANTE SCRITTORE/SCRITTRICE :

      (Nessuna risposta)

      Oppure;

      Siamo infinitamente spiacenti, ma il suo romanzo, quantunque ben costruito e perfetto dal punto di vista grammaticale, ha, purtroppo, alcune fondamentali lacune sotto il punto di vista della costruzione della complessità psicologica dei protagonisti e alcune scene, sebbene accattivanti, non rendono molto bene l'idea, a causa di un ritmo purtroppo non molto scorrevole. Ci duole dunque informarla che, per ora, valutando lo stato attuale delle cose, non possiamo ancora pubblicarla. Tuttavia, come detto, il suo romanzo avrebbe solo bisogno, in realtà, di un aggiustatina, di essere ritoccato, e magari potrebbe anche beneficiare dell'aggiunta di qualche capitolo in più. Sperando in una sua comprensione, e augurandole buona fortuna per il suo futuro, la invitiamo a non demordere dai suoi obiettivi. I nostri più sinceri auguri!

      Mondanaudi Editore

      RISPOSTA NEGATIVA (stroncatura ) DI FRANCESCA A UN/A ASPIRANTE SCRITTORE/SCRITTRICE :

      Ciao! Allora, carissimo, che dire... bello il libro, soprattutto il soggetto, cioè, l'ossatura, lo scheletro! No davvero, una bella trana ma che purtroppo... ecco, vedi, è lo svolgimento che, come dire, non ci siamo, bon ci siamo proprio, cioè, va bene essere cattivi, ma Robert Wolf, credimi, sembra decisamente più un sadico che non un semplice ladruncolo di polli... e poi, sai, oltre al fatto che, effettivamente, ma lo dico davvero, senza volerti ferire, ma solo per una critica sincera, dicevo, oltre al fatto che i personaggi sono un po' tutti carenti di personalità, c'è questa cosa della scena dell'orgia dopo le due vodka... cioè, io non vorrei dirlo, ma, guarda, un consiglio spassionato; informati meglio prima di scrivere certe cose, perché dopo esserti ubriacato, nella realtà, a dispetto dei film, DORMI!!! E poi di cose così ce ne sono tante, come la nutella... il libro è ambientato nella Cesenatico del 1957, ma la prima nutella è della metà degli anni '60! Capisci dunque che, sebbene a malincuore, sono costretta a dirti che non posso, in tutta sincerità, accettare questa chiamiamola, prima bozza, ok? Ma se ti impegni, e cambi giusto qualcosa qua e là, magari aggiungendo un paio di capitoli, vedrai, potrai davvero aver scritto un capolavoro. Credici, e il testo verrà da sé! <3

      Francesca Bertuca

      RISPOSTA NEGATIVA DI HPL A UN/A ASPIRANTE SCRITTORE/SCRITTRICE :

      (Nel caso di un lui)
      CAZZO È 'STAMMERDA?!!?!?? DICO, MI PIGLI PER IL CULO??! MA CHE CREDI DI FA'??!EH!!? MA CREDI CHE LA LETTERATURA SIA UN GIOCO, BRUTTO COGLIONE?? MA COSA CREDI DI FARE, DOVE PENSI DI.. DI ARRIVARE.. C'È, BHO, MA IO NON LO SO, MA VEDI STO SGORBIO CHE CAZZO DI.. DI...
      (La stroncatura va avanti per tipo un 35-40 pagine di insulti e improperi, per poi concludersi con) MA VERAMENTE, MA TU DOVEVI ANDARE A RACCOGLIERE I POMODORI, ALTROCHÉ, SCHIFOSO SCHIFO D'UN PARASSITA LETTERARIO... MA POI, DICO, NON LO VEDI, CIOÈ, NHON LHO VHEDI CHE CI SONO DUE CAZZO DI CAPITOLI DI TROPPO, IN QUESTA MELMA INFORME CHE TU OSI CHIAMARE "ROMANZO"??!?

      (nel caso di una lei, valuto prima la possibilità di un'uscita a cena, se la risposta è positiva, rimando la rece a dopo la cena ed eventuali accadimenti notturni consequenziali, in caso di risposta negativa non cambia nulla)

      HPL

      Pacato, civile, e disponibile ad aprire i miei orizzonti. Più di così... :) (ma siete imparentate?)

      Buonaserata a tutte!

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  3. È tutto un equilibrio, sopra la follia... <3

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Tu.
Sì, proprio tu.
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