martedì 5 giugno 2018

Nel salotto dello scrittore: puntata speciale (Dio salvi la regina!)

Eccoci tornate, con qualche ora di ritardo, con una nuova puntata della rubrica "Nel salotto dello scrittore"! Se l'ultima volta avevamo esplorato i segreti delle dimore degli scrittori inglesi, questa volta ci sposteremo un po' più in là, verso la Francia, la Spagna e...

No. Vi avevamo detto che lo avremmo fatto, che avremmo curiosato nelle dimore degli scrittori europei, e invece abbiamo deciso di fare un passo indietro e proporvi ancora qualche scrittore inglese e irlandese che, a una seconda riflessione, non ci siamo proprio sentite di saltare. Questa è, quindi, una sorta di puntata speciale, fuori dal tempo e dallo spazio, in cui daremo un ultimo sguardo alla brughiera e alla grigia e nostalgica pioggerellina di Londra, prima di imbarcarci verso altri lidi.


Charles Dickens



Dickens è considerato il più grande scrittore del periodo vittoriano. Le opere di Dickens sono caratterizzate dagli attacchi ai mali sociali, alle ingiustizie e all'ipocrisia di cui aveva fatto esperienza negli anni della sua infelice e durissima infanzia, quando, a causa di gravi problemi economici del padre, si ritrovò da solo, con i genitori in carcere, costretto ad abbandonare la scuola per lavorare in fabbrica. Proprio lì fece le crudeli esperienze che gli furono poi indispensabili per scrivere capolavori quali "Oliver Twist", "Canto di Natale", "David Copperfield", "Grandi speranze", "Nicholas Nickleby", "Barnaby Rudge", "Il circolo Pickwick" e molti altri.
Charles Dickens ha vissuto al numero 48 di Via Doughty dall'Aprile del 1837 al dicembre del 1839, un periodo breve ma importante, perché è qui che si è conquistato, lavorando duramente, la sua reputazione. I visitatori della casa possono vedere alcuni manoscritti di Dickens, le lettere, i bozzetti dei suoi illustratori, le prime edizioni dei suoi libri, lo scrittorio che ha utilizzato per le letture pubbliche dei suoi lavori e molte altre mostre, compresi mobilio, immagini, libri e memorabilia.

Curiosità: è presente anche un piccolo, ma delizioso giardino in cui, oggi, sorge una caffetteria che serve ottimo caffè agli ospiti.


James Joyce


James Joyce, nato a Dublino, fu uno scrittore di grande importanza nazionale ed internazionale. Celebri opere dell'autore sono "Gente di Dublino" e "Ulisse", entrambe legate a doppio filo con questa abitazione. Un aneddoto originale: intorno al 1909, durante una passeggiata per la città, Joyce suggerì a Byrne, un suo amico, di pesarsi sulla bilancia che si trovava fuori dalla farmacia di Francis Frœdman al 19 di North Frederick Street. Poco dopo, tornando a casa, Byrne si rese conto di aver dimenticato la chiave e scavalcò il cancello per poter entrare in casa dalla cucina nel seminterrato. Questi due episodi ritornano nell'Ulysses: anche Leopold Bloom, nel capitolo "Itaca", si pesa alla bilancia di 19 North Frederick Street (il peso e l'altezza, non a caso, sono gli stessi di Byrne) e poco dopo scavalca l'inferriata del seminterrato entrando in casa dalla cucina.
Situato nell'epicentro della città, la casa è un elegante esempio di architettura georgiana del diciottesimo secolo. Meticolosamente restaurata, ora la casa è sede del centro di James Joyce il cui scopo è promuovere la vita e le opere di questo grande autore irlandese.

Curiosità: a Trieste si trova un'altra casa in cui visse lo scrittore. A pochi passi da qui sorgeva la pasticceria Pirona, frequentata assiduamente da Joyce, che amava i presnitz, dolci tipici triestini.


Walter Scott


Abbotsford (Melrose, Scozia) è la casa in cui visse sir Walter Scott, lo scrittore del diciannovesimo secolo autore dei classici "Waverley", "Rob Roy", "Ivanhoe" e "The Lady of the Lake". Sir Walter Scott acquistò la fattoria di Cartleyhall sulle rive del fiume Tweed nel 1812. Insieme alla sua famiglia e alla servitù, si trasferì nel podere, cambiandone il nome in Abbotsford. Scott in persona progettò le modifiche per l'ingrandimento della casa, anche se in un secondo momento, intorno al 1820, l'abitazione fu demolita e sostituita con quella visitabile ai giorni d'oggi. Scott era un appassionato collezionista di reperti storici, tra cui una splendida collezione di armature e armi, la pistola di Rob Roy, la spada di Montrose e oltre 9.000 rari volumi nella sua biblioteca.


Curiosità: è possibile visitare lo studio di Walter Scott, la biblioteca, la stanza del disegno, il corridoio, la sala d'ingresso e la stanza da pranzo che si affaccia sul fiume, in cui sir Walter è morto il 21 settembre 1832.


William Shakespeare


Le cinque case di Shakespeare a Stratford-upon-Avon, nella Contea di Warwick, sono state splendidamente conservate dallo Shakespeare Birthplace Trust e sono oggi adibite a musei. Queste dimore offrono la possibilità di immaginare il mondo di Stratford in cui William Shakespeare, il famoso poeta e drammaturgo (almeno, secondo la teoria più acclarata), è nato, vissuto e morto. Ognuna ha la propria affascinante storia da raccontare e offre l'opportunità di scoprire come vi si viveva ai tempi di Shakespeare. La costruzione in legno di Via Henley, con il suo ampio terreno nella parte posteriore, è stata comprata dal padre di Shakespeare, John, probabilmente in due fasi (nel 1556 e nel 1575).

Curiosità: all'interno della casa sono esposti gli oggetti di lavoro del padre di Shakespeare, John, che di professione faceva il guantaio e il commerciante di lana. Vi si trova anche una copia del primo scritto di Shakespeare. Tra i punti d'interesse dell'abitazione, vi sono la cosiddetta "stanza della nascita" e il giardino.


Arthur Conan Doyle


221b di Backer Street

Il geniale inventore di Sherlock Holmes e Watson, e fondatore, insieme ad Edgar Allan Poe, dei generi letterari del giallo e del fantastico, visse in questa casa di South Norwood, nel sud di Londra. Dopo essersi laureato in medicina, Doyle iniziò a scrivere racconti brevi, fino ad arrivare alla sua prima storia pubblicata nel 1887: "Uno studio in rosso", con protagonista proprio il suo celebre personaggio, Sherlock Holmes. L'autore modellò Sherlock sul suo professore Joseph Bell, che deduceva sempre le cose che erano elementari.
"Uno studio in rosso" fu scritto nel primo ambulatorio di Conan Doyle al numero 2 di Upper Wimpole Street, dove, senza nessun paziente che attraversasse l’uscio, ebbe il tempo a disposizione per inventare il poliziotto investigativo che sarebbe diventato Sherlock Holmes.
Oggi, questo palazzo a schiera ha ancora molto a che fare con la professione medica a Londra, e si trova a meno di mezzo miglio dal numero 221B di Baker Street, dove risiedeva Sherlock Holmes.

Curiosità: nonostante Sherlock Holmes, il celebre detective creato dalla penna di A. C. Doyle, non sia né un personaggio realmente esistito, né uno scrittore, al 221b di Backer Street, a Londra, si trova comunque la sua casa. Il bobby all’entrata, le stanze piccole e stracolme di ninnoli e mobilio in stile vittoriano, le pipe, la valigetta di Watson sono lì, pronti ad attendere tutti gli appassionati del celebre investigatore.


George Orwell



Questa casa vivacemente colorata al numero 22 di Portobello Road (Notting Hill, Londra) fu la prima casa londinese dove George Orwell, all'anagrafe Eric Blair, alloggiò con Mrs Craig durante l’inverno del 1927 dopo aver rassegnato le dimissioni da Assistente Superintendente della Polizia Imperiale indiana a Burma.
Il suo appartamento all’ultimo piano era pieno di spifferi, deprimente. Sebbene abbia vissuto in diversi indirizzi londinesi, molti dei quali contrassegnati da una targa, Canonbury Square, con la sua targa blu (la vecchia targa verde L.C.C.), conta come il suo indirizzo principale a Londra dato che fu lì che scrisse, nel 1948, quello che viene considerato il suo capolavoro, “1984”.
Un'altra sua casa si trova a Katha, nel Myanmar.
Orwell morì nell’ala privata dei pazienti dell’ospedale del college universitario a Grafton Way sabato 21 gennaio del 1952 a causa di un’emorragia ad un polmone.

Curiosità: sempre in zona è possibile fare una gita molto interessante tra le località che hanno ispirato i luoghi immaginari delle opere di Orwell. Il tour include anche luoghi che Orwell frequentava abitualmente e termina presso un pub dove egli era solito fermarsi a bere.


Bene, questa volta abbiamo veramente finito la carrellata di scrittori inglesi e irlandesi :)
La prossima volta ci sposteremo in Europa, in un Paese che esprime magia, romanticismo e nostalgia...


- Alice

6 commenti:

  1. Buongiorno.

    Ogni volta che sento parlare di Conan Doyle non posso non pensare al fatto che sia quantomeno curioso che il padre del più famoso investigatore di sempre fosse spiritista convinto mentre Lovecraft, che ha creato il più noto pantheon di divinità oscure e mostri di ogni sorta fosse ateo materialista...


    Bel post, Charles Dickens è un grande. E prima o poi occorrerà fare luce su Shakespeare (probabilmente, non sapremo mai la verità...troppe cose sono andate perdute).

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    1. Effettivamente, a pensarci è davvero curioso :)

      Adoro Dickens, soprattutto per la sua storia personale. Se non lo hai mai visto, ti consiglio di reperire il film "Dickens - L'uomo che inventò il Natale". In DVD temo non sia ancora uscito, ma è acquistabile ad esempio su Rakuten TV :)

      Ciao!


      - Alice

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  2. Ciao!

    Non lo ho mica mai sentito. Proverò a vedere cos'è, grazie! Ma è un documentario?

    Adoro il film con Jim Carrey nel ruolo di Scrooge. È fatto troppo bene :)

    Walter Scott lo conosco pochissimo, giusto Ivanhoe...

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    1. Purtroppo anche io conosco poco Walter Scott.
      Il film comunque non è un documentario, bensì un biopic... ma questa è solo la definizione "tecnica", diciamo. Non è altro che il film con protagonista Charles Dickens durante il difficilissimo periodo della sua vita in cui scrisse il "Canto di Natale"! Molto ben fatto e si vedono bene tutti i suoi traumi legati alla orribile infanzia passata in fabbrica come schiavo in nero... te lo consiglio!


      - Alice

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  3. Ciao Alice, anche questa nuova carrellata di scrittori mi ha emozionata, ma quello che mi ha interessata più di tutti è Dickens!
    Sono rimasta molto colpita dal film che ho visto recentemente, mi riferisco a "Dickens, l'uomo che inventò il Natale". L'ho già visto due volte, ma sicuramente lo riguarderò,mi è piaciuto conoscere bene la storia della sua vita, ed è per questo che farei pazzie per poter visitare la sua casa.
    Il tuo post mi ha dato la possibilità di farlo virtualmente.
    Grazie!

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    1. Anche per me Dickens resta uno dei migliori, soprattutto perché ha sofferto così tanto da ragazzino! Chissà che un giorno non riusciremo a visitare Londra ;)


      - Alice

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Tu.
Sì, proprio tu.
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