giovedì 12 novembre 2015

Narrativa di genere e narrativa letteraria, ossia: breve storia di come giunsi di fronte alla libreria e mi persi in disquisizioni

  
Buongiorno! :D
Negli ultimi giorni vagavo senza una meta fra gli scaffali in camera mia e quelli in sala, insoddisfatta da tutti i titoli che leggevo. Passavo il dito su una costa, prelevavo un volume, leggiucchiavo qualche pagina e... meh. Nulla che mi convincesse.
Poi, mi sono ricordata che negli ultimi mesi avevo letto quasi solo libri che mi servivano per la documentazione per il mio nuovo romanzo; forse, meritavo un po' di vacanza.
Ecco come sono approdata al mio reparto preferito, quello che tengo più vicino al letto, con i libri come tanti amuleti contro gli incubi: fantascienza e thriller. Lo so, molti ritengono la letteratura di genere alla stregua di un Mc Donald's per la mente, ma io non sono d'accordo: la letteratura di genere è troppo spesso sottovalutata (e sopravvalutata da altri, di contro). Parecchi la ritengono niente più di una versione impoverita della "letteratura vera" o "alta", quella narrativa letteraria che è la massima aspirazione per un apprendista scrittore. Se questa è ritenuta di grande valore artistico e culturale, quella di genere è, secondo molti, una letteratura sensazionalistica, adatta ai gusti un po' rozzi delle masse. Henry James stesso, precursore della regola aurea di ogni scrittore ("Show, don't tell", ossia "Mostra, non dirlo esplicitamente") definì la letteratura di questo tipo, e soprattutto la cattiva letteratura, come "una brodaglia informe".

Troppi tecnicismi?

Semplificando brutalmente la faccenda, la narrativa letteraria è rappresentata da quel genere di libro che non sapreste definire in nessun altro modo: è un giallo? Un thriller? Un libro di fantascienza? Un poliziesco? Un fantasy? Un horror? Un romanzo rosa? Un romanzo storico? Un western? Se la risposta è no a tutte queste domande, probabilmente siete di fronte a un romanzo di narrativa letteraria. O a una lista della spesa, ma sono i rischi del mestiere.


Qualche esempio spicciolo?

Il signore degli anelli, Tolkien -> fantasy/avventura.
2001 odissea nello spazio, Clarke -> fantascienza.
Cime tempestose, Bronte -> narrativa letteraria (ma con una bella nota densa di romanzo storico).
IT, King -> horror.
Dieci piccoli indiani, Christie -> giallo.
Furore, Steinbeck -> narrativa letteraria (e romanzo storico allo stesso tempo).
Harry Potter, Rowling -> fantasy/fantastico.
La signora Dalloway, Woolf -> narrativa letteraria.

Queste ovviamente sono solo semplificazioni estreme (alcune delle quali non le condivido nemmeno troppo), ma come avrete notato ho inserito alcuni titoli pesanti nella lista per farvi capire che la letteratura di genere non solo può essere innovativa, ma anche ispirare intere generazioni e, addirittura, cambiare il mondo.

Il romanzo di narrativa letteraria comprende più generi e/o è trasversale fra vari generi. Naturalmente anche nei romanzi di genere si toccano vari argomenti, ma la spina dorsale del libro è in questo caso ascrivibile a un solo genere letterario.
Prendiamo l'esempio della saga de "La torre nera" di S. King: è principalmente un romanzo d'avventura e fantastico, ma ci sono forti elementi di fantascienza, d'amore, western, horror, thriller... in questo caso è difficile comprendere quale sia il vero genere, se c'è, di appartenenza.

Questa è la lezioncina, perlomeno. Ora vi dico quello che penso io: personalmente ritengo che la narrativa di genere sia un ottimo vivaio di sperimentazione di stili, neologismi e approcci innovativi che poi trovano applicazione in ogni ambito della narrativa. Io stessa, con il mio primo romanzo, vicino al romanzo storico e ascrivibile secondo il direttore editoriale di Neri Pozza Giuseppe Russo alla narrativa letteraria (gli sono sinceramente grata per questa valutazione), ho cercato di adottare uno stile diverso da quello che ci si aspetterebbe in un libro di questo tipo: uno stile di scrittura teso, onirico, ritmato, tipicamente thriller, che ho affinato (con ampi margini di miglioramento) grazie ad anni di letture di genere: King, Matheson, Clarke, Brown, Asimov, Dick, Koontz, Bradbury, Tevis.

Ciò che a me non piace è quando uno scrittore si imprigiona da solo in un certo stile, quando si dice "beh, voglio scrivere un romanzo storico, quindi devo impegnarmi a buttarlo giù in maniera verbosa e dettagliata" oppure "voglio scrivere di fantascienza, quindi sarà meglio infilarci qualche astronave". Ci sono ottimi libri di fantascienza dove non c'è traccia di astronavi e robot e ci sono pessimi romanzi storici che nessuno riuscirebbe a leggere per quanto sono pesanti. So che molti non saranno d'accordo con me, ma io penso che l'abitudine sia l'unico limite. Se si è sempre fatto in un modo, non è detto che quello sia il modo giusto per farlo... né che quello sia l'unico modo possibile.
Sperimentate. Osate. Divertitevi. Non seguite la ricetta, buttate la cucina all'aria, immergete le mani nell'impasto, sporcatevi di marmellata fino alle orecchie. Godete, Cristo santo.

Poi, è chiaro, nemmeno io apprezzo quella letteratura da edicola che funziona solo in base alle regole del marketing e dell'impoverimento della cultura e dei sentimenti umani: non è la letteratura che dovrebbe impoverirsi per venire incontro a persone sempre più analfabete, alle quali interessa solo dare sfogo a un bisogno di erotismo, romanticismo spicciolo e stantio e che, leggendo, cercano, più che emozioni, una fibrillazione che dia loro una scossa dalla quotidianità.
Quel che è certo è che la letteratura di genere ha avvicinato le masse, più o meno alfabetizzate, alla lettura, almeno quanto, in passato, l'invenzione dei caratteri di stampa e della pressa ha dato modo al popolo di entrare sempre più facilmente in possesso di quelli che, prima, erano libri rarissimi, talvolta pezzi unici scritti a mano o presenti solo in poche copie presso le case degli aristocratici, dei governanti e dei prelati. Ed è dal popolo che vengono le rivoluzioni, anche quelle letterarie. Recenti studi hanno dimostrato un'inversione di tendenza rispetto agli anni scorsi: si legge di più, specialmente i giovani, e si leggono più cartacei rispetto agli ebook digitali. Qualcosa sta cambiando e, per una volta, in meglio.

Tornando a me, con la mano tesa di fronte al mio reparto preferito della libreria: ho scelto Robin Cook, medico statunitense e scrittore di medical thriller molto apprezzati. Titolo: "Febbre". Il prologo è uno dei più accattivanti che abbia mai letto e già mi sento una fallita *sbatte la testa contro la scrivania* maaaaaaa... è bellissimo. Per ora, almeno: ho letto solo una trentina di pagine.
Vi consiglio di dargli una possibilità e, se vi va, di dare un'occhiata anche a una mia vecchia recensione di un altro suo libro, dal quale è stato tratto anche un film: Coma (sul blog: http://perasperaadastra19.blogspot.it/2013/07/robin-cook-coma.html).
E voi? Cosa state leggendo al momento? :)

7 commenti:

  1. C'è anche il fatto che quando ad avere successo è un romanzo di genere, talvolta si cerca di "epurarlo" dal genere, quando se ne parla. Invero penso che lo snobismo con cui vengono trattati i romanzi di genere sia soprattutto una cosa italica e nostrana, anche se le ragioni non me le so spiegare tanto bene. Qui non soltanto non esce molto - almeno per fantasy e fantascienza - ma quel poco che esce spesso pare fotocopiato a successi precedenti, tanto per andare sul sicuro.
    Allegria *O*

    >>si legge di più, specialmente i giovani

    Invero si legge di meno. Assai di meno. Di anno in anno. Da tanti anni. Tranne i giovani, però. Speriamo.

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    1. Uh che piacere leggere un tuo commento! *-* Penso che tu ne sappia un sacco sull'argomento quindi sono felice di leggere le tue opinioni!
      Non sapevo che questa suddivisione così netta fosse soprattutto italiana, in effetti non c'è in Italia (forse le due cose sono legate) una forte letteratura horror o thriller, o gialla... sicuramente negli ultimi tempi esce qualcosa di più che, specialmente nell'ambito thriller, risolleva la categoria, ma l'impressione è quella.
      Sul discorso della lettura leggiucchiavi uno studio sulla repubblica, leggevo fra le altre cose che le vendite dei tascabili sono aumentate sell'8.4 % rispetto ai digitali ma è sempre troppo poco... :-(

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    2. Più che altro bazzico un sacco per cose di genere. Tipo, a Lucca dell'anno scorso c'era la conferenza di Tarenzi in cui parlava di come la narrativa di genere altrove fosse solita prendersi carico anche di argomenti importanti. Faceva l'esempio di una serie di romanzi urban-fantasy ambientati in Irlanda che parlavano anche del tremendo rapporto con gli inglesi, dell'IRA etc. Ed è difficile pensare piuttosto a uno scrittore di fantasy italico contemporaneo che si dice "ok, scrivo un urban-fantasy che parla delle stragi di mafia", per fare un paragone. Qui la letteratura di genere è ancora considerata largamente roba da ragazzini.
      Thriller e gialli... non so, penso che ne escano, il fatto è che non essendo il mio genere di riferimento non ne so granché.
      Per ora la sperimentazione è relegata alle piccole/piccolissime case editrici, per quanto riguarda l'Italia. Il lato bello della faccenda è che tot case editrici indipendenti e minuscole si fanno conoscere proprio perché fanno cose che pochissimi altri fanno.
      Uhmm, per i dati sulla lettura i dati Nielsen mi pareva dessero comunque un calo generalizzato, eccetto letteratura per ragazzi.
      ... ma non ho nessuna voglia di andarli a ricontrollare xD *pigr*

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    3. Non saprei, nel 2014 hai ragione, i lettori erano crollati ulteriormente, poi nel 2015 mi pareva ci fosse stata una ripresa... sai cosa? Mi ricordo che lo studio che avevo letto era relativo a circa 1200 editori negli USA, magari era solo un effetto limitato geograficamente... era parso strano anche a me!
      Purtroppo, lavorando a contatto col cliente ogni giorno (anche se, purtroppo, non in ambito editoriale/librario), mi rendo conto che al sud come al nord le persone sono sempre più ignoranti, anzi, non è tanto l'ignoranza il problema: se si trattasse "solo" di quella, potrebbe essere curata con massicce iniezioni di cultura forzata, per quanto questo accadrebbe solo in un mondo utopistico. Quella che denoto è una carenza sempre più incurabile di coscienza critica, di pensiero individuale in favore di quello individualistico; quella di cui stiamo piangendo la morte è la curiosità, elemento fondante dello sviluppo umano senza il quale a nessuno sarebbe mai venuto in mente di far rotolare giù una pietra da una scarpata e vedere cosa sarebbe successo. Paradossalmente, la curiosità viene sfruttata sì per coronare il sogno della ricerca, ma non di cose nuove, bensì di perfezionamento o potenziamento di qualcosa che già esiste. Perfino nel cinema sono abbastanza rari i film cosiddetti d'autore, che non siano remake o trasposizioni cinematografiche di libri o videogiochi: è difficile trovare una sceneggiatura originale, anche se non sono una cultrice e sicuramente mi perdo qualche perla per strada.
      Trovo che la pura creatività e l'estro artistico siano oggi in grave sofferenza: così, anche la mente di chi nasce in un mondo simile è meno portata alla fantasia e al sogno. La sterile e meccanica creatività che ci è rimasta la usiamo per cercare dispositivi che ci rendano la vita il più semplice possibile, per delegare a un'intelligenza artificiale tutto il delegabile.
      Per quanto riguarda i thriller italiani, al momento credo sia molto venduto Donato Carrisi, ma non ho mai letto nulla di suo. Sicuramente ce ne sono anche un paio di altri (mi pare di aver letto qualcosa di più specifico sul Libraio) ma non ricordo i nomi. E' davvero interessante ciò che racconti sulla conferenza di Tarenzi... la prossima volta che sarà in città ci andremo insieme, se ti va :D a patto che al lavoro io non abbia un turno impossibile, com'era successo l'ultima volta.
      La domanda - fritta e strafritta, ma tant'è - sorge spontanea: ma perché noi italiani siamo sempre indietro in tutto? Una cosa che mi ha sempre incuriosita sarebbe capire quali sono le ragioni culturali/socio/economiche per cui noi, che eravamo in passato la culla della cultura europea se non mondiale, siamo in una posizione così retrocessa in ambito letterario e non solo rispetto a paesi, come gli USA ad esempio, che anche in quanto a passato storico e culturale non possono vantare un repertorio ricco quanto il nostro. Non mi sto lamentando, è proprio un fenomeno che mi incuriosisce ma che, purtroppo, non ho mai studiato. Tu che tutto sai e tutto vedi, mi sai dire qualcosa per caso? :3

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  2. Ho letto con piacere il tuo commento sulla narrativa di genere o narrativa letteraria.
    Condivido ciò che hai scritto, pur essendo una lettrice che non ha particolari preferenze. Mi piace tuffarmi in ogni tipo di narrativa e ogni volta scopro letture nuove. Ho letto anch'io la saga della "Torre Nera" di S. King che considero molto bella e completa perchè dentro racchiude molti generi diversi.
    Per quanto riguarda Robin Cook, ho letto "Coma" che ho letteralmente divorato, quindi attendo la tua recensione su "Febbre" e poi mi precipiterò a leggerlo..
    Chiedi che cosa stiamo leggendo...
    Ho appena finito un libro che ho apprezzato molto "Ritratto di signora" di Henry James. Anche se ammetto che all'inizio può sembrare un po' pesante per le minuziose e lunghe descrizioni, considero questo libro un capolavoro, lo scrittore con abilità, eleganza e intelligenza narra una storia con dei personaggi indimenticabili. Mi è piaciuto al punto che appena l'ho finito ho acquistato anche il film.

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    1. Dovrei provare a leggerlo anch'io ma non so se sarebbe il mio genere! Come ti è sembrato il film? Sbaglio o è con Nicole Kidman? Mi era parsa di vederla sulla copertina...

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Tu.
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