domenica 10 giugno 2018

Un amico è per sempre


La vita è un viaggio. La iniziamo da bambini, stretti tra le braccia dei nostri genitori mentre guardiamo succedere cose che non ci sappiamo spiegare. La portiamo avanti, tappa dopo tappa, il più delle volte maledicendoci di esserci messi in viaggio. È un po’ come quando prenotate quel bell’albergo, che sembrava ben recensito, e una volta lì vi rendete conto che fa davvero schifo. O magari siete entusiasti, perché sognavate di vedere Londra da una vita, ma al vostro arrivo venite derubati e vi ritrovate in lacrime davanti a un poliziotto a chiedervi come farete a stare in un posto tanto caro senza nemmeno un centesimo nel borsellino. Beh, la vita è così. È piena di fregature e di momenti che ti fanno venir voglia di interrompere bruscamente il viaggio e tornare a casa. Ma è anche piena di occasioni, di incontri.


 Anche lì, a volte non ce ne accorgiamo nemmeno. Magari siamo alla fermata, ad aspettare con impazienza che arrivi il bus, e becchiamo il tipo o la tipa che ci cambierà la vita.
È un po’ come con un libro, no? Siamo in libreria e ne prendiamo uno, senza troppe aspettative. Lo rigiriamo tra le mani, domandandoci se sia quello giusto da portare a casa. Ne assaporiamo qualche goccia di trama, ne spulciamo lo stile e decidiamo semplicemente di provare. Bene. Come saprete, io ho qualche difficoltà a lasciarmi andare a questo tipo di incontri. Il più delle volte mi metto lì e analizzo il mio partner di carta domandandomi se sia il tipo giusto per me. E così, molto spesso lo lascio sullo scaffale, oppure ne scelgo uno che racchiude tutto ciò che mi piace, ma con cui non riesco a entrare in empatia.
Però non è sempre andata così. Dovete sapere che una volta, quando avevo sedici anni, ero andata a trovare mia sorella in Sardegna. Era il mio primo vero viaggio e la cosa per me ancora più incredibile era che prendevo l’aereo. Da sola! Sorvoliamo sul fatto che durante il viaggio di andata mi sono messa a piangere e, allo scalo, ho telefonato a mia sorella supplicandola di venirmi a prendere a Cagliari (dall’altra parte dell’isola) per non costringermi a risalire su quel bolide mostruoso di cui ora non vorrei più fare a meno. Mi limiterò a raccontarvi di quando ho conosciuto Lui.
Ero in libreria, al mio viaggio di ritorno, e mi sentivo diversa. Più grande, più forte. Mi stavo aggirando tra gli scaffali, spulciando titoli fantasy, non perché mi piacesse il genere, ma perché ero fissatissima con i videogiochi Final Fantasy firmati Squaresoft. Un libro fantasy, specie quelli di cavalieri e principesse, era ciò che si avvicinava di più ai miei gusti di ragazzina. Così, spulciando in attesa che aprissero l’imbarco, mi ero imbattuta in “Il principe Taliesin”. C’era stato un qualcosa che mi aveva convinta a provarlo, una sensazione a pelle. Allora ero salita in aereo, con il naso immerso tra le pagine. Ricordo ancora lo spilungone seduto accanto a me e il nostro dialogo.

Lui mi scontra con il ginocchio. «Ciao.»
«Ciao», rispondo, senza alzare lo sguardo dal libro.
«Viaggio di piacere?»
«Sì.»
Un attimo di indugio. «Ti piace leggere, vedo.»
«Già.»
Mi scontra di nuovo con la gamba. Io alzo finalmente gli occhi e mi accorgo che quello avrà almeno una trentina d’anni. Riabbasso lo sguardo e sospiro.
«Di che parla?» chiede lui.
«Non lo so.»
Ridacchia. «Come fai a non saperlo?»
«L’ho appena iniziato e se continui a parlarmi dubito che ci capirò qualcosa.»

È stato allora che il suo ridacchiare è scemato. Vorrei dirvi che ha smesso di rompermi le scatole, ma così non è stato. Sta di fatto che sono tornata a casa, con il mio libro, e da lì è nata una romance meravigliosa. Purtroppo, da quel giorno avrò cambiato almeno quattro case, quindi, chi sa come, il mio bellissimo amore è andato perduto. Oggi sono passati quindici anni e spesso, parlando con le amiche, mi ero trovata a domandarmi se rileggendolo oggi, con una mente più adulta e un approccio da scrittrice, l’avrei trovato differente. «È un peccato non averlo più. Mi sarebbe piaciuto ridarci una letta. Ricordo che ne ero davvero innamorata.»

Bene. Ora lasciate che vi dica che il 7 giugno era il mio compleanno e che ieri l’ho festeggiato con le mie fantastiche amiche. Volete vedere cosa sono riuscite a trovare per me?



ancora non ci credo






Un blocchetto di block notes da appiccicare alla parete della doccia, perché si sa, le idee migliori vengono lì. Il pacco di caffè, che non si sa mai. Una bottiglia di Baileys (da bere con moderazione, non incitiamo al consumo smisurato di alcolici. Mai.) Una tazza piuttosto eloquente e una giara di felicità, contenente biglietti di incitamento (tutti scritti e ritagliati a mano dalla Ali), agganci per scrivere e motivi per cui le mie amiche mi vogliono bene ç____ç.

E sì, oltre a tutto questo c'è anche un fantastico massaggio da 50 minuti che non ho messo tra le foto, ma che penso di consumare nei prossimi giorni (ne ho proprio bisogno) e, reggetevi, oltre a questo c'è il pezzo forte.

LA TRILOGIA, quella che mi aveva fatta innamorare. TALIESIN!

Sappiate che mi sono messa quasi a piangere quando l’ho vista, e io sono una che tende a non lasciarsi andare in pubblico! Non riuscivo a credere ai miei occhi. Era lui, il mio principe Taliesin e mi stava guardando come a dirmi «ehi, non mi sono dimenticato di te. Sono tornato». Dio. Non posso non ringraziare le mie favolose amiche per questo, quindi grazie, grazie e ancora grazie! Il mio viaggio non sarebbe altrettanto bello senza di voi e mi dispiace se a volte sono un po’ burbera e taciturna, non è che non vi voglio bene, sono solo fatta così. Credo davvero alla frase “un amico è per sempre” e così come Taliesin è tornato nella mia vita, io mi auguro che voi non dobbiate mai uscirvi. E volevo ringraziare anche voi, amiche con cui non parlo più. Perché anche se le nostre strade hanno preso strade differenti, non vi dimenticherò mai. Siete e sarete per sempre tappe indelebili del mio viaggio.

Prima di salutarvi, però, volevo aprire per la prima volta, dopo quindici anni, il principe Taliesin e condividerne con voi l’incipit.




Pronti?




No. Io non la sono.




Ancora un momento.




Ok!



Che emozione!





LIBRO PRIMO

UN DONO DI GIADA



1



Non piangerò più per coloro che sono perduti e riposano per sempre nelle loro tombe d’acqua. Non ho più lacrime per i giovani del tempio del bue pezzato. La vita cresce dentro di me, quindi non mi affliggerò per quello che è stato o per quello che avrebbe potuto essere. Il mio sentiero è diverso: devo seguirlo fino in fondo.
E tuttavia, quando guardo dall’alto della mia finestra, e vedo campi di mais pronti ad essere falciati, ondeggianti come un mare dorato, risento nel frusciare delle foglie le voci del mio popolo che mi chiamano attraverso il tempo. Chiudo gli occhi, e i ricordi più antichi riaffiorano alla mia memoria, e la mia gente è di nuovo dinanzi a me. Ritorno così all’età felice della mia giovinezza, prima del cataclisma: prima che Throm arrivasse, con le labbra ardenti di spaventevoli profezie.
A quell’epoca, tutta Atlantide era in pace. Gli dei erano soddisfatti e la popolazione prosperava. Noi fanciulli giocavamo sotto il disco dorato di Bel, e le nostre membra si abbronzavano e acquistavano vigore; cantavamo canzoni alla bella Cibele, la sempre mutevole, affinché ci concedesse sogni di gioia; e trascorrevamo i nostri giorni nell’agiatezza, in un paese ricco, pensando che sarebbe stato sempre così.
E ora le voci dei defunti mi parlano: — Racconta la nostra storia — esortano. — È degna di essere rammentata.
Perciò prendo la penna e comincio a scrivere. Forse così potrò alleviare la noia e l’angoscia di questi lunghi mesi di reclusione. Forse questo racconto mi procurerà, almeno in parte, la pace che mi è stata negata per tutta la vita.
In ogni caso, ho ben poco altro da fare, giacché sono rinchiusa in questa casa. Scriverò, dunque: per me stessa, per coloro che verranno, e per le voci che implorano di non essere dimenticate.


Scritto nel 1987 da Stephen Lawhead. Pubblicato nel 1991 per l’edizione italiana dalla Casa Editrice Nord. Traduzione di Alessandro Zabini.





Ok, voglio rileggerlo.

Buona domenica, lettori. A presto!






- Francesca

12 commenti:

  1. Ciao a tutte!

    Sembra una trilogia fantasy abbastanza classica, chissà se ti piacerà ancora dopo tutti questi anni :)

    Della Casa Editrice Nord mi ricordo Il Risveglio dei Draghi di Julia Conrad, secondo di una trilogia, migliore del primo che era un casino e del terzo che è semplicemente illeggibile.

    Questa cosa di considerare un libro come un tizio con cui si prende appuntamento è un tantino inquietante... ;))

    Buona giornata.

    (Hai - o avete - mai letto un ciclo edito da mondadori, le Cronache dell'Era Oscura, di Michelle Paver?
    Personalmente ho letto solo le prime 2 trilogie, "la saga del lupo" e "il cammino del lupo", eccellenti. Ambientate in un mondo pre-istorico, tra magia e filosofia).

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    1. Dato che la domanda è rivolta anche a me, intanto ti rispondo io: io detesto francamente il genere fantasy, mi dispiace. Le eccezioni che riesco a mandare giù sono talmente rare da poterle contare sulle dita di una mano, e forse neanche su quelle. Non ne vado fiera, ma dopotutto i gusti sono gusti ;)
      Quindi, per rispondere alla tua domanda, no, non l'ho mai letto, mi spiace.


      - Alice

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  2. Ciao :)

    Non è una saga fantasy in senso stretto (niente draghi, elfi o fate), al contrario la "magia" di cui parlavo si limita a essere gli "spiriti" dei boschi stile wendigo.... è molto, ma molto più fantasy harry pottero, per capirci ^-^

    Comunque condivido, di fantasy "classico" apprezzo appena Tolkien e Howard (quello di Conan), già Narnia mi piace meno, anche se brutto non è.

    ((Il fatto è che nella fantasy spesso le vicende si riducono a bene vs. male... per chi, come me, viene da HPL, Kago o la fantascienza varia, non è il massimo... quindi ti capisco ))

    Grazie per la risposta!

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    1. Harry Potter, nonostante su Wiki si affermi il contrario, appartiene più al genere fantastico che a quello fantasy. Tipico del fantastico è il fatto che a una persona che è o si crede ordinaria e appartenente al nostro mondo capiti qualcosa di straordinario che lo catapulti nel mondo fantastico della porta accanto in cui sono presenti i vari elementi riferibili al genere fantasy. Nel fantasy, specialmente in quello classico, c'è invece la costruzione delle vicende in ub mondo che non ha nulla a che vedere con il nostro. Comunque è la saga più vicina al fantasy (a parte Il signore degli anelli, e solo la trilogia originale) che io sia mai riuscita ad apprezzare.
      Di Narnia ho letto il primo e visto i primi due film, non mi ha fatta impazzire. Ho sopportato con fatica La storia infinita (parlo del libro, dove sono riuscita ad arrivare a metà, che coincide, pur con qualche licenza di trama, col primo film) e a stento sono riuscita ad arrivare a leggere metà de Il signore degli anelli (mentre i film li ho visti e li ho amati, Ent a parte). Purtroppo, mi annoia tantissimo lo stile di scrittura che in genere si ritrova nel fantasy, la verbosità, la pesantezza, e poi non mi sono mai piaciute le vicende di principi e principesse, cavalieri, draghi eccetera. Non posso farci niente. Esatto, anche il discorso di bene vs male non mi piace, è tutto troppo stereotipato in classi, gilde, mestieri, razze prestabilite. Sicuramente ci sono tantissime brillanti eccezioni ma purtroppo temo non facciano proprio per me.

      Grazie a te per lo spunto interessante!


      - Alice

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  3. Vuoi venire a insegnare a moi la differenza tra fantastico e fantasy? :)
    In effetti, potrei aver dato l'impressione, con la frase "è molto, ma molto più fantasy HP", di affermare che è fantasy, ma in realtà constatavo solo che è più "fantasy" della saga del lupo, avendo grifondori, scope volanti etc. ^-^

    La storia infinita non so bene cos'è, ho presente solo che c'è quella specie dicane drago. Non ho letto il libro né visto il film.

    Sulla verbosità ti dò assoluta ragione, Tolkien si legge più per i contenuti che per la forma, e solo perché bisogna scavare parecchio per trovare significati nascosti.

    Chissà, forse hai ragione sulle eccezioni, Francesca sembra saperne più di noi, se è vero che le piace questa trilogia di cui ha parlato. Comunque stai tranquilla sulle Cronache dell'Era Oscura, non è Fantasy

    (Oddio, sembra che usiamo la "fantasy" come metro di paragone per le cose brutte... a chi piacciono i Fantasy; non è così, è che i gusti condizionano).

    Buonaserata.

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    1. Deformazione da insegnante di scrittura creativa ;)
      Il film de La storia infinita te lo consiglio, così come un altro cult degli anni '80 che non so se conosci, Labyrinth.
      Darò un'occhiata a questa saga di cui parli :)

      - Alice

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  4. Certo che conosco Labyrinth, molto bello aldilà del fatto che è e rimarrà un cult - anche se per me il miglior film con il Duca Bianco rimane The Hunger (in italiano, Miriam si sveglia a mezzanotte, del 1983) ;)

    Non volevo essere insistente, la discussione è finita su quegli argomenti e mi son fatto trascinare. Comunque, se poi decidi di provare la saga, buona lettura!


    Ashes to ashes, funk to funky
    We know Major Tom's a junkie

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    1. Darò un'occhiata a questo film, non lo conosco!

      Major Tom ♡

      Buona notte!

      - Alice

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  5. Ciao HPL!
    Scusa il ritardo, ma ho avuto problemi con l'accesso al blog ;)
    Per quanto riguarda la tua domanda, ho sentito parlare delle Cronache dell'era oscura e ti confesso che ne sono sempre stata incuriosita per due semplici motivi: il primo è che essendo ambientata nella società preistorica è sicuramente diversa da tanti altri fantasy proposti. La seconda, i lupi. Tuttavia, devo dire che negli ultimi anni la mia propensione al fantasy è calata bruscamente. Dopo il Trono di Spade di Martin (che ho letto più che altro per vedere come andava a finire, dando per scontato che Martin l'avrebbe terminato prima della serie tv, ahimè), non sono riuscita più a leggere nulla legato a questo genere. Gli ultimi titoli provati, per quanto probabilmente ben scritti, non riesco proprio a digerirli. Troppi, troppi, troppi nomi. Troppe, troppe, troppe razze. Troppe, troppe, troppe profezie. So che è una caratteristica del fantasy, così come la verbosità del testo o le descrizioni puntigliose delle ambientazioni, ma se un tempo amavo tutto ciò, adesso non riesco più a farmelo piacere. Al momento prediligo letture più immediate, proprio a livello di stile di scrittura. Comunque, se la ritieni eccellente, penso che valga la pena provarla. Sia mai che nasca un nuovo amore!

    Grazie per il tuo intervento!

    - Francesca

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    1. Ciao Francesca! Non preoccuparti, non c'è mica un timer pronto a esplodere se non rispondi subito ;)

      I due motivi che hai elencato sono esattamente i motivi per cui io, pur timoroso, ho cominciato la saga. Adoro le ambientazioni preistoriche, e tutto è meglio coi lupi (o i gatti ^¥^ ). Un po'di nomi ci sono, così come qualche descrizione, ma rispetto alla fantasy "classica" (come anche il da te citato trono di spiedi, che, si sarà capito, io ho trovato una palla assurda... ho guardato le prime 2 stagioni solo perché è fatto tecnicamente da dio) sono tipo il 90% di meno, e comunque la Paver ha uno stile di scrittura dannatamente raffinato che non ti permette di andartene senza aver finito il libro. Io, che spesso cambio a pagina 100-150 qui ho fatto fatica a staccarmi. Ma sono poi solo impressioni personali.

      Ci sono delle raccolte per trilogia (sulla falsariga delle cronache del mondo emerso), costano un po' ma credo che comunque ne valga la pena.

      La fantasy è, a mio immodesto parere, un genere ancora parecchio di nicchia, che serve perlopiù per evadere, raramente con sottotesti filosofici o spunti di riflesdione interessanti. Tutta la narrativa in genere, e specie fiction, è in qualche modo così (e anche la da me tanto amata mitologia), ossia un momento d'evasione, ma alcuni generi più di altri. La fantasy è uno di questi, il più delle volte.

      Grazie anche a te per la risposta. Dubito diventerà un nuovo amore, ma chissà... :)

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  6. Ciao Francesca, mi è piaciuto molto il tuo racconto sull'incontro che hai avuto con il libro da te tanto amato!
    Non ne avevo mai sentito parlare prima, ma l'incipit è stuzzicante e ti porta a continuare a leggerlo.
    Parlando dell'amicizia invece, penso che il famoso detto " Chi trova un amico trova un tesoro" sia tra i tanti proverbi il più vero!
    Ciao *_*

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    1. Grazie di cuore, Ornella. Sei sempre un amore <3

      - Francesca

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Tu.
Sì, proprio tu.
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