lunedì 11 giugno 2018

Nel salotto dello scrittore: scrittori francesi + 1

Buonasera a tutti!
Eccoci giunti a una nuova puntata della rubrica "Nel salotto dello scrittore", questa volta ambientata interamente in Francia. Da La Fontaine a Hugo, da Cocteau a Dumas, esploreremo le meraviglie nascoste e le dimore di autori immortali. Piccolo spoiler: uno di loro non è proprio francese, né scriveva dentro casa. Pronti per scoprire chi è? Via!

Jean de La Fontaine




La casa in cui Jean de la Fontaine è nato risale al Rinascimento e si trova a Château-Thierry, nella regione della Piccardia, nella valle della Marna, ai piedi di colline tappezzate di vigneti e di un antico castello. Questo luogo è stato trasformato in un museo già nel 1876 e, oggi, ricostruisce l'universo poetico dello scrittore attraverso le sue collezioni e una speciale atmosfera: suggestivi cortili, vecchi pozzi, perfino la mastodontica porta Saint-Jean e il giardino che conduce al castello sono una testimonianza magica della vita del poeta, il quale, purtroppo, riuscì a vivere qui solo fino al 1676, anno in cui fu obbligato a vendere la proprietà a causa dei debiti di famiglia. Il museo mette in mostra una selezione importante e preziosa delle pubblicazioni di La Fontaine così come oggetti, mobilio, sculture, illustrazioni, incisioni e pitture di artisti quali Oudry, Fragonard, Vleughels, Decamps, Lhermitte e Chagall... per non accennare alle miniature cinesi, giapponesi, indiane e persiane che illustrano il talento e la particolarità di questo famoso scrittore.

Curiosità: da aprile fino a Ognissanti, sulla spianata del castello si tengono spettacoli di rapaci in volo libero: le aquile di Château-Thierry. Inoltre, ogni anno, a maggio, la città ospita il festival Jean de La Fontaine, un evento culturale e artistico dedicato alla musica, al teatro e alla danza.


Victor Hugo




Poeta, scrittore, drammaturgo, critico, giornalista, storico... senza dubbio, Victor Hugo è uno dei più grandi letterati francesi. Aveva soltanto 30 anni quando si trasferì nella costosa residenza di Parigi, l'hotel di Rohan-Guéménée, nella splendida Place des Vosges. Il motivo per il quale Hugo a quell'età poté già permettersi una dimora così esosa era che il romanzo “Notre Dame de Paris” gli aveva reso una fortuna. Nella casa è possibile ammirare non solo le penne che usò per scrivere la maggior parte delle sue più grandi tragedie e la maggior parte de "I Miserabili", ma anche una ricostruzione della sua stanza da letto, il busto di Rodin e lo scaffale dei quattro poeti, con i calamai di Alexandre Dumas, Georges Sand, Lamartine e, naturalmente, Victor Hugo.

Curiosità: tanti i pezzi pregiati dell’esposizione, su tutti lo scrittoio, che Hugo si fece costruire per scrivere in piedi negli ultimi anni di produzione.

François-René de Chateaubriand




Niente può definire Chateaubriand, poeta e geniale e nostalgico viaggiatore, meglio de "La Vallée aux Loups", il grazioso eremo dove egli visse dal 1807 al 1817, a Châtenay-Malabry, e dove ospitò illustri scrittori, politici, pittori, musicisti e varie celebrità. Le piante che circondano la casa (il catalpa, il cipresso calvo, il cedro e gli alberi di quercia) sono stati piantate parzialmente dallo stesso Chateaubriand, il quale era un provetto giardiniere. Il giardino è semplicemente incredibile e fa immergere il visitatore in un'atmosfera senza tempo, nel silenzio e nella pace. Lo studio del poeta, organizzato all'interno della famosa torretta Velléda, i libri, l'ingresso della casa, sostenuto solennemente da due colonne di marmo bianche, immergono l'ospite in un'atmosfera di trionfante romanticismo. Mobili, oggetti inestimabili, ornamenti, tendaggi e ricordi preziosi ricordano la vita del grande scrittore e il suo destino.

Curiosità: immortali opere quali "Itinéraire de Paris à Jérusalem", "Les Aventures du dernier Abencérage", "Martyrs", "Moïse" e l'inizio di "Mémoires d'outre-tombe" sono stati scritti proprio nella torretta Velléda.

Honoré de Balzac



Delle molte case in cui visse lo scrittore, solo una è rimasta intatta: si tratta della Maison de Balzac, a Parigi, oggi sede del museo di Honoré de Balzac (1799 - 1850), uno dei più grandi scrittori francesi.
Balzac è maggiormente conosciuto per la sua "La Comédie Humaine", una raccolta di storie, molte delle quali ambientate a Parigi. 
E' in questa dimora - che egli aveva affittato a nome della sua governante, per evitare le attenzioni dei creditori - che Balzac scrisse alcuni dei suoi ultimi lavori, compreso "La Rabouilleuse", "Une Ténébreuse Affaire" così come "La Cousine Bette".

Curiosità: la Maison de Balzac conta cinque stanze, dove sono esposte la scrivania e la sedia dell'autore, ritratti, stampe di artisti del 19° secolo  e altri oggetti dello scrittore, come il bollitore e una caffettiera donatagli da Zulma Carraud nel 1832. Il quartiere, vicino al Bois du Bulogne, e il giardino in cui è immersa la magione sono entrambi incantevoli e fuori dal tempo.

Alexandre Dumas



Lo Chateau Monte-Cristo, a St-Germain-en-Laye, nella regione dell'Île-de-France, è l'austera dimora dello scrittore francese, autore di opere famosissime quali "La regina Margot", "Enrico III e la sua corte", "I tre moschettieri" e "Il conte di Monte Cristo". Dopo questi capolavori sentì l'esigenza di scappare da Parigi e trovare un luogo dove continuare a scrivere tranquillamente, e questo luogo lo trovò nell'Ile-de-France a Le Port Marly. La facciata del castello è interamente scolpita con motivi floreali, armi, angeli e strumenti musicali.
Sopra ogni finestra del piano terra vi sono medaglioni con scrittori drammatici di tutte le epoche. Su quello che sovrasta la porta d'entrata si trova quello di Dumas stesso. Sul frontone vi sono le insegne dei suoi avi e la scritta "Amo mi chi ama".
Le torrette sono decorate con le iniziali intrecciate di Dumas. L'interno del castello presenta ritratti, manoscritti, foto e ricordi dello scrittore, che qui amava portare le sue conquiste femminili.
Al primo piano si trova il Salone moresco. Nella residenza si svolgevano feste sontuose e pasti gourmet che preparava Dumas stesso, famoso per la sua generosità leggendaria; generosità che, purtroppo, portò l'autore ad accumulare debiti e creditori, fino al punto che fu costretto a svendere l'immobile con quello che conteneva e, nel 1851, ad esiliarsi in Belgio, per poi finire la sua vita nella casa di suo figlio a Dieppe, non lontano dal luogo dove venne al mondo, nel 1870.

Curiosità: il parco all'inglese è ricco di alberi come larici, abeti, querce, betulle e tigli, con cascate, rocce e grotte, e popolato da numerosi animali. Immerso in questo "piccolo Paradiso", come amava definirlo, Dumas si fece costruire uno studio in un piccolo castelletto neoclassico circondato dall'acqua chiamato "Chateau d'If".

Samuel Beckett



In realtà, il poeta, scrittore e drammaturgo irlandese, famoso per essere stato uno dei massimi e più peculiari esponenti del teatro dell'assurdo, non nacque in Francia, ma abbiamo deciso di includerlo in questa sezione poiché, nel 1953, si ritirò in questa casa di Ussy-sur-Marne, a una sessantina di chilometri da Parigi. Prima di abitare nel cottage che lo ospitò fino alla morte, Beckett visse in affitto in altre due abitazioni di Ussy-sur-Marne. In seguito, entrò in possesso della sua ultima dimora grazie alla somma lasciatagli in eredità da sua madre. La casa è molto semplice, in cemento. Beckett la ristrutturò grazie all’aiuto economico di suo fratello e cominciò a usarla a partire dal 1953. Qualche anno più tardi costruì anche un muro intorno alla proprietà per garantirsi maggiore tranquillità. Attualmente la proprietà, come da ultime volontà dello scrittore, appartiene alla famiglia della governante che un tempo si occupava della casa durante le assenze di Beckett.

Curiosità: a discapito della sua fama da solitario, Beckett era un buon bevitore e a casa sua c'era sempre un viavai di persone allegre. Gli abitanti suoi coetanei si ricordano che lo scrittore si riempiva sempre le tasche di caramelle, prima di uscire a passeggiare, e che ogni volta le regalava ai bambini. Nel giardino della casa è possibile vedere la sedia e il tavolo da giardino dove Beckett si sedeva a bere e pensare, circondato dalle piante che lui stesso coltivava, lottando strenuamente contro le talpe.

Jules Verne



La casa di questo celeberrimo scrittore francese, autore di opere immortali quali "Ventimila leghe sotto i mari", "Viaggio al centro della terra" e "Il giro del mondo in 80 giorni", si trova ad Amiens, capoluogo della Piccardia, nella Francia settentrionale. Tutti gli ambienti, attualmente visitabili, sono arredati con quadri, oggetti e foto della famiglia Verne. Da non perdere la biblioteca e lo studio con il famoso mappamondo. Al secondo piano vi è la ricostruzione dello studio del signor Hetzel, amico ed editore dello scrittore.

Curiosità: la casa è rimasta intatta e, in gran parte, anche gli ambienti sono rimasti immutati. Su uno dei pavimenti vi è riprodotta una grande mappa e i visitatori possono anche ammirare le riproduzioni dei modellini delle macchine fantastiche uscite dalla penna e dalla fantasia di Verne.


Jean Cocteau


Maison Jean Cocteau, Milly-la-Foret, Francia: questo il nome del rifugio per Cocteau, il quale lo acquistò nel 1947. Si tratta di una casa del sedicesimo secolo locata circa 50 km a sud di Parigi. Cocteau ci visse prima con Jean Marais, poi con il suo partner Edouard Dermit. Grazie al patrocinio e all'aiuto del filantropo Pierre Bergé, oggi la casa è esattamente come Cocteau la lasciò. 

Curiosità: i visitatori possono visitare anche la cappella che si trova nelle vicinanze, dove è possibile spendere un minuto di silenzio sulla tomba di Cocteau, che egli decorò personalmente con un'incisione rivolta a se stesso: "Io rimango con te".

Marcel Proust



La Maison de Tante Léonie è una casa trasformata in museo a ricordo dell'ambientazione del romanzo di Proust "Alla ricerca del tempo perduto". Nel 1954, la casa fu acquistata e trasformata in museo dalla cugina di Proust, Germaine Amiot, e allestita in Musée Marcel Proust da Philibert-Louis Larcher. Da allora diverse donazioni di mobilio, manufatti, fotografie, ritratti, dipinti, cimeli, lettere e documenti appartenenti allo scrittore hanno riempito la Maison e il suo incantevole giardino.

Curiosità: le stanze sono semplici, prive di suppellettili eccessive, proprio per far immergere gli appassionati nell'atmosfera della casa della zia Lèonie. Nel romanzo, Monsieur Swann entrava dalla porta che attualmente è l'entrata del museo; la stessa porta rappresenta anche l'uscita per andare "dalla parte di Swann", e cioè verso la parte di Méséglise. L'altra uscita, per andare verso "la parte di Guermantes", non c'è più a seguito dei cambiamenti fatti in occasione della creazione del Museo.

Charles Baudelaire



Il poeta, celebre soprattutto per l'opera "I fiori del male" e per il suo stile di vita bohémien estremamente dissoluto, che lo portò a contrarre varie malattie veneree e a dipendere da droghe e alcol, scrisse le sue poesie in varie camere d'albergo. Le due più famose, e che occupò per il più lungo lasso di tempo, furono quella all'Hotel de Dieppe (22 rue d'Amsterdam), in cui Baudelaire visse per cinque anni in una stanza al quinto piano con vista sulla città, e quella all'Hotel de Lauzun, al 17 quai d'Anjou, dove l'autore compose alcuni sonetti e in cui visse insieme al collega Théophile Gautier, fumando hashish e fondando poi con lui il Club des Hashischins, un circolo di letterati e intellettuali dediti all'esplorazione delle esperienze e delle allucinazioni prodotte dalle droghe; il gruppo comprendeva Jacques-Joseph Moreau, Gérard de Nerval, Honoré de Balzac, Eugène Delacroix e Alexandre Dumas padre.

Curiosità: c'è un'altra camera famosa in cui lo scrittore soggiornò dal 1842 al 1843, ossia quella all'Hotel Lefebvre de la Malmaison, fuori dalla quale è possibile contemplare anche una targa commemorativa.

E anche questa puntata è terminata. Il prossimo lunedì vi porteremo con noi su un nuovo sentiero, questa volta alla scoperta degli scrittori e poeti tedeschi, austriaci e... non vogliamo dirvi di più! ;)
Alla prossima!


- Alice

18 commenti:

  1. Ciao a tutte!

    Bellissimi posti, specie l'abitazione di François - René De Chateoubriand (che sento per la prima volta, scusate l'ignoranza...), meravigliosi giardini, li vorrei anch'io <3
    Decisamente la peggiore è quella di Beckett, ma a noi importano i suoi splendidi libri soprattutto ^-^

    Credo, se non è un errore del mio cell, che hai dimenticato lo 0 in 80 di "il giro del mondo in 80 giorni".

    Buonaserata! :)

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    1. Argh! Meno male che me lo hai detto, la tastiera del mio PC si è mangiata un po' di decine xD

      A me fa emozionare l'idea di Beckett che si riempiva le tasche di caramelle per i bambini 💖

      - Alice

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  2. Sono molto carine tutte le curiosità, a me invece ha fatto sorridere e pensare quella di Hugo (Grande Grande Grande!!) Che scriveva in piedi verso la fine della carriera, non lo sapevo :)

    Farai la seconda parte con le dimore di Proust e Baudelaire, vero? ;P

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    1. A essere sincera me li ero pescati tantissimo O.O purtroppo è dura ricordare a memoria tutti i grandi scrittori Paese per Paese, magari domani faccio delle ricerche anche sulle loro dimore e li aggiungo ;)

      - Alice

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  3. Ahahah, è normale tranquilla ;) come detto prima, anch'io non conoscevo René De Chateoubriand, ma proprio mai sentito. Se lo hai letto, hai qualcosa di suo da consigliarmi che ti è piaciuto?

    Non avevo msi sentito l'espressione "me li ero pescati tantissimo", immagino sia un modo di dire delle tue parti.

    Buona notte a tutte! (Non vedo l'ora di arrivare sulle coste americane... tra Poe, HPL Dick e C.H.Smith, solo considerando il fantastico, c'è n'è da dire).

    Una cosa che non c'entra nulla; mai letto "L'Estate dei Fantasmi" di Saundra Mitchell? È un libro per ragazzi, ma l'atmosfera gotica lo rende fin troppo young...:)

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    1. Già che c'ero, li ho aggiunti adesso ;)
      Purtroppo anche per l'America sarà impossibile citare ogni singolo autore, altrimenti questa rubrica sarebbe infinita, ma farò del mio meglio per fare tutte le ricerche possibili sugli autori maggiori :)

      Io avevo studiato qualcosa di François-René de Chateaubriand al liceo per il fatto, se non ricordo male, che è considerato il fondatore del romanticismo letterario francese, ma a essere onesta temo che la mia conoscenza su di lui si limiti a qualche brano in francese letto parecchi anni fa a scuola e poco altro. Devo anche dire che io - coff coff - detesto la letteratura francese, quindi non sono una buona consigliera, in quest'ambito :P

      Sinceramente no, non ho mai letto quel romanzo e devo dire che le atmosfere gotiche non mi fanno impazzire, ma se ben gestite possono diventare interessanti... di cosa parla?

      Ora vado a letto, ti risponderò domani. Buona notte!


      - Alice

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    2. Ciao a tutte!, scusate il ritardo, ero già a letto.

      Caspita, l'ho già detto che nuoti in fretta? :)

      Quarta di copertina del romanzo;
      " << Respira molto lentamente, solo lo stretto necessario, e aspetta. Devono credere che siamo morte, così non avranno paura di avvicinarsi.>>
      Il mio cuore batteva a tempo con il canto delle cicale e a malapena riuscivo a stare ferma. Sembrava che quelle anime antiche, uscite fai loro corpi terreni ma non ancora salite in paradiso, si stessero affollando intorno a noi."

      Somiglia allo stile gotico di Tony Sandoval, se hai presente di chi parlo. Se non hai presente quest'ultimo, è un artista che fa prevalentemente fumetti (o graphic novel, se preferisci), e titoli come "Watersnakes" e "Il cadavere e il sofà" rendono bene le meravigliose atmosfere dark di questo romanzo, ambientato a Ondine, un "soporifero paesino della Louisiana in cui non succede mai niente..." :)

      Mica bisogna necessariamente parlare di tutti, si parla di chi ci piace!

      François-René De Chateaubriand fondatore del romanticismo francese? °-° mai sentito... evidentemente lo hanno declassato, a scuola ;)

      Buona giornata!

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    3. Di Sandoval possiedo gelosamente un autografo con schizzo fatto da lui davanti a me perché due anni fa fu ospite al Lucca Comics & Games! Devo dire che non ricordo ora quale sua graphic novel avevo acquistato, ma se l'ho fatto sicuramente significa che le atmosfere promesse dalle prime pagine del suo libro mi avevano stregata. Ricordo che mi colpì soprattutto il suo modo di disegnare: sorrideva e aggiungeva piccoli tocchi tranquilli, come se fosse da solo nel suo studio e stesse dialogando telepaticamente con la creatura a cui stava dando vita.
      Anche l'incipit riportato da te sembra interessante, magari gli darò un'opportunità ;)

      Mah, guarda, nemmemo da noi si è fatta molta letteratura francese... abbiamo invece studiato parecchia letteratura inglese, da Keats agli scrittori "shellshocked" dopo la Seconda Guerra Mondiale, forse perché al liceo da me si faceva solo inglese come altra lingua. A parte il latino, ovviamente, ma questa è un'altra storia :)

      Buona giornata!

      - Alice

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    4. Io ho il disegno con dedica di Watersnakes, probabilmente è lo stesso che hai tu (però la lucca C & G a cui andai io risale a tre anni fa...), disegna divinamente e sì, strega dalle prime pagine ogni suo lavoro.

      A scuola si fanno troppi autori che non servono a gnente, specie italiani (svevo, d'annunthio, boccaccio, foscolo, saba, goldoni... a discapito di C. Pavese, G. Deledda, Alfieri, Guicciardini, Capriolo...che o non si fanno, o se si fanno ci si impiega 1/4 del tempo sprecato sul foscolo >:( ), purtroppo si continua a non dare importanza al presente, e si vive oggi guardando solo al passato (scolasticamente parlando), ma se è vero che non dimenticare il passato è importante, ciò non significa che ancora oggi bisogna commettere gli stessi errori di allora. Continuare a far credere d'annunzio un poeta come Leopardi non ha alcun senso...

      Quante discussioni con la prof di italiano...bei tempi :)

      Tutti in Francia! Buona giornata!

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    5. No, quello che ho io è "Echi invisibili", mi sa che era uscito giusto un paio di mesi prima del Lucca Comics del 2017, ma non ho molti ricordi. Mi sa che, nonostante l'attrazione iniziale, alla fine non l'ho ancora letto, anche perché anche se concettualmente adoro le graphic novel poi faccio una fatica tremenda a seguirle, non mi appassionano quanto un libro.

      D'annunzio a me non piace per niente, ma lo trovo comunque importante ai fini dello studio della storia italiana dell'epoca, intrecciandola al futurismo, allo stile ridondante di D'Annunzio, alla sua "impresa" eccetera. Ma lo detesto con tutto il cuore, a parte che in veste di poeta, devo dire. So che anche i suoi testi teatrali non sono male ma non li ho mai letti né studiati. Di poesie ricordo La pioggia nel pineto e un'altra di cui ora mi sfugge il titolo che all'epoca non mi erano dispiaciute, ma parliamo di oltre dieci anni fa.
      Stima massima per Pavese, di lui avrei veramente voluto studiare molto di più, e specialmente mi sarebbe piaciuto esplorarlo dal punto di vista del traduttore di immortali opere americane, come quelle di Steinbeck. Un altro autore che avrei voluto poter esplorare meglio sarebbe stato Massimo Bontempelli, autore di un libricino magnifico dal titolo "Minnie la candida". In pratica, non so se lo conosci, ma in questa storia una ragazza ingenua viene presa in giro da alcuni suoi amici, che le raccontano che alcuni automi identici a esseri umani sono stati liberati o comunque si trovano in giro per il mondo e non sanno di essere automi. Lei comincia a credere sempre di più di essere uno di essi, attraverso una discesa sempre più straziante nella sua innocenza e nelle sue paure, nel suo candore, fino a quando (ALLERTA SPOILER) lei non si suicida, non riuscendo a sopportare l'idea di non essere un vero essere umano. Ripeto, son passati anni anche qui quindi magari qualche dettaglio me lo ricordo impreciso, ma al tempo mi colpì moltissimo, anche perché mi ricordò, invariabilmente, Rachel di Blade Runner, anche se le sue sorti sono diverse da quelle di Minnie.
      Sicuramente ci sarebbero molti autori moderni e contemporanei che a scuola manca sempre il tempo per esaminare, ma se iniziamo a parlare di idee su come migliorare la gestione scolastica dei temi da trattare temo che non ne usciamo più ;)

      Ciao, buon pomeriggio!

      - Alice

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    6. Il mio atteggiamento un po' polemico mi porta spesso ad assolutizzare tutto, opinioni comprese. Naturalmente, sono pochissimi gli autori che, in ogni caso, hanno prodotto solo capolavori, o al contrario, solo spazzatura. Di dannunzio salvo il primo capitolo de il piacere, anche se è plagiato da un monaco del '700...
      Pavese un grande, ha portato Lee Masters in italia, spacciandolo per prete... oltretutto era geniale anche con i racconti.

      Non conosco molto Bontempelli, c'erano due righe su di lui nei testi scolastici ma figurati se potevano sprecare il tempo da dedicare a pasolini per esplorare altri autori...sembra bravo, il libro che hai citato vedo se lo trovo (grazie per lo spoiler alert ;)

      Hai ragione, non finiremmo più se ci mettiamo a parlare dei problemi scolastici. Anche perché soluzioni immediate non ci sono, e anche "gli studenti" non è che facciano chissà cosa per migliorare... (poi parlo io che m'intendo di matematica quanto un topo di fisica delle particelle...)

      Buon martedì a voi!

      ((Ma quindi...gli androidi sognano pecore elettriche? ^-^))

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    7. Concordo su tutto! Io stessa dovetti portare Bontempelli come approfondimento all'esame finale del liceo, ma sul libro non c'era quasi nulla su di lui, né sul realismo magico. Ai fermava tutto poco prima di Gadda, del pastiche eccetera... comunque, bellissima la citazione dal libro di Dick ♡

      A presto!

      - Alice

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    8. Mi piacciono moltissimo le citazioni, anche nei libri di autori che citano altri autori. Non a tutti piace questo citazionismo mei libri; un tuo "collega" blogger, quello di Comicverse 101, per esempio, dice di odiare quando gli autori cominciano le proprie opere citando altri... sarebbe interessante approfondire, ma non qui forse.

      C'è un corto, sempre su YT, intitolato "Sang D'Encre", che inizia con una citazione da Baudolaire ;)




      Comunque, quella di Dick me l'hai servita su un piatto d'argento. ^_^

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  4. Dobbiamo andare in Francia. Ora.

    - Francesca.

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  5. Ciao Alice, bellissima e come sempre interessante questa nuova carrellata di notizie sulle abitazioni degli scrittori famosi!
    Una però mi è rimasta scolpita nella mente, quella di Alexander Dumas.
    Il castello era fantastico e averlo dovuto svendere deve essere stata una grande sofferenza, ma considero una vera perla il Castelletto in miniatura che si era fatto costruire nel suo splendido parco!
    Pensa di poter scrivere in un posto simile, attorniata da fiori, rocce, grotte, animali, e tanto silenzio...
    Un luogo così mi fa davvero pensare al Paradiso!
    Fra tutte le abitazioni da te pubblicate, questa mi sembra la più originale!
    Ciao


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    1. Sono contenta che la casa di Dumas ti abbia colpita così tanto :) anche per me è una delle più suggestive, anche se il mio cuore resta legato alle future puntate su alcuni dei più grandi scrittori americani! Ne vedrete letteralmente delle belle *_*
      A presto!


      - Alice

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  6. Quando le posterai potrei anche cambiare idea, chissà...
    Mi incuriosisci sempre di più!
    Ciao, a presto! *_*

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Tu.
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