sabato 2 giugno 2018

Tre libri belli che ho messo sul comodino (e che anche voi dovreste comprare)

Ma salve! :D
Quest'oggi voglio raccontarvi dei ragazzacci di carta che, da qualche giorno, attendono con pazienza sul mio comodino il loro turno di essere letti. Come sapete, leggere è sempre stata una delle mie passioni, eppure nell'ultimo anno avevo rallentato il ritmo. Ma tanto, eh. Un po' perché alla sera ero assonnata, o magari per via della stanchezza per essermi attardata fino a notte fonda a scrivere; il vero motivo, però, era molto più prosaico. E cioè, non avevo più niente d'interessante da leggere. Non fraintendetemi: avevo e ho tuttora un sacco di libri arretrati, con trame interessanti e copertine che mi hanno strappato un sospiro innamorato quando li ho acquistati, ma nessuno di questi era quello giusto. Nessuno mi stava "chiamando", se riuscite a seguirmi, come in genere mi succede quando osservo le pile sparse ovunque il casino la mia libreria in cerca di un nuovo amore di carta.

Così, decisa a trovare qualcosa di nuovo che mi emozionasse, ho infilato la mia maglia di Serpeverde (sì, è la mia Casa e no, non sono una brutta persona per questo), mi sono sistemata lo zaino in spalla e sono andata a zonzo per le librerie della città, soprattutto in quelle indipendenti. Non che io voglia discriminare quelle di catena, ma è nelle piccole librerie che si trovano, spesso, i titoli migliori e più saporiti. Voi cerchereste un formaggio d'annata e prelibato in un centro commerciale?
La mia ricerca è durata un po', ma alla fine, molte ore e diverse imprecazioni per il caldo bestiale dopo, sono tornata a casa con alcuni titoli che spaccano. Ma di brutto. Andiamo a vederli da vicino.

1) "14" di Peter Clines (Multiplayer)

Ho già parlato di questo autore fichissimo qui, per chi non se lo ricordasse. La trama è la seguente: "porte chiuse con il lucchetto. Strani lampadari. Scarafaggi mutanti. C'è qualcosa di strano nel nuovo appartamento di Nate. Certo, lui ha altre cose per la testa. Odia il suo lavoro, e il suo conto in banca è in rosso. Non ha nessuna ragazza, né piani per il futuro. La sua nuova casa potrà quindi non essere perfetta, ma è comunque vivibile; l'affitto è basso, i proprietari amichevoli, e quegli strani piccoli misteri non lo infastidiscono più di tanto. Almeno, non fino a quando non incontra Mandy, la sua vicina di pianerottolo, e nota qualcosa di insolito nel suo appartamento. E nell'appartamento di Xela. E in quello di Tim. E di Veek. Perché ogni stanza in questa vecchia Los Angeles nasconde dei misteri, misteri più vecchi di cent'anni. Alcuni fanno bella mostra di sé, altri restano nascosti dietro porte ben chiuse. Ma tutti insieme potrebbero segnare la fine di Nate e dei suoi amici."
Direi che non c'è altro da dire. Per gli amanti del genere horror e thriller, questo è uno di quei titoli da non lasciarsi scappare. Non l'ho ancora finito, perciò non so dirvi se alla fine il mio giudizio sarà del tutto positivo, ma per ora mi sta piacendo parecchio. Stile scorrevole, capitoli brevi e veloci da buttare giù, cliffhanger ben piazzati.

2) "La ballata di Charley Thompson" di Willy Vlautin (Mondadori)

Di Vlautin non vi ho ancora parlato, perciò lo faccio adesso. Frontman di una acclamata rockband americana, i Richmond Fontaine, vive a Portland, nell'Oregon, e mi fa incazzare. Sì, perché uno non può essere un dio della musica e anche della scrittura. E' ingiusto. Eppure, qui siamo di fronte alla classica situazione di un artista a tutto tondo. Per ora ha scritto tre romanzi tradotti in italiano, e cioè "Verso nord", "Motel life" e quello in oggetto. Per dirlo con le parole del The New York Times, "la musica di Willy Vlautin è molto simile alla sua scrittura: dolorosa, umile, e fieramente intrisa di tabacco al mentolo e bourbon", ma il suo stile non è neanche solo questo. E' semplice, onesto, evocativo, disperato, crudo. Non assomiglia a niente che io abbia letto, tranne, forse, un po' a Kent Haruf e Cormac McCarthy, ma Vlautin sottrae la poesia dal suo stile creando storie e personaggi che urlano per un aiuto, pur senza dire una parola.
La trama del libro: "Charley Thompson ha quindici anni, e da grande vuole diventare un campione di football. Intanto però i suoi sogni sono molto più modesti: una casa vera, qualcuno che gli prepari da mangiare, un posto dove farsi degli amici senza dover cambiare città in continuazione. Ma senza una madre e con un padre come il suo tutto questo non è possibile. Ray è un operaio specializzato, con un talento innato per cacciarsi nei guai, e così la loro vita è un eterno migrare tra i piccoli centri del Nordovest americano, sempre in fuga da qualcuno o qualcosa, sempre di passaggio e poi via, senza una direzione precisa. Charley sperava che a Portland le cose sarebbero andate meglio, e invece si ritrova più solo e incasinato che mai, costretto a lavorare nelle stalle di un ippodromo malmesso, tra fantini sovrappeso, allenatori senza scrupoli e cavalli buoni a niente. Qui Charley ha due sole consolazioni: una foto di sua zia Mary, che non vede da anni e non sa dove sia finita, e la compagnia di Lean on Pete, un vecchio cavallo zoppo che diventa il suo unico amico. È insieme a Pete che Charley deciderà di prendere in mano il proprio destino e partire, tuffandosi in un lungo viaggio senza sapere esattamente verso dove. Spinto da una speranza debole eppure irresistibile, migliaia di chilometri a piedi su strade e sentieri polverosi, Charley incontrerà personaggi indimenticabili, tra pericoli, sorprese e clamorose lezioni di vita."
Per ora ho letto una trentina di pagine e devo dire che finora ho preferito gli altri due romanzi, ma sono certa che, man mano che andrò avanti con la lettura, cambierò idea.

3) "Astici & mirtilli" di Marcella Ansaldo (effequ)

Sì, avete letto bene. Giuro che non sono impazzita: vi sto davvero consigliando un libro che, a una prima occhiata, sembrerebbe di cucina. Ma lasciate che vi spieghi. Ultimamente, dato che FORSE sto riuscendo a sbloccarmi con quel sadico bastardo del mio terzo romanzo (squillino le trombe), in parte ambientato in Maine, mi sono voluta documentare un po' più a fondo su questo magnifico Stato americano. Già lo conoscevo abbastanza, ma sentivo che mi mancava qualcosa. Un'esperienza diretta, qualcosa che solo in un blog molto nostalgico o da un amico viaggiatore avrei potuto trovare. Non informazioni fredde e asettiche come i nomi delle città, o immagini di un determinato luogo, ma l'odore. Il sapore minerale dell'aria fredda, ghiacciata per la neve. I colori del tramonto, le paure, l'emozione di vivere davvero nel Maine. Così, sono incappata in questo libricino scritto da un'italiana che, da Firenze, si è trasferita per qualche tempo nel Maine, per cercare di portare un po' di olio d'oliva toscano in una terra fatta di mirtilli, astici e sciroppo d'acero, per fondere i sapori e creare una sorta di ponte culinario tra noi e il "pollice d'America".
Fra queste pagine non troverete solo ricette e disegni ispirati a questo progetto, ma anche estratti molto evocativi in cui vi sembrerà davvero di aver piantato la vostra sedia a dondolo nella sabbia pietrosa e incrostata di neve dei fiordi del Maine.


E voi? Quali libri state leggendo al momento, o avete in programma di leggere, per i quali nutrite grosse aspettative? Raccontatemelo nei commenti! ;)


- Alice

9 commenti:

  1. Complimenti, tre titoli molto interessanti.. Fuori dalle rotte comuni, più che altro.
    Mi intriga molto il terzo.. chissà se riesco a reperirlo anche io..

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    1. Grazie, Letizia! :)
      Guarda, io l'ho trovato in una libreria indipendente per puro caso, ma so per certo che è acquistabile anche online, ad esempio sui siti Ibs e Hoepli, ma forse anche su Amazon ;) è un libricino molto scorrevole e veloce, ma mi è piaciuto proprio per la commistione fra diario di viaggio, in un certo senso, in cui le sensazioni del Maine reale sono tatuate sulle pagine, e le proposte un po' italiane, un po' americane italianizzate e un po' fusion di cucina!

      - Alice

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  2. Ciao, ragazze! Non conoscevo giusto l'ultimo. Il primo per fortuna è già nella mia libreria (da anni, spiace ammetterlo a voce altra). Il secondo, invece, non so se lo leggerò, ma ho il film - in lingua, appunto, Lean on Pete - in rampa di lancio. ;)

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    1. Ciao, che piacere leggerti di nuovo!
      Ma sai che non sapevo esistesse il film? In compenso ho scoperto proprio oggi che esiste quello (sempre in inglese) di "Motel Life", finora il mio preferito, e me lo sono preso insieme al quarto romanzo di Vlautin (non ancora tradotto in italiano) "The free"! Non vedo l'ora arrivi il pacco! *_*

      - Alice

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  3. Buonaserata!

    Trovo interessante il primo. La multiplayer mi ha deluso moltissimo e quindi non le do credito facilmente. Questo sembra un po' più interessante.
    Gli altri due non rientrano nei miei canoni, specie il secondo (ho letto un po' di roba su questa falsariga, credo, country, non mi attira molto). Forse mi conviene recuperare il primo di questo Willy Vlautin (che non ho presente neanche come frontman).

    Sull'ultimo, l'unico libro moolto vagamente simile che ricordo è Afrodita, di Isabel Allende. Ma credo che lo passerò.

    Attualmente sto leggendo: "Ci vediamo nel mio paradiso", di Christel & Isabell Zachert; "trilogia del ritorno", di Fred Uhlman; "Fantastic voyage",David Bowie testi commentati, di Francesco Donadio; "Dal Nilo all'Eufrate", (letture dell'Egitto, dell'Assiria e della Babilonia). Riletture in corso; "Antologia di Spoon River", di E. L. Masters; Gorgia, Platone.


    Ma, chiedo se qualcuno lo sa, tra il film Lean on Pete e il libro, cambiano molti contesti?

    Grazie!

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    1. Guarda, di Vlautin ti consiglio sia "Verso Nord" che "Motel life", ma tra i due, per gusto personale, ti suggerisco più il secondo. E' in assoluto uno dei libri più belli, veri e intensi che abbia mai letto.

      Non conosco gli altri titoli che hai citato, tranne la trilogia di Uhlman (anche lì, purtroppo non riesco a leggere il suo stile di scrittura, ma prima o poi dovrò riprovarci) e l'Antologia di Masters, uno dei miei libri preferiti in assoluto. Non ricordo i nomi sulle tombe, ma le liriche che mi hanno spezzato il cuore sono quella dell'uomo che racconta di aver sempre avuto paura del mare e quella della donna che si paragona alle piante assetate di Spoon River. Mamma mia, solo ricordarle mi stringe di nuovo il cuore, specialmente la seconda.

      Mi accodo alla domanda su Lean on Pete!

      - Alice

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    2. Ciao!

      Lee Masters è stato un grande. L'Antologia è un esperimento unico nella letteratura, e funziona benissimo.

      Proverò Motel Life, allora. Grazie!

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  4. I libri mi sembrano tutti e tre molto interessanti, anche se quando ho letto l'ultimo titolo credevo di aver sbagliato blog! *_*
    Poi ho capito che, titolo a parte, sarebbe da leggere!
    Il libro che mi aspetta sul comodino è sempre "Tutti i colori del mare" di Donatella Zanello, peccato che io non abbia molto tempo per leggere ultimamente, perchè è un libro che mi appassiona!
    Ciao!

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Tu.
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